17 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Un playground dedicato ai minori a San Giovanni a Teduccio, quartiere dell’area orientale di Napoli, all’interno della Fondazione Famiglia di Maria è stato realizzato grazie al supporto dell’Associazione Est(ra)Moenia presieduta da Ambrogio Prezioso, e con il contributo dell’Associazione Feminin Pluriel della presidente Diana Palomba. Il campo da basket è stato inaugurato simbolicamente nella Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo. Un pomeriggio di festa e sport per 150 famiglie e bambini. Giornata alla quale hanno partecipato anche i giocatori del Napoli Basket: il capitano azzurro De Nicolao, insieme alle stelle Pullen e Pangos e al “gigante” di 216cm Dut Biar, che hanno giocato con i giovanissimi negli spazi della Fondazione, riferimento sul territorio di San Giovanni a Teduccio.
Ambrogio Prezioso, presidente di Est(ra)Moenia ha spiegato come è nata l’idea di inaugurare questo nuovo playground: “partiamo da una considerazione molto semplice, cioè dal fatto che occuparsi di rigenerazione urbana ma prescindendo dalla rigenerazione sociale e culturale è un tentativo a vuoto, tu non puoi rigenerare un territorio se prima non hai fatto un focus sulla situazione del sociale e capire quanta cultura, ad esempio, si riesce a trasmettere ai ragazzi”. “Siamo in una periferia molto critica, – continua Ambrogio Prezioso – cioè tutte le periferie sono critiche, ma naturalmente questa è una periferia che improvvisamente ha visto venire meno tutte le aziende, alcune dismesse, o semplicemente perché hanno trasferito il lavoro, insomma è una periferia che ha delle criticità, che ha dei tassi di dispersione scolastica molto alti. Ovviamente per dispersione scolastica intendo anche quella silente, cioè dei ragazzi che vanno ma che di fatto poi non partecipano. E quindi è chiaro che tutto ciò che si muove a favore della comunità, come in questo caso la Fondazione Famiglia di Maria che accoglie più di 150 bambini, ai quali cerca di creare un’attenzione verso varie forme dell’arte, musica, o danza è fondamentale. Per fare questo il primo aggancio è quello di un campetto di basket o di calcio. Cioè lo sport che tra l’altro è maestro di vita”.
La Fondazione Famiglia di Maria è un riferimento importante sul territorio di San Giovanni a Teduccio per tante famiglie e bambini con fragilità socio economica che in questo speciale “doposcuola” trovano ogni giorno un approdo di ascolto, crescita, formazione, buone relazioni e solidarietà. “Ovviamente il luogo della fondazione è un luogo in cui ci sono più di 100 minori quotidianamente, spiega Anna Riccardi, presidente Fondazione Famiglia di Maria – che dopo la scuola in un’attività post didattica, perché quello per noi, la scuola è ovviamente la prima agenzia educativa da frequentare, dopo l’appuntamento con la scuola c’è l’appuntamento con la parte della costruzione, della convivenza civile di ognuno di loro. Che viene ovviamente anche attraverso lo sport, perché noi facciamo teatro, facciamo musica, abbiamo una sala di registrazione che abbiamo avuto grazie anche ad un’altra donazione, facciamo tutte quelle serie di attività che ovviamente non sono campate in aria ma progettate, questa è una cosa sulla quale io ci tengo molto, non è che io prendo il bambino e gli do una palla in mano e dico che fai due tiri nel canestro, ma ci sono tutta una serie di percorsi che vanno accompagnati affinché il bambino possa fare il ‘canestro’”.
“Io ritengo che quello che abbiamo fatto nella Giornata del Bullismo e Cyberbullismo è ciò di cui i ragazzi hanno bisogno, cioè c’era una comunità educante a prendersi cura di loro, non con le parole ma con i fatti, non con un futuro, diciamo, anche prossimo, ma con un presente che si è concretizzato, ovvero hanno calpestato con i bellissimi colori dell’azzurro e del bianco questo campo e quindi hanno toccato con mano che c’è una parte di adulti responsabili che sa perfettamente che per contrastare il bullismo e il cyberbullismo deve offrire delle opportunità”. All’inaugurazione hanno partecipato anche Francesco Tavassi, co-proprietario del Napoli Basket e di Est(ra)Moenia; il Consigliere regionale Massimiliano Manfredi e Stefania Roda, Capo di Gabinetto della Prefettura di Napoli.
di Adriano Affinito
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17 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Allarme colombi negli allevamenti bufalini. Fra le varie problematiche incontrate dagli allevatori, merita massima attenzione anche quella relativa ad una presenza sempre più massiccia di volatili negli allevamenti. Problema condiviso con gli allevatori di bovini.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti Campania che, come riporta la nota inviata di recente al centro regionale di riferimento per l’igiene urbana veterinaria, evidenzia la massiccia presenza della specie Columba livia sia negli allevamenti regionali.
Si tratta di presenze indesiderata che riescono a raggiungere oltre le 1.500 unità per ogni singolo allevamento. Se si considera che ci sono 8.607 allevamenti di bovini e 1.173 di bufale parliamo di circa 2 milioni di colombi: numeri che sono davvero allarmanti.
I colombi sono attratti negli allevamenti dalla massiccia presenza di cibo destinato all’alimentazione del bestiame, fattore questo che rende invitanti le zone degli allevamenti. I volatili vi si stabiliscono e proliferano creando numerose problematiche fra le quali:
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Sprechi e perdite nell’area di alimentazione del bestiame dell’allevamento
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Sprechi di acqua e prodotti per l’igiene per le operazioni di pulizia straordinaria
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Danneggiamento delle strutture occupate per la nidificazione
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Rischi sanitari in quanto i colombi rappresentano un veicolo di malattie infettive fra gli allevamenti stessi
“Questa presenza sempre, più ingombrante, arreca danni a due filiere strategiche per la nostra economia. Carne e mozzarella rischiano danni economici rilevanti. Per questo è necessario un tempestivo intervento degli uffici competenti in materia di contenimento della fauna selvatica per ridurre questo rischio” conclude Coldiretti Campania.
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17 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
L’uso di strumenti tecnologici e smartphone è diventato smodato e trasversale, coprendo ormai ogni fascia di età. Lo riconoscono da anni psicologi, educatori e animatori sociali.
A Napoli, sotto la spinta di progetti che mettono al centro le relazioni sociali, le interazioni tra pari e soprattutto il gioco, si intravede qualche attività che cerca di spostare l’attenzione – e la vista – di grandi e piccini dallo schermo di un device elettronico.
Proprio il gioco è il fulcro delle iniziative della Cooperativa Progetto Uomo, ideatrice di “Una città per giocare” che porta in giro gratuitamente in molte piazze partenopee un ludobus pieno di giochi in legno e che da quattro anni gestisce anche la Ludoteca CittadiNA, l’unica ludoteca pubblica di Napoli.
La cooperativa si è fatta promotrice, tra gli altri, anche del progetto “Basta chattare, vieni a giocare” che vede destinatari famiglie, non solo bambini e ragazzi.
Ogni terzo venerdì del mese negli spazi comunali in Piazza Miracoli, nel cuore di Napoli, si incontrano intere famiglie che decidono di alzare lo sguardo dal monitor e finalmente giocare, interagire e ristabilire connessioni coi propri figli e amici.
«L’attaccamento ai cellulari o ai tablet non è un problema solo dei bambini. In ludoteca abbiamo sempre notato che mentre i bambini giocano, i loro genitori hanno il capo chino sullo schermo e non scambiano la parola neanche al genitore accanto, di cui sicuramente non conoscono il nome», afferma la referente della Cooperativa Viviana Luongo, sottolineando appunto gli scarsi tentativi di interazione sociale che interessano tutte le età.

Le proposte degli operatori della cooperativa passano sempre attraverso il gioco così da sviscerare in maniera informale dinamiche e problematiche nei rapporti tra grandi e piccoli in famiglia.
Tutto questo lavoro che mixa gioco e aspetti socio-psicologici porterà ad un festival, nel mese di maggio a cavallo della Giornata Mondiale del Gioco, nel quale verranno messi insieme professionisti che, ciascuno secondo le proprie competenze, parleranno dell’uso degli strumenti tecnologici, dei danni, dei problemi sociali e fisici che il loro costante uso comporta e le possibili soluzioni.
Pediatri, psicologi, esperti di privacy, pedagogisti, informatici saranno solo alcuni degli ospiti previsti per parlare di cyberbullismo, algoritmi che muovono la Rete, salute dei bambini e degli adolescenti, produzione di contenuti online, parental control e molto altro.
L’obiettivo non solo sarà quello di capire come spostare l’attenzione di giovani e meno giovani dai contenuti filtrati attraverso uno schermo ma anche proporre alternative valide ed interessanti.
Verrà infine stilato un opuscolo nel quale verranno indicati luoghi NO WI-FI ZONE, come parchi, luoghi di ristoro, strutture ricettive dove poter andare se si intende stimolare attività familiari senza la mediazione di un cellulare.
di Emanuela Nicoloro
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17 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Com’è il mondo visto da chi sta all’interno di un istituto penale minorile? A svelarlo la mostra “Dalla mia prospettiva” in programma dal 20 febbraio al 22 marzo al Museo degli Innocenti di Firenze nella sala Agata Smeralda. Si tratta di 66 foto in bianco e nero frutto di laboratori promossi dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti negli istituti penali per minorenni di Catanzaro “Silvio Paternostro”, di Quartucciu (Cagliari), di Roma “Casal del Marmo” e di Torino “Ferrante Aporti” e del femminile di Pontremoli (Massa Carrara).
Le immagini sono state scattate da 22 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni nel periodo agosto–dicembre 2024 nell’ambito di un progetto di ascolto dei minorenni detenuti. Il percorso espositivo della mostra a Firenze si sviluppa attorno ai tre temi sui quali si sono svolte le attività: “come è cambiato il mio quotidiano”; “a chi o a cosa va il mio pensiero quando sono in istituto”; “quali sono i miei sogni”.
Per i ragazzi è stata l’occasione di esprimersi, di prendere consapevolezza di se stessi e di gettare le basi per il loro futuro. Per l’Autorità garante, l’occasione di entrare in contatto con loro, di ascoltarli e di confrontarsi.
I laboratori sono stati condotti dal fotografo Valerio Bispuri insieme all’ufficio dell’Autorità garante, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti. Un pannello della mostra rivela il backstage del progetto, opera di Bispuri. Le 66 foto sono state raccolte in una pubblicazione che sarà presentata a Firenze il 6 marzo 2025.
In allegato il particolare di una foto della mostra. Su richiesta sono a disposizione altre tre immagini della mostra.
Mostra fotografica
Dalla mia prospettiva
20 febbraio 2025 – 22 marzo 2025
Da lun. a ven.: 9:30 -19:00 / sab. e dom.: 11 - 20.
Museo degli Innocenti - Piazza della SS. Annunziata, 13, Firenze
Ingresso libero
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14 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Territorio, cultura, riuso e sociale saranno al centro di un incontro “vintage” per parlare di rilancio, di riqualificazione, di solidarietà, di amore verso la propria terra, per le proprie radici, per chi è in difficoltà. Sarà un incontro a più voci quello che si terrà sabato 22 febbraio, un incontro grazie al quale scoprire luoghi insoliti e insolite iniziative per scoprire e riscoprire il valore del “second hand” sotto ogni punto di vista.
PALAZZO CAPRACOTTA, LUOGO DEL CUORE PER IL FAI
C’è un antico palazzo, nella vecchia Resina, patria delle “pezze” e di una grandissima e romanticissima fetta della cultura vesuviana, che però da anni è totalmente fatiscente e abbandonata al degrado. Questo luogo così particolare è diventato “luogo del cuore” del Fai: una delle cose che sarà possibile fare sabato 22, è partecipare alla raccolta di firme per spingerne la riqualificazione. Basterà recarsi presso la libreria Libridine di Portici, che ospiterà l’incontro, e partecipare alla petizione. In questo modo sarà anche possibile avere l’opportunità di conoscere l’impegno dell’associazione Matacultura che sta promuovendo e spingendo la riqualificazione del sito. A parlare per conto dell’associazione è Tommasina la Rocca che sottolinea quanto sia importante «dare valore agli scarti del consumismo e diffondere la cultura dell’economia sostenibile. Sarà l’occasione per parlare del palazzo Capracotta , luogo storico dove nacque il riciclo ovvero quello che oggi chiamiamo vintage, dove nacque il mercato delle “pezze”».
ERCOLANO CULTURA VINTAGE, LE “PEZZE” PER RIVESTIRE IL PALAZZO ABBANDONATO E COPRIRE IL DEGRADO
Parlando di vintage si rischia di scivolare nell’errore comune di considerarne solo l’aspetto stilistico legato al vestiario, o a un certo tipo di arredamento, o di oggetti da rispolverare e collezionare. Ma è davvero così? «Il vintage non è solo uno stile, ma un’ispirazione che porta con sé la storia e l’energia del tempo – spiega Giuseppe Barbato, docente e componente dell’associazione Ercolano Cultura Vintage – anzi, di più, è un modo per dare valore a ciò che ha vissuto e può ancora raccontare, proprio come Resina il mercato di Ercolano, un luogo che unisce passato e presente, memoria e identità. Preservarlo significa non solo tutelare la cultura locale, ma anche trasmettere alle nuove generazioni l’importanza del riuso ed è per questo che, con i miei studenti dell’ITI Medi di San Giorgio a Cremano, stiamo realizzando un documentario “Resina il mercato delle pezze” che racconta attraverso alcuni dei suoi protagonisti, il mercato e la sua storia, per aiutarli a riscoprire le proprie radici ed educarli ad essere dei consumatori consapevoli». E Palazzo Capracotta? «Nel nostro progetto – prosegue Barbato – abbiamo raccontato anche l’opera “urban patchwork” realizzata da Francesco Matteo e Giuseppe Bottone, istallata su Palazzo Capracotta per sensibilizzare sulla necessità di non dimenticare e dare luce ad un palazzo storico da troppo tempo abbandonato, perché la memoria di un territorio non vive solo nei racconti, ma anche negli spazi che scegliamo di proteggere e far rivivere».
SWAP PARTY, PROMUOVERE LA SOSTENIBILITA’ E IL SENSO DI COMUNITA’ ATTRAVERSO IL RIUSO
E a proposito di “far rivivere”, sabato 22 sarà possibile anche conoscere e incontrare i referenti della nascente associazione Swap Party Portici, guidata da Ilaria Incoglia insieme a Delia Andro, Irene Vitale, Arianna e Sara d’Amato, associazione che promuove la sostenibilità e il senso di comunità attraverso l’organizzazione di eventi di scambio e donazione di oggetti usati. «La nostra missione – racconta Ilaria Incoglia – è quella di dare una seconda vita agli oggetti, riducendo così gli sprechi e valorizzando il riciclo. Siamo entusiaste di sostenere l’iniziativa di Libridine, che celebra il valore del second hand in tutte le sue forme. Una nostra delegazione sarà presente all’evento per condividere e diffondere la nostra visione del riuso e del riciclo, contribuendo attivamente a questa meravigliosa giornata di sensibilizzazione verso un consumo più consapevole e solidale».
L’ASSOCIAZIONE RESPIRIAMO ATTIVA IL CORNER PER DONARE E RITIRARE ABITI E GIOCHI DA DESTINARE A CASE FAMIGLIA E PERSONE IN CONDIZIONI DI FRAGILITA’
Nell’arco dell’intera mattinata di sabato 22 sarà possibile recarsi in libreria per donare vestiti e giochi destinati a case famiglia e famiglie in difficoltà. Contestualmente sarà possibile anche prendere in dono vestiario e giocattoli da indirizzare a persone in difficoltà. Il corner della solidarietà sarà gestito dall’associazione RespiriAmo nell’ambito dell’iniziativa “Un filo d’amore”. «Abbiamo ricevuto un invito al quale rispondiamo con gioia, perché abbiamo visto in questo invito un filo sottile che unisce la nostra associazione e i nostri propositi al territorio nel quale viviamo operiamo, un invito che appunto rappresenta un filo che crea opportunità e lega i cuori». A spiegarlo è Raffaella Ascione, presidente di RespiriAmo, che conclude: «Chi verrà all’incontro troverà per tutta la mattina un corner di RespiriAmo al quale poter donare abiti o giocattoli usati ma in perfette condizioni, oppure dove poter prendere in dono vestiti e giochi da destinare a famiglie che si trovano in uno stato di fragilità, tutto in maniera completamente gratuita».
di Nadia Labriola
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14 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Donare sangue può salvare la vita. Purtroppo negli ultimi anni sempre più frequenti sono gli allarmi lanciati dalle strutture ospedaliere affinché si raccolga sangue da destinare a trasfusioni, operazioni e terapie.
Per sopperire alla carenza di sangue, in provincia di Napoli opera l’Associazione Fratres Sezione Pimonte.
Il Gruppo lavora nei comuni vesuviani di Pimonte, Agerola, Torre Annunziata, Poggiomarino e Saviano.
Ogni mese in tutti i comuni di loro competenza organizzano con la loro autoemoteca giornate di raccolta sangue, posizionandosi nelle piazze o nei locali delle associazioni di zona.
Grazie appunto al loro autoveicolo attrezzato per il prelievo e la conservazione del sangue offerto dai donatori, i volontari raccolgono per poi destinare tutto al Centro Trasfusionale dell’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Tutti possono donare. Basta essere in buona salute, avere tra i 18 e i 60 anni (65 per gli uomini), pesare più di 50 chili e non avere particolari patologie che possano pregiudicare la donazione (tra queste, malattie cardiovascolari, neoplasie, diabete). In ogni caso prima del prelievo ogni donatore viene sottoposto a visita medica durante la quale si appurerà la bontà dei valori ematici.
Il Gruppo Fratres è alla costante ricerca di nuovi volontari a supporto delle giornate di donazione.
Competenze in ambito sanitario e infermieristico sono preferenziali ma non obbligatorie. Bisogna avere tanta buona volontà e dare una fattiva mano nell’accoglienza dei donatori, nella gestione dei loro dati e nella compilazione dei moduli ed in ultimo nell’assistenza post prelievo, nel momento del ristoro.
Chi ha – anche minime – competenze informatiche può essere d’aiuto anche nella gestione amministrativa prevista per ciascun prelievo vista la necessaria connessione col sistema informatico del centro trasfusionale, per l’inserimento dei codici di tracciabilità delle sacche.
Non è strettamente necessario avere una formazione in ambito infermieristico perché oltre alla pratica sul campo assieme ai medici durante le giornate di donazione, l’Associazione organizza periodicamente corsi in presenza e online per avere competenze e conoscenze da Infermiere Prelevatore oltre che corsi di primo soccorso.
Per aderire e diventare volontario Fratres è possibile contattare l’Associazione alla mail gruppopimonte@fratres.eu o seguire Gruppo Fratres Pimonte sui social.
di Emanuela Nicoloro
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