Un Manifesto per la Napoli del 2050 e un Atlante Emotivo di tutti i quartieri della città che rispecchiano la visione dei suoi abitanti, dei giovani, degli artisti, degli educatori delle associazioni che ne immaginano il futuro. L’iniziativa “Napule Sente’’ di sabato scorso, che rientra nel progetto Futuro Quotidiano, che a sua volta si inserisce nelle celebrazioni per i 2500 anni dalla nascita di Neapolis promosso dal Comune di Napoli e alla direttrice artistica Laura Valente, dà l’opportunità a chi vive il tessuto della città di esprimere la propria visione contribuendo alla narrazione e alla fissazione di alcuni punti cardine proveniente dalle proprie sensazioni. Luogo di incubazione delle idee per il Manifesto e l’Atlante Emotivo (tante le idee giunte sia online che al laboratorio di sabato scorso partecipato da diversi ragazzi della città), l’Albergo Dei Poveri di piazza Carlo III divenuto il centro di questa connettività.
«Tutto è partito dalla modifica dell’articolo 9 della Costituzione, che ha inserito al suo interno il pensiero verso le future generazioni prossime, non quelle giovani già presenti e quindi l’eredità» spiega Lucia Abbinante responsabile del progetto per la parte del Manifesto per le future generazioni. L’incipit di quest’idea è chiaro: «Abbiamo agganciato quest’idea di parlare di Napoli Millenaria partendo dalle radici – aggiunge Abbinante – occupandoci non solo delle nuove generazioni ma anche dell’eredità per quelle che verranno. Vorremmo lasciare delle proposte che facciano capire come interpretare diversi ecosistemi, la sostenibilità, l’eredità culturale». In attesa della presentazione in autunno del Manifesto, alcune delle proposte giunte in queste settimane per la sua stesura spesso toccano in un punto fondamentale: vivere gli spazi. «Questa esigenza si sta ripetendo» conferma Lucia Abbinante. Al Manifesto per la Napoli 2050 si abbina l’Atlante Emotivo come ricorda Daniele Taurino, ceo Knowledge of Society srl.
«Insieme alla dottoressa Antonia Marano abbiamo presentato una serie di giovani e non solo, un gruppo intergenerazionale – universitari, cittadini- questionario che collega i quartieri di Napoli, i vissuti delle persone, le storie ma anche canzoni, immagini». Tutto ciò andrà a costituire un archivio digitale della città che produrrà anche uno studio analitico dello studio che avremo andando a vedere quali sono i colori e le tonalità emotive che caratterizzano Napoli. Le proposte, sottolinea Taurino, «hanno l’obiettivo di trasformare le criticità di una città importante come Napoli (ma gli esempi di altre città non mancano) in emozioni positive» sostanziate dalle «persone che vivono nel proprio ambiente». A tal proposito, «l’Albergo dei Poveri è il catalizzatore di queste iniziative ma anche emotivo per tutti gli usi che ci sono stati nel tempo di questo spazio, anche emozionalmente negativi» conclude Taurino.
di Antonio Sabbatino
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