Sono passati quattro anni dall’avvio a Bologna nel gennaio 2012 del progetto che, con il sostegno dell’amministrazione comunale e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, portò il 22 febbraio 2014 alla presentazione del primo Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani. Da allora, la diffusione dell’amministrazione condivisa, di cui il Regolamento è uno degli strumenti principali di attuazione, ha avuto uno sviluppo che è andato molto al di là delle previsioni.

Il Rapporto Labsus 2015 era dedicato al Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. L’edizione 2016 è dedicata a sua volta al “motore” del Regolamento, cioè ai patti di collaborazione fra cittadini e amministrazioni, lo strumento giuridico che trasforma le capacità dei cittadini in interventi di cura dei beni comuni.

I patti di collaborazione”, scrive il presidente di Labsus Gregorio Arena nell’introduzione al Rapporto 2016, “sono il luogo dove da un lato si esprimono pluralismo e capacità di resilienza, dall’altro si individua l’interesse generale nel caso concreto. Nell’articolare i contenuti di un patto di collaborazione cittadini e amministrazione insieme definiscono cosa è nell’interesse generale della comunità e come perseguirlo, con quali strumenti, mezzi, procedure, etc.. I cittadini diventano in tal modo, insieme con l’amministrazione, un “centro di produzione del diritto” e quel patto di collaborazione, individuando l’interesse generale della comunità nel caso concreto di cura o gestione di un bene comune, diventa fonte del diritto pubblico”.

Scarica qui il Rapporto Labsus 2016 sull’amministrazione condivisa dei beni comuni