OMOVIES Film Festival, il cinema per l’amore e contro la violenza: 52 opere in concorso

Il cinema contro tutte le forme di violenza e in favore di ogni manifestazione d’amore. Torna OMOVIES Film Festival, concorso internazionale di cinema omosessuale, transgender e questioning promosso dall’Associazione iKen Onlus con la direzione artistica di Carlo Cremona, con la 16a edizione che si terrà dal 11 al 16 dicembre a Napoli tra l’Accademia Belle Arti, il cinema Modernissimo, la casa accoglienza “Questa casa non è un albergo”, l’Istituto Francese di Napoli, con il contributo della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania e il con patrocinio dei Comuni di Napoli, Caserta, Salerno, Portici e San Giorgio, del Giffoni Film Festival, dell’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, dell’Arcc, la Croce Rossa Napoli, AMESCI e di I-Land.

 

Il claim di quest’anno è “I’m just me”, riferimento alla canzone “I’m just Ken” presente nel film record di incassi “Barbie” diretto da Greta Gerwig, che ha fatto riflettere per i temi LGBT trattati al suo interno. Sul manifesto campeggia la figura di una bambola/drag con le caratteristiche di Ken, personaggio alla ricerca di una propria essenza, battaglia che la comunità LGBT+ porta avanti da quando è uscita allo scoperto.

 

«Omovies è dedicato a promuovere la diversità attraverso il cinema, aprendo un dialogo sulla rappresentazione e autorappresentazione del sé e dell’altro nei contesti sociali di riferimento anche quando ostili. Fin dalla sua nascita nel 2008, Omovies ha costantemente sfidato gli stereotipi e contribuito a sensibilizzare il pubblico sulle questioni LGBTQ. E il sostegno della Regione Campania risulta decisivo per la veicolazione di questi messaggi. Questa edizione la dedichiamo a Elvira Notari e tutte le donne che nel cinema e nel teatro sono state autrici non avendo il riconoscimento giuridico di vivere da protagoniste la propria arte» ha dichiarato Cremona.

 

 

Il programma – In apertura lunedì 11 dicembre ore 10 nel bene confiscato alla Camorra sede del progetto “Questa casa non è un albergo” (via Genovesi, 36) la proiezione di “Soap Power”, prima campagna in animazione per la diffusione delle case accoglienza e dei centri LGBT+ finanziati dal Governo italiano, progetto ideato da iKen Onlus e realizzato in collaborazione con Giffoni Experience e l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, finanziato dall’Unar nell’ambito del Pon Inclusione. All’evento, in memora di Giulia Cecchettin, e di tutte le vittime innocenti, parteciperanno i ragazzi delle scuole del territorio, accolti dai residenti ospiti della casa accoglienza. Lo spot verrà poi presentato con iniziative itineranti come ad esempio in due appuntamenti al Multicinema di Giffoni il 5 e il 12 dicembre.

 

Proiezioni a ingresso gratuito al cinema Modernissimo (dalle ore 9 alle 12) e nell’Accademia Belle Arti di Napoli (dalle ore 15 alle ore 18). Tra gli eventi speciali una retrospettiva sul cinema di Giuseppe Bucci in occasione dei 10 anni dall’uscita del cortometraggio “Luigi e Vincenzo” con Francesco Paolantoni e Patrizio Rispo. In programma workshop di cinema a cura dei docenti Luigi Barletta e Gina Annunziata dell’Accademia Belle Arti di Napoli, Katherine Russo e Arianna Grasso dell’Orientale, Gabriele Prosperi della Federico II, e eventi nelle scuole coinvolte tra cui il “Nitti” di Portici e lo “Scotellaro” di San Giorgio a Cremano.

 

Sabato 16 dicembre alle 19 il gala di premiazione nel Teatro Dumas dell’Istituto Francese di Napoli presentato da Priscilla, volto televisivo di “Drag Race Italia”, durante il quale verranno svelati i vincitori del concorso cinematografico, alla presenza della Console Generale di Francia Lise Moutou Malaya. Tra i primi ospiti annunciati il cantautore Mario Castiglia, che ha scritto per Celine Dion e collaborato con Roberto De Simone e Luca De Filippo, le stelle nascenti come il cantautore Zarat e i ballerini Isan Wanigarathna Madagodage e Angelica Velasquez, il giornalista e conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone con il futuro sposo Simone Antolini.

 

Verranno assegnati premi al miglior lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio, miglior documentario corto e lungo, il premio speciale “Vincenzo Ruggiero” per giovani artisti under 25, istituito nel 2017 in memoria del ragazzo col sogno della recitazione, la cui giuria è composta dai genitori Maria Esposito (presidente del premio) e Franco Ruggiero. A giudicare le opere il concorso, la direzione artistica ha nominato un Academy internazionale composta anche dai componenti dell’associazione spagnola On & Off Theatre e dall’associazione croata CDA Cultural Development Association – Močvara, già impegnati con iKen nel progetto Erasmus+ Pride.

 

 

Il concorso cinematografico – In concorso 52 opere selezionate tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo (Italia, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Olanda, Belgio, Austria, Svizzera, Cile, Brasile, Stati Uniti, Canada, Indonesia) in proiezione all’Accademia Belle Arti di Napoli e il Modernissimo (ad ingresso gratuito), e poi disponibili dal 17 dicembre nella Cinema Room del portale www.omovies.it.

 

«Il programma di quest’anno offre una vasta gamma di film che esplorano l’esperienza LGBTQ+ da molte diverse prospettive. I film presentati spaziano dai documentari che raccontano vere storie di lotta e resilienza a cortometraggi o lungometraggi che esplorano l’identità e l’amore. Questa diversità rappresenta l’essenza stessa del festival: dare voce alle molteplici sfaccettature dell’esperienza LGBTQ», ha spiegato il direttore artistico Carlo Cremona.

 

Le proiezioni sono ad accesso gratuito e le opere filmiche in lingua originale con i sottotitoli in italiano a cura del progetto inTRANSlation, guidato dalla professoressa Katherine Russo per l’Università L’Orientale di Napoli, che hanno coinvolto in diversi seminari decine di docenti e centinaia di studenti in un percorso di studio tra lingue scritte e parlate con una attenzione all’autenticità del significato in una dimensione in forte evoluzione quale la linguistica.

 

 

 

OMOVIES è il primo festival internazionale di cinema a tematica LGBT+ del Sud Italia, nato nel 2007 con l’obiettivo di promuovere nei circuiti nazionali ed internazionali, Napoli e la Campania quali territori di socializzazione, solidarietà ed accoglienza e favorire lo sviluppo di un turismo differente. L’aspetto innovativo del festival resta il questioning, che vuol dire porsi domande riguardo un tema, una idea e si rivolge agli autori affinché realizzino opere in maniera libera sull’apertura e la condivisione delle tematiche LGBT+. Lo spettatore si troverà in un festival che parla d’amore in modo inclusivo e dei differenti modi di amare, che narra di storie di vita, di sogni, di speranze e di umanità. L’associazione iKen risulta aggiudicatrice del cofinanziamento della legge cinema della Regione Campania.

 

 

L’articolo OMOVIES Film Festival, il cinema per l’amore e contro la violenza: 52 opere in concorso proviene da Comunicare il sociale.

“Non è un Destino”, il libro di Lella Palladino

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una escalation di efferati atti di violenza fisica, psicologica, sessuale nei confronti delle donne.

Sgomenti ci si interroga su come fermare tale drammatica   spirale e sempre più emerge la necessarietà di un impegno che preveda la partecipazione di tutti: uomini e donne.

Ormai da trenta anni, tra le donne impegnate nella programmazione e gestione di interventi per la lotta ed il contrasto della violenza maschile e per la promozione della soggettività e dei diritti delle donne in tale lotta ormai da trenta anni vi è Lella Palladino.

Rigorosa, coriacea, Sociologa femminista, attivista dei centri antiviolenza, esperta in tematiche di genere, socia fondatrice della Cooperativa Sociale EV.A., componente del Consiglio Nazionale dell’Associazione DiRe, Donne in rete contro la violenza per 5 anni e successivamente Presidente fino a Novembre 2019. Componente nominata, del Tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità ai lavori del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017/2020. Da giugno 2019 componente del Forum Disuguaglianze e Diversità e componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica con nomina con decreto ministeriale del 19 luglio 2022

Nel 2020 debutta come autrice del libro “Non è un Destino” ( editore Donzelli, pag 144, costo 14 euro) in cui vengono rappresentate storie di donne riuscite a rielaborare la violenza subita riconoscendo la totale responsabilità a chi ne è stato artefice.

Tina, Lia, Francesca, Paola, Lucia, Sonia, grazie ad altre donne, all’accoglienza empatica, esperta e non giudicante dei centri antiviolenza, sono riuscite ad assumere il controllo della propria vita, fino a divenirne protagoniste.

Dopo un lungo e faticoso percorso, durante il quale hanno dovuto fare inevitabilmente i conti con i mostri del proprio passato e contro stereotipi culturali, hanno compreso l’importanza di prendersi cura di sé, aspirando a rapporti autentici, sottraendosi a forme di dipendenza che spesso hanno conclusioni drammatiche.

Leggendo questo testo non si può far a meno di abbracciare virtualmente queste donne coraggiose e di augurare loro di volersi bene, di porsi sogni ed obiettivi importanti, di ritornare a vivere ed amare.

Essere vittime di soprusi  “ non è un inevitabile destino”, ci si può sottrarre chiedendo aiuto a persone competenti ed orientandosi nei luoghi giusti.

A tal proposito, necessario ringraziare tutte quelle donne che, nonostante difficoltà, pregiudizi dilaganti, una imperante società maschilista, non rinunciano a lottare per salvaguardare gli inviolabili diritti di tutte.

 

 

                                                                di Maria Rosaria Ciotola

L’articolo “Non è un Destino”, il libro di Lella Palladino proviene da Comunicare il sociale.

ITALIANI SEMPRE PIU’ POVERI: IN 10MILA HANNO CHIESTO AIUTO NEL 2023 ALLE MENSE FRANCESCANE

Non si arresta la povertà in Italia: complici l’inflazione e l’aumento del costo della vita, le famiglie e le persone più fragili sono sempre più in difficoltà. Sono già oltre 10.000 le persone che nel 2023 hanno chiesto aiuto alle 20 mense francescane di Operazione Pane per un pasto caldo e un sostegno con le spese quotidiane. Numeri che, inseriti nel quadro dei dati Istat, secondo i quali nel 2022 erano oltre 5,6 milioni gli individui in condizione di povertà assoluta, danno la misura della gravità della situazione.

Tra chi chiede aiuto alle mense di Operazione Pane sono in crescita soprattutto le persone sole: nel 2023 sono state oltre 7.300, il 6% in più rispetto allo scorso anno; ma tante sono anche le famiglie, e quindi i bambini, che devono contare sull’aiuto dei frati per mettere un pasto in tavola. Nel 2023 le mense stanno supportando più di 1.400 famiglie, composte da più di 750 mamme, 650 papà e 1.400 bambini.

A livello nazionale, nel 2022, sono state 2,18 milioni le famiglie in povertà assoluta e 1,27 milioni i minori in questa situazione.

 «Negli ultimi anni abbiamo accolto e sostenuto sempre più persone – commenta fr. Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano – e la situazione non sta migliorando. Con l’aumento dei prezzi per troppe persone è sempre più difficile mettere un pasto in tavola, ma il bisogno alimentare non è l’unico che incontriamo. In tanti si rivolgono a noi perché non riescono a pagare le bollette e l’affitto, perché lo stipendio non basta ad arrivare a fine mese. Per continuare a stare accanto a tutte queste persone – conclude il direttore di Antoniano – abbiamo a nostra volta bisogno dell’aiuto di tutti.»

Nel 2023 Antoniano ha scelto di stare anche accanto alle popolazioni colpite dall’alluvione che ha investito l’Emilia-Romagna, come partner tecnico dell’iniziativa solidale Italia Loves Romagna. Da allora continua a impegnarsi per sostenere le persone rimaste senza una casa, in particolare la realtà delle Suore Francescane della Sacra Famiglia di Cesena.

Dal 27 novembre al 23 dicembre torna la campagna solidale Operazione Pane, per sostenere le mense della rete: 20 realtà francescane distribuite su tutta la penisola, da Torino a Palermo, passando per Milano, Bologna, Roma, a cui quest’anno si aggiungono le due nuove mense di Cava de’ Tirreni (SA) e Reggio Calabria. Ogni mese insieme distribuiscono quasi 41.000 pasti. Operazione Pane è presente anche all’estero con 3 realtà in Ucraina, in Romania e  in Siria.

È possibile contribuire con un sms o una chiamata da telefono fisso al 45538. La campagna sarà attiva anche durante lo Zecchino d’Oro, in programma su Rai Uno, dal 1 al 3 dicembre, per l’edizione 2023 dal titolo La musica può. Da oltre 60 anni, infatti, lo Zecchino d’Oro e il Piccolo Coro dell’Antoniano ci insegnano che la musica può trasformarsi ogni giorno in un aiuto a chi è in difficoltà.

L’articolo ITALIANI SEMPRE PIU’ POVERI: IN 10MILA HANNO CHIESTO AIUTO NEL 2023 ALLE MENSE FRANCESCANE proviene da Comunicare il sociale.

La casa di accoglienza di Maria Rosaria: “Qui accogliamo i parenti dei pazienti del Monaldi”

Nel 2010 nasce, in uno spazio in comodato d’uso concesso dall’ospedale Monaldi, la casa di accoglienza nel Parco dell’azienda ospedaliera Monaldi a opera dell’Associazione Maria Rosaria Sifo Ronga, una donna venuta a mancare a seguito di un trapianto d’organo ad Udine.

Da allora più di 4mila persone sono state ospitate nella struttura; familiari di persone, di regioni diverse, i cui parenti sono ricoverati presso l’Ospedali Monaldi o il CTO o il Cotugno. Per poter accedere è necessario presentare il certificato di ricovero del proprio familiare, un documento di riconoscimento e, negli ultimi tempi, dimostrare di non essere affetti da Covid.

L’organizzazione della casa che si compone di sedici stanze ciascuna contenente due posti letto, una cucina, una lavanderia, un soggiorno e uno spazio esterno, è affidata a sei volontari. Empatici, rigorosi nel far rispettare le regole, accoglienti e disponibili all’ascolto rappresentano un importante punto di riferimento per i tanti che sono bisognosi di un luogo accogliente ove sostare.  La permanenza è gratuita, non rari contributi spontanei ricevuti, unica richiesta avanzata la disponibilità a devolvere il 5 per mille all’Associazione. Il presidente dell’associazione  evidenzia l’importanza delle relazioni che si instaurano tra gli ospiti , provenienti da luoghi diversi ma tutti colpiti dal medesimo dolore .  

di  Maria Rosaria Ciotola

      

L’articolo La casa di accoglienza di Maria Rosaria: “Qui accogliamo i parenti dei pazienti del Monaldi” proviene da Comunicare il sociale.

Cala il sipario sul XV Festival del Cinema dei Diritti Umani: vincono “Sarura” e “Donde los niños no suenan”

Con l’assegnazione di premi e menzioni speciali cala il sipario sulla quindicesima edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, quest’anno dedicato alla memoria delle giovani vittime della strage di Cutro e interamente concentrato nella sua parte di eventi internazionali sui bambini coinvolti in guerre e conflitti ad ogni latitudine e longitudine del mondo.

Ad aggiudicarsi i due riconoscimenti più importanti due lavori di cineasti italiani. Nella categoria DOC vince “Sarura” di Nicola Zambelli, che racconta la resistenza ultraventennale degli abitanti del villaggio palestinese di At-Tuwani in Cisgiordania contro i tentativi di sgombero e di evacuazione da parte dell’autorità politica e militare israeliane, simbolo della resistenza pacifica del popolo palestinese che si rinnova costantemente nel tempo. Menzioni speciali in questa categoria anche per “Notes on displacement” di Khaled Jarrar, “The decree” di Nejla Demirci (che si aggiudica anche la menzione speciale Arrigoni – Mer Khamis) e “Kenya” della messicana Gisella Delgadillo.

Nella categoria SHORT dedicata ai corti a vincere è “Donde los niños no suenan” di Stefano Sbrulli, che con coraggio e dedizione racconta dei bambini di Cerro di Pasco, dove si estraggono ogni giorno tonnellate di zinco, piombo e metalli pesanti rendendo la città mineraria delle Ande peruviane una delle più inquinate al mondo e i suoi figli segnati ancor prima di nascere. In questa categoria menzioni speciali per “Black rain in my eyes” di Amir Athar e Amir Masoud Soheili e “Split ends” di Alireza Kazemipour (Iran) che vince anche la menzione speciale Platea Diffusa.

All’elenco dei vincitori si accodano gli altri vincitori di riconoscimenti. Il premio della FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (partner del Festival) DOC è stato assegnato al film “Holding up the Sky” del regista belga Pieter Van Eecke mentre lo SHORT va ad “Adjustement” del regista iraniano Mehrdad Hasani.

L’Ambasciata di Svizzera in Italia, partner di lungo corso del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, già da diversi anni premia il film del concorso che meglio interpreta il valore della pace. In questa edizione ad aggiudicarsi il titolo è “Stai fermo lì” dell’italiana Clementina Speranza.

“American dream” di Renee Shi si aggiudica lo Human Rights Youth, il premio assegnato da giovani e studenti alla miglior opera di autori sotto i 25 anni, e lo fa raccontando, senza parole, un tema delicato come quello del facile uso delle armi e le sue conseguenze.

Un capitolo a parte merita poi “The Illusion of Abuncance” (Erika Gonzalez Ramirez, Matthieu Lietaert) che è il primo vincitore del premio che il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha dedicato a Mario Paciolla. Al giovane cooperante partenopeo morto in Colombia in circostanze che definire poco chiare è un eufemismo l’organizzazione ha deciso di intitolare uno specifico riconoscimento, un modo – spiegano – di tenere alti i riflettori sulla battaglia che Anna Motta e Pino Paciolla continuano imperterriti a condurre chiedendo verità e giustizia per il proprio figlio.

Così come – si augura il coordinatore del Festival Maurizio Del Bufalo – i riflettori restino accesi sulla condizione dei bambini del mondo, vero fulcro dell’intera manifestazione che quest’anno ha visto partner d’eccezione l’Università Orientale di Napoli, che di fatto ha permesso di trasformare la storica aula delle Mura Greche della sede di piazza San Domenico in una “sala di cinema” aperta gratuitamente per due settimane di fila.

“Arrivare a quindici edizioni trattando temi che non sono di mero intrattenimento – spiega Del Bufalo – per noi è motivo di grande orgoglio. Quest’anno grazie alla sinergia con l’Università Orientale e le istituzioni, che si è tradotta in una sorta di villaggio dei diritti umani nel cuore di un centro storico ad alta vocazione turistica (insieme al Festival il complesso di San Domenico Maggiore ha ospitato la mostra WARS dell’Atlante dei Conflitti e delle Guerre, ndr), abbiamo la sensazione di essere diventati parte integrante del tessuto culturale e urbano di questa città, ancor più che in altre occasioni”.

“Per il resto – continua Del Bufalo – sono arrivate le solite conferme sulla grande attenzione che viene a noi riservata: 37 film in gara, 55 Paesi rappresentati, ospiti internazionali da Kiev al sud America rendono il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli una delle poche vere manifestazioni di respiro globale sul nostro territorio regionale. Abbiamo il dovere di preservare questa ricchezza generata negli anni e siamo già al lavoro per una sedicesima edizione ancora più radicata, ancora più endemica, ancora più aperta al mondo”.

L’articolo Cala il sipario sul XV Festival del Cinema dei Diritti Umani: vincono “Sarura” e “Donde los niños no suenan” proviene da Comunicare il sociale.

Municipalità 1 di Napoli, campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

“Come Municipalità 1 abbiamo deciso di lanciare, in occasione delle settimane dedicate alla campagna di comunicazione sulla violenza sulle donne, dei segnali ben precisi alla collettività illuminando per esempio la nostra sede di rosso per accendere i riflettori sul tema e realizzando grazie alle competenze interne al consiglio con il sostegno e la collaborazione di tutti i consiglieri, che ringrazio, un video per dire alle donne che non bisogna aspettare che sia troppo tardi, per dire alle donne che non sono e non si devono sentire sole. Gli strumenti ci sono – dichiara Giovanna Mazzone Presidente della Municipalità 1 – e il nostro compito è farli conoscere e fare rete con le realtà che sostengono e seguono le donne in difficoltà. Il nostro video, che in queste ore sta girando sui social che riprende i volti dei 30 consiglieri e dei componenti della Giunta della Municipalità 1, con dei cartelli tra le mani dove sono scritti i segnali che devono allarmare le donne, – continua la Mazzone – è nato perché ritengo che tutti noi, in qualità di riferimenti sul territorio, ci sentiamo sentinelle e siamo pronti ad accoglierle e sostenere chi decide di chiedere aiuto”

“I dati sui femminicidi, e sulla violenza di genere, ci dicono che dobbiamo fare di più e che la violenza è una piaga terribile, subdola e senza distinzione di ceto sociale e di età – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali della Municipalità 1 Benedetta Sciannimanica. Insieme alle Consigliere Martina Pugliese e Fabiana Sciarelli, abbiamo lavorato per la realizzazione della campagna di sensibilizzazione. Nelle scorse settimane, abbiamo contattato il numero nazionale 1522 per reperire materiale informativo da distribuire nei nostri uffici e darne massima diffusione, convinte dell’importanza di diffondere il numero nazionale Anti Violenza e Stalking,.”

“Il contrasto alla Violenza sulle donne è una vera e propria battaglia che, con una forte alleanza tra scuola, famiglia e istituzioni, mettendo insieme la forza di tutti gli uomini e le donne impegnati nella società – conclude la Mazzone – dobbiamo combattere affinchè non ci sia più da piangere nessuna donna.”

L’articolo Municipalità 1 di Napoli, campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne proviene da Comunicare il sociale.