“IO SONO ORIGINALE” EVENTI CONTRO LA CONTRAFFAZIONE E LA TUTELA DELLA PROPRIETA’ INDUSTRIALE

“Io Sono Originale” è l’iniziativa del ministero dello Sviluppo economico promossa dalla Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (DGTPI – UIBM) in collaborazione con le associazioni dei consumatori che, in continuità con le precedenti edizioni, promuove una campagna di educazione e sensibilizzazione per coltivare la cultura della legalità, contribuire alla lotta al falso e informare i consumatori in merito ai rischi collegati alla contraffazione.

L’acquisto di beni contraffatti è un atteggiamento di consumo, spesso sottovalutato e poco percepito, che minaccia la proprietà industriale e intellettuale. Per contrastarlo, occorrono strategie coordinate di informazione e sensibilizzazione: è determinante coinvolgere attivamente i consumatori attraverso un piano mirato di attività formative e divulgative, che contribuisca a disincentivare la scelta, da parte dei cittadini, di acquistare prodotti falsi.

“Io Sono Originale” prevede, tra le diverse attività in programma, l’organizzazione di eventi sul territorio rivolti alla cittadinanza per sensibilizzarla e informarla in maniera attiva, ludica e interattiva. Verranno realizzati degli “ORIGINAL POINT”, spazi non solo informativi ma dinamici, inseriti all’interno di manifestazioni territoriali specifiche dove verranno proposti giochi, quiz, animazioni che coinvolgeranno i cittadini. Gli operatori delle associazioni inoltre distribuiranno del materiale informativo prodotto nell’ambito del progetto e simpatici gadget targati “Io Sono Originale”.

L’articolo “IO SONO ORIGINALE” EVENTI CONTRO LA CONTRAFFAZIONE E LA TUTELA DELLA PROPRIETA’ INDUSTRIALE proviene da Comunicare il sociale.

Valori e responsabilità: generazioni a confronto per costruire la Chiesa del futuro

Don Federico Battaglia a 41 anni dirige la Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli. Soprannominato “l’angelo dei giovani e dei migranti” proviene da un intenso lavoro di parroco in provincia di Napoli, alle pendici del Vesuvio. Con l’arrivo di don Mimmo Battaglia, Vescovo di Napoli, don Federico viene chiamato a Largo Donnaregina nella segreteria dell’Arcivescovo con cui non c’ è alcun tipo di parentela, ma solo un semplice caso di omonimia.

Lei è un giovane in un’Istituzione considerata da molti “vecchia” e non al passo coi tempi. Come può la Chiesa tornare ad essere attraente?

«Grazie per il giovane, ma a 41 anni si esce fuori categoria, almeno per le statistiche. Provo a reggere il passo, ma lo faccio come adulto che ha a cuore la passione educativa. La Chiesa diventa attraente quando promuove il bene in ogni sua forma, non per accalappiare persone da recludere in un tempio ma per liberare energie positive che rendano il mondo più fraterno. La Chiesa diventa attrattiva quando non ha bisogno di fare beneficenza con la telecamera in mano, ma quando esprime una presenza di carità che emancipa le persone che vivono nel disagio. La Chiesa diventa attrattiva promuovendo e proteggendo quanti sono in stato di migrazione e non creando confini che diventano recinti insormontabili. Gesù è stato un bambino migrante, ha svolto il suo servizio alla comunità togliendo il male dalla vita delle persone ed è risorto per renderci liberi per amare».

Grazie al suo lavoro è arrivata la nomina a Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Napoli. Dal suo osservatorio privilegiato, come descrive i giovani di oggi e in quali valori si riconoscono?

«La mia generazione da giovane percepiva il futuro come un’enorme promessa: boom delle telecomunicazioni, il titolo di studio collegato al lavoro, un mondo che lavorava per la coesione tra le nazioni. Oggi il futuro è percepito da giovane come una minaccia: nulla è più garantito, il futuro è spesso visto fuori Napoli, ci si percepisce solari e ambiziosi, ma contestualmente ci si sente affettivamente fragili. E la fragilità viene vissuta dai giovani come una ricchezza, dagli adulti viene osservata come un limite. Il potenziale più bello arriva dai migranti di seconda generazione, i nuovi europei che hanno imparato a vivere da napoletani e hanno una gran voglia di riscatto sociale. Sono tutti nati a Napoli, anche se figli di cinesi, srilankesi, nigeriani… una presenza colorata e vivace che in prospettiva può dare un grande contributo alla nostra identità partenopea».

In pochi anni è riuscito a dar vita ad una rete nazionale di associazioni di promozione sociale puntando sul volontariato intergenerazionale. Ci racconta questa esperienza?

«Quando si parla di reti associative il merito non è mai di uno. Ad avere l’occhio lungo è stato don Pasquale Langella, che ha capito prima degli altri che la promozione sociale in forma associativa era un grande strumento di protagonismo del laicato, di liberazione amministrativa per la Chiesa, di realizzazione di patti educativi con le agenzie territoriali. La presenza transgenerazionale di ragazzi, giovani, adulti e anziani è il tesoro più prezioso che l’associazione mette in disponibilità dei ragazzi dei nostri oratori. Sicuramente c’è una responsabilità condivisa, per cui è anche più bello portare un peso perché con un NOI grande il peso diventa leggero. Lì dove c’è un disagio economico-sociale più grande forse il peso è maggiore, ma l’occhio della tenerezza e la generosità della restituzione ripagano di ogni fatica».

Alla responsabilità non si sfugge perché non è una cosa che si può assumere a discrezione. Come vivono i giovani il peso della responsabilità?

«Dopo il Covid ci siamo accorti che questo è un punto sensibile sul quale lavorare. Mentre prima, alla proposta di volontariato – soprattutto ai più poveri – c’era una disponibilità immediata anche da parte di chi non è credente, oggi si fa più fatica a trovare questa disponibilità. Il giovane stima questo mondo ma non vuole accogliere la responsabilità di un tempo da dedicare agli altri. Lo si può vedere dalla decrescita della domanda di servizio civile, che rappresenta un ottimo parametro di una realtà più ampia. Chi invece accoglie la responsabilità, lo fa con un entusiasmo più grande rispetto a quando questo dato era scontato».

Quali differenze, o eventuali punti di contatto, ci sono con le vecchie generazioni, quelle che in qualche modo hanno orientato il nostro presente?

«Giovani” da sempre è uguale a “entusiasmo”. La bellezza di questo tempo rimane intatta con le sue contraddizioni, i suoi linguaggi mutevoli, il suo desiderio di vita piena, mai la disponibilità a contrattare sugli ideali. Oggi un adolescente sceglie BeReal come social di riferimento perché rispetto alla generazione di Instagram non vuole più fotoritoccarsi, non vuole filtri, e vive una dimensione di crossmedialità in cui non ci sono ancora figure educative formate. Un boomer vive il proprio spazio di socialità su Facebook e quando si approccia a TikTok lo fa spesso in maniera goffa. Se uno spulcia un po’ i social la differenza si nota subito. In realtà, pur avendo acquisito competenze nella fruizione dei prodotti di comunicazione, io riscontro una difficoltà nella produzione creativa di contenuti e nella capacità critica di lettura».

Noi adulti come possiamo accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita? «Una ricetta non c’è. Stare accanto ai giovani è un lavoro artigianale, si impara camminando con loro. Non davanti per segnare il passo, andranno altrove. Non dietro per custodirli, non prenderanno mai il largo. Ma accanto, gomito a gomito, dando loro la possibilità di provarsi in un ambiente custodito. Prove di vita adulta da sostenere verso una vita piena. Ecco! È una bella sfida e come tale: o ci si sta dentro accogliendola, o si generano fondamentalismi non generativi. Quando ti appassioni ai giovani ti viene una gran voglia di renderli felici, ma mai sostituirsi alla costruzione della loro felicità. Si è felici davvero se si è artefici di una condizione bella, non sempre perfetta, in cui ci si sente protagonista».

di Giovanna De Rosa

L’articolo Valori e responsabilità: generazioni a confronto per costruire la Chiesa del futuro proviene da Comunicare il sociale.

“Natura è indipendenza”: la campagna di Giardini del Gauro per le persone con spettro autistico

È disponibile su crowdnet.it la campagna “Autismo, Natura, Indipendenza”, promossa da Giardini del Gauro Aps. Si tratta di una campagna che ha l’obiettivo di avvicinare alla terra persone con lo spettro autistico, valorizzandone l’indipendenza e creando serenità nella famiglia. Il rapporto con la natura, infatti, genera benessere e lavorare calma l’aggressività. In particolare, è possibile indirizzare le stereotipie (ripetizioni) verso gesti produttivi, finalizzati a procurare il cibo in maniera indipendente dal mercato, che troppo spesso rifiuta la diversità come un difetto. Per questo l’Aps Giardini del Gauro hanno deciso di avviare il progetto, con l’obiettivo di  « valorizzare tutto ciò che non può essere cambiato, cercando i punti di forza e non i limiti». Giardini del Gauro Aps è da sempre impegnata nel valorizzare il rapporto con la natura, come fonte di benessere ed emancipazione economica, nella tutela della diversità come valore di insegnamento, nella promozione dell’agricoltura biologica in ogni spazio dove c’è qualcuno di buona volontà, anche dentro la città.

Per sostenere la campagna è sufficiente andare su crowdnet.it e seguire le indicazioni presenti al seguente link:

 

Autismo Natura Indipendenza

 

 

L’articolo “Natura è indipendenza”: la campagna di Giardini del Gauro per le persone con spettro autistico proviene da Comunicare il sociale.

Livelli essenziali di assistenza, ecco il nomenclatore tariffario: aumenta il numero di prestazioni

La Conferenza Stato-Regioni ha trovato l’accordo sul decreto Tariffe e ha dunque approvato il nomenclatore tariffario legato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Dopo sei anni dall’avvio dell’iter è stato raggiunto un risultato importante sul piano dell’assistenza protesica e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Il nomenclatore amplia anche il numero di prestazioni tariffate a 2.108 prestazioni rispetto alle 1.702 della precedente legge del 1996.

“L’approvazione dei Lea contribuirà a ridurre le differenze regionali nell’erogazione delle prestazioni oggetto del decreto e a contenere la mobilità sanitaria. Attendevamo tale approvazione da tempo, si lavori ora per revisionare l’intera struttura del nomenclatore tariffario andando ad inserire protese ed ortesi di ultima generazione di modo che venga garantito il reale diritto di cittadinanza delle persone con disabilità”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.

L’articolo Livelli essenziali di assistenza, ecco il nomenclatore tariffario: aumenta il numero di prestazioni proviene da Comunicare il sociale.

Sicurezza ambientale, Carabinieri sequestrano officina abusiva

Un servizio a largo raggio volto alla tutela ambientale da parte dei Carabinieri della compagnia di Giugliano e dei militari della stazione forestali siciliani Pozzuoli.
Ci troviamo a Varcaturo e i militari ispezionano un’officina meccanica. L’attività è risultata completamente abusiva. Nel locale, di circa 300 metri quadrati, sono stati sequestrati carrelli elevatori, compressori, frese meccaniche, banchi da lavoro e arnesi vari.
Rinvenuti diversi rifiuti di vario genere – pericolosi e non – tra cui pneumatici in disuso, batterie al piombo, una cisterna contenente olio motore esausto, parti meccaniche, stracci e indumenti verosimilmente utilizzati per l’attività.
Il titolare è stato denunciato mentre il locale e le attrezzature sono state sequestrate.

L’articolo Sicurezza ambientale, Carabinieri sequestrano officina abusiva proviene da Comunicare il sociale.

Autismo, Casucci (assessore Regione Campania): «Turismo sia sostenibile e inclusivo»

“Abbiamo programmato come Regione Campania la realizzazione di una serie di attività dove il turismo è vocato fortemente ai princìpi della sostenibilità e dell’inclusione. Due concetti che si sposano brillantemente con la visione del turismo che vogliamo, che punta a vincere la sfida della qualità dei servizi per tutti, nessuno escluso”. Lo ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Campania, Felice Casucci, intervenuto nel corso del convegno “Cultura, Turismo e Sport, Una visione d’insieme della ricerca e della pratica in un’ottica inclusiva e sostenibile” che si è svolto nell’Aula “Matilde Serao” dell’Università Parthenope di Napoli.

Padrone di casa il Rettore Antonio Garofalo che ha sottolineato come “In tutte le sfere economiche e sociali si parla tanto di sostenibilità ma mai di una vera applicazione di questi principi. Oggi, invece, abbiamo presentato dei modelli pratici che sono di assoluto interesse. Mettere insieme Turismo, Cultura e Sport è fondamentale, rappresenta uno strumento per promuovere modelli di integrazione e offrire a tutti opportunità per una vita migliore, in particolare alle persone con esigenze speciali con le quali vogliamo stare insieme”.

Per Giovanni Minucci della cooperativa Il Tulipano l’obiettivo del futuro “E’ non lasciare indietro nessuno. Lavoriamo affinché siano ampliate e moltiplicate le occasioni di inclusione, non solo sociale ma anche occupazionale, per i giovani nello spettro autistico. Abbiamo presentato una serie di attività, concrete e reali, che già realizziamo in Campania.  Con il progetto ‘Tulipano art friendly’, attraverso la fruizione museale, mettiamo in campo un modello di welfare culturale che si sviluppa nell’ambito dei servizi turistici. Buone prassi che devono essere implementate non solo per i ragazzi con autismo ma anche per le loro famiglie”.

L’articolo Autismo, Casucci (assessore Regione Campania): «Turismo sia sostenibile e inclusivo» proviene da Comunicare il sociale.