20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
Una più stretta sinergia con le istituzioni locali, con i vari comuni dell’area metropolitana e di Napoli e i quartieri cittadini protagonisti. Un vero e proprio “patto per l’amministrazione condivisa” con protagonisti le varie organizzazioni del Terzo Settore inserite nella rete Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (Cnca). I soggetti aderenti: Associazione Quartieri Spagnoli, Cooperativa sociale Bambù, Cooperativa sociale Dedalus, Cooperativa sociale Il Grillo Parlante, Cooperativa sociale Il Millepiedi, Cooperativa sociale Irene ’95, Cooperativa sociale L’Orsa Maggiore, Cooperativa sociale La Locomotiva, Cooperativa sociale Progetto Uomo, Cooperativa Sociale Un Fiore per la Vita, Comunità di Capodarco Teverola, Associazione Maria Fanelli.La comunione d’intenti è stata siglata questa mattina nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza delle varie realtà che si occupano di politiche sociali, il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al Welfare Luca Trapanese. Base di partenza del ragionamento il corso quella che appare come una provocazione da parte del Cnca “Sana e robusta Costituzione?” che ha dato il titolo all’incontro ed è anche un messaggio per rispettare davvero i principi della carta costituzionale a partire dal primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’’ e l’articolo 2 che ricorda i diritti inviolabili dell’uomo.
Gli interventi degli operatori del Terzo Settore – Denunciano gli operatori del terzo settore come, anche a Napoli dove alle ultime amministrative ha votato il 50% circa degli aventi diritto, “sempre meno persone votano e di fatto gli istituti predisposti per ossigenare la democrazia sono in profonda crisi (dal Parlamento alle Municipalità), come pure partiti e sindacati. Soprattutto, a non votare e a non impegnarsi sono i penultimi, gli ultimi, i vulnerabili, che non si sentono visti e riconosciuti dalla politica e dai “centri” e che, in questa disuguaglianza di riconoscimento, tendono a essere attratti dal rancore piuttosto che dalla cura». Nel capoluogo partenopeo, inoltre, aggiungono le stesse realtà intervenute all’incontro, bisogna «fare i conti con povertà e vulnerabilità diffuse che incidono in modo dirimente sul suo sviluppo’’. In proposito Salvatore Fedele, presidente della cooperativa sociale Irene 95 e di Cnca Campania, dice di percepire «un forte rischio di arretramento dei diritti individuali e collettivi e al tempo stesso viviamo la necessità di nuovi approcci e politiche su cui investire oggi per generare futuro. Ecco perché il Cnca Regionale rilancia il tema delle comunità accoglienti. Abbiamo la necessità – aggiunge Fedele nel proporre assieme al Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti un patto condiviso sul welfare territoriale – di ripensare lo sviluppo, anche quello economico, in una chiave collettiva sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. Uno sviluppo socio-economico basato sulla capacità di prendersi cura delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Con una diversa concezione della spesa sociale: non più intesa come costo ma come investimento, premessa e condizione essenziale per lo sviluppo anche economico». «Sentiamo fondamentale – sottolinea Angelica Viola, socia fondatrice della cooperativa sociale L’Orsa Maggiore e componente dell’Esecutivo Nazionale del Cnca – che dai territori, e in particolare dalla città di Napoli, le politiche di welfare, insieme a quelle di contrasto delle povertà e delle disuguaglianze, vengono assunte come asse prioritario e trasversale dell’agire amministrativo, come bene comune che riguarda l’insieme della comunità in quanto unica possibile chiave per costruire benessere e sicurezza collettiva».
I contenuti nel documento Cnca – Nel documento Cnca viene sottolineato come in Italia “a decenni non si costruiscono più alloggi pubblici, né si mettono in campo norme per calmierare gli affitti delle case, contenere gli sfratti, dare effettivamente una casa dignitosa a tutti quelli che ne hanno bisogno. L’evasione scolastica è crescente e la scuola svolge sempre meno il ruolo di integrazione e riequilibrio sociale che la Costituzione le assegna. L’efficacia dei servizi sanitari è a macchia di leopardo e l’assistenza pubblica – che in Italia è uno dei meriti della Repubblica – in realtà tutela soprattutto coloro che sono capaci di accedere ai servizi privati, soprattutto per i tempi di effettiva erogazione delle cure’’. Nello specifico su Napoli nell’ultima graduatoria per gli aventi diritto alla casa popolare, dicono sempre da Cnca, “risultano oltre 8.700 domande. In città almeno 40.000 persone abitano nei bassi, a parte le oltre 2.000 persone ROM e un altro paio di migliaia di persone che vivono in alloggi del tutto impropri. I dati della dispersione scolastica per la Campania parlano da soli. Il 30% degli studenti degli istituti superiori, infatti, non riesce a conseguire il diploma. A Napoli sono il 35% e ancor di più negli istituti tecnici, d’arte e professionali. La dispersione si concentra nel primo anno, con una percentuale del 16,1% a Napoli. Il dato complessivo è che il 23% dei giovani tra 18 e 24 anni sono del tutto emarginati: non lavorano, non studiano, né sono in corsi di formazione professionale’’.
L’amministrazione comunale di Napoli – «Sposo questo patto, partiamo da un approccio amministrativo che prepariamo nelle prossime settimane e poi ci rivedremo per ufficializzarlo e andare davvero avanti insieme» le parole del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi secondo cui «la logica deve essere di passare dai progetti al partenariato fisso. Usciamo da progetti estemporanei ma passiamo a una selezione di partenariato, entrando in continuità di esperienze in alcuni territori, partenariati permanenti di 3-5 anni almeno. Ascoltiamo le esperienze e i suggerimenti dal Terzo Settore e dal volontariato che sono cruciali per noi. I temi dell’accoglienza oggi sono sul tavolo nazionale del Governo, Napoli su questo tema rappresenta un luogo che affronta criticità ma anche sperimentazioni positive. Questo passaggio di lavoro insieme alle associazioni serve proprio per migliorare gli atti di welfare nella nostra città». Per l’assessore al Welfare Luca Trapanese «vanno rispettati i diritti delle persone, al genere, i diritti all’abitare, il diritto all’istruzione (sulla dispersione scolastica ci sono 1700 segnalazioni), del lavoro. Noi agiamo sulle persone. Siamo in un momento di forte depressione economica, con 2700 persone senza più una casa, una famiglia che non possono pagare le bollette e che hanno fragilità mentali e dipendenze». Trapanese è consapevole come la città di Napoli abbia necessità di dotarsi di «più strutture per i ragazzi e noi metteremo a bando 10 immobili confiscati alla camorra all’interno dei quali saranno ospitati progetti sociali. Ci sono bisogno anche di più strutture sportive. Aumentiamo – chiosa l’assessore alle Politiche Sociali – di 150 posti letto i dormitori pubblici e recuperato quasi 6 milioni di euro per l’housing sociale che erano bloccati dal 2018».
di Antonio Sabbatino
L’articolo “Sana e robusta Costituzione?”. Il Terzo Settore in dialogo con le Istituzioni: «Necessario un patto per l’amministrazione condivisa» proviene da Comunicare il sociale.
20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
Un webinar sullo svolgimento dell’esame di Stato per gli alunni con DSA e BES . E’ l’iniziativa gratuita promossa dall’associazione “D.S.A. un limite da superare APS” che ha organizzato, per giovedì 11 maggio dalle 15 alle 17, un momento privilegiato di arricchimento professionale riservato a docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado e ai genitori i cui figli devono affrontare l’esame.
Previsti gli interventi di Titti Gaeta, presidente di “D.S.A. un limite da superare APS”
e Barbara Barbieri, Dirigente Tecnico MIM, Referente sull’Inclusione dell’ Ufficio Scolastico
Regionale per la Campania
Per la partecipazione inviare una mail a: associazionedsa.segreteria@gmail.com
Sarà possibile seguire il webinar collegandosi al link comunicato agli iscritti a mezzo e-mail il giorno precedente l’incontro.
L’articolo DSA, BES ed esame di stato, ecco il corso gratuito online per docenti e genitori proviene da Comunicare il sociale.
20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
Acli lancia i due campi estivi di formazione e lavoro, aprendo ufficialmente le iscrizioni a queste due occasioni di costruzione comunitaria. “I nostri campi – si legge in una nota- costituiscono un’opportunità tangibile per entrare a contatto le esperienze e le buone pratiche di altri territori, per beneficiare di un’esperienza di crescita energizzante e interattiva. A Montopoli in Val d’Arno (Pisa) dialogheremo attorno all’innovazione che parte dal cuore dei nostri #territori, spesso tanto fragili quanto potenzialmente forti in termini di cambiamento e iniziative di crescita. A Pesaro, in collaborazione con USAcli, avremo l’occasione di ragionare a 360 gradi su cosa significhi mettere in pratica la parola #inclusione, nella cornice dell’evento SportinTour che ci ospiterà”.
In entrambe le occasioni, in aggiunta rispetto ai temi del volontariato, del lavoro, dei giovani, ci si confronterà sul tema della #pace, pilastro portante del percorso di riflessione annuale delle Acli “Riscoprire la pace: l’umanità e il dialogo come risorsa”.
I campi sono aperti a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi tra i 16 e i 32 anni per info giovanidelleacli@acli.it
L’articolo Arrivano i campi estivi di formazione e lavoro per i giovani organizzati dalle Acli proviene da Comunicare il sociale.
20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
In occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio fascista ci sarà l’inaugurazione di un’aiuola e di un murale dedicato ai fratelli Cervi nello slargo antistante l’Arci Scampia, in via Fratelli Cervi a Scampia, Napoli.
L’appuntamento è per sabato 22 aprile 2023, alle ore 10,00. Il programma prevede la pulizia della targa della strada, ormai imbrattata da diversi anni, e la piantumazione di sette olmi per i sette fratelli.
Un pannello riporterà i nomi dei fratelli Cervi, fucilati dai fascisti il 28 dicembre del 1943, e la poesia “Compagni fratelli Cervi” di Gianni Rodari mentre un murale di Nino Come, sul muretto adiacente, riporterà i nomi dei sette fratelli.
È prevista la partecipazione di Nicola Nardella, presidente della municipalità VIII del Comune di Napoli, e di Vincenzo Vacca, del comitato provinciale Anpi.
La rete Pangea è una rete informale di associazioni, scuole e cittadini attivi riuniti per un percorso comune, autofinanziato, di formazione alla nonviolenza e alla cura del verde pubblico.
Ha iniziato il suo percorso nell’anno scolastico 2015-2016 bonificando l’area di Largo Battaglia, davanti lo Stadio “Antonio Landieri” di Scampia, trasformato nel “Giardino dei cinque continenti e della nonviolenza”.
Da qualche anno sta riqualificando dal basso anche la sovrastante via Fratelli Cervi su cui insistono scuole e associazioni in rete, disseminando bellezza e collegandola al “corridoio delle farfalle”, che parte dal “Giardino delle farfalle” presso il TAN di Piscinola.
Il progetto dal basso è autofinanziato e autogestito e da qualche anno beneficia del contributo dell’8permille della Chiesa Valdese per sostenere alcuni interventi mirati.
L’articolo Sette olmi per sette fratelli; appuntamento in occasione del 25 aprile proviene da Comunicare il sociale.
20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
Il “Decreto Tariffe”, contenente il nomenclatore tariffario legato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ha trovato l’intesa in Conferenza Stato -Regioni; un traguardo atteso dal 2017 e il cui mancato raggiungimento è stato più volte addotto come una limitazione per altri importanti provvedimenti. “Osservatorio Malattie Rare accoglie con soddisfazione la notizia dell’approvazione del decreto, un atto che contribuirà a portare la sanità sempre più nella direzione di una maggiore equità tra le Regioni, garantendo ai cittadini le prestazioni e gli ausili di cui effettivamente hanno bisogno. Ci congratuliamo con il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per aver ottenuto in poco più di 6 mesi dall’insediamento, questo risultato, sempre sfuggito in passato – commenta Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore di Osservatorio Malattie Rare – OMaR – Nei prossimi giorni, insieme alle associazioni di pazienti dell’Alleanza Malattie Rare e ai clinici, analizzeremo accuratamente le prestazioni inserite nei nuovi tariffari, per verificare che non ci siano inesattezze ed essere pronti a proporre integrazioni al prossimo aggiornamento che, ci auguriamo, avrà in futuro cadenza costante, come è stato promesso”.
Il decreto, più volte sollecitato anche da tutto il mondo delle malattie rare, consentirà di aggiornare i vecchi tariffari, fermi al 1996 per la specialistica e al 1999 per la protesica e contribuirà a ridurre le differenze regionali nell’erogazione delle prestazioni e di quanto in esso contenuto. È fondamentale inoltre, secondo OMaR, che il nomenclatore della specialistica includa prestazioni tecnologicamente molto avanzate, anche nuove, e ne elimini alcune ormai totalmente sorpassate.
“Ora che questo enorme scoglio è stato finalmente superato – prosegue il Direttore di OMaR – ci sono tutti i presupposti per compiere altri due passi, semplici e di fatto pronti, anche questi attesi da troppo tempo. Alla Conferenza delle Regioni spetta ora, infatti, di dare il via libera al Piano Nazionale Malattie Rare, fortemente voluto dal Sottosegretario Marcello Gemmato, ma che da due mesi attende la calendarizzazione. Al Governo, invece, si chiede di compiere un altro passo, fino ad ora mancato proprio a causa della mancanza del Decreto Tariffe: l’aggiornamento per decreto della lista di patologie da ricercare attraverso lo screening neonatale. Nuovi LEA, aggiornamento dello screening e Piano Nazionale Malattie Rare sono tre delle più grandi necessità per il mondo delle persone con malattie rare, confidiamo nell’impegno e nella capacità fino ad oggi dimostrati dal Ministero, e in modo particolare dal Sottosegretario Gemmato, per vederle finalmente soddisfatte”.
L’articolo Approvato il nomenclatore tariffario dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza proviene da Comunicare il sociale.
20 Apr, 2023 | Comunicare il sociale
Il centro di eccellenza assisano per ragazzi con disabilità gravi e gravissime lancia la propria strategia per rivoluzionare l’approccio all’assistenza: con il ‘Progetto #InAiuto’ nasce un fondo ‘sospeso’ pronto a intervenire tempestivamente per dare sollievo alle famiglie delle persone con disabilità
Nella città di Napoli c’è una celebre tradizione nota come “caffè sospeso”: si pagano due tazzine consumandone una soltanto, con la seconda che rimane a disposizione di una persona che altrimenti non potrebbe permettersela. Si tratta ormai di un elemento iconico nell’immaginario partenopeo, che tuttavia trae origine da un piccolo ma significativo gesto di solidarietà.
Viene allora da chiedersi se, in qualche modo, lo stesso approccio possa essere utilizzato anche in altri settori, innescando così un meccanismo che possa andare a sostegno di coloro che hanno più bisogno: non solo per quanto riguarda le povertà economiche o sociali, ma anche per tutte quelle emergenze che pesano ogni giorno sulle spalle dei più fragili e delle loro famiglie.
Una risposta, in questo senso, arriva dall’Istituto Serafico di Assisi, struttura d’eccellenza italiana nella riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità gravi e gravissime, che col ‘Progetto #InAiuto’ ha avviato una rivoluzione significativa attraverso un fondo di 200mila euro che funziona proprio come una ‘cura sospesa’, come un ponte che colma le distanze con quanti per diversi motivi non riescono ad avere risposte dal SSN e che rappresenta una ‘casa’ in grado di abbracciare anche la vita dei genitori. A sostenere e alimentare il fondo saranno cittadini, imprese, associazioni e chiunque vorrà contribuire a questo grande salvadanaio: “Il Progetto – spiega Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico – nasce per dare una risposta a tutte quelle esigenze che quotidianamente affliggono le famiglie alle quali siamo stati accanto in tutti questi anni”.
Il Progetto, dunque, è uno strumento che si rivolge a una platea fatta da tutte quelle persone che hanno disponibilità economiche, sociali e di ‘rete’ molto limitate e che si trovano con un disabile a carico. Ma i margini di intervento del fondo sono ben più ampi e arrivano ad affrontare alcuni tra i maggiori problemi che riguardano il settore dell’assistenza e della cura alle persone con disabilità e il supporto alle loro famiglie. Primo fra tutti, quello legato alle farraginosità burocratiche e a un welfare che non riesce più a dare risposte adeguate. Chi deve prendersi cura di una persona con disabilità si trova spesso a dover fare i conti con un sistema frammentato e strutturato a compartimenti stagni, in cui ai bisogni sanitari, sociali e assistenziali di una stessa persona si va a rispondere con centri di responsabilità, interventi e fondi diversi. Un vero e proprio labirinto, dove alle difficoltà insite nella condizione di una persona fragile, si aggiunge anche la necessità, non semplice da gestire, di rivolgersi a soggetti differenti come Asl, Comuni ed enti previdenziali.E questa situazione, alla fine, ricade sempre sulle famiglie: sono sempre loro e impegnarsi per risolvere le differenti problematiche e a farsi carico della gestione materiale e relazionale di un figlio o di un fratello disabile. Ma anche da questo punto di vista non mancano le difficoltà: nella maggior parte dei casi uno dei due genitori è costretto a lasciare il lavoro per sopperire alle mancanze del sistema e i dati ISTAT ci indicano che le famiglie con disabili si trovano frequentemente a dover sostenere costi per le cure: sono infatti il 79,2% quelle che affrontano spese mediche, il 91% quelle che acquistano medicinali e il 33,1% quelle che affrontano spese per le cure dentistiche. Accade così che i nuclei con disabili a carico diventano anche quelli più poveri, e quando uno dei genitori si ammala, la situazione precipita ulteriormente poiché non esiste alcuna realtà che possa farsi carico della gestione, anche solo per pochi giorni, di un ragazzo disabile.
Quello che la presidente del Serafico ha sottolineato è stata infatti la solitudine di tante famiglie che troppo spesso vengono lasciate sole a prendersi cura dei figli: “Conosco mamme che si sono improvvisate infermiere, educatrici, terapiste; che hanno rinunciato al proprio lavoro per prendersi cura dei figli poiché il nostro welfare non ha messo a punto azioni di supporto nei loro confronti. Ma da noi si rivolgono anche mamme o papà che si sono ammalati, che devono affrontare un intervento o un lungo ciclo di chemioterapia e che non sono in grado di provvedere ai propri figli. Ma si incontrano anche mamme sfinite o papà esausti, che hanno bisogno di ritrovare se stessi per recuperare le energie da dedicare ai propri figli e hanno bisogno di una mano tesa. E’ necessario dunque saper rispondere ai bisogni di accompagnamento dei genitori, intervenendo anche attraverso ricoveri ‘di sollievo’ che possano giovare, seppur per pochi giorni, a questi genitori stanchi”.
Ecco perciò che il progetto #InAiuto si pone come uno strumento nuovo e tempestivo per intervenire laddove c’è un bisogno che non incontra risposte adeguate. La parola d’ordine diventa dunque “colmare le distanze”: che siano quelle che separano i pazienti dalle realtà sanitarie, che siano quelle di natura economica e sociale, che siano quelle tra coloro che necessitano di sostegno e un sistema che non riesce a fornirlo nel modo giusto. Si tratta, appunto, di un approccio nuovo per innescare anche un cambio di mentalità dove si incontrano pubblico, privato e cittadini in una sinergia che può dare il via a soluzioni innovative. Il Serafico ha scelto di contribuirvi nel modo più attivo e impattante, dando vita a uno strumento che possa fornire un aiuto concreto e tempestivo, proprio come concreto è il calore dietro la tradizione del “caffè sospeso”.
L’articolo Disabilità, arrivano le “cure sospese” per colmare le distanze economiche e sociali proviene da Comunicare il sociale.