22 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Avrà inizio domani, 23 gennaio, il nuovo ciclo di webinar gratuiti organizzato dalla Fondazione LIMPE dedicato alle persone con il Parkinson e ai loro caregiver.
Il programma prevede tre incontri online, in diretta su piattaforma Zoom, ogni due giovedì: il 23 gennaio (ore 15), il 6 febbraio (ore 15) e il 20 febbraio (ore 16).
La partecipazione agli incontri è aperta a tutti, previa iscrizione tramite il sito di Fondazione LIMPE fondazionelimpe.it/webinar, dove è possibile trovare anche l’archivio completo degli appuntamenti passati. Una risorsa preziosa che permette di accedere in qualsiasi momento a contenuti certificati e che garantisce un supporto continuo a chi è coinvolto nella gestione quotidiana di questa malattia.
I webinar, aperti al dialogo con il pubblico, vedranno di volta in volta la partecipazione dei neurologi della Fondazione LIMPE e di esperti legati al tema trattato che cercheranno di offrire un supporto concreto per migliorare la qualità della vita delle persone con il Parkinson, dei loro caregiver e familiari.
In questo primo ciclo 2025 si parlerà di terapia occupazionale, di strategie per affrontare un parkinsonismo atipico, la Paralisi Sopranucleare Progressiva (PSP), e di pratiche utili per ridurre il rischio di cadute e come adattare l’ambiente domestico alle esigenze di chi convive con il Parkinson.
Il primo webinar, in programma giovedì 23 gennaio alle ore 15, sarà dedicato alle terapie occupazionali e avrà come protagonisti il regista Maurizio Esposito insieme a un gruppo di persone con il Parkinson che racconteranno la propria esperienza all’interno di un laboratorio drammaturgico e come il teatro possa diventare uno strumento terapeutico per stimolare creatività e benessere. Modera l’incontro la neurologa Vincenza Fetoni, responsabile dell’Ambulatorio per i Disturbi del movimento dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Il secondo appuntamento, previsto giovedì 6 febbraio alle ore 15, affronterà il tema della Paralisi Sopranucleare Progressiva (PSP) con un focus sugli strumenti e le strategie per migliorare la vita quotidiana delle persone che ne sono colpite. La psicologa Arianna Cappiello insieme alla professoressa Marina Picillo, ricercatrice in Neurologia all’Università di Salerno, offrirà consigli pratici per affrontare le sfide poste da questa condizione complessa.
A chiudere il ciclo sarà l’incontro di giovedì 20 febbraio, alle ore 16, dedicato al tema delle cadute, un problema comune per chi convive con il Parkinson e con altre patologie motorie. Il dottor Christian Geroin fisioterapista e ricercatore, insieme alla professoressa Susanna Mezzarobba, presidente del Gis Fisioterapia Neurologica e Neuroscienze e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Genova, fornirà suggerimenti pratici su come ridurre il rischio di cadute e rendere la casa un ambiente più sicuro e accessibile per i pazienti con Parkinson.
La Fondazione LIMPE, impegnata da anni nel sostegno alla ricerca scientifica, nella formazione e nella diffusione di informazioni sulla malattia di Parkinson e i disturbi del movimento, conferma con questa iniziativa il proprio impegno a favore della comunità. Attraverso eventi come questi, si propone infatti di diffondere una cultura della cura e dell’informazione, consapevole che affrontare insieme queste patologie sia l’unico modo per migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie.
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22 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
È stata inaugurata oggi, lunedì 20 gennaio 2025, dal Cardinale di Napoli don Mimmo Battaglia Casa Bartimeo, un vero e proprio Polo della Carità nel cuore di Napoli, un’opera segno, che prende vita agli inizi di questo anno Giubilare, pensata per le persone più fragili della città. Quando si parla di povertà si pensa quasi esclusivamente alla mancanza di risorse materiali. Nell’immaginario collettivo, infatti, l’assenza di cibo o di vestiti rappresenta l’unica necessità avvertita da chi vive in condizioni di privazione; tuttavia, esistono bisogni altrettanto importanti, come la possibilità di vivere in famiglia, di avere relazioni sociali significative e la possibilità di accedere a percorsi di cure mediche.
Per dare risposte anche a questi bisogni la Chiesa di Napoli ha dato vita, attraverso il proprio ramo ETS nell’ambito delle opere della Caritas diocesana e con il sostegno della Fondazione Con il Sud insieme ad altri enti privati del territorio, a Casa Bartimeo che sorge nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram lungo il corso Umberto I a Napoli, in quella che si configura come la prima Opera Segno del Giubileo della Speranza.
Qui troveranno sostegno e accoglienza diverse fragilità. Sarà la nuova sede del Centro di ascolto diocesano e avrà una comunità residenziale per giovani adulti in condizioni di fragilità che necessitano di riappropriarsi della propria autonomia, un luogo di accoglienza emergenziale per donne e piccoli nuclei familiari, un centro di supporto psicologico, un servizio di consulenza legale per migranti, un importante poliambulatorio solidale.
All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, Erri De Luca che ha tenuto una lectio dal titolo “Giubileo. Libertà, restituzione e riscatto” e il maestro Lello Esposito che, attraverso il progetto Quadreria Sociale, ha dato vita e colore alle stanze del Polo della Carità grazie alle opere realizzate insieme ai detenuti dell’Istituto Penitenziario Giuseppe Salvia di Poggioreale.
«Casa Bartimeo, il Polo della Carità, è un luogo che nasce dal cuore pulsante della nostra comunità diocesana- dice il Cardinale di Napoli don Mimmo Battaglia- e dalla volontà della nostra Chiesa di rispondere concretamente al grido di chi è fragile, solo, o ferito dalla vita. Questa casa è un segno tangibile di speranza e accoglienza, uno spazio dove l’amore prende forma attraverso il servizio, l’ascolto e la cura. Casa Bartimeo vuole essere molto più di un rifugio: vuole restituire dignità, accompagnare chi cerca una strada nuova, e incarnare il Vangelo nell’incontro con l’altro. È una sfida per tutti noi, un invito a costruire relazioni autentiche e a non distogliere mai lo sguardo da chi è in difficoltà.
Ringrazio tutti coloro che, con il loro impegno e la loro generosità, hanno reso possibile che questo sogno diventasse un segno vivo. Insieme possiamo continuare a trasformare la carità in una presenza viva e concreta, capace di illuminare anche i momenti più bui della nostra gente, della nostra Napoli».
Nel polo della Carità di Casa Bartimeo è attiva una Comunità di accoglienza/emergenza femminile volta ad appianare le difficoltà che vivono donne e nuclei familiari con bambini in situazioni socioeconomiche fragili e/o di emergenza abitativa. La struttura e i servizi mirano a offrire loro un’accoglienza temporanea e attività di supporto con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio familiare, migliorare le condizioni di vita e favorire l’integrazione sociale in un’ottica di autonomizzazione
È prevista poi una seconda accoglienza maschile, un servizio volto a fornire supporto e assistenza a uomini, che attraversano complesse situazioni di disagio economico generati dalla separazione o da particolari condizioni di fragilità. Questa comunità ha il compito di ricostruire la vita di queste famiglie con dignità e autonomia
« In questa casa- spiega suor Marisa Pitrella, direttrice Caritas di Napoli- abiteranno da oggi molti progetti: una Comunità residenziale per uomini feriti dalla vita e per piccoli nuclei familiari che necessitano di essere accolti in emergenza, un Poliambulatorio per offrire cure e accoglienza ai poveri che lo chiedono, una nuova sede del Centro di Ascolto Diocesano della nostra Caritas, un Servizio di sostegno psicologico per chi ha bisogno di ritrovare la forza e la speranza, un Servizio di consulenza legale per difendere i diritti di chi spesso non ha voce. Ogni passo che compiamo insieme è un passo verso una società più giusta, più solidale, più umana. Casa Bartimeo è un seme che oggi piantiamo insieme, con la speranza che cresca forte e rigoglioso, portando frutti di vita, di riscatto e di amore. Che questo luogo diventi una luce che brilla nei cuori di chi entra, un faro di speranza per chi vive nel buio della solitudine e della sofferenza».
Ad ampliare l’offerta del polo della Carità, che accoglierà le persone grazie alle segnalazioni dei servizi territoriali e della rete dei punti Caritas diffusi su tutto il territorio dell’Arcidiocesi, anche i servizi di tipo sanitario, con ambulatori medici e sportelli di ascolto e orientamento. Il poliambulatorio solidale è una struttura sanitaria che offre servizi medici e assistenza sanitaria a persone in situazioni di difficoltà economica e sociale. Opera grazie al contributo volontario di medici, infermieri e volontari che prestano il loro tempo e le loro competenze gratuitamente o a costi molto ridotti. L’obiettivo principale è garantire l’accesso alle cure mediche di base e specialistiche a chi altrimenti non potrebbe permetterselo. Con il supporto psicologico e quello legale, psicologi e assistenti sociali lavorano con gli ospiti attraverso la creazione di gruppi di sostegno e attività formative mirate al miglioramento alla complessità della condizione in cui versano. Un primo aiuto ed orientamento legale, invece, è utile per informare ed indirizzare gli ospiti nella tutela dei propri diritti, ad orientarsi fra i percorsi della burocrazia e affrontare i problemi che si pongono nel reinserimento anche nel mondo del lavoro.











«La nascita della Casa – sottolinea Gennaro Pagano- responsabile di Casa Bartimeo- non è solo un progetto, è un invito a camminare insieme. Perché è solo unendo le forze, creando reti autentiche di solidarietà e mettendo al centro il bene comune, che possiamo costruire una città più giusta e inclusiva, una città che appartiene davvero a tutti, ma soprattutto ai più piccoli e ai poveri, ai marginali e ai sofferenti. Il nostro impegno oggi è quello di continuare a lavorare insieme, condividendo visioni e responsabilità, perché nessuno può affrontare da solo le sfide della fragilità. Questa casa ci ricorda che, solo camminando fianco a fianco, possiamo trasformare le difficoltà in opportunità e ridare dignità e speranza a chi pensava di averle perdute».
La nascita di Casa Bartimeo è stata resa possibile grazie al supporto di Fondazione Con il Sud, Fondazione Grimaldi, Fondazione San Gennaro, la Provincia napoletana dei Frati Minori e l’Arciconfraternita dei Pellegrini.
«Casa Bartimeo – evidenzia Stefano Consiglio – presidente della Fondazione Con il Sud – è l’esempio di come si possono unire gli sforzi per creare insieme un impatto positivo nelle comunità. È un percorso condiviso in cui visione e speranza trovano concretezza, attorno a percorsi di inclusione sociale e di rigenerazione sociale e culturale. La Fondazione promuove percorsi partecipativi di sviluppo locale in tutto il Sud Italia creando alleanze di senso con le comunità, nella convinzione che l’ascolto e la fiducia siano due elementi fondamentali per favorire il cambiamento. L’impegno su Napoli come in tante altre realtà meridionali – conclude Consiglio – va in questa direzione, condividendo scelte importanti con gli Enti locali, la Chiesa, il mondo imprenditoriale e naturalmente le organizzazioni di Terzo settore».
Per promuovere un senso di comunità e favorire un percorso di rinascita e di consapevolezza, Casa Bartimeo è un luogo non solo di accoglienza, ma anche e soprattutto di bellezza, grazie all’intervento del maestro Lello Esposito e del suo progetto di Quadreria Sociale, che ha trasformato l’intero Polo della Carità in un luogo simbolico di bellezza, riscatto e condivisione.
La Quadreria Sociale diventerà così un punto di incontro tra arte, spiritualità e valori umani, con l’obiettivo di utilizzare la creatività come strumento di dialogo e di rigenerazione sociale.
La prima esposizione è dedicata al frutto del laboratorio artistico Evasioni Creative, condotto dal Maestro Esposito con i detenuti del carcere di Poggioreale all’interno del medesimo istituto di pena. Attraverso questo percorso, l’arte è diventata un mezzo per liberare l’espressione personale, favorendo un confronto profondo con sé stessi e con il proprio vissuto. Le opere realizzate dai detenuti, sotto la guida del Maestro, riflettono storie di sofferenza e speranza, dimostrando come il linguaggio artistico possa abbattere le barriere, dare voce a chi è ai margini e costruire un ponte verso la società.
La Quadreria è un progetto dinamico, aperto al coinvolgimento di diverse realtà sociali, e diventerà un laboratorio permanente per iniziative che promuovano la cultura dell’arte, della solidarietà e del cambiamento. Attraverso la collaborazione con il Maestro Esposito, Casa Bartimeo si candida a essere un simbolo di riscatto, un luogo in cui le ferite del passato, anche grazie all’arte, possono trovare guarigione nella bellezza e nel dialogo. Con Quadreria Sociale, il Maestro Lello Esposito e il Ramo ETS dell’Arcidiocesi di Napoli mostrano come l’arte possa farsi carico di una missione più alta, trasformandosi in un potente veicolo di trasformazione umana e sociale.
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21 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Architetti in cattedra a Napoli per parlare ai bambini dei rischi del terremoto con il progetto “Arriva zio Terry. La mia casa è sicura?”. All’Istituto comprensivo “Miraglia-Sogliano”, in via Bellini 77, il 4 e il 7 febbraio prossimi dalle ore 9, sono previsti due appuntamenti organizzati dall’Ordine degli architetti di Napoli. La prevenzione è la chiave per salvare vite e costruire comunità resilienti, specialmente in un paese come l’Italia, dove il rischio sismico è una realtà concreta. Le scuole, come luoghi di formazione e crescita, svolgono un ruolo centrale nel diffondere tra i giovani una cultura della sicurezza, trasformandoli in cittadini consapevoli e responsabili.
Il progetto “Zio Terry e la Sicurezza Abitativa” rende l’apprendimento stimolante e interattivo attraverso esperimenti pratici e simulazioni. I ragazzi imparano a conoscere i rischi sismici, a identificare i punti critici delle abitazioni e ad adottare comportamenti corretti in caso di terremoto.
Ma l’educazione non si ferma qui. Sensibilizzare i giovani significa anche coinvolgere le loro famiglie, creando un effetto moltiplicatore che diffonde buone pratiche di sicurezza nella società. La prevenzione deve diventare un valore condiviso, un impegno collettivo per proteggere il presente e costruire un futuro più sicuro. Conoscere, agire e prevenire: la sicurezza parte dalla scuola e si espande a tutta la comunità.
Gli incontri saranno aperti il 4 febbraio dai saluti di Patrizia Rateni, dirigente scolastica del 29° Istituto comprensivo “Miraglia-Sogliano”, Maria Caniglia, presidente della Quarta Municipalità, Lorenzo Capobianco, presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli e provincia. Seguiranno gli interventi di Ciro Esposito, comandante della Polizia Locale del Comune di Napoli, Francesco Bonaccorso, presidente del Consiglio d’Istituto della “Miraglia-Sogliano”, Nunzia Ceraldi, direttore del Dipartimento matematico-scientifico-tecnologico dell’Istituto. Le lezioni nei due giorni saranno tenute dagli architetti Antonio Cerbone, tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia, Giuseppe Graniero, presidente della Coapsa (Commissione architetti per la protezione civile e sicurezza abitativa dell’Ordine), Dora Bennio, vicepresidente Coapsa, Francesco Greco e Francesco Donniacono, entrambi componenti della Coapsa.
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21 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Sabato 25 gennaio alle ore 18.30, l’autore e coreografo Piero Bellotto presenterà il suo memoir Cipria, pubblicato da inKnot Edizioni, presso la sede di Antinoo Arcigay Napoli (Vico San Geronimo 17). Durante l’evento, Bellotto dialogherà con Claudio Finelli, Delegato Cultura di Antinoo Arcigay Napoli. Inoltre ci saranno gli interventi di Mario Gelardi, drammaturgo e regista teatrale, e Tonia Zito, editrice, e le letture a cura di Luca Buongiorno.
Il libro, finalista al Premio Letterario Città di Castello 2023 e al Concorso Letterario Tre Colori 2024, ha ricevuto una menzione speciale al Premio Letterario Victoria 3.0 2023. La serata offrirà un’opportunità unica per immergersi nell’universo emotivo e artistico di Bellotto, esplorando il racconto di una vita vissuta tra arte e lotte interiori. Cipria è disponibile in libreria dal 30 novembre, pubblicato da inKnot Edizioni. Per ulteriori informazioni: www.inknot.it | info@inknot.it | 0816581918.
Cipria è un memoir intenso che narra la storia di Piero, un ex-danzatore alle prese con la perdita della madre Lula e il peso di un passato complesso. Attraverso una narrazione sensoriale e a tratti spietata, il libro esplora i nodi irrisolti del rapporto madre-figlio, un legame simbiotico intrecciato con l’alter ego oscuro Mamau, la precarietà lavorativa, le sfide dell’identità e il bisogno universale di appartenenza.
Il racconto segue il protagonista dall’infanzia segnata da pettegolezzi e bullismo legati alla sua omosessualità, al trasferimento a Milano, dove tenta di ricostruire una vita tra relazioni tumultuose, dipendenze e sogni infranti. È un viaggio di auto-esplorazione che cerca di trasformare debolezze e fragilità in elementi di forza e autenticità.
Cipria è al tempo stesso un romanzo di formazione e un invito a scoprire la bellezza che risiede nella fragilità umana.
«Scrivere per me è come danzare» racconta l’autore Piero Bellotto. «Ogni storia, ogni movimento nasce da un’emozione che supera la razionalità. Cipria è un contenitore di mondi e un teletrasporto verso un’esistenza che accoglie il caos e la bellezza delle fragilità. È il tentativo di mettere in scena quella logica istintiva che ha sempre guidato la mia vita, trasformando il dolore e i sogni spezzati in una nuova forma di libertà».
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21 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
In occasione della Giornata Internazionale della Memoria, lunedì 27 gennaio alle ore 17.30, a Palazzo Donn’Anna la Fondazione Ezio De Felice, per l’ottava edizione della rassegna “I Musei della Memoria, architetture che raccontano”, presenta l’evento dal titolo “La dignità perduta, storie di architetti discriminati ed espulsi”.
L’iniziativa inaugura l’anno delle celebrazioni dei vent’anni della Fondazione De Felice istituita nel 2005.
Saranno ospiti d’eccezione lo scrittore e architetto Gianni Biondillo (Premio Bagutta 2024) e Eirene Campagna, PhD in Visual and Media Studies presso l’Università IULM – Milano e esperta nell’ambito della Shoah e delle sue forme di rappresentazione legate, in particolare, alla museologia. Gli interventi degli ospiti saranno intervallati dalla proiezione del film “Alessandro Rimini, storia di un architetto”, il documentario di Davide Rizzo uscito nel 2023, oggi per la prima volta a Napoli.
Tre testimonianze con un filo conduttore comune che si soffermano, sui rapporti tra gli intellettuali, gli architetti nello specifico, e il regime durante il ventennio fascista.
La ricerca di Eirene Campagna approfondisce il caso degli architetti e degli ingegneri ebrei espulsi dagli albi, o ostacolati nella libera professione attraverso altre modalità e si concentra su alcuni professionisti di quel periodo, considerati in molti casi figure chiave dell’architettura moderna e contemporanea.
Il docufilm di Davide Rizzo propone la storia di discriminazione e rimozione di Alessandro Rimini, architetto e pittore ebreo a cui le leggi razziali strapparono la paternità di opere come il primo grattacielo di Milano (oggi Torre San Babila) o l’Ospedale Cardarelli di Napoli.
Gianni Biondillo, uno degli autori più amati della narrativa italiana contemporanea, racconterà il suo ultimo romanzo Quello che noi non siamo (Guanda, 2024) un’opera che riflette sulle dinamiche complesse del rapporto tra arte e potere, offrendo al lettore una visione critica su una generazione di architetti che credeva nel razionalismo e nel cambiamento, ma che si ritrovò ingannata da una realtà politica ben diversa. Personaggi storici come Giuseppe Terragni, Luigi Figini, Gino Pollini e altri architetti visionari popolano il romanzo, offrendo una prospettiva autentica di un’epoca di grandi trasformazioni e disillusioni.
L’evento sarà introdotto, dopo i saluti di Marina Colonna, Presidente della Fondazione Ezio De Felice, da Marella Santangelo, Direttore DiArc Università degli Studi di Napoli Federico II.
Chiuderà la serata uno speciale momento musicale a cura del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini con il Coro Le Voci del ’48 diretto dal maestro Salvatore Murru.
L’edizione 2025 della rassegna “I Musei della Memoria” ha ricevuto il patrocinio morale di FOAN – Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia e della Comunità ebraica di Napoli.
I Musei della Memoria
La Fondazione culturale Ezio De Felice, che svolge e promuove attività di studi e ricerche nel campo della conservazione e della museografia, organizza dal 2017 “I Musei della Memoria, architetture che raccontano“, ciclo di conferenze a cadenza annuale, invitando i protagonisti dell’architettura internazionale in occasione della ricorrenza del 27 gennaio. Dal 2017 sono stati ospiti: Andrea Wandel della Trier University of Applied Sciences che ha presentato il Judische Center di Monaco di Baviera, Paolo Coen dell’Università degli Studi di Teramo ha illustrato l’architettura di Moshe Safdie a Yad Vashem a Gerusalemme, Andràs Palffy della Technische Universität Wien ha presentato il progetto dello studio Jabornegg & Palffy del Museum Judenplatz a Vienna, Jacques Gubler, Guido Morpurgo e Annalisa De Curtis hanno raccontato il Memoriale della Shoah di Milano, Elena Montanari con la presentazione su I BBPR e il museo-monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti di Carpi, Adachiara Zevi con l’incontro Monumenti per difetto, dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’Inciampo, e infine nel 2024 Ludovica Di Falco ha presentato MEIS – Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah a Ferrara.
PROGRAMMA
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MEMORIA 2025
I Musei della Memoria Architetture che raccontano – VIII Edizione
Lunedi 27 gennaio 2025 – ore 17,30
FONDAZIONE EZIO DE FELICE
Teatro di Palazzo Donn’Anna
Largo Donn’Anna, 9 – Napoli
LA DIGNITA’ PERDUTA storie di architetti discriminati ed espulsi
Saluti – Marina Colonna, Presidente Fondazione Ezio De Felice
Introduce – Marella Santangelo, Direttore DIARC, Università degli Studi di Napoli Federico II
ARCHITETTURA E MEMORIA – Eirene Campagna, PhD Visual Studies IULM Milano
ALESSANDRO RIMINI storia di un architetto – proiezione del docufilm di Davide Rizzo (2023)
QUELLO CHE NOI NON SIAMO – Gianni Biondillo architetto scrittore
Chiude l’evento
Coro Le Voci del ’48 – Salvatore Murru direzione – a cura del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
www.fondazionedefelice.it
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21 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Nelle grandi città sono tante le persone che per motivi diversi sono costrette a vivere per strada, dove fanno i conti con una vita non solo segnata dalla povertà, ma anche dall’isolamento e talvolta dal pericolo. Come ogni inverno, quando iniziano ad abbassarsi le temperature, si comincia a parlare di “emergenza freddo”. L’anno appena concluso conferma l’aumento del numero di persone senza dimora decedute in strada.
I NUMERI
Sono infatti 420 le persone che hanno perso la vita nel 2024, contro le 415 dello scorso anno. A Napoli, secondo una stima, sono circa 1800-2000 gli homeless. L’Assessore comunale al Welfare, Luca Trapanese, durante una delle ultime riunioni di aggiornamento sul tema, ha ricordato che in città sono ordinariamente disponibili 405 posti letto di cui 120 nel dormitorio comunale, ai quali attualmente, per il maltempo, si aggiungono altri 50 posti letto incrementati, in via temporanea, presso il centro di Via Tanucci che ha anche anticipato l’apertura notturna. Altri 110 presso la struttura S.A. La Palma, 75 presso la struttura Comunità delle Genti, 100 presso la struttura Centro La Tenda (di cui 50 a spese del Comune). Inoltre, sono stati attivati dal primo dicembre 2024 i seguenti posti di accoglienza straordinaria: 20 posti letto straordinari per la struttura di Via Tanucci 9; 18 nuovi posti letto presso la struttura di Via De Blasiis.
SANT’EGIDIO
La Comunità di Sant’Egidio, nei luoghi in cui è presente, in Italia e nel mondo, è vicina alle persone che vivono per la strada, con un servizio di prossimità, che si articola nella distribuzione di pasti per strada, realizzazione di centri di accoglienza, ricerca di soluzioni abitative, temporanee e stabili, sostegno al reinserimento nel mondo del lavoro. La Comunità opera anche a Napoli dove circa 200 volontari (compresi quelli più sporadici) consegnano dagli 800 ai 1000 pasti a settimana in diverse zone della città: “Noi distribuiamo le cene itineranti tutto l’anno. – spiega Benedetta Ferone Responsabile servizi ai senza dimora della Comunità di San’Egidio – Parliamo di circa 800-1000 pasti. Noi prepariamo mille pasti per raggiungere mille persone, poi chiaramente non ne incontriamo sempre mille ma volte meno, volte di più, a volte diamo un bis”.
STAZIONI APERTE
L’apertura delle stazioni delle metro durante la notte (ad esempio il comune di Napoli per la settimana dal 13 al 19 gennaio, ha provveduto, di concerto con ANM, a tenere aperta quella del “Museo” dalle 22 alle 6 del mattino), è una soluzione che ha però degli ostacoli, come racconta ancora Benedetta Ferone: “Il problema dell’apertura delle stazioni in orario notturno, sia quella dell’Eav che quella ANM, è che si prevede l’accesso agli homeless dopo l’ultima corsa e la sanificazione. Quando la sera appunto il sole cala alle cinque, cinque e mezza inizia a fare freddo, andarsi a riparare asolo alle 22.30 può essere pesante”.
IL COMUNE
A Napoli dall’anno 2024, sono state potenziate le unità di strada (5 a fronte delle 3 attive nel 2023), mentre per l’accoglienza diurna: lo spazio docce sito in via Tanucci 9 è aperto dal lunedì al sabato per la cura dell’igiene personale, oltre ad altri servizi (guardaroba sociale, orientamento, segretariato sociale, assistenza legale, iscrizione anagrafe). Il Comune ha in corso anche due procedure di gara, che, una volta aggiudicate, metteranno a disposizione dei senza fissa dimora ulteriori 81 posti letto. Sono inoltre disponibili 1.500 zainetti contenenti kit personali e coperte termiche, in corso di distribuzione grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato.
ANGELI DI STRADA
Un’altra realtà a Napoli che si occupa di stare vicino ai senzatetto è Angeli di Strada Villanova che, da circa dieci anni, distribuisce cibo e generi di prima necessità a coloro che soffrono. L’associazione, nel corso degli anni, ha avviato una collaborazione con la Fondazione Progetto Arca che è sfociata in diverse progettualità, di cui l’ultima è la “Cucina Mobile”, la quale ha l’obiettivo di aiutare un numero maggiore di persone in difficoltà. Marcello Ciucci presidente e fondatore di Angeli di Strada Villanova e responsabile della Fondazione Progetto Arca Onlus per Napoli: “Due anni fa in epoca post Covid ci è stata affidata, in comodato ad uso, la cosiddetta ‘cucina mobile’, praticamente una sorta di camper attrezzato dove non si cucina a bordo pur avendo un forno, due frigoriferi, un congelatore, una macchina per le zuppe istantanee biologiche e tanto altro, con il quale noi usciamo la sera due volte a settimana per portare un pasto caldo alle persone in strada. Parliamo di circa 170 cene più 170 sacchetti per la colazione. Noi consegniamo una cena che è composta da un sacchetto dove al suo interno c’è un primo piatto caldo d’inverno e freddo d’estate, una vaschetta monouso, poi un panino diviso per etnia, tenendo presente che mangiare, ad esempio, i salumi in alcune religioni è vietato, una bottiglietta d’acqua, una banana come frutto e una coppia di un secondo piatto più delle volte con due polpette fritte inserite in vaschette monouso. Poi c’è il sacchetto della colazione del giorno dopo, che contiene elementi secchi che coadiuvano la colazione del giorno dopo, che sono un monouso di fette biscottate, un piccolo brick di succo di frutto, una barretta energetica, una marmellata piccolina e una merendina imbustata”.
LE TESTIMONIANZE
Un lavoro prezioso lo svolgono anche i tanti volontari che aiutano le associazioni nella consegna dei pasti agli homeless, soprattutto in inverno. Un lavoro che richiede tanta empatia e tanta disponibilità all’ascolto. A raccontare la sua esperienza è Mattia, che per circa un anno una volta a settimana consegnava i pasti ai senza fissa dimora: “Si cominciava verso le otto, otto e mezza o nove, e spesso si arrivava anche fino alle quattro di mattina, perché giravamo praticamente mezza Napoli. Portavamo prevalentemente cibo, ma anche in alcuni casi coperte o abbigliamento. Uno dei percorsi, ad esempio, era partire dalla Galleria Umberto, ed arrivare a Piazza Dante di fronte al Museo, dove ci sono i porticati. Oppure zona Rettifilo o Stazione Centrale. In quella zona la situazione era un po’ più critica perché alcuni homeless qualche volta erano un po’ più aggressivi diciamo così. In alcuni casi qualcuno che era mentalmente un po’ instabile avvicinava e ci aggrediva verbalmente, magari venivano due o tre volte, perché sai si faceva un po’ di folla attorno per prendere i pasti e magari la stessa persona veniva un po’ in maniera prepotente due o tre volte che voleva il cibo, allora tu cerchi di comunque di dicendo no, guarda tu già l’hai preso, ovviamente mantenendo la calma cercando di non fargli agitare”.
di Adriano Affinito
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