Biblioteca aperta fino a tardi, decuplicati gli ingressi. Termina il progetto che ha rigenerato lo spazio di Ponticelli

Chiude con il record di ingressi il progetto Socializziamo in Biblioteca 2, il progetto finanziato dall’8xmille della Chiesa Valdese, per la riqualificazione della biblioteca comunale Grazia Deledda di Ponticelli. Il progetto, realizzato dalle associazioni Noi@Europe, TerradiConfine e dalla Cooperativa Sepoffà, ha fatto registrare nel solo mese di gennaio 2024 ben 680 ingressi.

Socializziamo in biblioteca 2 ha permesso una gestione negli ultimi 12 mesi da parte degli enti del terzo settore che hanno incrementato le attività previste nella struttura comunale di Ponticelli, dalla catalogazione dei testi a presentazione di libri e attività per bambini, dal prolungamento dell’orario di chiusura fino alle 20 al monitoraggio, giochi di società. Un’attività quotidiana che, da inizio progetto, ha decuplicato gli ingressi(+857%). Nel periodo tra settembre 2022 e gennaio 2023 – gestione esclusiva comunale e con apertura solo mattina – la Deledda ha registrato 278 utenti. Con il progetto Socializziamo in Biblioteca e con l’apporto degli enti sopra citati, da settembre 2023 a Gennaio 2024 (con apertura prolungata) la Deledda ha registrato 2661 utenti.

“Non abbiamo purtroppo i dati a disposizione del resto della città ma possiamo dire, con certezza, grazie al lavoro di monitoraggio svolto, che quella di Ponticelli è la Biblioteca di pubblica lettura più frequentata di Napoli est” commentano gli enti che hanno lavorato al progetto.

“Ponticelli e la periferia orientale sono in testa in un indicatore di benessere e non di disagio. Questo è motivo di grandissimo orgoglio per noi, in uno spazio, ricordiamolo, che ha il 60% delle aree inagibili e che significa: meno aule a disposizione, meno posti a sedere per studiare, meno aule per fare formazione” continuano le associazioni.

Importante, per gli enti, la modalità con la quale si sono raggiunti questi risultati. “Abbiamo puntato sulle competenze degli operatori, arredando il salone centrale per recuperare postazioni, fissando le attività più rumorose negli orari di minor afflusso di studenti.

Un’alchimia di azioni che ha avuto come visione quella di rafforzare il rapporto con la comunità che vive tutti i giorni la biblioteca e lo abbiamo fatto con il massimo dell’umiltà, chiedendo suggerimenti, accettando critiche. Tra le azioni, ci teniamo a sottolinearlo, anche l’interlocuzione continua e costante con le istituzioni locali”.

La Biblioteca Deledda a Ponticelli è oggi uno spazio giovane per un quartiere giovane. Dal monitoraggio condotto emerge che “quasi l’80% degli utenti registrati della biblioteca ha tra i 18 e i 34 anni. La Biblioteca è, di fatto, uno degli spazi di aggregazione giovanile del quartiere. Ponticelli ha 50.000 abitanti, molti impianti sportivi chiusi e una vita notturna quasi assente. Vista così, un posto inospitale per i giovani. In questo quadro  – sottolineano le associazioni – la biblioteca è un punto di riferimento: per studiare, lavorare col proprio pc, ma anche incontrare i propri coetanei, fare pause nella aula all’aperto, scambiare quattro chiacchiere. Uno spazio sicuro e accogliente per i giovani di Ponticelli e di tutta la città”.

Il progetto Socializziamo in Biblioteca 2, concludono gli enti che hanno lavorato nella Deledda, “certifica che il modello di gestione integrata tra pubblico e privato sociale funziona in quanto implementa e migliora la qualità dei servizi offerti. Quello proposto è una best practice che stiamo già portando in altre strutture della città. Il terzo settore dimostra ancora una volta la sua importanza tanto a livello di costruzione della comunità territoriale sia nella risoluzione tempestiva di problematiche quotidiane” concludono gli enti.

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Al via la campagna “Città2030” di Legambiente, le sfide per una mobilità sostenibile

È partita da Avellino la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, l’iniziativa organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile. Durante la tappa avellinese, in occasione dei 40 anni dalla ricostruzione post sisma della stazione ferroviaria, Legambiente ha presentato i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana, accompagnando il tutto con proposte concrete per trasformare il capoluogo avellinese in una vera clean city entro il 2030.

Sebbene non si registrino superamenti degli attuali valori medi annuali di principali inquinanti dell’aria (PM10, PM2.5 e NO2), Avellino rimane distante dagli standard previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell’aria prevista dal 2030. Infatti, è il capoluogo campano che dovrà compiere maggiori sforzi, riducendo del 31% la concentrazione di PM10 e del 41% quella di PM2.5 entro i prossimi 6 anni. Per di più, il tasso di motorizzazione ad Avellino, con 65 auto ogni 100 abitanti, è tra i più alti del Paese e deve diminuire del 50% entro il 2030, un obiettivo ostacolato dalla mancanza di valide alternative di mobilità urbana. La domanda di trasporto pubblico rispecchia inoltre la scarsa offerta, con soli 29 viaggi per abitante all’anno (fonte: Ecosistema Urbano 2023).

Il punto critico della mobilità urbana avellinese è rappresentato dall’assenza di una stazione ferroviaria pienamente funzionante e dalle limitate opzioni di accessibilità al capoluogo dalle principali località urbane come Napoli e Roma per coloro che non sono provvisti di un’auto e non possono usufruire dei servizi di bus.

“La città di Avellino – dichiara Antonio Di Gisi, presidente Legambiente Avellino e direttivo Legambiente Campania – è da anni orfana di una stazione ferroviaria, nel giorno del quarantesimo anniversario dalla sua riapertura siamo qui per presentare i dati sulla mobilità sostenibile in città e per confrontarci le opportunità per il quartiere di Borgo Ferrovia e per tutta la città di Avellino. I dati presentati sulla mobilità ci restituiscono una città lontana dagli obiettivi 2030 in cui si continua a sostenere che il potenziamento dei trasporti su gomma sia una valida alternativa alla rinascita della ferrovia. Abbiamo deciso di lanciare un’indagine condotta con Arci Avellino volta a osservare le criticità della mobilità sostenibile attraverso un questionario sottoposto agli utenti del TPL di Avellino e hinterland che porterà alla presentazione di un mini-dossier con osservazioni e proposte sul tema. Avellino – conclude Di Gisi – ha bisogno di collegamenti veloci con le grandi città e con la provincia. Solo in questo modo potremo uscire dal decennale isolamento e combattere il continuo esodo dai nostri territori”.

Naufragato, inoltre, il progetto di metropolitana leggera che ha lasciato spazio al progetto di un nuovo collegamento in ambito metropolitano a mezzo bus.  La città non dispone ancora di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), essenziale per lo sviluppo di una mobilità a zero emissioni e accessibile a tutti. Sul versante della ciclabilità, sono stati tracciati alcuni km di piste ciclabili, ma è necessaria un’efficace campagna di comunicazione, ad oggi mai realizzata.  La Zona a Traffico Limitata (ZTL) coinvolge solo Corso Vittorio Emanuele e tratti di vie limitrofi, rappresentando una testimonianza di come la città potrebbe trasformarsi se adeguatamente disegnata e rivissuta. Da giugno a settembre, e solo nell’orario serale, viene attuata la ZTL anche nel centro storico, causando molte polemiche per la segnaletica poco visibile (ma a norma) e le numerose multe elevate. Infine, non sono attualmente in vigore divieti sulla circolazione dei veicoli più inquinanti.

I dati sono stati presentati questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso la stazione, con la partecipazione di Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino, Pietro Mitrione di Inlocomotivi, Simone Nuglio, responsabile della campagna Città2030 di Legambiente, e Francesco Moledda, Program Officer per Fondazione Unipolis, insieme ad Antonio Dello Iaco, giovane vincitore del concorso nazionale MOB nella categoria “Proposte per il presente”, organizzato dalla Fondazione. Il progetto vincitore, ideato da Dello Iaco, punta a creare una piattaforma digitale che semplifichi l’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale (TPL) e favorisca una maggiore interazione tra la cittadinanza e i gestori del servizio.

Città2030 di Legambiente è un viaggio in 18 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Dopo Avellino, si fermerà a Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (24/02), Padova(24/02), Perugia(24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina(28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino(1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

Il racconto della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città2030 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab e Twitter GreenMobility. Legambiente lancia anche per quest’anno la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.

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Dai poveri agli anziani: progetti e ricerche per le città a misura dei cittadini

Dai ‘nuovi poveri’ ai migranti, dai precari agli anziani. Da giovedì 15 febbraio ritornano le riflessioni del ciclo di incontri “La città come comunità educante” ideato dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Un progetto, frutto del lavoro del CARE, Centro di Ateneo per la Ricerca educativa e per l’alta formazione degli insegnanti e degli educatori e del DIE, Centre de recherche au sujet de Désaffiliation, Incertitude, Exclusion, finalizzato allo studio interdisciplinare e alla raccolta di idee sulle scelte socio-educative, politiche ed economiche di organizzazione dello spazio urbano con particolare attenzione alle dinamiche di inclusione ed esclusione che attraversano ogni configurazione sociale e che interessano particolari gruppi di cittadini.

Otto incontri (fino al 14 giugno) aperti a tutti che si svolgeranno online per consentire l’intervento di alcuni dei massimi esperti dei settori della sociologia e della pedagogia afferenti a diverse Università italiane (da Milano a Messina) al fine di “riprogettare il vivere in città a partire da uno sguardo interdisciplinare e intersezionale” come spiegano i docenti Unisob ideatori dell’iniziativa: Fabrizio Chello, professore di Pedagogia generale e sociale e Stefania Ferraro, professoressa di Sociologia dei fenomeni politici.

Il progetto scientifico, promosso anche con il supporto di uno dei Centri di Ricerca di rilievo internazionale dell’Università Suor Orsola Benincasa (Se-ForTECA – International Research Group Self-Formation in situations of Transition: from Early Childhood to Adulthood) e di URiT (Unità di ricerca sulle Topografie sociali), prenderà il via giovedì 15 febbraio alle ore 16 (con un meet aperto a tutti con link e programma completo degli interventi su www.unisob.na.it/eventi). Il primo incontro sarà dedicato al tema “Abitare la città: lo sguardo delle persone in condizioni di povertà”.

“L’ultimo Rapporto regionale sulle povertà, realizzato da Caritas Campania, traccia un quadro complessivamente disperato, in particolare per Napoli: negli ultimi 10 anni 170mila  giovani hanno lasciato la città per mancanza di lavoro; attualmente meno di una donna su tre lavora e la povertà si moltiplica, anzi potenzia i suoi ottocenteschi tratti di ereditarietà: tra i membri delle famiglie che hanno usufruito dei servizi e dei supporti Caritas per sopravvivere, nessuno ha concretamente potuto migliorare la sua condizione economica”. Così il sociologo Davide Borrelli, componente del comitato scientifico del progetto “La città come comunità educante”, anticipa i temi molto delicati della prima riflessione promossa dal Suor Orsola.

Nei successivi incontri fino al 14 giugno si analizzerà “L’abitare le città” da altre numerose angolazioni: lo sguardo delle persone migranti, degli anziani o delle persone in condizione di precarietà. “Anche quest’anno – come spiegano i responsabili scientifici del progetto, Fabrizio Chello e Stefania Ferraro, proveremo a mettere in campo riflessioni e approfondimenti ma anche e soprattutto nuove idee progettuali, facendo convergere teoria e prassi, ricerca e terza missione dell’Università, con l’obiettivo di contribuire ad immaginare nuove politiche e interventi volti a rendere la città una comunità educante di tipo aperto e inclusivo”.

Proprio al Suor Orsola, per altro alcune di queste ‘emergenze sociali’ sono già state raccolte ed affrontate con nuovi progetti di alta formazione come il Master per la prevenzione del disagio giovanile e il Master per il Coordinamento di strutture e attività socio-educative per la terza età.

Programma completo degli incontri: www.unisob.na.it/eventi

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Patologie respiratorie, Monaldi punto di riferimento per pazienti provenienti da tutta Italia

L’Azienda Ospedaliera dei Colli attrae pazienti da altre regioni per le patologie respiratorie perché è un’eccellenza riconosciuta nel settore e continua ad investire per mantenere questo primato.

Non da ultimo, infatti, è stata attivata, presso il laboratorio di Biochimica clinica dell’Ospedale Monaldi, la procedura per diagnosticare il deficit di Alfa-1-antitripsina, patologia respiratoria rara che, se non trattata adeguatamente, porta a una grave compromissione del sistema respiratorio con insorgenza di enfisema, Broncopatia cronico-ostruttiva, asma in età adulta e, nei casi molto gravi, può condurre il paziente al trapianto di polmone. Anche il fegato è coinvolto da manifestazioni cliniche, dalla epatopatia cronica alla cirrosi, sino al trapianto di fegato.

L’Azienda Ospedaliera dei Colli è centro di riferimento per il trattamento di questa patologia e il Laboratorio del Monaldi è il terzo centro nazionale attivo in Italia, il primo in Campania, in grado di effettuare questo particolare esame.

La diagnosi precoce è fondamentale perché una terapia appropriata, ossia la somministrazione di una terapia sostitutiva, cambia la storia naturale della malattia, interferendo con il declino clinico- funzionale cui  le persone affette dal deficit di Alfa-1-antitripsina vanno incontro.

In caso di sospetto, quindi, si potrà procedere ai test di approfondimento diagnostico inviando i campioni direttamente all’Azienda Ospedaliera dei Colli grazie all’impiego di un Kit precostituito che sfrutta il Dried Blood Spot (DBS), questo consiste nel prelievo di poche gocce di sangue che vengono fissate sul filtro di carta del Kit, che viene poi spedito con posta ordinaria al Laboratorio di Biochimica clinica del Monaldi. Una struttura tra le più all’avanguardia del Centro-Sud Italia, dotata di apparecchiature ultramoderne che esegue circa 3 milioni di esami ogni anno grazie all’impiego di un sistema di automazione di ultimissima generazione.

«Con questo ulteriore passo in avanti completiamo il percorso di diagnosi di una patologia rara e altamente invalidante. L’Azienda Ospedaliera dei Colli, con l’Ospedale Monaldi, ha una vocazione cardiopolmonare che ci rende uno dei centri più attrattivi per la cura di queste patologie. Solo nel 2022 sono state centinaia le persone provenienti da altre regioni che si sono rivolte alla nostra struttura per patologie polmonari e respiratorie» è il commento di Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

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AstraDoc, sedici film per raccontare la realtà

Ricco e intenso il programma della XIV edizione di “AstraDoc – Viaggio nel cinema del  reale”, la rassegna di film curata da Arci Movie e ospitata al Cinema Academy Astra di Napoli. Dopo l’apertura di venerdì scorso con due opere dedicate al Medioriente la manifestazione porterà nella sala di via Mezzocannone altri sedici titoli con appuntamenti settimanali fino a maggio. L’attualità, le grandi tematiche e le diverse sfide contemporanee sono al centro delle pellicole che scorreranno sul grande schermo della sala nel centro di Napoli, cuore pulsante della didattica dell’Università Federico II che affianca Arci Movie nella realizzazione di AstraDoc insieme a Parallelo 41 Produzioni e al Coinor. La rassegna vede il patrocinio del Comune di Napoli.

Appuntamento ogni venerdì con numerosi film in esclusiva a Napoli. Una carrellata di opere di registi e registe, con spazio anche ai giovani, che raccontano l’Italia e il mondo attraverso sguardi nuovi e stili originali. Alcuni di loro accompagneranno le proiezioni e dialogheranno con il pubblico insieme ad attori e ad altri protagonisti dei documentari o del mondo dello spettacolo, dell’università e della cultura. Tra le collaborazioni anche quella con “Mondovisioni”, i film della rivista “Internazionale” che saranno programmati in due serate.

«Dal 2009 AstraDoc – evidenzia Antonio Borrelli, curatore della rassegna – è diventata a Napoli un punto di riferimento per un cinema che guarda alla realtà, sia per entrare in profondità nelle vicende di attualità, spesso attraverso anche biopic e opere d’archivio, sia per mostrare al pubblico film artisticamente originali che faticano a trovare spazio nei cinema tradizionali. Tra grandi autori e giovani leve, la rassegna continua anche quest’anno il suo percorso di ricerca e di scoperta, sempre accompagnata dalla presenza di tanti ospiti del cinema e della cultura in una prospettiva che dal locale intende osservare la globalità di un mondo complicato e difficile come dimostrano le tante opere in programma sulle zone più calde del pianeta».

 

Il primo ospite dell’edizione 2024 è il regista Francesco Munzi protagonista il 16 febbraio con il suo ultimo lavoro “Kripton” – presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma e in nomination ai Nastri d’Argento – che indaga la vita sospesa di sei ragazzi volontariamente ricoverati in comunità per disturbi della personalità, portandoci a esplorare in profondità la soggettività umana come chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra mente e, parallelamente, possibile metafora del nostro tempo. Il film sarà accompagnato anche dagli interventi di Mauro Pallagrosi, medico psichiatra dell’Asl Roma 1 e coprotagonista, e dallo psichiatra Manlio Grimaldi dell’Asl Napoli 3 Sud.

 

Il 23 febbraio un doppio appuntamento di riflessione sull’America nell’anno delle elezioni presidenziali. Alle ore 19 si proietta “Stonebreakers”, di Valerio Ciriaci, introdotto da Vincenzo Bavaro, ricercatore di letteratura anglo-americana Università di Napoli “L’Orientale”, che racconta la recente battaglia dell’abbattimento delle statue coloniali negli Stati Uniti, tra cancel culture, nazionalismo alla Trump e le rivendicazioni di giovani discendenti degli schiavi. Alle 21 il regista Emanuele Mengotti presenta “West of Babylonia” che ci catapulta nella città in cui vivono gli “Slabber”, giovani e anziani, hippy e neo-nazisti, fuorilegge e artisti, tutti accomunati dalla voglia di non dover rispondere alle regole della società americana.

 

“L’avamposto”, anteprima napoletana dalle Giornate degli Autori della 80° Mostra del Cinema di Venezia, sarà presentato dal regista Edoardo Morabito il 1° marzo. Racconta la vita di eco- guerriero, che, nel cuore della foresta amazzonica, ha creato il suo personalissimo avamposto del progresso, modello utopico di equilibrio tra natura e tecnologia, presto minacciato da un grande incendio. La serata inizierà alle 19 con la presentazione del libro “Venti di cinema.

Recensioni di cinema italiano dal 1990 al 2010” di Alberto Castellano con Antonio Tricomi e letture a cura di Paolo Tarallo.

L’8 marzo ancora un doppio appuntamento con due esclusive in città per una doverosa riflessione sulla condizione della donna. Alle 19, in collaborazione con Internazionale, “Seven Winters in Tehran” di Steffi Niederzoll, selezionato alla Berlinale 2023 sulla storia di Reyhaneh Jabbari, 19enne iraniana condannata a morte per l’omicidio dell’uomo che aveva tentato di violentarla, divenuta, simbolo universale di resistenza. A seguire la regista Ludovica Fales presenta il suo film “Lala”, vincitore del premio “Corso Salani” al Trieste Film Festival, che sarà introdotto da Gina Annunziata, coordinatrice della Scuola di Cinema, Fotografia e Audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il film, esito di un lavoro della regista insieme a un gruppo di giovani protagonisti di un laboratorio di improvvisazione teatrale, racconta, tra realtà e finzione, la vita di Zaga, ragazza rom, nata e cresciuta in un campo a Roma, che lotta per ottenere il permesso di soggiorno.

Il 15 marzo serata d’autore con David Lynch e Werner Herzog, introdotta da Anna Masecchia storica del cinema e coordinatrice del corso di laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo della Federico II. Alle 19 “Lynch/Oz”, film diretto da Alexandre O. Philippe, che indaga il rapporto tra “Il Mago di Oz” di Victor Fleming e l’universo cinematografico surrealista e inquietante creato da David Lynch. A seguire, alle 21, “The Fire Within – A Requiem for Katia and Maurice Krafft” del grande Herzog sulla vita dei due vulcanologi francesi pionieri delle riprese di vulcani in eruzione, che il 3 giugno 1991 furono travolti dalla colata piroclastica sul monte Unzen in Giappone.

Il 22 marzo un evento speciale con Luciana Castellina e il regista Giovanni Piperno che porteranno in anteprima a Napoli “16 millimetri alla rivoluzione”, film presentato all’ultimo Torino Film Festival sulla storica dirigente comunista e fondatrice de “Il Manifesto”. Tuffandosi nel mare di immagini prodotte per il Partito Comunista tra gli anni ’50 e gli ’80 da grandi registi italiani e provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il documentario è un’indagine sull’eredità del PCI e un atto d’amore per il cinema militante.

La rassegna riflette sulle condizioni delle guerre con due grandi esclusive il 5 aprile, nella serata dedicata ai documentari di Internazionale, che ogni anno girano l’Italia con la rassegna “Mondovisioni”. Si parte alle ore 19 con “The Lost Souls of Syria” di Garance Le Caisne e Stéphane Malterre. Ventisettemila foto di detenuti civili torturati a morte sono state trafugate dagli archivi segreti del regime siriano da un disertore militare e rese pubbliche nel 2014 fino ad arrivare al primo processo contro gli alti funzionari responsabili della macchina della morte siriana. A seguire, “20 Days in Mariupol” di Mstyslav Chernov, premio del pubblico al Sundance Film festival e in nomination all’Oscar 2024, accende i riflettori sul fronte ucraino con una squadra di giornalisti che, dopo essere entrati nella città portuale di Mariupol, si ritroveranno ad essere gli unici reporter durante l’assedio, fornendo immagini indipendenti ai media mondiali su quella tragedia.

Il 12 aprile arriva all’Astra, dopo essere stato in concorso alla Mostra del Cinema di Pesaro, “Bellezza, addio” di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese che dialogherà con il pubblico, un biopic su un poeta “maledetto” del secondo Novecento, Dario Bellezza, inquieto protagonista di una stagione culturale di grande splendore, legato a Pier Paolo Pasolini, Sandro Penna e Alberto Moravia.

Un’altra doppietta il 19 aprile con due film napoletani, accompagnati dalle registe e dai protagonisti. Si apre con “30 anni di cinema a Ponticelli” di Isabella Mari, che ripercorre la storia e l’impegno di Arci Movie a partire dagli anni ’90 dalla battaglia per salvare il cinema Pierrot con il coinvolgimento di grandi autori come Ken Loach, Francesco Rosi, Ettore Scola, Mario Martone e Mario Monicelli. A seguire il film “Tempo d’attesa” di Claudia Brignone, premio speciale della giuria all’ultimo Torino Festival, che riflette su un momento speciale e delicato quale la gravidanza attraverso un gruppo di donne seguite da Teresa De Pascale, un’ostetrica settantenne, che con la sua associazione “Terra Prena” le accompagna nel momento di passaggio che stanno attraversando.

L’ultima data di questa edizione di AstraDoc è il 3 maggio con un focus politico. Alle 19 “La giunta” di Alessandro Scippa, presente insieme alla produttrice Antonella Di Nocera, accenderà la luce su Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista di Napoli dal 1975 fino al 1983, che con la sua squadra di uomini e donne ha cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone. La rassegna chiude alle 21 con “Mi pais imaginario”, ultima opera del maestro Patricio Guzman, presentata al Festival di Cannes e incentrata sulle proteste pacifiche esplose in Cile nel 2019, note come “cacerolazo”, represse dalla violenza dell’esercito e raccontate dalle donne che le hanno promosse.

Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, ridotto a 4 euro per i soci Arci. Il Cinema Academy Astra è in via Mezzocannone 109. Per informazioni e aggiornamenti è possibile visitare i canali social di AstraDoc oppure navigare il sito www.arcimovie.it.

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Pnrr e politiche pubbliche, una “corsa ad ostacoli” per il terzo settore

Sono circa 60 le misure di potenziale interesse per il terzo settore previste dal Pnrr, che dovrebbero essere finanziate con oltre 40 miliardi investimenti su molteplici settori di intervento, dall’ambiente alla cultura, sport, istruzione ed inclusione sociale. Un’opportunità di rilancio importante che, con il passare del tempo, si è complicata, rendendo la strada dell’attuazione del Pnrr sempre più articolata e densa di ostacoli per le organizzazioni, che non sono direttamente coinvolte nell’attuazione delle misure, la cui responsabilità resta in capo agli enti pubblici, soprattutto locali.

È questo il tema che fa da sfondo a “Pnrr, promesse da mantenere e miglia da percorrere”, il volume pubblicato nel 2023 da Editoriale Scientifica e curato da Antonello Scialdone, responsabile della Struttura dell’Inapp Economia civile e processi migratori, e da Dino Rinoldi dell’Università Cattolica.

Saranno loro i protagonisti dell’incontro-dibattito in programma il giovedì 22 febbraio, dalle 15.30 presso la sede del Csv Lazio in via Liberiana 17 (tutti i dettagli qui).

L’evento, dal titolo “Pnrr e infrastrutture di welfare: società civile e amministrazione condivisa”  è promosso da CSVnet insieme a Libenter, il progetto dell’Università Cattolica che si occupa del monitoraggio sullo stato di attuazione del Pnrr e che si avvale del contributo di un gruppo di lavoro composto da economisti, giuristi e sociologi.

Ad aprire i lavori la presidente di CSVnet, Chiara Tommasini, a cui seguirà un dibattito sui temi del volume che vedrà la partecipazione, oltre ai curatori del libro, di Nadia Linciano (DG Ufficio III Struttura di missione PNRR, Inclusione e coesione/Salute), Alessandro Natalini (Lumsa), Walter Tortorella (Ifel), Francesco Marsico di Caritas Italiana, Paolo Vicchiarello (Unità di missione PNRR-Dipartimento Funzione Pubblica), Paola Caporossi di Fondazione Etica e Marco Ravazzolo di Confindustria.

A moderare i lavori la presidente del Csv Lazio, Cristina De Luca.

I lavori potranno essere seguiti anche online al seguente link

 

di Clara Capponi

https://csvnet.it/component/content/article/144-notizie/4934-pnrr-e-politiche-pubbliche-una-corsa-ad-ostacoli-per-il-terzo-settore?Itemid=893

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