13 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
Dopo aver fatto tappa in altre città italiane il regista Levan Koguashvili terminerà il tour italiano a Napoli Mercoledì 14 Febbraio alle ore 20.00 presentando il suo film Brighton 4th al Cinema Metropolitan per il pubblico partenopeo e per invisibili ludopatici in cura presso il Dipartimento Dipendenze – ASL NA1 Centro, diretto dal dr. Gennaro Pastore e con la presenza in sala di Khvicha Kvaratskhelia, il calciatore georgiano del SSC Napoli: sarà una proiezione inclusiva in cui verrà sottolineata l’importanza della disciplina data dalla pratica dello sport che, insieme alla cultura, costituisce il miglior scudo contro le difficoltà della vita.
Brighton 4th racconta una storia sul delicato tema della dipendenza da gioco: ispirato a una storia vera, il film ha ispirato Invisible Carpet a realizzare l’anteprima inclusiva, nostro format e nostra mission, per il pubblico di Napoli e gli invisibili affetti da ludopatia. A margine della proiezione si terrà il Q&A moderato dal giornalista Alessandro Savoia.
Con il film Brighton 4th il regista Levan Koguashvili è stato candidato per la seconda volta ai Premi Oscar® nella categoria Miglior film internazionale, mentre al Tribeca FF 2021 ha ricevuto i 3 maggiori premi: Miglior Attore, Miglior Film Internazionale e Miglior Sceneggiatura.
Tragicomico e potente, è una storia toccante, quella raccontata da Koguashvili, che si ispira a maestri del nostro neorealismo come Vittorio De Sica; il regista georgiano era già stato candidato dalla Georgia ai Premi Oscar del 2011 con il suo Street Days, considerato da molti critici come l’inizio di una nuova ondata del moderno cinema georgiano.
BRIGHTON 4th racconta la storia di Kakhi, un ex campione olimpionico di wrestling (interpretato da Levan Tediashvili, realmente 2 volte campione di wrestling alle Olimpiadi nel 1972 e nel 1976) che viaggia da Tbilisi a Brighton Beach, quartiere periferico di New York popolato di immigrati sovietici, per far visita a suo figlio Soso (Giorgi Tabidze) che non sta studiando medicina, come credeva Kakhi, ma sta lavorando per una società di traslochi, vive in una squallida pensione e ha accumulato un debito di gioco di 14.000 dollari con un capo della mafia locale. Per aiutare il figlio, Kakhi propone al mafioso, appassionato di wrestling, di combattere con lui: se Kakhi vincerà, il debito del figlio sarà estinto.
La fragilità del figlio giocatore compulsivo è diametralmente opposta all’autodisciplina del padre campione di wrestler, e il vivace quartiere di Brighton Beach è la desolante e splendida cornice che impregna il film di pura autenticità.
Instancabile, concentrato e fortemente talentuoso, Levan Koguashvili è già al lavoro sul prossimo film dal titolo Guria, nome di una regione situata nella parte occidentale della Georgia, sul Mar Nero, dove il progresso, dopo il crollo dell’URSS negli anni ’90, non è ancora arrivato e gli abitanti lottano per la loro sopravvivenza quotidiana con umorismo e canzoni.
Invisible Carpet è una società di produzione e distribuzione cinematografica nata nel 2020 grazie alle agevolazioni di Invitalia. Le anteprime inclusive sono la nostra mission e il nostro format: portiamo il grande schermo agli invisibili, persone non completamente connesse col tessuto sociale, perché crediamo che attraverso la visione di un film adeguato al pubblico fragile, si possa offrire il seme della speranza allo spettatore e un monito alle istituzioni preposte alla tutela degli ultimi.
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13 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
La lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign. Infatti, nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone.
Il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città fuorilegge nel 2022 e 31 nel 2021. In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche le tre città venete, Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano), e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36.
I dati evidenziano un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente attribuibile alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il 2023, anziché a un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog. Tuttavia, le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2).
Se il 2030 fosse già qui, il 69% delle città risulterebbe fuorilegge per il PM10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc). Situazione analoga anche per il PM2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti.
“Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani italiani rimane un miraggio, come dimostra la fotografia scattata dal nostro rapporto Mal’Aria di città”, dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Le fonti sono note così come sono disponibili e conosciute le azioni e le misure di riduzione delle emissioni, ma continuiamo a registrare ancora forti e ingiustificati ritardi nel promuovere soluzioni trasversali. Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog, dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità, dove le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”.
“I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento” – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il PM2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell’OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”.
Le sorti della salute dei cittadini europei saranno determinate nel trilogo, l’ultima fase del processo di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, prevista entro febbraio 2024. Considerando che in Italia ci sono 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del PM2.5, è cruciale – avverte Legambiente – che il Governo italiano non ostacoli ulteriormente questo percorso, evitando deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi.
Le proposte di Legambiente. Per uscire dalla morsa dell’inquinamento – secondo il Cigno Verde – bisogna tenere conto delle diverse realtà territoriali e agire sulle diverse fonti di emissioni di inquinanti atmosferici in maniera sinergica. Solo così si potrà nel medio periodo tornare a respirare aria pulita nelle nostre città. Ecco, le direzioni da seguire:
Muoversi in libertà e sicurezza per le città. Servono investimenti massicci nel TPL, incentivi all’uso del trasporto pubblico, mobilità elettrica condivisa anche nelle periferie, implementare ZTL, LEZ (Low emission zone) e ZEZ (Zero emission Zone), elettrificazione anche dei veicoli merci digitalizzare i servizi pubblici, promuovere l’home working, ampliare reti ciclo-pedonali e ridisegnare lo spazio urbano, a misura di persona con limiti di velocità a “città 30”, rendendo al contempo la mobilità non solo più pulita, ma più sicura e realmente inclusiva.
Riscaldarsi bene e meglio. Bisogna vietare progressivamente le caldaie e generatori di calore a biomassa nei territori più inquinati; negli altri invece supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero”, con sistemi di filtrazione integrati o esterni, o soluzioni ibride.
Occuparsi anche delle campagne. In aree rurali con agricoltura e allevamento intensivo, le emissioni agricole possono superare quelle industriali o urbane. Occorre dunque vigliare sul rispetto dei regolamenti per lo spandimento e rapido interramento dei liquami, e promuovere investimenti agricoli verso pratiche che riducano le emissioni ammoniacali, come la copertura delle vasche di liquami e la creazione di sistemi di trattamento, soprattutto per la produzione di biometano.
Monitorare per la tutela della salute. È inoltre necessario cambiare anche la strategia di monitoraggio sinora impiegata, aumentando il numero di centraline di monitoraggio in modo da garantire una copertura di tutte le principali aree urbane del Paese. Con la prossima adozione di nuovi limiti più allineati con quelli dell’OMS, infatti, molte delle aree che ora sono in regola non lo saranno più e la verifica costante e puntuale della situazione sarà ancora una volta quanto mai necessaria. Oggi sono disponibili sensori a basso costo che si possono affiancare alle centraline tradizionali, rendendo il monitoraggio distribuito, capillare e scientificamente fondato secondo il paradigma delle smart cities.
Quest’anno, Legambiente lancia la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento” che si svolgerà dall’8 febbraio al 6 marzo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile, di cui anche il cigno verde fa parte, farà tappa in 18 città italiane per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. L’iniziativa giungerà a Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara(21-22/02), Bologna (23/02), Padova(24/02), Perugia(24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina(28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino(1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03). Durante le tappe, saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, sia iniziative di piazza come flash mob, presidi, attività di bike to school. Zero Emission, sharing mobility, TPL elettrico e Città30 saranno alcuni dei principali temi affrontati. Nelle tappe di Avellino, Trieste e Genova, inoltre, i tre giovani vincitori del bando nazionale MOB (categoria “Proposte per il presente”), organizzato da Fondazione Unipolis, avranno modo di raccontare a cittadini e amministratori le loro idee progettuali per rendere la mobilità delle loro città più sostenibile e accessibile. Grazie al progetto LIFE MODErn (NEC), Clean Cities sarà anche l’occasione per i volontari di Legambiente di accendere i riflettori sull’impatto che l’inquinamento atmosferico ha sugli ecosistemi e sulla biodiversità, oltre che sulla salute umana, con flash mob sia a Roma che a Milano.
Il racconto della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città30 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab e Twitter GreenMobility. Legambiente lancia anche per quest’anno la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.
Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/malaria
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13 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
“Lib(e)ri: Integrazione della Reading Literacy nel sistema formale di formazione degli insegnanti” questo il titolo del corso di formazione per docenti campani organizzato dalla Fondazione Valenzi in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura del Ministero della cultura, che vedrà il suo evento conclusivo Sabato 17 febbraio dalle 10 nella sede della Fondazione nel Maschio Angioino.
Il progetto ha coinvolto circa cinquanta docenti di diversi istituti secondari di secondo grado campani, con lo scopo di ampliare le conoscenze nell’ambito della formazione di giovani lettori.
Le finalità del corso di formazione per gli insegnanti sono state quelle di permettere la crescita delle capacità di comprensione del testo calibrata per settori e classi di età, come pure l’orientamento per le ricerche in Internet, per l’utilizzo dei libri di testo scolastici e l’elaborazione di testi. Le lezioni sono state svolte dai bibliotecari Maria Rosaria Bacchini, Stefania Castanò e Nicola Madonna.
Durante il progetto sono stati anche realizzati in bozza percorsi formativi (PCTO) per gli studenti sui temi della Reading Literacy, visite guidate presso soggetti della rete (musei, archivi, biblioteche) e presentazioni di libri presso le scuole con gli autori coinvolti dalle librerie partecipanti al progetto.
I docenti coinvolti nel progetto hanno ideato sei “guide tematiche” in sei diversi ambiti: umanistico-letterario, matematico, delle scienze naturali, storico-giuridico-filosofico, artistico e linguistico. L’incontro finale sarà caratterizzato dalla presentazione delle sei Guide Tematiche realizzate e dalla consegna degli attestati.
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12 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
È la storia di una amicizia speciale, fatta di rispetto e protezione. I protagonisti: una donna e un incrocio molosso. La giornalista Stella Cervasio racconta nel libro “Babas , memorie di un cane rosso” il suo rapporto con gli animali, soprattutto con il suo indimenticabile Babas. Pubblicato dalla storica casa editrice Giannini Editore, nella collana Sorsi, il libro verrà presentato giovedì 15 febbraio alle ore 18 presso la Feltrinelli di Piazza dei Martiri di Napoli. Con l’autrice dialogherà: la giornalista Roberta D’Agostino, il direttore editoriale Giulia Giannini e il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.
Introduce e modera l’evento la giornalista e scrittrice Tiuna Notarbartolo, direttore del Premio Elsa Morante.
“Babas , memorie di un cane rosso” è il volume 11 della famosa collana “Sorsi”, libri piccolissimi nel formato che rinvigoriscono lo spirito proprio come una tazzina di caffè . Il “Sorso” scritto dalla giornalista e scrittrice Stella Cervasio, è la testimonianza più elevata dell’amore incondizionato che proviamo per i nostri angeli a quattro zampe. Un grande messaggio per le anime sensibili che la nota giornalista napoletana ha deciso di regalare a chi condivide la sua vita con un “vero amico”. Il suo è un racconto di vita, e come tutte le esperienze anche questa non è priva di difficoltà. Il suo Babas, non sostituisce un figlio, ma è un essere vivente a sé stante e come tale viene amato, rispettato e protetto.
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