10 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
Un evento per discutere e confrontarsi sulla medicina con un approccio multidisciplinare, privilegiando la commistione delle diverse figure professionali. È questo il senso di Sound, Light & Gender. The Senses in Medicine, l’evento organizzato dall’associazione Mascod che si terrà il 12 e 13 Luglio presso l’Auditorium Duca di Martina, in via Cimarosa 77 a Napoli. Due giorni di sessioni scientifiche, con ampio spazio alla discussione interattiva tra relatori e partecipanti. L’obiettivo è ottenere un approccio globale sia per la prevenzione che per la cura delle problematiche della salute mediante le sinergie fra le varie discipline.
L’evento è patrocinato da AGEO, AOGOI, Comune di Napoli, CSV NAPOLI, Ordine dei Medici, Ordine della Professione di Ostetricia della Provincia di Napoli, SCCAL, SIA, SIAMS, SIE, SIFES, SIGIS, UNISOB.
Responsabili Scientifici: Fabio Perricone e Rosario Pivonello; Presidenti Onorari: Antonio Chiantera e Annamaria Colao; Segreteria Scientifica: Cristina de Angelis, Francesco Garifalos, Davide Menafra, Gabriele Saccone, Rosanna Zapparella; Segreteria Organizzativa: Panta Rei Società Benefit S.R.L.
Di seguito il programma completo
12 Luglio 2023
8:30 – 9:00 Registrazione Partecipanti
Accoglienza musicale
9:00 – 09:30 Saluti delle Autorità
Comune di Napoli – Assessore alla Salute e al Verde – Vincenzo Santagata
Ordine Medici di Napoli – Presidente Ordine dei Medici – Bruno Zuccarelli
Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Magnifico Rettore Matteo Lorito
Scuola di Medicina e Chirurgia – Presidente Maria Triassi
Cattedra UNESCO Università degli Studi di Napoli “Federico II” Educazione alla Salute ed allo Sviluppo Sostenibile – Annamaria Colao
9:30 – 9:40 Introduzione: Rosario Pivonello
9:40 – 9:50 Presentazione: Fabio Perricone
9:50 – 10:10 Lettura Magistrale – Filippo Ubaldi – Nuove strategie nella stimolazione ovarica controllata nella moderna ART – Presenta Fabio Perricone
SESSIONE I: SUONO
Presidenti: Andrea Lenzi, Rosario Pivonello
10:10 – 10:20 Introduzione alla sessione – Andrea Lenzi, Rosario Pivonello
Moderatori: Rosa Ariviello – Renata Simona Auriemma – Luigi Cobellis
10:20 – 10:35 Orchestra degli ormoni ed infertilità femminile: strategie terapeutiche personalizzate per la stimolazione ovarica – tra gonadotropine e nutraceutica (Elisabetta Trabucco)
10:35 – 10:50 Orchestra degli ormoni ed infertilità maschile idiopatica: strategie terapeutiche personalizzate per l’induzione della spermatogenesi – tra gonadotropine e nutraceutica (Daniele Santi)
10.50 – 11:00 Discussione (Pietro D’Alessandro – Francesco Garifalos)
11:00 – 11:10 Intervento artistico (Suoni e Parole)
11:10 – 11:50 Coffee Break.
Accoglienza musicale
11.50-12.00 Intervento artistico (Suoni e Parole)
SESSIONE II: LUCE
Presidente: Katherine Esposito
12:00 – 12:10 Introduzione alla sessione – Katherine Esposito
Moderatori: Pasquale de Franciscis – Giovanna Muscogiuri – Mario Passaro
12:10– 12:25 Luci ed Ombre: ruolo di fotoperiodo e fluttuazioni della vitamina D nelle stagioni sulla salute umana (Fiammetta Romano)
12:25 -12:40 Luci ed Ombre: impatto dell’ipovitaminosi D su riproduzione e sessualità e ruolo dell’integrazione (Davide Menafra)
12.40-12.55 Focus sulla fertilità: dalla contraccezione alla procreazione assistita – luci ed ombre (Anna Sansone)
12:55 – 13:05 Discussione (Cristina de Angelis – Antonietta Gorga)
13:05 – 13:15 Intervento artistico (Luci ed Ombre)
13:15 – 14:15 Lunch
Intervento Live – In collegamento dalla Clinica Ruesch
Accoglienza musicale
14:15 – 14:35 Lettura Magistrale – Francesco Lombardo – Terapia ormonale di affermazione di genere: i cambiamenti di gusto, olfatto e voce nelle persone AFAB ed AMAB – Presenta Rosario Pivonello
SESSIONE III: GENDER
Presidenti: Cristofaro De Stefano, Rosario Pivonello
14:35 – 14:45 Introduzione alla sessione – Cristofaro De Stefano, Rosario Pivonello
Moderatori: Cristiano Scandurra – Stefano Zarrilli
14:45 – 15:00 L’essenziale è INvisibile agli occhi: terapia ormonale personalizzata di affermazione di genere, rimodellamento dell’immagine corporea e sessualità – il continuum (Carlotta Cocchetti)
15:00 – 15:15 L’essenziale è INvisibile agli occhi: preservazione della fertilità nel percorso di affermazione di genere (Donatella Paoli)
15:15 – 15:30 L’essenziale è VIsibile agli occhi: terapia chirurgica di affermazione di genere e rimodellamento dell’immagine corporea (Simone La Padula & Ciro Imbimbo)
15:30 – 15:40 Discussione (Raffaella Di Mase – Alessia Fiorenza – Antonio Ruffo – Nunzia Verde)
15-40 – 16.00 Lettura Magistrale Conclusiva – Carlo Foresta – La temperatura e la fertilità: da alleati a nemici – Presenta Fabio Perricone
16:00 – 16:30 Tavola rotonda – Il senso dell’arte in medicina – Alessandro Giamattei -– Carlo Liverani – Marco Rigatti – Luigi Stradella.
Conducono: Angelo Cirasa – Fabio Perricone – Rosario Pivonello.
16.30 – 16.40 Intervento artistico (Arte in Movimento)
16:40 – 17:00 Conclusioni Rosario Pivonello – Fabio Perricone
Durante evento Esposte le opere di MedinArt (medici artisti) e degli artisti ospiti
13 Luglio 2023
8:30 – 9:00 Registrazione Partecipanti
Accoglienza musicale
9:00 – 09:30 Saluti delle Autorità
Comune di Napoli – Assessore politiche giovanili – Chiara Marciani
Coordinatore medico legale INPS – Corrado Pietrantuono
Segretario provinciale MMG – Luigi Sparano
Ordine delle Ostetriche – Rosanna Zapparella
Consiglio Universitario Nazionale – Daniele Gianfrilli
9:30 – 9:40 Introduzione: Fabio Perricone
9:40 – 9:50 Presentazione: Rosario Pivonello
9:50 – 10:10 Lettura Magistrale – Linda Vignozzi – La libido e il con TATTO: ruolo del network neuroendocrino sulla funzione vascolare clitoridea – Presenta Rosario Pivonello
SESSIONE I: TATTO e GUSTO
Presidente: Annamaria Colao
10:10 – 10:20 Introduzione alla sessione – Annamaria Colao
Moderatori: Giuseppe Bellastella – Chiara Graziadio – Carlo Liverani
10:20 – 10:30 The Lost Penis Syndrome: approcci personalizzati tra terapia medica, chirurgia e trattamento delle disfunzioni sessuali (Daniele Mollaioli)
10:30 – 10:40 Percezioni in gravidanza (Paola Salzano)
10:40 – 10:50 Il sesso nel piatto: pro e contro dello stare a tavola ed integrazione nutraceutica (Maria Ida Maiorino)
10:50 – 11:00 Less is more: dieta chetogenica e fertilità maschile (Massimiliano Caprio)
11:00 – 11:10 Less is more: dieta chetogenica e fertilità femminile (Luigi Barrea)
11:10 – 11:20 Diabete riproduzione e sessualità maschile: quali evidenze sulle nuove terapie antidiabetiche? (Giuseppe Defeudis)
11:20 – 11:30 Diabete riproduzione e sessualità femminile: quali evidenze sulle nuove terapie antidiabetiche? (Nunzia Verde)
11:30 – 11:45 Discussione (Gennaro Barbuto – Davide Menafra – Gabriele Saccone)
11:45 – 11:55 Intervento artistico (Sensi e Parole)
11:55 – 12:20 Coffee Break
Accoglienza musicale
12:20 – 12:40 Lettura Magistrale – Giovanni Corona – Anosmia, disfunzione riproduttiva e sessuale da Covid-19: ruolo dell’ipogonadismo e della terapia con testosterone – Presenta Rosario Pivonello
SESSIONE II: OLFATTO
Presidente: Andrea Isidori
12:40 – 12:50 Introduzione alla sessione – Andrea Isidori
Moderatori: Nicola Fortunato – Fabio Perricone – Rosario Pivonello
12:50 – 13:05 Alterazioni dell’olfatto in gravidanza: mito o realtà? (Agostino Menditto)
13:05 – 13:20 Ipogonadismo ipogonadotropo congenito maschile con e senza difetti olfattivi: terapia sostitutiva e gonadotropine (Marco Bonomi)
13:35 – 13:50 Olfatto, ossitocina e sessualità (Alessandra Graziottin)
13:50 – 14:00 Discussione (Patrizia Curci – Antonio De Fraia – Gabriella Vullo)
14:00 – 14:05 Intervento artistico (Sensi e Parole)
14:05 – 15:00 Lunch
Intervento artistico in collegamento con la Clinica Ruesch
Accoglienza musicale
15:00 – 15:20 Lettura Magistrale – Carlo Alviggi – Ormoni, ambiente ed epigenetica – Presenta Fabio Perricone
SESSIONE III: UDITO E VISTA
Presidenti: Maria Vittoria Locci, Antonio Mollo
15:20 – 15:30 Introduzione alla sessione – Maria Vittoria Locci
Moderatori: Daniele Gianfrilli – Giampaolo Mainini – Rosanna Zapparella
15:30 – 15:45 Le forme e le vibrazioni dalla gestazione alla menopausa (Maurizio Guida)
15:45 – 16:00 Anche l’occhio vuole la sua parte: medicina clinica e nutraceutica nell’induratio penis plastica (Francesco Garifalos)
16:00 – 16:15 Anche l’occhio vuole la sua parte: chirurgia e medicina estetica nell’induratio penis plastica (Antonio Ruffo)
16:15 – 16:30 Disfunzione erettile ed il corpo ritrovato: medicina clinica e nutraceutica vs medicina alternativa (Andrea Sansone)
16:30 – 16:40 Discussione (Rachele Capasso – Francesco Trama – Amerigo Vitagliano)
16:40 – 16:50 Intervento artistico (Suoni e Parole)
16:50 – 17.05 Coffee Break
Accoglienza musicale
17.05 – 17:15 Lettura Magistrale – Franco Rendano – Arte e Chirurgia
SESSIONE IV: MEDICINA UMANA
Presidenti: Melicia Comberiati, Giovanna De Rosa, Antonio Miniaci
17:15 – 17:25 Introduzione alla sessione – Paola Villani
Moderatori: Isabella Continisio – Titta Fiore – Valeria Iacobacci
17:25 – 17:35 Presenta sessione – Lucia Fortini
17:35 – 17:45 Giovani, sessualità e prevenzione (Vincenzo De Falco & Fabio Perricone)
17:45– 17:55 Luci, suoni e benessere (Salvatore Sannino)
17:55 – 18:05 Musica, colori e arti mediche (Massimo Capaccioli)
18:05 – 18:10 Discussione (Valeria Maresca – Gianluca Monti)
18:10 – 18:20 Intervento artistico (Suoni e Parole)
18:20 – 18:45 Conclusioni Fabio Perricone – Rosario Pivonello, Questionari e fine dei lavori
18:50 Aperitivo finale
Esibizione live evento artistico – Esposte le opere di MedinArt (medici artisti) e degli artisti ospiti
Responsabile interventi artistici Carlo Avitabile
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07 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
Una grande festa aperta a tutto il quartiere di Scampia e alla cittadina di Melito, celebra oggi la conclusione della terza tappa di FACILE SOGNARE, progetto di corporate social responsibility nato da un’idea di Facile Ristrutturare, azienda del gruppo Renovars fondata con la volontà di ripensare il concetto di ristrutturazione attraverso una visione democratica dell’interior design, sviluppato in collaborazione con Every Child Is My Child, Onlus presieduta da Anna Foglietta.
L’iniziativa, con la missione di ristrutturare spazi dedicati alla tutela di bambini e ragazzi in difficoltà, ha dato ora vita a La Matta Pizzeria.
Il progetto di Napoli – dopo quello di Milano e Roma – ha infatti coinvolto La Scugnizzeria, realtà simbolo dell’impegno verso giovani che si trovano a vivere in contesti complessi, fondata dal visionario animatore culturale Rosario Esposito La Rossa, nominato nel 2016 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Grazie al contributo di 100.000 euro da parte di Facile Ristrutturare, La Scugnizzeria amplia la sua presenza sul territorio con La Matta Pizzeria: si tratta di una vera e propria pizzeria dove lavoreranno ragazzi del centro di salute mentale di Scampia e dove saranno organizzati laboratori creativi per i bambini intorno al magico rito del pane, sensibilizzando sul tema della cultura alimentare.
“È una gioia enorme per me oggi vedere, tra le strade in cui sono cresciuto, la nascita di un posto fino a qualche decennio fa impensabile come La Matta Pizzeria”, afferma Giovanni Amato, co-fondatore di Facile Ristrutturare. “Quando nasci in un contesto difficile come quello di Scampia sei spronato a sognare in grande, la fame ti spinge verso il miglioramento. Io non ho mai smesso di farlo e con il duro lavoro ci sono riuscito. Credo sia una responsabilità oltre che un onore tendere le mani, le stesse che ha disegnato Jorit, verso tutti i ragazzi che hanno solo bisogno, come me trent’anni fa, di un segnale. È il modo più forte che ho di dire guardate oltre, credeteci, sappiate far la differenza, come sa fare il Criscito con la pizza, come farà La Scugnizzeria ogni giorno”.
“Anche in questa tappa il nostro principale desiderio è stato quello di mettere a disposizione della comunità la nostra expertise nell’ambito delle ristrutturazioni regalando a questi ragazzi uno spazio sicuro, confortevole e inclusivo dove possano sentirsi a casa”, prosegue Loris Cherubini, co-fondatore di Facile Ristrutturare. “I mattoni posati in questi luoghi servono per costruire un futuro migliore, e noi siamo fieri di poter dare il nostro contributo per disegnarlo“.
“Every Child Is My Child nasce dalla consapevolezza che ogni bambino, in qualsiasi contesto, debba avere il diritto ad un’infanzia in cui il valore della dignità sia salvaguardato”, ha affermato Anna Foglietta, Presidente di Every Child Is My Child, che da anni si impegna per dare risposte reali alle richieste di aiuto di molti minori in difficoltà. “La nostra associazione è sempre alla ricerca di progetti interessanti da sostenere e quando ci è arrivata la chiamata di FACILE SOGNARE ci è sembrato in linea con la nostra filosofia. Per questo abbiamo scelto di iniziare con Facile Ristrutturare questa avventura, per cercare di restituire insieme proprio quella dignità, che non può prescindere da un ambiente sicuro e adeguato. Perché ogni bambino è il nostro bambino”.
LA FESTA DI INAUGURAZIONE – L’inaugurazione è immaginata per coinvolgere i ragazzi del quartiere di Scampia di Napoli e quelli della comunità di Melito e per festeggiare insieme l’apertura de La Matta Pizzeria con lo svelamento dell’opera Il dono immaginata dallo street-artist napoletano Jorit appositamente per lo spazio. La festa prevede un ricco palinsesto di intrattenimento pensato per l’occasione da La Scugnizzeria insieme a varie realtà artistiche del territorio: i laboratori dedicati alla pizza, una scenografica parata di trampolieri a cura della compagnia artistica Baracca dei Buffoni, lo spettacolo dei burattini dell’artista Selvaggia Filippini e, per finire, la murga della Banda Baleno, gruppo di artisti di strada formato da giovani di Scampia e Secondigliano che porta il suo spirito allegro e colorato con musica, danza e recitazione. “La Matta Pizzeria diventerà un luogo fondamentale della vita di questo quartiere”, dichiara Rosario Esposito La Rossa. “L’abbiamo chiamata così per dichiarare da subito, in modo ironico ma soprattutto affettuoso, che qui i pizzaioli saranno alcuni ragazzi del centro di salute mentale di Scampia, ragazzi a cui vogliamo dare un’importante opportunità di lavoro e di integrazione. E poi la Matta, nella cultura popolare napoletana, è la carta da gioco che può trasformarsi in quello che vuole. Proprio come questo spazio, che sarà versatile e inclusivo”.
IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE Il progetto di ristrutturazione, guidato dall’architetto Daniela De Martino, ha dato origine a una nuova distribuzione dello spazio per rispondere alle esigenze della pizzeria. Il risultato è un ambiente unico e accessibile in cui le varie aree dialogano tra di loro e dove, circondati da atmosfere colorate e confortevoli, i ragazzi potranno imparare l’arte della pizza unendo professione a socialità. Anima dello spazio è lo scenografico forno professionale donato da Facile Ristrutturare, che ha curato anche tutti gli arredi. A sottolineare il valore formativo e culturale de La Matta Pizzeria, un’antica macina in pietra è stata posizionata al centro del locale: i pizzaioli e i bambini potranno infatti usarla per ricavare le diverse tipologie di farine e impastare poi le miscele ottenute sul conviviale banco centrale.
IL DONO DI JORIT – Jorit, lo street-artist apprezzato a livello internazionale per il suo stile iper realistico con cui celebra e rappresenta le icone della cultura popolare, ha immaginato per la parete principale de La Matta Pizzeria Il dono, un grande murale frutto del confronto tra l’artista e i ragazzi de La Scugnizzeria. L’opera, di forte immediatezza e impatto visivo, raffigura due mani – dalle linee semplici e ben definite –unite nell’atto di donare la scritta Criscito, che in napoletano indica proprio il lievito tradizionale. “Con ‘Il dono’ ho voluto realizzare un’immagine che fosse immediata, ma che allo stesso potesse incuriosire chi non conosce il significato del termine ‘criscito’, potendo così imparare qualcosa in più della nostra cultura”, spiega Jorit. La tappa napoletana del progetto ha visto il supporto di CCO – Crisi Come Opportunità̀ che ha affiancato Every Child Is My Child nell’individuazione dell’associazione.
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07 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
Le grandi differenze geografiche, strutturali, economiche e sociali tra le regioni italiane da diversi anni rendono particolarmente delicata e discussa la questione relativa all’autonomia differenziata. Fioccano le paure e i contrasti, nonostante le riassicurazioni del Governo che sottolinea a più riprese che non si vuole dividere il Paese, né favorire Regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia. In sintesi, la finalità perseguita dal Governo è quella di «dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse Regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale». L’esecutivo ha impostato il processo di attuazione del regionalismo differenziato su due direttrici: quella del procedimento di determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione; quella della presentazione alle Camere di un disegno di legge per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Intanto, la società civile si è mobilitata e si sta mobilitando, in maniera capillare, per informare e creare consapevolezza in modo da far leva sul Parlamento e ritrovare una capacità politica di elaborazione di una visione prospettica, più tesa all’interesse generale di una nazione unita, che rispetti e valorizzi le diversità.
Per capirne di più, abbiamo intervistato due esperti, Luca Gori e Marco Musella
Luca Gori è ricercatore in diritto costituzionale. E’ stato membro del gruppo di lavoro, costituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, su delibera del Consiglio nazionale del terzo settore, sulla disciplina dei rapporti fra Pubblica amministrazione e Terzo settore. Attualmente è componente del Comitato scientifico per la promozione dell’economia sociale nei rapporti internazionali del Ministero del Lavoro d delle Politiche sociali.
I livelli essenziali delle prestazioni omogenei, finanziati ed esigibili in ogni parte d’Italia, sono il presupposto fondamentale per un sistema di welfare inclusivo e universalistico, fondato sul riconoscimento di diritti e pari opportunità per tutte le persone. Una definizione attesa da ben 22 anni può realisticamente concretizzarsi in pochi mesi?
L’art. 117, secondo comma, lett. m) Cost. attribuisce alla competenza legislativa dello Stato la «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale». Credo che sia necessario interrogarsi, preliminarmente, sul significato di questa espressione. Nell’interpretazione che si è largamente affermata è necessario ricondurre a ciascuno dei diritti civili e sociali previsti in Costituzione – nella Costituzione vivente, vorrei dire – una serie di prestazioni che rendono quei diritti effettivi. Già qui si registra un primo punto problematico: le prestazioni possono essere rese in una pluralità di modalità (direttamente dallo Stato; attraverso un meccanismo concessorio o accreditamento a favore di privati; attraverso attività positive o astensioni, ecc.) e non sono tutte già codificate o codificabili in termini assoluti (ad es., le prestazioni riferite al diritto all’abitazione potrebbero essere diverse da territorio in territorio, in relazione ad una pluralità di variabili). All’interno di quelle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, poi, logicamente si dovrebbe individuare una soglia (il livello essenziale) al di sotto della quale si compromette l’effettività stessa di quel diritto. In termini logici, cioè, vi dovrebbe essere una graduabilità della prestazione: al grado cui corrisponde il “livello essenziale”, la prestazione dovrebbe essere garantita su tutto il territorio nazionale, con un finanziamento certo e con una tutela per il cittadino. Il modello della legge n. 42/2009 in tema di federalismo fiscale assumeva esattamente questa prospettiva, in un quadro normativo nel quale, però, i livelli essenziali non erano stati ancora definitivi complessivamente (l’attuazione a regime del federalismo fiscale slitta di anno in anno, infatti). Attualmente, la legge di bilancio per il 2023 ha avviato un percorso di definizione dei LEP, che culminerà con l’adozione di DPCM di ricognizione dei LEP vigenti (art. 1, comma 793 ss., legge n. 197/2022). L’elemento di maggiore difficoltà è costituito dal fatto che il legislatore, nel corso di oltre vent’anni di legislazione del Titolo V della Costituzione, non ha definito i livelli essenziali. Si può dire che il Parlamento non ha adeguato il proprio metodo della propria legislazione e l’organizzazione dell’amministrazione non ha tenuto conto di questa dialettica fra esigenza unitaria/possibile differenziazione, con l’eccezione (probabilmente) del solo settore sanitario (i LEA in sanità sono stati definiti, da ultimo, con il DPCM 12 gennaio 2017). Si è in presenza, in questa fase, di una evidente accelerazione, determinata dall’esigenza di dare attuazione al c.d. regionalismo differenziato. Si avverte cioè che il presupposto per differenziare l’autonomia spettante alle diverse Regioni debba essere la definizione di un tessuto unitario di “livelli essenziali” di prestazioni. Ci sono quindi queste due tendenze che spingono verso due direzioni e che richiederanno un lasso congruo tempo ed una guida “coordinata” dei due processi, che non saranno – a mio giudizio – brevissimi. L’uno sta alimentando l’altro ed è necessario leggere in due percorsi (LEP e differenziazione) in parallelo.
In che maniera può essere scongiurato il “regionalismo delle disuguaglianze” e quali garanzie per la coesione per un Paese già segnato da profondi divari territoriali?
Una premessa. Il regionalismo delle diseguaglianze è già una realtà di fatto, pur in un contesto giuridico-costituzionale nel quale le diverse Regioni a statuto a ordinario hanno il medesimo regime. Quindi, la domanda da porsi è, probabilmente, se il regionalismo differenziato non finisca per “cristallizzare” il regionalismo delle diseguaglianze o, addirittura, per aggravarlo. Questa è la prospettiva corretta nella quale porsi. Non mi pare corretto ritenere che oggi ci sia un quadro omogeneo che il regionalismo differenziato rischierebbe di compromettere. Quali percorsi per evitare che ciò avvenga? Da un lato, il regionalismo delle diseguaglianze già presente dovrebbe essere contrastato oggi con interventi di perequazione ordinaria e straordinaria, così come richiesto dall’art. 119 Cost., e con un equilibrato passaggio al sistema dei fabbisogni standard per i diversi livelli di governo. Non si deve dimenticare, in ogni caso, che il regionalismo si fonda su un certo tasso di “differenziazione”: il regionalismo, infatti, implica che, pur nel quadro definito dalla Costituzione e dallo Stato, un certo tasso di autonomia residui in capo alle Regioni per poter compiere scelte di policies per lo sviluppo e la coesione dei territori. Senza questo tasso di autonomia, il regionalismo non ha senso. Si avrebbe un mero de-concentramento di funzioni dal centro, ma non autonomia. Su questo è bene intendersi: la “differenziazione” è un valore, in una forma di stato regionale. E’ il riconoscimento delle specificità, delle vocazioni, delle caratteristiche proprie di un territorio. Questo è uno degli assi portanti della riforma costituzionale del 2001. Nel corso degli anni della crisi economico-finanziaria si è assistito al più grande accentramento di poteri legislativi e amministrativi, nonché di controllo della finanza dal centro. Il giudizio condiviso è che, alla mortificazione del ruolo delle Regioni, non sia corrisposto una maggiore efficienza o efficacia, con un contenzioso costituzionale letteralmente esploso. Quasi per “reazione”, oggi il “pendolo” si è spostato lungo l’asse di un riconoscimento di maggiore autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria. L’oscillazione di questo ideale pendolo è uno dei problemi principali del regionalismo italiano: a “fiammate” regionaliste sono seguite stagioni di “grande freddo”, in un contesto nel quale gli enti locali sono stati poco valorizzati e la loro riforma non portata a compimento (si pensi alla penosa vicenda delle Province). La mia chiave di lettura è che oggi le Regioni italiane (o meglio, una parte di esse più avanzata economicamente), cerchi nell’intesa bilaterale con lo Stato – che è alla base della differenziazione così come delineata dall’art. 116, terzo comma, Cost. – la garanzia di una “posizione” che non sia costantemente rimessa in discussione e che attribuisca spazi di autonomia certi sia sotto il profilo dell’autonomia normativa, dell’autonomia amministrativa e di quella finanziaria. Equivale a dire che ogni Regione cerca un “tavolo a due” con lo Stato. Non si può leggere le vicende attuali senza tenere conto di questa evoluzione più recente. Posto che l’art. 116, terzo comma, Cost. in tema di differenziazione è in Costituzione dal 2001, a me pare un elemento di “garanzia” che, finalmente, oggi si discuta di una legge-quadro di sua attuazione, rinunciando all’idea che la differenziazione si possa fare direttamente, ciascuna Regione negoziando in autonomia col Governo (come è avvenuto fra la fine della XVII legislatura col Governo Gentiloni e l’inizio della XVIII legislatura col Governo Conte – I). Certamente, questo modello di contrattazione richiede istituti forti posti a presidio dell’unità nazionale e, in particolare, degli istituti di perequazione. Su questi aspetti il dibattito è meno evidente, ma è comunque presente, specialmente fra gli addetti ai lavori. Si riflette, oggi, sul fatto che alcune funzioni – pur previste dalla Costituzione – non siano trasferibili, ma che debba esservi una sorta di “limite implicito” alla differenziazione. Ad es., sulle norme generali sull’istruzione, è evidente che i margini di differenziazione sono stretti; così come sulla giustizia di pace. Personalmente, riterrei che uno studio materia per materia, per le funzioni che ciascuna di esse implica, potrebbe aiutare a de-ideologizzare il dibattito ed a impostare correttamente la dialettica fra differenziazione /omogeneità in grado non solo di scongiurare nuove diseguaglianze, ma forse di invertire la tendenza di quelle che già ci sono.
Marco Musella è professore ordinario di economia politica presso l’Università Federico II di Napoli dal 1 novembre 2002, insegna oggi Economia Politica nei corsi di laurea magistrale di Managment. del Patrimonio culturale e di Filosofia
L’Italia è un treno che corre a due velocità, dove gioca un ruolo fondamentale la questione delle Autonomie locali, schiacciate dal neocentralismo regionale, con la debolezza dei Comuni, l’inadeguatezza delle Province, delle Città metropolitane e di Roma capitale. L’autonomia differenziata sembra voler dare una prospettiva di maggiore coesione sociale per ridurre i divari territoriali, semprechè il Governo lavori insieme alle Regioni e agli Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese. Quale il suo parere in merito?
Innanzitutto una premessa: l’economista che parla di norme aiuta, forse, a comprenderne la coerenza con il contesto in cui si inseriscono e con la sua evoluzione possibile e, al tempo stesso, aiuta a capirne l’efficienza rispetto ai risultati attesi sia in termini di come vengono incentivati comportamenti coerenti con gli obiettivi desiderati sia in termini di uso corretto delle risorse. Si tratta, come è evidente, di tematiche complesse ed è importante che l’economista accetti il confronto con altri studiosi e non abbia la pretesa di essere il possessore di strumenti di analisi migliori degli altri. Egli non è mai un interprete delle norme, anche se può contribuire a comprenderne il senso; ed è più che mai evidente che altri scienziati sociali sono indispensabili per dare risposte più complessive alle domande. Voglio anche dire che se non bastano gli economisti neanche ci si può accontentare dei soli giuristi. Dal mio punto di vista, ad esempio, la questione della storia dei divari territoriali e del loro aggravarsi a seguito dell’introduzione dell’Autonomia differenziata è stata troppo enfatizzata, perdendo di vista che il nocciolo della questione è più l’unità del Paese e la perdita di peso ulteriore della dimensione “Italia” nella coscienza collettiva, e quindi nella politica e nell’economia, che l’aggravarsi (probabile, ma qui le previsioni richiederebbero qualche elemento storico, politico e culturale in più rispetto a quelli messi in campo) del divario tra Nord e Sud; un divario, se ci riflettiamo attentamente, che va avanti da un po’ di tempo, anche nelle sue dinamiche di acutizzazione, per ragioni che pure andrebbero approfondite meglio, superando logiche di pura lamentela affidate troppo spesso a chi sul Sud lucra soldi e potere. Io ritengo che la questione più preoccupante sia affidare a entità istituzionali senza storia – e che, francamente, non mi sembra abbiano brillato per efficienza ed efficacia nella loro azione, anche negli ultimi anni – spazi e potere ulteriori sacrificando, invece, ancora una volta realtà locali di dimensione minore, più vicine ai cittadini e ricche di identità storico-culturale assai maggiori. Quando poi penso che una forte spinta a questa autonomia differenziata a dimensione regionale venga da un egoismo fiscale, con il quale neanche i governatori regionali hanno fatto i conti fino in fondo, temo che ci stiamo incamminando su una strada di maggiori conflittualità sociali, a dimensione anche geografica, ma non solo, che le nuove Regioni avranno più difficoltà a gestire e che lo Stato centrale o osserverà da lontano senza intervenire o finirà per affidarne la soluzione ad azioni scomposte e repressive. Poi, se la storia andrà in questa direzione, faremo tutti i conti, al sud come al nord, con nuovi scenari dentro i quali leggere in modo nuovo opportunità e minacce e fare le nostre scelte individuali, sociali e politiche.
Tra le 23 materie di legislazione concorrente del testo costituzionale, approvato 22 anni, troviamo la ricerca scientifica e tecnologica, la cultura e l’ambiente, le casse di risparmio e gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Quali i rischi da scongiurare per non aggravare il divario del nostro Paese?
Ad esser sincero penso, anche qui da economista con studi sul diritto risalenti ad alcuni decenni fa, che l’idea della competenza legislativa concorrente non aiuti la chiarezza, inquini inesorabilmente la gerarchia delle fonti e, quindi, la certezza del diritto, dando minore efficacia al sistema delle regole che guidano la nostra vita concreta, sia a livello di istituzioni che di singoli. Questo, però, sarebbe un lungo discorso che ci porterebbe fuori strada, anche se non dobbiamo ignorare che l’Autonomia differenziata proposta dall’attuale Governo e da alcune Regioni si inserisce in un quadro di evoluzioni normative confuso (vedi quantità di ricorsi alla Corte Costituzionale per conflitti di attribuzione) e, almeno per me, è difficile credere che contribuirà a semplificarlo. È chiaro, poi, che alcune materie sembrano già oggi attraversare le fratture in atto nel Paese – tra sud e nord, tra città e campagna, tra aree interne ed aree costiere – e l’ulteriore assottigliarsi della dimensione nazionale delle leggi che le regolano avrà l’effetto, almeno in una prima fase, di accentuare distanze e separazioni. Per ciascuno degli esempi proposti nella domanda si può immaginare conseguenze del tipo che dicevo con l’aggravante che vi saranno veri e propri tentativi di colonizzazione che i più attrezzati proverranno a realizzare a danno dei territori e dei gruppi più deboli. Su questo bisognerà costruire una resistenza maggiore di quella oggi in atto (perché i fenomeni di cui parlo sono già ampiamente in atto) e resistere significherà sollevare barriere. Faccio solo l’esempio delle casse di risparmio; già oggi lo squilibrio tra aree è difficile da accettare anche perché vi è un drenaggio di risorse finanziarie che viaggia dalle aree deboli alle aree forti ed è difficile credere che l’autonomia differenziata invertirà questa tendenza; resisterà richiederà di alzare barriere, ma Unione europea e Stato nazionale lo consentiranno? Quali conflitti nasceranno?
di Giovanna De Rosa
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07 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
Si chiama “5 libri” l’iniziativa social di Callysto aps pensata per invogliare i giovani, ma non solo, alla lettura. Nel corso di tutta l’estate, persone di spicco del mondo della cultura, dell’arte, della musica, dello spettacolo, del sociale, dello sport, della comunicazione consiglieranno sulla pagina Instagram di Callysto 5 libri da leggere. Ognuno di loro suggerisce i libri facendo un atto d’amore genuino verso la lettura e verso gli utenti a cui si rivolgono.
“5 libri” è alla sua seconda edizione: lo scorso anno riscosse notevole successo, con messaggi e feedback molto positivi. Quest’anno ha inaugurato la rubrica il musicista Dario Sansone, frontman dei Foja. Seguiranno, in ordine sparso, l’attrice Giuliana De Sio, l’attore Massimiliano Gallo, Daniele Decibel Bellini, l’amatissima voce dello Stadio Maradona, l’Archivio Fotografico Riccardo Carbone, il direttore del Museo Mav di Ercolano Ciro Cacciola, il copywriter e docente di comunicazione Alfonso Cannavacciuolo, la cantante Assia Fiorillo e tanti altri nomi della cultura e dell’arte.
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07 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
È stata presentata presso la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, l’adesione del Lapis Museum – Museo dell’Acqua di Napoli nella Rete Mondiale Unesco dei Musei dell’Acqua. Napoli è la prima metropoli del Sud Italia ad essere ammessa nella rete scientifica dell’Unesco, denominata Global Network of Water Museums (WAMU-NET). La rete è stata fondata dal Programma Idrologico Intergovernativo (IHP) dell’Unesco per promuovere usi sostenibili del bene più prezioso per la vita. Il Global Network of Water Museums conta attualmente più di 90 membri in 41 diversi paesi nel mondo, di cui oltre una ventina in Italia, e i suoi musei fanno registrare, insieme, circa 20 milioni di visitatori all’anno.
Il sito internet di riferimento – dove da oggi si trova anche il Museo dell’Acqua di Napoli – è www.watermuseums.net
La conferenza stampa è stata introdotta da Raffaele Iovine, presidente dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Ets, che gestisce il Lapis Museum – Museo dell’Acqua di Napoli. Sono intervenuti: la presidente di ABC Acqua Bene Comune Alessandra Sardu; l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci; il presidente di TE.AM Centro Studi Internazionale Territorio Ambiente e Beni Culturali Antonio Tosi. In collegamento da Venezia interverrà inoltre Eriberto Eulisse, direttore esecutivo del Global Network of Water Museums (WAMU-NET). Il Lapis Museum – Museo dell’Acqua è stato inaugurato nel sottosuolo della Basilica della Pietrasanta nel 2021 dall’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Ets in collaborazione con ABC. Il Museo ha riattivato due enormi vasche ricavate dal tufo scavato sotto ai Decumani in epoca greca (circa 2400 anni fa, quando Napoli fu fondata). Oggi sono raggiungibili anche grazie a un ascensore “archeologico” realizzato con il contributo della Regione Campania. Il valore scientifico e storico del Museo dell’Acqua viene ogni giorno illustrato da guide esperte che accompagnano visitatori e studiosi lungo il percorso sotterraneo, animato da giochi di luce e infografiche.
«Il Museo rappresenta un bene comune della città – dichiara Raffaele Iovine, presidente dell’Associazione Pietrasanta – e, grazie all’adesione alla rete Unesco, intende non solo contribuire alla tutela di questo straordinario patrimonio archeologico ma anche impegnarsi a promuovere politiche attive sul tema dell’acqua, incrementando le attività di educazione a un suo corretto uso e accogliendo sempre di più un turismo responsabile».
«Il riconoscimento Unesco è motivo di grande gioia – sottolinea Alessandra Sardu, presidente ABC – e certamente da conto dell’importante lavoro che è stato condotto negli anni per la valorizzazione del sito. Come ABC siamo orgogliosi di aver sostenuto questo progetto, di enorme valore storico culturale, e perfettamente in linea con la mission dell’azienda che è quella di valorizzare l’acqua come bene comune in tutte le sue manifestazioni». «Esprimo l’auspicio che un tema così importante e trasversale – dichiara l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci – quale cardine dei progetti di sviluppo economico-sociale della Regione Campania, si affermi nella consapevolezza civica, grazie anche all’iniziativa Unesco. La cultura dell’acqua è il fondamento della vita e della relazione politico-istituzionale».
«L’affiliazione del Museo dell’Acqua di Napoli “Lapis” alla Rete Mondiale Unesco dei Musei dell’Acqua – spiega Eriberto Eulisse, direttore esecutivo del Global Network of Water Museums – conferma non solo la centralità del patrimonio storico partenopeo di civiltà delle acque nel bacino del Mediterraneo, ma anche il ruolo che oggi tutte le istituzioni devono svolgere per promuovere nuove attività educative verso usi più lungimiranti della risorsa – da quelli domestici e quotidiani a quelli su più vasta scala – per fondare una “nuova convivenza” con il bene più prezioso
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06 Lug, 2023 | Comunicare il sociale
Legge regionale di iniziativa popolare per il diritto alla cura, convoca il tavolo tecnico in Regione Campania per la sua approvazione. Ad incontrarsi martedì scorso per discutere i termini di quella che dovrà essere l’impianto della legge, i rappresentanti del Comitato promotore Diritto alla cura, a partire dalla presidente dell’associazione #iosononicolo Annamaria Ruggiero; la dottoressa Libera D’angelo, consulente della Commissione sanità. il Presidente della V commissione sanità Vincenzo Alaia; il presidente della commissione bilancio Franco Picarone. E ancora: il direttore generale del dipartimento salute Antonio Postiglione, il responsabile Tutela della salute Ugo Trama, la presidente della commissione politiche sociali Carmela Fiola, la dirigente Maria Rosaria Canzanella, numerosi consiglieri regionali come Roberta Gaeta, Vittoria Lettieri, Giuseppe Sommese e Valeria Ciarambino.
Di cosa si è discusso- Comunicare il Sociale fu il primo ad occuparsi dell’iniziativa della raccolta firme per l’approvazione in consiglio regionale della legge in supporto ai malati psichici, neurologici e sensoriali con patologie gravemente disabilitanti. Furono raccolte e depositate lo scorso 10 gennaio oltre 11.300 firme (la soglia minima era 10.000), con l’ok dell’aula – l’accettazione da parte da I Commissione permanente (Ordinamento Civile, Ordinamento della Regione, Risorse Umane, Affari Generali) avvenne a febbraio – ancora non ottenuto perché il testo non è ancora approdato in Consiglio regionale. Nonostante la volontà dell’ente regionale ad arrivare al risultato, affermano dal Comitato, “bisogna agire in fretta. Per questo, in attesa della legge, la giunta aveva già predisposto una delibera, ma si è deciso che la delibera verrà rielaborata alla luce di tutte le indicazioni fornite dal Tavolo Tecnico e che prima di essere portata in giunta verrà valutata nello stesso Tavolo tecnico’’ che “sarà permanente e strutturale in modo secondo quanto assicurato dal presidente della V Commissione Vincenzo Alaia’’. Dal Comitato danno ulteriori indicazioni dall’esito dell’incontro dei giorni scorsi. “Ci sarà anche, da parte della Regione, una rilevazione per verificare l’effettivo fabbisogno di posti letto. Per ora ne sono garantiti 281 e la stima attuale è tra 800 e 1.200, ma sarà appurato l’effettivo numero necessario, sia ora che in prospettiva’’. Altra notizia ritenuta “molto importante”: verrà fermata quella che è stata chiamata la “deportazione in RSA”. È stato l’avvocato Postiglione a garantire che tutti i malati che sono attualmente curati in strutture specializzate non verranno trasferiti, Alcuni distretti infatti stavano procedendo, tra infinite contestazioni, a questi trasferimenti, che ora saranno sospesi’’.
Le dichiarazioni di Annarita Ruggiero – Annarita Ruggiero, portavoce del Comitato Diritto alla Cura e presidente dell’associazione #iosononicolo, mamma di un ragazzino di 11 anni con lo spettro autistico e che sensibilizza il più possibile sulla necessità di avere una legge che ne regolamenti la cura, afferma: «Stiamo trovando nella Regione una straordinaria disponibilità, una volontà assoluta di arrivare alla soluzione di un problema che per molte persone rappresenta la possibilità non solo di continuare ad avere le cure di cui hanno bisogno ma addirittura di poter sopravvivere. Siamo grati a tutti per questo. Accogliamo con favore il fatto di accelerare i tempi con una delibera della giunta, per poter agire con urgenza in attesa che la legge faccia il suo percorso». La Ruggiero sottolinea anche come la «vittoria che otterremo non sarà solo dei malati e delle loro famiglie ma di tutti, perché renderà la nostra regione più giusta, più umana e anche un punto di riferimento per le altre regioni. E sarà merito di persone come quelle che oggi erano al Tavolo Tecnico».
di Antonio Sabbatino
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