A Casal di Principe nasce il Patto Educativo di Comunità:  enti, associazioni ed istituzioni uniti per una comunità educante ed inclusiva

Contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, promuovere l’inclusione sociale e l’equità di genere, combattere ogni forma di discriminazione, favorire la partecipazione attiva di studenti e studentesse, famiglie e comunità e creare un sistema educativo integrato che valorizzi risorse locali e competenze. Sono questi gli obiettivi del Patto Educativo di Comunità (PEC) di Casal di Principe, firmato oggi a Casa Don Diana tra enti, associazioni e istituzioni.

 

L’iniziativa nasce nell’ambito del progetto Antenne, finanziato dall’impresa sociale Con i bambini e coordinato da Eva cooperativa sociale, in collaborazione con Save the Children di cui il Punto Luce di Casal di Principe rappresenta un presidio socio-educativo per l’intera comunità.

 

“Il lavoro svolto da questo tavolo, grazie al progetto Antenne che abbiamo sostenuto – spiega Marco Rossi Doria, Presidente dell’impresa sociale Con i bambini – è stato proprio quello di mettere insieme tutti gli attori coinvolti: terzo settore, scuole, volontariato, istituzioni pubbliche. Un’azione condivisa per costruire un repertorio aggiornato e concreto di ciò che è necessario fare per dare risposte efficaci alle nuove generazioni”.

 

Per il Sindaco del Comune di Casal di Principe Ottavio Corvino: “Il Patto Educativo di Comunità rappresenta un passo fondamentale per la crescita e il futuro del nostro territorio. Questo impegno condiviso dimostra che la strada del riscatto passa attraverso l’educazione, la legalità e la partecipazione attiva. Investendo nell’educazione possiamo costruire una comunità più giusta, inclusiva e capace di rispondere alle sfide del presente e del futuro”.

Un significato particolarmente rilevante in un contesto come quello di Casal di Principe, come sottolinea Valeria Ruffo, coordinatrice del progetto Antenne ed Eva Cooperativa Sociale: “Per anni la camorra ha influenzato le dinamiche sociali ed economiche di questa zona. Il Patto Educativo di Comunità rappresenta una risposta alla stigmatizzazione del territorio, offrendo ai giovani nuove opportunità e riaffermando il valore della legalità, della cultura e della partecipazione attiva come strumenti di riscatto sociale”.

Silvia Di Laurenzi, coordinatrice del Programma Punti Luce di Save the Children, evidenzia l’importanza di questo primo patto istituzionale: ” Si tratta di un’azione concreta per combattere la povertà educativa e sostenere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a Casal di Principe, dove il Punto Luce di Save the Children rappresenta un presidio di riferimento per tutte le realtà che nel territorio s’impegnano quotidianamente nella rigenerazione socio-educativa e culturale”.

 

L’impegno a rafforzare il legame tra scuola, istituzioni e famiglie è ribadito dalla Vicesindaca e Assessora alle Pari Opportunità, Cultura ed Eventi, Politica della Famiglia, Martina Natale: “Investire nell’educazione significa investire nel futuro di Casal di Principe, offrendo ai nostri giovani opportunità concrete di sviluppo e promuovendo valori fondamentali come il rispetto, l’inclusione e la parità di genere. Nessuna famiglia deve sentirsi lasciata indietro e ogni ragazzo e ragazza deve avere la possibilità di costruire il proprio futuro con fiducia e dignità”.

L’educazione come responsabilità collettiva è il punto centrale dell’intervento di Giovanni Cantiello, Assessore alla Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica ed Attività Produttive: “L’educazione non può essere un compito esclusivo della scuola, ma deve coinvolgere l’intera comunità: solo così possiamo garantire pari opportunità, sostenere le famiglie e promuovere una cultura della legalità e della partecipazione. Il nostro impegno sarà potenziare i servizi educativi e creare sinergie con il mondo del lavoro per offrire ai giovani percorsi formativi concreti”.

Un impegno che si traduce in azioni concrete, ponendo al centro bisogni prioritari come la prevenzione del disagio giovanile, il supporto a studenti con disabilità e background migratorio e la creazione di spazi educativi adeguati e sicuri. Per Fabio Mencocco della Fondazione Don Calabria: “L’obiettivo è offrire ai ragazzi e alle ragazze opportunità per allontanarli dai pericoli della strada e aiutarli a costruire un futuro. Per questo come Fondazione amplieremo l’offerta formativa dei nostri corsi e laboratori, di pasticceria e panificazione, anche ad altri settori professionali”.

 

L’equità di genere è un principio cardine del Patto, con la promozione delle pari opportunità e il contrasto ad ogni forma di discriminazione. “Il contrasto alla violenza di genere non può essere efficace se non si interviene sui modelli culturali alla base delle disparità. L’azione di prevenzione deve articolarsi in percorsi educativi rivolti a bambini, bambine e adolescenti, mirati alla decostruzione degli stereotipi di genere e alla consapevolezza delle dinamiche socio-culturali che minimizzano la violenza”, dichiara Luigi Cantelli Presidente di Together.

 

La sfida riguarda anche la tutela ambientale, con programmi sulla sostenibilità e il benessere psico-fisico. “Uno dei nostri obiettivi – spiega Giovanni Caterino, Presidente di Fenice-Crea non distruggere – è piantare 1.500 alberi a Casal di Principe, come già stiamo facendo all’Oasi di Castel Volturno, per colmare la carenza di spazi verdi. Inoltre, vogliamo creare una rete di monitoraggio per contrastare randagismo, incendi, roghi tossici e discariche abusive”.

 

Il ruolo di CasaleLab – Laboratorio di Cittadinanza Attiva nel Patto Educativo di Comunità sarà quello di creare una rete sul territorio attraverso il volontariato: “Mi auguro che si possa intensificare questa rete – sostiene il Presidente Gianluca Natale – per coinvolgere soprattutto i giovani nelle realtà associative e di volontariato presenti sul territorio”.

 

Il Patto Educativo di Comunità di Casal di Principe si configura dunque come un modello di innovazione sociale, capace di generare un impatto concreto e positivo sulla comunità, promuovendo un’educazione inclusiva, partecipata e orientata al futuro.

Per maggiori informazioni sul progetto Antenne:

Homepage

 

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Parkinson, l’altra faccia della malattia:  il 70% dei caregiver è solo e poco supportato

Si stima che in Italia siano oltre 300.000 le persone che convivono con il Parkinson, una malattia neurodegenerativa che causa sintomi motori, come tremori, rigidità e difficoltà nei movimenti, ma anche disturbi non motori, tra cui problemi del sonno, depressione e alterazioni cognitive. L’incidenza aumenta con l’età, ma la malattia colpisce anche fasce più giovani. L’età di esordio si sta abbassando e attualmente un paziente su quattro ha meno di 50 anni, mentre il 10% ne ha meno di 40. Con il progredire della patologia, il bisogno di assistenza diventa sempre più intenso. A garantire un supporto essenziale nella vita quotidiana sono i caregiver, spesso familiari, che si trovano ad affrontare da soli le conseguenze fisiche ed emotive di un impegno crescente.

Proprio al peso del caregiving nella malattia di Parkinson è dedicata l’indagine svolta dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson ETS in collaborazione con Confederazione Parkinson Italia, sotto la guida del prof. Mario Zappia. Dallo studio, condotto su un campione di 478 caregiver, emerge che tre su quattro sono donne tra i 55 e i 70 anni, l’80% vive con il paziente. L’avanzare della malattia impone un’assistenza quotidiana che incide pesantemente su lavoro e salute di chi assiste: il 15% ha lasciato il proprio impiego, il 75% soffre di stanchezza cronica e il 65% di disturbi del sonno. Nonostante ciò, il 70% non riceve alcun tipo di supporto. Solo il 9% dei caregiver beneficia di una formazione adeguata, gli altri si affidano a risorse personali o all’improvvisazione.

Questi dati preoccupanti, insieme alle nuove prospettive terapeutiche e alle opportunità di supporto, saranno al centro di Parkinson Corpo e Anima, il primo forum italiano organizzato da Fondazione LIMPE che, il 21 e 22 marzo a Napoli, riunirà persone con Parkinson, familiari, caregiver, neurologi e personale sanitario. Obbiettivo principale della manifestazione, che chiamerà a partecipare circa 300 persone da tutta Italia, è quello di creare un’alleanza tra chi cura e chi, al momento della diagnosi, diventa un paziente ma può e deve continuare a sentirsi prima di tutto una persona viva.

“Il Parkinson – aggiunge il prof. Alessandro Tessitore, coordinatore della Convention – è una sfida complessa che richiede un approccio su più livelli: medico, psicologico e relazionale. Con questo forum vogliamo offrire risposte concrete a chi vive la malattia ogni giorno e creare una rete efficace per migliorare la qualità di vita di chi affronta questa sfida, spesso in solitudine.”

Il programma dell’evento, infatti, prevede non solo focus con esperti sulle ultime ricerche e innovazioni terapeutiche, dai farmaci agli anticorpi monoclonali fino alle tecnologie per la stimolazione cerebrale, ma anche workshop interattivi su tematiche chiave come la gestione delle emozioni, la riabilitazione, il sonno e un momento dedicato a sfatare falsi miti e fake news sulla malattia di Parkinson.

Grande novità di questa quarta edizione, inoltre, è la Palestra Parkinson con spazi dedicati alla pratica di discipline sportive adattate alle esigenze delle persone con Parkinson, tra cui tai chi, danza, nordic walking, yoga, pugilato, pilates e surf indoor, pensate per migliorare l’equilibrio, la coordinazione e il benessere psicofisico. Lo spazio è coordinato dal dott. Nicola Modugno, membro del Comitato Tecnico Scientifico di Fondazione LIMPE.

“Per la prima volta – afferma il prof. Michele Tinazzi, presidente di Fondazione LIMPE -, questa convention offre l’opportunità alle persone con il Parkinson di sperimentare pratiche sportive specificamente adattate per le loro esigenze. Un’occasione preziosa per scoprire come attività mirate contribuiscano a migliorare equilibrio, coordinazione e qualità della vita.”

Parkinson Corpo e Anima è possibile grazie al sostegno di diverse Fondazioni e aziende del territorio. Tra i main sponsor dell’evento: Fondazione Grimaldi Ente filantropico, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Scudieri, Fondazione Santa Maria del Pozzo ETS.

 

 

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La Prospettiva Civica: l’Italia vista dall’associazionismo sociale

Venerdì 21 marzo 2025, dalle ore 15:00 alle 18:00, l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ospiterà l’evento “La Prospettiva Civica: l’Italia vista da chi si mette insieme per cambiarla”. Un incontro che metterà al centro il ruolo dell’associazionismo sociale nella costruzione di una società più equa e partecipativa.

L’evento si aprirà con i saluti istituzionali di Enza Amato, Presidente del Consiglio Comunale di Napoli, Maurizio D’Ago, Presidente Acli Campania Aps, e Umberto Cristadoro, Presidente Acli Metropolitane di Napoli Aps.

A seguire, verrà presentato il Decimo Rapporto sull’Associazionismo Sociale, con gli interventi di Cristiano Caltabiano (Fondazione Terzjus – Iref), Jonathan Pratschke (Università di Napoli Federico II) e Antonio De Falco (Università di Milano Bicocca). La discussione sarà arricchita dal contributo dei professori Francesco Pirone e Francesco Izzo, entrambi dell’Università di Napoli Federico II.

Il cuore dell’evento sarà una tavola rotonda con protagonisti del mondo del Terzo Settore, del sindacato e delle istituzioni: Giovanpaolo Gaudino (Portavoce Forum Terzo Settore Campania), Melicia Comberiati (Segretaria Generale CISL Napoli), Stefano Consiglio (Fondazione con il Sud) e Antonio F.G. Esposito (Presidente CSV Napoli). A moderare il dibattito sarà Mariangela Perito, della Presidenza Nazionale Acli Aps.

L’incontro offrirà un’importante occasione di confronto sulle sfide e le prospettive del Terzo Settore in Italia, con particolare attenzione al ruolo delle associazioni nella promozione della partecipazione civica e dello sviluppo sociale.

L’evento è organizzato con il contributo del Dipartimento di Scienze Sociali e delle Acli Metropolitane di Napoli Aps.

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Alla Mondadori bookstore il libro di Millesi

“Qualcuno ha detto che la vita va vissuta o scritta: forse è vero, ma non per tutti. Per nostra fortuna, c’è chi si assume l’onere di raccontare la propria storia affinché ognuno possa riconoscere la propria” . Sono queste le parole che Lella Costa dedica al libro di Giangi Milesi.

“Raccontare è il mio mestiere” è un’opera che va oltre la semplice autobiografia: con una narrazione sincera e appassionata, l’autore sfida la mediocrità e ci invita a riflettere su temi di grande attualità. La sua storia è un viaggio che parla di ricerca, scelte coraggiose e un impegno verso una nuova socialità ed etica della comunicazione, temi cruciali in una società in continua evoluzione.

Giangi Milesi, creatore di numerose e fortunate campagne di sensibilizzazione degli ultimi 25 anni, attuale vicepresidente della Fondazione Pubblicità Progresso e per oltre 28 anni presidente del CESVI, incontrerà i suoi lettori venerdì 21 marzo alle 17.30 presso la libreria Mondadori Bookstore di Via Luca Giordano, Napoli.

L’incontro, moderato da Amelia Focaccio, vedrà gli interventi di Gino Giaculli e Federica Mariottino. Sarà un’opportunità unica per immergersi nella letteratura e nella saggistica contemporanea, offrendo uno sguardo sul futuro attraverso la vita e il lavoro di un protagonista di successo nel campo della comunicazione, sia in Italia che nel mondo.

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LA PRESIDENTE DI SLOW FOOD ITALIA  A CASTELLAMMARE

Domenica 23 marzo prossimo sarà presente a Castellammare di Stabia la presidente nazionale di Slow Food, Barbara Nappini per presentare il suo libro “La natura belle delle cose” (Slow Food Editore).

A promuovere l’evento l’Associazione Socio Culturale l’Incrocio delle Idee e l’associazione Slow Food Costiera Sorrentina e Capri, con la finalità di fornire utili informazioni per la difesa di quelli che sono i fondamentali diritti soggettivi e collettivi legati all’alimentazione, la sostenibilità, il clima e la difesa e la tutela dell’ambiente.

Un libro della Nappini che, inevitabilmente conduce a profonde riflessioni attraverso una gradevole descrizione delle bellezze del nostro pianeta, le bellezze delle piccole e apparentemente insignificanti cose e azioni quotidiane, che costituiscono “un motore silenzioso e potente in grado di riconnetterci con gli altri, con quello che ci circonda” e che ci permettono di rimanere umani.

Ma oltre a riflettere, il libro, attraverso significative testimonianze, invita ad agire, ponendosi anche come strumento per chi volesse approfondire il proprio impegno per un futuro.

Barbara Nappini è nata a Firenze, dal 2010 vive nella campagna della bella Valdambra. Dopo anni in una multinazionale nel mondo della moda, nel 2010 si trasferisce in un casale in campagna e si appassiona alla permacultura ed in generale alle tecniche sperimentali legate all’agricoltura, misurandosi con l’autoproduzione.

Nel 2012 incontra Slow Food Colli Superiori del Valdarno e scopre “Terra Madre-Salone del Gusto”: da quel momento cambia profondamente la sua vita.

Nel 2014, diventa membro del Comitato Esecutivo Toscana e del Consiglio Nazionale fino al 2018. Da luglio del 2021 è Presidente di Slow Food Italia.

La presentazione del libro si terrà presso il Salone Luisella Viviani di via Gesù 29, con inizio ore 11,00.

Dialogherà con l’autrice il giornalista e componente del direttivo dell’Incrocio delle Idee Giovanni Mura.

A seguire sarà offerto un gustoso aperitivo preparato con prodotti locali.

 

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Bullismo e cyberbullismo: da nord a sud si mobilitano 7 centri commerciali insieme ai ragazzi del Movimento Mabasta

Sette territori di 5 regioni italiane, 28 istituti scolastici, 527 classi e oltre 10mila alunni: sono i numeri del progetto #Bastaparole, iniziativa promossa per contrastare il bullismo e il cyberbullismo, lanciata da Odos Group in sette Centri Commerciali di loro gestione: Porte di Moncalieri (To), I Giardini di Biella, Malpensa Uno di Gallarate (Va), Esselunga di Lissone (MB), Panorama di Villorba (Vi), Due Mari di Maida (Cz) e La Birreria di Napoli.

 

Il 2 aprile #Bastaparole sarà a Napoli, presso il centro “La Birreria”.

 

Il Progetto si articola in due fasi e usa un approccio inclusivo e collaborativo che ha, nei ragazzi coinvolti, la forza trainante dei vari appuntamenti. Al centro dell’iniziativa c’è il testato “Modello Mabasta“, ideato dai giovanissimi animatori del movimento anti bullismo MABASTA, il cui leader è Mirko Cazzato. Il Modello è un originale protocollo di azioni pratiche che ognuna delle 527 classi che hanno aderito può adottare per promuovere un ambiente scolastico sicuro e rispettoso. Questo modello si basa su semplici azioni che vanno dalla sensibilizzazione alla prevenzione attiva del bullismo e del cyberbullismo, ma che parte da due importanti principi: non fare agli altri quello che non vorremmo sia fatto a noi e, allo stesso tempo, comportarsi con gli altri come ci piacerebbe che gli altri si comportassero con noi.

 

Tutti gli studenti coinvolti hanno ricevuto una copia del libretto dal titolo “La realtà delle parole“, contenente storie e consigli utili, accompagnato da un fumetto in cui i protagonisti Odos e Palla si trovano ad affrontare un caso di bullismo ai danni del piccolo Luca. Grazie al Modello Mabasta, impareranno a riconoscere il problema, reagire e supportare chi è in difficoltà. Un racconto che tocca il cuore, fa riflettere e facilitare la comprensione del tema.

 

Ogni classe, inoltre, ha poi ricevuto una chiavetta usb con all’interno storie e racconti che parlano di bullismo, per una visione a 360 gradi della tematica, con alcune considerazioni anche sulle possibili soluzioni per sconfiggere bullismo e cyberbullismo.

 

Inoltre, saranno previsti alcuni appuntamenti speciali: Il mese contro il bullismo e il cyberbullismo, che sarà realizzato in contemporanea in tutti e sette i Centri Commerciali a partire dal 1 aprile 2025, dove all’interno di ogni singola galleria, verrà creato un percorso di edutainment, in cui attraverso dei totem con QR code sarà possibile esplorare dei finali alternativi della storia di Odos e Palla, nel caso in cui il Modello Mabasta non venisse applicato.

 

In fine sarà realizzata la Giornata #Bastaparole, una giornata dove tutti gli alunni che hanno preso parte al progetto, si ritroveranno nella galleria dei Centri Commerciali per incontrare i volontari del movimento Mabasta, le Autorità Locali e le Associazioni del territorio, e vivranno tutti insieme, una giornata di confronto e divertimento con un’unica mission, sconfiggere il bullismo e cyberbullismo.

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