Reati su minori in Italia: quasi 7.000 nel 2023, 19 al giorno. E’ boom di maltrattamenti in famiglia. I dati di Terre des Hommes

Sono stati 6.952 i reati a danno di minori in Italia nel 2023, in media 19 al giorno, 95 in più rispetto al 2022. Aumentati del 34% in 10 anni e addirittura dell’89% dal 2006. I reati più diffusi, che registrano anche l’incremento più alto, sono i maltrattamenti in famiglia: ben 2.843 casi, cresciuti del 6% dal 2022 e più che raddoppiati dal 2013.

I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes alla Camera dei Deputati – alla presenza del Presidente della Camera on. Lorenzo Fontana e della Vice Questore della Polizia di Stato Eugenia Sepe – in occasione della presentazione del Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2024 e in vista della Giornata internazionale delle bambine (11 ottobre).

Dal Dossier emerge che sono proprio le bambine e le ragazze ad essere colpite in misura maggiore dai reati a danno di minori, nel 61% dei casi sono loro le vittimeA spingere questa percentuale soprattutto i crimini sessuali: a partire da violenza sessuale e violenza sessuale aggravata, che vedono rispettivamente l’89% e l’85% di vittime femminili, passando per gli atti sessuali con minorenni (il 79% di vittime è femmina), detenzione di materiale pornografico e corruzione di minorenne (entrambi con il 78% di vittime di genere femminile), fino alla prostituzione e pornografia minorile (in entrambi le vittime sono al 64% bambine o ragazze).

Hanno invece in maggioranza vittime maschili l’omicidio volontario (67%), l’abbandono di persone minori o incapaci (61%), l’abuso dei mezzi di corruzione o di disciplina (59%) e la sottrazione di persone incapaci (55%). Le vittime sono pressoché in parità nei reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (entrambi i generi al 50%) e di maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (vittime femminili 51%).

Se i maltrattamenti in famiglia segnano l’aumento più significativo, rispetto al 2022 sono in crescita anche le violenze sessuali, che con 912 casi (+1% dal 2022 ma +51% dal 2013) sono il secondo reato più diffuso;  la sottrazione di persone incapaci (302 casi, +4% dal 2022 e +39% dal 2013); l’abbandono di persone minori o incapaci (568 casi, +3% dal 2022 e +25% in 10 anni); gli atti sessuali con minorenni (+3% dal 2022 e +5% dal 2013, con un totale di 444 casi); l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (+1% con 349 casi; +47% dal 2013); la pornografia minorile (171 casi, aumentati dell’1% dal 2022 ma calati del 7% dal 2013).

Calano, invece: la prostituzione minorile, che con 28 casi è il reato che segna il calo maggiore sia sull’anno (-24%) sia rispetto agli ultimi 10 (-65%); la detenzione di materiale pedopornografico (59 casi, in calo del 18% sul 2022 ma in aumento, sempre del 18%, rispetto al 2013); la corruzione di minorenne (94 casi, -12% in un anno e -24% dal 2013); le violazioni degli obblighi di assistenza familiare (525 casi, -5% dal 2022 e -48% dal 2013). Diminuiscono, infine, rispetto allo scorso anno i casi di violenza sessuale aggravata (645 casi, -7%), reato che registra però uno degli aumenti maggiori sui dieci anni (+73% dal 2013).

Restano, invece, invariati gli omicidi volontari con 12 casi sia nel 2023, sia nel 2022 che nel 2013.

«I dati dimostrano un incremento delle denunce da parte delle vittime. Ciò significa che le azioni intraprese dalle Forze di Polizia sul fronte delle campagne di informazione, tese a scardinare gli ostacoli di carattere socioculturale che hanno alimentato ed alimentano ancora le violenze e gli abusi sui minori, stanno producendo risultati che confermano il rapporto di fiducia instaurato con le vittime. Un risultato, tuttavia, che non distoglie il nostro sguardo dal “numero oscuro” di casi non denunciati e da tutti quei delitti che si consumano nel “mondo virtuale” dove i minori sono sempre più esposti ed indifesi.», ha dichiarato la dott.ssa Eugenia Sepevice questore Polizia di Stato.

«Due fattori, che devono farci riflettere, emergono dagli ultimi dati dei reati sui minori – ha dichiarato Paolo FerraraDirettore Generale di Terre des Hommes – In primo luogo l’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente. In secondo luogo, la violenza, soprattutto quella fisica, continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva fondata sul rispetto dell’altro, che è ancora lontana dal produrre i cambiamenti sperati.»

SALUTE MENTALE. Dal Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”, che racchiude e analizza tutti i fenomeni che mettono a rischio la vita, la salute e i diritti delle bambine e delle ragazze, in Italia e nel mondo, emerge anche un aumento negli ultimi anni del disagio psicologico dei ragazzi, e soprattutto delle ragazze, in Italia.

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità[1], il 52% delle ragazze ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale, dato che scende al 31% tra i coetanei maschi. Questo malessere aumenta con l’età: tra gli undicenni è stato riscontrato dal 33% delle bambine e dal 25% dei bambini, mentre tra i teenagers di diciassette anni lo ha vissuto il 66% delle ragazze e il 41% dei maschi.

La tendenza è confermata anche a livello mondiale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riscontra un peggioramento nel benessere dei giovani in generale e delle ragazze in particolare. Il 28% delle quindicenni segnala una profonda solitudine, a fronte del 13% dei coetanei maschi[2].

Terre des Hommes, insieme a Scuola Zoo, ha provato a indagare questo malessere attraverso Osservatorio indifesa, al quale hanno partecipato oltre 2.000 ragazze tra i 14 e i 26 anni. Emerge, innanzitutto, che la quasi totalità, 9 ragazze su 10, percepisce forti rischi per la propria salute mentale. Tra le cause che compromettono il benessere psicologico delle ragazze, prima tra tutte, per il 76%, è la difficoltà di accettarsi e stare bene con il proprio corpo. Troviamo, poi, le relazioni difficili con i genitori o la famiglia (indicate dal 73% delle risposte) e le prestazioni scolastiche (66%). Più del 50% delle ragazze vede, inoltre, come rischi le preoccupazioni per il proprio futuro, le relazioni complicate con amici o coetanei, la solitudine, la depressione, la violenza di ogni genere. Altri motivi di preoccupazione sono un rapporto di coppia incostante (43%), le relazioni con gli insegnanti (28%), il timore per la situazione globale (25%) e l’Eco-ansia (17%).

Intervenire è, quindi, fondamentale e sono le ragazze a indicare la strada: il 75% chiede che la scuola si occupi di più di salute mentale e il 66,5% vorrebbe uno psicologo gratuito fuori dalla scuola.

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“La Bella Piazza”…Garibaldi: a Napoli progetto di co-gestione per cancellare il degrado e recuperare gli spazi urbani

Una partnership tra pubblico, privato sociale, imprenditoria, cooperative. Un progetto per piazza Garibaldi, con attività culturali, artistiche, sociali. Si chiama “La Bella Piazza”, la formula pensata dell’associazione Est(ra)Moenia, e sostenuta da Fondazione Con il Sud oltre che dal Comune di Napoli. A essere coinvolti, circa 40 soggetti integrati nella direzione della coprogettazione attraverso una forma di gestione di cui anche gli stessi cittadini dell’area compresa tra piazza Garibaldi, il Vasto e dintorni saranno protagonisti.
Il progetto, presentato questa mattina nella cavea di piazza Garibaldi con la sottoscrizione della convenzione quadriennale rinnovabile per altri quattro che dà il via all’utilizzo di un milione di euro di fondi privati, si articola in quattro punti essenziali.
Innanzitutto, la cura e manutenzione dei luoghi, con l’affido all’ATS degli 8 chioschi che insistono nella piazza per realizzare iniziative sociali e commerciali. Proprio tali strutture, mai aperte in precedenza, verranno utilizzate dalla Polizia municipale per il monitoraggio del territorio e affidate alla cooperativa Dedalus per attività sociali e civiche.
Il secondo punto contempla un servizio giornaliero di spazzamento e svuotamento dei cestini, con la manutenzione del verde e delle aree giochi e sportive oltre che all’istituzione di una “portineria” di quartiere che funzionerà come un luogo di prossimità.
Parte integrante sarà anche un presidio sociale, con interventi a supporto dei senza dimora e laboratori all’aperto con percorsi di animazione socio-educativa.
Infine, la valorizzazione turistica della piazza con info Point, passeggiate interculturali e Migrantour, passeggiate di prossimità e intervento di urban game design. All’interno della “cavea” e degli altri spazi dell’Area Nord di piazza Garibaldi saranno promosse attività culturali.
“La Bella Piazza’’ potrà contare anche su una cabina di regia che, qualora necessario, deciderà di apportare modifiche giudicate migliorative.




LE VOCI – «La piazza è bella architettonicamente ma c’è bisogno anche di una rigenerazione sociale tramite ascolto, confronto e cogestione dei» afferma Ambrogio Prezioso, presidente Est(ra)Moenia che ha lanciato l’idea. «Occorrono anni – aggiunge – per far capire che esiste una collaborazione effettiva e non di facciata. Occorre capire le esigenze degli uni i problemi degli altri per risolvere i problemi in modo positivo. Voltarsi dall’altra parte non conviene a nessuno». «Bisogna lavorare insieme. La sperimentazione è complicata ma può mettere insieme l’interesse di quasi tutti, che mette a riparo da certi traffici e qualcuno non sarà contento di questo progetto. Portiamo un nuovo modo di provare di risolvere a problemi» conferma il presidente della Fondazione Con il Sud, Stefano Consiglio che poi insiste: «Quelli che non sono sfiduciati e non si lamentano – associazioni, enti locali, albergatori, imprenditori, cittadini – si mettono insieme per dare uno spazio presidiato, pulito, si cura il verde per garantire uno spazio pubblico ai bambini. Allargare l’ambito e poi ci vuole una collaborazione di tutti». Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, si dice soddisfatto per «l’incontro tra il pubblico e il privato. Si sono create le condizioni necessarie di sicurezza e di vigilanza. Qui, infatti, nei mesi scorsi abbiamo disposto un assetto di vigilanza, un dispositivo particolare non solo sulla piazza, ma anche dentro la stazione e nelle zone limitrofe». Il prefetto aggiunge che il lavoro per la cura e la sicurezza di piazza Garibaldi non è finito. Avranno luogo ulteriori interlocuzioni con il Comune.
Dal canto suo, il sindaco Gaetano Manfredi afferma di essere «fiducioso» per la buona riuscita del progetto grazie alla partnership tra pubblico e privato: «Noi presidiamo la piazza con delle attività e apriamo chioschi, mai aperti prima, con attività commerciali, sociali, il rafforzamento del presidio dei vigili urbani e con attività di mediazione in favore delle tante persone che vivono con marginalizzazione questa piazza coinvolgendoli in un esempio positivo». Per Carmine Guanci, direttore Fondazione Peppino Vismara, «aggregare il Terzo Settore con l’attività del profit e dell’amministrazione comunale è un’alchimia che difficilmente si è vista in passato Condividiamo molto l’idea della co programmazione e della co progettazione insieme alle forze sociali».
TERZO SETTORE – Alla Dedalus è affidato il coordinamento del progetto “La Bella Piazza”. Andrea Mornioli, referente della cooperativa, si aspetta il coinvolgimento dei cittadini: «La piazza ha tante potenzialità e può essere riempita di arte, di musica. Si apriranno dei chioschi possono essere messi a disposizione dei cittadini. In questa piazza ci sono diversi interessi, primi e ultimi conviveranno. Ci sarà – spiega Mornioli- una portineria di quartiere, per esempio per gli anziani che possono posare la spesa e avere una mano per portare la spesa a casa, un consulente legale, dei laboratori per bambini, tavolini con wifi per gli studenti. Vogliamo riempire piazza Garibaldi di cose belle». La cooperativa Casba si occuperà di interculturalità e di mettere in rete le persone e le varie realtà del territorio. Jomahe Solis, la presidente, parla «dell’importante lavoro relativo all’incontro con i vari cittadini che vivono e lavorano tra piazza Garibaldi e il Vasto con delle passeggiate. Si lavora sulle varie esperienze e noi dobbiamo essere bravi a coinvolgere a capire i bisogni, interpretarli e farsi capire a nostra volta». Infine, la parola al referente dell’associazione dei senegalesi di Napoli, Pierre Preira da anni front office delle esigenze dei migranti di piazza Garibaldi: «Noi giochiamo un grande ruolo ad esempio per la tutela del mercato multietnico di via Bologna (dove si gioca un’importante partita sulle autorizzazioni per non disperdere una risorsa del Vasto ndr.), e siamo coinvolti nella vita di piazza Garibaldi Vogliamo riuscire a salvaguardarne il decoro e animarla».
di Antonio Sabbatino

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Protezione Verde ProNatura cerca soci

Lottare per salvaguardare e tutelare la terra che ci ospita e l’ambiente che ci circonda, dovrebbe essere compito di ognuno di noi.
Spesso, però, l’impegno del singolo non basta ed è fondamentale il supporto delle associazioni, che con il loro operato, quotidianamente, affiancano i cittadini e le loro azioni.
Carmine Simfarosa, socio fondatore e presidente dell’associazione Protezione Verde ProNatura, operante nei territori di Castellammare di Stabia e Gragnano, lo sa bene.
«La nostra sezione è nata nel 1978 dall’idea di alcuni amici. Negli anni è stato sempre maggiore il bisogno di sensibilizzare le persone nei confronti della natura e degli ambienti naturali. Ci concentriamo soprattutto sui giovani delle scuole», spiega il Presidente.
Durante l’anno, molteplici sono gli eventi organizzati da Carmine e dai suoi volontari per coinvolgere i più piccoli e tutti hanno l’obiettivo di far conoscere il territorio e creare attorno ad esso un circolo di persone che lo possa tutelare nella sua interezza.
«Oggi i giovani sono più attenti, quindi c’è tanto riscontro e partecipazione alle nostre iniziative», prosegue.
In questo periodo, l’associazione, che conta circa 30 elementi tesserati, è alla ricerca di nuovi volontari
Come si diventa soci? «Basta fare richiesta, poi segue un periodo di prova al termine del quale c’è l’accettazione o meno da parte dell’assemblea. Diciamo che il periodo di prova è una formalità perché chi si approccia a noi, di solito è già convinto e predisposto», conclude.
La ricerca di nuove figure è fondamentale per permettere di rafforzare la collaborazione con il  museo CITES e della Biodiversità di Gragnano.
Il polo, rappresenta un luogo unico nel suo genere sul territorio campano e nazionale.
Al suo interno, infatti, sono esposti circa 150 esemplari di reperti animali e parti di essi, protetti dalla convenzione di Washington a livello internazionale.

di Annatina Franzese

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La scuola di Prime Minister Napoli riparte

“Cosa vuol dire essere femminist*?” è il titolo dell’incontro che inaugura la VI edizione di Prime Minister sul territorio napoletano. Verrà esplorata la storia e l’evoluzione del movimento femminista fino ad oggi con un focus specifico sulla partecipazione politica delle donne in Italia. Partendo dalla condivisione di storie ed esperienze personali delle partecipanti, verrà creato un ponte tra la dimensione personale e quella collettiva e politica, che in maniera diretta ed indiretta influenza le nostre vite di tutti i giorni. Presso la Biblioteca Associazione Annalisa Durante le “primers” avranno l’opportunità di confrontarsi con la prima testimonial dell’edizione, Dalila Bagnuli attivista Body Positive e femminista intersezionale.
La giornata inizierà con le testimonianze del team che con giochi e altre modalità interattive ripercorreranno il cammino che ha portato alla conquista di diritti inalienabili.
“Arrivare alle sesta edizione della scuola napoletana è un traguardo bellissimo – spiega Angela Laurenza, ingegnera e Presidente di Prime Minister – ogni anno le studentesse ci danno la carica e ci ispirano a continuare”.
L’incontro inaugura l’edizione 2024-25 “Radici e rivoluzioni: il toolkit dell’attivista”, un viaggio che durerà fino a giugno e che permetterà alle primers” di ottenere gli strumenti necessari per diventare parte del cambiamento della società, in un periodo storico in cui la partecipazione civica è scarsa, l’ambiente politico è polarizzato e le istituzioni sono lontane dalle giovani e dalle loro esigenze.

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VIOLENZA DI GENERE, CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER GIORNALISTI

“Approfondimenti sulla violenza di genere: l’importanza della corretta informazione per contribuire a contrastarla”. Questo il titolo del Corso di Formazione Professionale per cronisti – nato dalla collaborazione tra l’Ordine dei Giornalisti della Campania e l’Università degli Studi di Napoli Federico II – che si terrà nell’Aula Pessina dell’Ateneo martedì 22 ottobre alle ore 15.00.

Oltre ai saluti della Prof.ssa Rita Mastrullo, Prorettrice dell’Università, del Prof. Sandro Staiano, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e del Dott. Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, sono previsti gli interventi del Prof. Antonio Cavaliere, Docente di Diritto Penale (Dipartimento di Giurisprudenza) della Federico II, della Prof.ssa Caterina Arcidiacono, Consigliera di Fiducia della Federico II e Psicologa, della Dott.ssa Rosaria Bruno, Presidente dell’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne della Regione Campania, della Dott.ssa Rosa Di Matteo, Coordinatrice rete Centri Antiviolenza del Comune di Napoli e Presidente di Arcidonna Napoli, della Dott.ssa Tina Grassini, Counselor, Mediatore Familiare Sistemico-Relazionale e Presidente dell’Associazione ‘‘Parla con me’’ e della Dott.ssa Nunzia Brancati Primo Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli; il convegno, organizzato con il supporto delle giornaliste Maria Esposito (Addetto Stampa del Rettorato della Federico II) e Chiara Biggi, sarà moderato da quest’ultima.

Nel corso del pomeriggio dedicato alla Formazione – grazie al prezioso contributo dei docenti e degli esperti – verrà indagata la violenza di genere dalle sue origini, al perpetuarsi dei casi concreti, a diversi livelli, fornendo altresì i numeri delle ricerche sul fenomeno ed un’esplorazione dello stesso dal punto di vista sia psicologico che legale e dettagliando gli strumenti e gli interventi sul campo per il sostegno alle vittime e la prevenzione ed il contrasto ad ogni forma di violenza.

L’obiettivo principale sarà quello di fornire spunti, suggerimenti e riflessioni, per un approccio – ed un conseguente utilizzo del linguaggio – più consapevole anche da parte degli organi di informazione, partendo dalla consapevolezza che questi ultimi, nell’occuparsi della diffusione delle notizie correlate al fenomeno della violenza, possono rivestire un ruolo fondamentale verso la realizzazione di quel cambiamento culturale indispensabile per far cessare ogni forma di violenza o discriminazione di genere.

Il Corso di Formazione, deontologico, sarà prenotabile a partire da oggi, martedì 8 ottobre, sulla piattaforma dedicata (www.formazionegiornalisti.it); la partecipazione darà diritto a sei crediti.

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Partono le “Olimpiadi dei Monti Lattari”, 1100 giovani si sfideranno in 13 sport

Nove Comuni coinvolti, 13 discipline sportive, 1100 giovani atleti del territorio coinvolti. Sono questi i numeri della seconda edizione delle “Olimpiadi dei Monti Lattari”, evento promosso dal Comune di Pimonte, abbracciato da altri 8 Comuni dell’area, finanziato dalla Regione Campania e patrocinato dal Coni regionale. Il programma della manifestazione sportiva è stato presentato presso la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia, durante una cerimonia che ha visto il giuramento di atleti e arbitri, la premiazione simbolica degli atleti olimpionici Giovanni Abagnale e Ciccio Esposito, e l’accensione della fiamma olimpica.

L’evento, unico nel suo genere, unisce nello sport le comunità di 9 Comuni attraversati dai monti Lattari: Pimonte, Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Vico Equense e Castellammare di Stabia, in una manifestazione che celebra i valori dello sport e mira a promuovere l’integrazione territoriale.

Gli atleti si sfideranno nelle gare in 13 sport diversi fino a domenica 24 novembre. Si parte con le gare di beach volley sull’arenile di Castellammare di Stabia, si proseguirà con il tiro con l’arco al Castello di Lettere, la pallavolo a Vico Equense, il tennis tra i campi di Agerola e Santa Maria la Carità, il tiro alla fune a Casola di Napoli, la pallacanestro al pallone geodetico di Gragnano, la corsa 4×100 e i 100 metri e la corsa in bici nelle strade di Santa Maria la Carità, le bocce e il braccio di ferro a Sant’Antonio Abate, le freccette e il tennistavolo a Pimonte, con la maratona finale il 24 novembre di nuovo a Sant’Antonio Abate, prima della cerimonia di chiusura che si volgerà nella stessa giornata a Pimonte.

Alla cerimonia di apertura della manifestazione hanno preso parte tutti i sindaci coinvolti: Francesco Somma (Pimonte), Luigi Vicinanza (Castellammare di Stabia), Tommaso Naclerio (Agerola), Alfredo Rosalba (Casola di Napoli), Anna Amendola (Lettere), Giosuè D’Amora (Santa Maria la Carità), Peppe Aiello (Vico Equense), e gli assessori Stefania Diligente Tizzani (Gragnano) e Martino Abagnale (Sant’Antonio Abate), insieme a Enzo Peluso (neo presidente del Parco Regionale dei Monti Lattari), Mariella Verdoliva (presidente Fondazione Monti Lattari onlus) e al consigliere regionale Luigi Cirillo, promotore dell’emendamento che ha finanziato l’evento.

“Dopo il successo della prima edizione – ha affermato Francesco Somma, sindaco di Pimonte – quest’anno abbiamo pensato ad un format delle Olimpiadi ancora più importante. Sono oltre 1000 i giovani atleti che parteciperanno alle gare, in rappresentanza dei 9 comuni aderenti all’iniziativa con l’aggiunta di Castellammare e Vico Equense rispetto allo scorso anno. Un progetto che è reso possibile grazie alla sinergia con la Regione. Abbiamo messo insieme i cittadini e i Comuni perché crediamo nei valori dello sport e dello sviluppo delle politiche giovanili. Per le prossime edizioni stiamo pensando di arricchire ulteriormente il programma, mediante l’organizzazione di visite turistiche ed enogastronomiche nei singoli Comuni che ospiteranno le gare”.

Le gare partiranno da Castellammare di Stabia, che ha ospitato anche la cerimonia di apertura: “Sono contento che le olimpiadi partano con le gare di beach volley dall’arenile stabiese – ha detto Luigi Vicinanza, sindaco di Castellammare di Stabia – che è stato restituito questa estate ai cittadini in tutto il suo splendore. Sarà il primo vero test in vista della prossima stagione estiva, che ci consentirà di valorizzare ancora di più l’intera area del lungomare”.

Monti Lattari vuol dire Parco Regionale: “Oltre al valore dello sport – ha sottolineato il presidente Enzo Peluso – il nostro auspicio è che i ragazzi atleti possano gareggiare all’insegna della lealtà e diventare ambasciatori di questi territori”.

“I veri protagonisti di questo evento – ha concluso il consigliere regionale Luigi Cirillo – sono i sindaci che, mettendosi insieme, sono riusciti ad organizzare un evento senza precedenti per questo territorio. Per quanto riguarda l’amministrazione regionale, posso garantire l’impegno affinché questa manifestazione continui anche in futuro. L’obiettivo, anzi, è quello di allargare le Olimpiadi ai paesi della penisola sorrentina e della costiera amalfitana. Bisogna ripartire proprio da sport e giovani per sviluppare ulteriormente questo splendido territorio”.

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