Infibulazione e MGF: Rotary in campo per informare e promuovere percorsi per il personale sanitario

L’infibulazione è “una grave violazione dei diritti umani e della dignità delle donne e delle ragazze. Viola il diritto alla salute, all’integrità fisica e mentale, nonché il diritto all’uguaglianza di genere”. Le giovani vittime di questa pratica subiscono “dolore intenso, complicazioni mediche a lungo termine e spesso perdono la capacità di provare piacere sessuale”. Inoltre, l’infibulazione perpetua “cicli di discriminazione e oppressione contro le donne, limitando le loro opportunità di sviluppo personale, sociale ed economico”. Per questi motivi questa antica pratica tuttora diffusa in alcune aree geografiche di Africa, Asia e Medio Oriente non solo “va stigmatizzata ma combattuta con ogni strumento a disposizione”. Ne sono convinti i club Rotary partenopei ed è in questa direzione si muove il prossimo incontro interclub napoletano che vedrà al centro il dibattito sulle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).

L’iniziativa rotariana persegue lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza napoletana e campana sulla tematica delle MGF in Africa e conseguentemente nelle giovani donne immigrate in Italia, ma anche quello di promuovere percorsi specifici di formazione professionale destinata a medici e ostetriche italiani per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle mutilazioni delle giovani donne immigrate in Italia. Non solo: negli obiettivi dichiarati c’è l’istituzione formale di una collaborazione tra il Rotary e l’Università degli studi di Napoli “Federico II” per corsi di formazione e aggiornamento istituzionali sulla MGF destinati al personale sanitario italiano.

La conviviale interclub rotariana in questione si terrà all’Hotel Excelsior di Napoli il prossimo 26 febbraio a partire dalle 19:30. Relatore d’eccezione sarà il presidente di AMSAI (Associazione Medici e Sanitari di origini Africane in Italia) Omar Hussein Abdulcadir.

Abdulcadir, medico italiano di origine somala, è un punto di riferimento nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili (MGF) sia in Italia che nei Paesi africani. Specializzato in Ginecologia e Ostetricia, ha fondato e dirige il Centro di Riferimento per la Salute della Donna Immigrata e la Prevenzione e Cura delle Complicanze legate alle MGF presso l’Università degli Studi di Firenze. Inoltre, come Presidente di AMSAI, fornisce supporto medico e psicologico alle bambine infibulate, contribuendo significativamente alla promozione della salute e dei diritti delle donne in tutto il mondo.

L’incontro, promosso dal Rotary Club Napoli Nord guidato da Francesco Tavassi, vedrà al tavolo anche il coordinatore del gruppo Partenopeo e presidente del Rotary Club Napoli Est Angelo Coviello, il presidente del Rotary Club Napoli Chiaja Paolo Mainieri, il presidente del Rotary Club Napoli Renata Picone e il Governatore del Distretto 2101 Campania Ugo Oliviero. Modereranno l’evento il professor Maurizio Guida, ginecologo dell’Università di Napoli Federico II, e la professoressa Rosalba Tufano, Governatrice dell’INNER WELL della Campania. Fondamentale impulso all’organizzazione di tale incontro viene inoltre dall’ingegner Giovanni Fierro.

L’ingresso è riservato su prenotazione. Posti limitati.

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE, 100 GIOVANI SI SFIDANO NELL’HACKATHON ORGANIZZATO PER AVVICINARE LE RAGAZZE ALLE MATERIE STEM

Circa 100 giovani di due istituti superiori lombardi hanno partecipato a “LV8 for Girls”, un hackathon organizzato da Fondazione Vodafone – in collaborazione con Junior Achievement – dedicato all’apprendimento delle nuove competenze nel campo dell’Intelligenza Artificiale Generativa e alla loro applicazione, con l’obiettivo di ideare soluzioni innovative per far avvicinare le ragazze alle materie STEM e al mondo della tecnologia e del digitale.

L’evento, svoltosi nella giornata di ieri al Theatre del Vodafone Village di Milano, si inserisce nell’impegno di Fondazione Vodafone Italia nel trasmettere le competenze digitali ai giovani attraverso LV8 (Level 8), l’app di nata per coinvolgerli in percorsi di formazione attraverso il gioco. Il progetto, inizialmente pensato per coloro che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet – Not in Education, Employment or Training) per stimolarli a tornare ad avere un ruolo attivo nella società, si rivolge a tutti i giovani e ha l’obiettivo di sviluppare le competenze digitali necessarie per cogliere le opportunità lavorative offerte dal mercato del lavoro.

Le sfide proposte durante la giornata hanno voluto incoraggiare gli studenti a trovare idee innovative per incentivare le ragazze a scegliere percorsi di studio e professionali in ambito STEM, superando quegli stereotipi secondo cui le materie scientifiche sono prerogativa della sfera maschile. In Italia, secondo gli ultimi dati Istat[1], solo una laureata su sei ha un titolo in discipline STEM, rispetto ad un laureato su tre tra gli uomini.

Attraverso “Cercasi amiche hacker”, un nuovo format di gioco di LV8 creato proprio per l’occasione, le ragazze e i ragazzi hanno acquisito le competenze digitali in materia di Intelligenza Artificiale Generativa, imparando ad utilizzare i principali strumenti per fare ricerche e brainstorming, scrivere progetti, creare immagini e fare traduzioni.

La sfida ha visto impegnati gli studenti nell’applicazione pratica delle competenze acquisite con LV8, ideando e creando attraverso l’Intelligenza Artificiale Generativa una soluzione innovativa (prodotto, servizio, iniziativa) per sensibilizzare le ragazze e incoraggiarle a liberare le proprie potenzialità e talenti, avvicinandosi a percorsi di studio o carriere STEM.

I ragazzi hanno potuto contare sul supporto di “mentor” – dipendenti e collaboratori Vodafone – e facilitatori di Junior Achievement che li hanno guidati durante tutto il corso della giornata. I progetti finali sono stati presentati attraverso dei pitch ad una giuria – composta da manager di Vodafone, esperti e collaboratori di Fondazione Vodafone e rappresentanti di Junior Achievement.

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Rapporto MSF “Morte e disperazione: il costo umano delle politiche migratorie dell’UE”

Medici Senza Frontiere (MSF) pubblica oggi il nuovo rapporto internazionale “Morte e disperazione. Il costo umano delle politiche migratorie dell’UE” che fa luce sulle conseguenze letali della combinazione tra pratiche violente, sancite dalle politiche dell’Unione Europea (UE) e dei suoi stati membri, e la retorica politica dei leader europei sempre più disumanizzante nei confronti delle persone in movimento. Il rapporto si basa sulle testimonianze dirette del personale medico e delle persone assistite da MSF, che nel 2023 ha effettuato oltre 20.000 consultazioni mediche per assistere le persone migranti e ha soccorso in mare più di 8.400 persone.

Dal 2015 MSF chiede all’UE e ai suoi stati membri di assumersi la responsabilità di rispondere agli urgenti bisogni di assistenza e protezione delle persone migranti e rifugiate. Nei fatti, la violenza contro queste persone si è invece normalizzata, con investimenti significativi da parte delle istituzioni dell’UE in paesi terzi come Niger e Libia, dove le persone vengono spesso bloccate o respinte con la forza e sottoposte a trattamenti disumani.

Nel Mediterraneo centrale, ad esempio, la guardia costiera libica intercetta regolarmente le persone in mare riportandole nei centri di detenzione in Libia . In alcuni di questi centri hanno lavorato i team di MSF dal 2016 al 2023, assistendo e documentando condizioni di vita deplorevoli. A dicembre 2023, MSF ha fatto luce sulle violenze riportate da pazienti sopravvissuti a percosse, traffico di esseri umani, violenze sessuali e torture. Tra gennaio 2022 e luglio 2023, le équipe mediche di MSF nei centri di detenzione in Libia hanno diagnosticato e trattato 58 casi di tubercolosi e hanno chiesto il rilascio di un paziente adulto gravemente malnutrito che pesava meno di 40 kg e non poteva ricevere cure adeguate durante la detenzione.

Modelli simili di esternalizzazione della violenza al di fuori dell’UE e di negazione dell’accesso all’assistenza sanitaria di base e alla sicurezza per le persone migranti e rifugiate sono presenti in Niger, Serbia e Tunisia.

“Sono rimasto in ospedale per tre giorni perché stavo male. Ho chiesto la protezione ma sono stato respinto in Bielorussia. Ho detto al medico ‘Voglio restare qui, sto chiedendo asilo’, ma lui mi ha risposto: ‘Onestamente, non so cosa ti succederà’, e le guardie di frontiera sono venute in ospedale e mi hanno messo in prigione per tre ore. Dopo di che sono tornato al confine” ha raccontato un paziente ai team di MSF in Bielorussia.

Tuttavia, questa violenza è evidente e ben documentata anche all’interno dei confini dell’UE. Le équipe di MSF hanno documentato pratiche di respingimento in paesi come Polonia, Grecia, Bulgaria e Ungheria . Con oltre 2.000 chilometri di muri e recinzioni di confine progettati per tenere le persone fuori dall’UE e spesso ricoperti di filo spinato e con telecamere di sorveglianza e droni, le politiche di deterrenza dell’UE sono causa di ferite fisiche che le équipe mediche di MSF hanno spesso curato, come ai confini tra Polonia e Bielorussia e tra Serbia e Ungheria. A tutto questo si aggiungono i violenti respingimenti e trattamenti degradanti perpetrati dalle autorità contro coloro che cercano sicurezza, provocando lesioni fisiche e disturbi da stress post-traumatico.

Spesso, chi cerca rifugio nei paesi europei ha già subito violenze prima di arrivare in Europa. In Italia, nel progetto per sopravvissuti a violenza intenzionale e tortura che MSF gestisce a Palermo, tra i 57 pazienti assistiti tra gennaio e agosto 2023, il 61% ha dichiarato di essere stato torturato in Libia, mentre il 58% ha riferito di aver subito torture all’interno di un centro di detenzione.

Oltre a bloccare l’ingresso in UE via terra, gli stati membri non rispettano più l’obbligo di prestare assistenza alle persone in pericolo in mare. L’esternalizzazione delle responsabilità di soccorso a guardie costiere non comunitarie e la cessazione di un meccanismo europeo di ricerca e soccorso in mare hanno reso naufragi e morti evitabili delle tragedie quasi quotidiane nel Mediterraneo centrale.

“La decisione di consentire e promuovere politiche di violenza e privazione contro le persone in movimento, invece di cercare soluzioni politiche umane, dovrebbe sconvolgere la coscienza collettiva. Invece, vediamo i leader degli stati UE raddoppiare e persino celebrare con slogan politici le politiche disumane. Tutto questo è in diretta contraddizione con i valori fondamentali che l’UE sostiene di difendere” dichiara Julien Buha Collette, responsabile delle operazioni di MSF.

L’UE e i suoi stati membri devono urgentemente cambiare rotta, applicando soluzioni significative piuttosto che guardare alle persone migranti e rifugiate attraverso una lente puramente securitaria e lavorare per disumanizzare le persone.  Ciò richiede un cambiamento immediato e fondamentale per affrontare le cause alla base degli spostamenti delle persone che per troppo tempo hanno provocato morti insensate, ferite e traumi tra le persone in cerca di sicurezza e protezione ai confini dell’UE.

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Voragine a Napoli, auto e alberi inghiottiti, nessun ferito grave. Strade chiuse e forze dell’ordine al lavoro.

Alle cinque di questa mattina una grossa voragine si è aperta nel manto stradale di  via Morghen, angolo via Bonito a Napoli. Il crollo ha inghiottito un albero e due vetture in transito;  gli occupanti,  tratti in salvo dai Vigili del Fuoco, non hanno riportato gravi conseguenze, ancora in corso  il recupero delle auto. Dalle prime verifiche sembrerebbe collassata la fogna e risulta spezzata la condotta idrica di carico che è stata chiusa, nella zona di San Martino e da piazza Vanvitelli a salire è stata quindi interrotta la fornitura di acqua.

Previsto lo sgombero dello stabile di via Morghen vicino alla voragine. In via Kerbaker, sottoposta rispetto al luogo del crollo, si registra una copiosa fuoriuscita di acqua da alcuni terranei ed alcuni appartamenti sono stati allagati. Anche in via Solimena, dove recentemente si era registrato il cedimento di una conduttura idrica, e presente una copiosa fuoriuscita di acqua. Sul posto, oltre i Vigili del Fuoco,  presente la Polizia Locale, il 118 e le squadre di Abc.




Via Morghen è chiusa all’altezza di via Bonito. Le auto dirette a San Martino girano per via Morghen- Cimarosa- Michetti . Le auto che provengono da San Martino scendono per via Michetti – Cimarosa – Donizetti. Via Michetti e via Cimarosa a doppio senso

A seguito dell’interruzione della della fornitura idrica nella zona del crollo di Via Morghen sono state chiuse tre scuole della zona, il Liceo Sannazaro, la Scuola Media Viale Delle Acacie e la Scuola Primaria Caccavello. Come comunicato dalla Presidente Clementina Cozzolino, rimarrà chiusa fino al ripristino della forntura idrica la sede della Municipalità di Via Morghen.

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IL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE DEI TERRITORI: I DATI DELLA REGIONE CAMPANIA

Ha preso avvio la collana regionale dei Report BesT, che offre un’analisi integrata degli
indicatori Bes dei Territori (BesT). Il sistema di indicatori BesT, riferiti alle province e città metropolitane italiane, che l’Istat diffonde annualmente dal 2018, comprende un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) e le integra con ulteriori indicatori di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Nell’edizione 2023 gli
indicatori sono in totale 70, distribuiti in 11 dei 12 domini del Bes1

Ciascun Report BesT presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: la posizione nel contesto nazionale ed europeo, i punti di forza, gli svantaggi, le disparità territoriali, le evoluzioni recenti. Queste letture, proposte annualmente, si completano con alcuni indicatori sul territorio,
la popolazione, l’economia.

I Report BesT sono disponibili alla pagina Il Bes dei Territori del sito web dell’Istat, dove è possibile accedere anche ai dati, ai metadati e agli strumenti di esplorazione e visualizzazione interattiva degli indicatori BesT.

Il Bes dei territori: Campania
Le province della Campania hanno livelli di benessere relativo più bassi rispetto sia al complesso dei territori del Mezzogiorno sia dell’Italia.
Classificando le province italiane in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 24,9 per cento delle misure colloca le province campane nella classe di benessere più bassa; nel complesso il 54,7 per cento delle misure le assegna alle classi medio-bassa e bassa (per il Mezzogiorno i valori sono rispettivamente 23,4
e 47,1 per cento). I segnali favorevoli sono meno frequenti: soltanto il 21,0 per cento delle misure si concentra nelle due classi di benessere relativo più alte (per il Mezzogiorno il valore è 26,4 per cento).

 I risultati migliori
Nell’ultimo anno le province di Benevento e Avellino si collocano più frequentemente nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta: rispettivamente per il 26,2 e il 23,0 per cento degli indicatori. Confrontando i domini, i risultati migliori si registrano nel dominio Sicurezza, dove il 56,7 per cento delle misure provinciali si colloca nelle classi alta e medio-alta di benessere relativo e solo il 13,3 per cento si trova nelle due classi di coda della distribuzione nazionale. Considerando le percentuali delle due ultime classi, i profili relativamente meno sfavoriti si collocano nei domini Politica e istituzioni, con un 44,0 per cento di misure nelle classi bassa e medio-bassa (e un 12,0
per cento nelle due classi più alte) e Ambiente, con il 48,3 per cento di misure nelle due classi di coda e il 26,7 per cento nelle classi alta e medio-alta. Nel dominio Paesaggio e patrimonio culturale, nonostante oltre il 70 per cento delle misure ricada nelle due classi di coda, in testa alla classifica nazionale figurano Napoli, che si posiziona nella fascia alta per densità e rilevanza del patrimonio museale (seconda in Italia solo a Trieste), e Caserta, che, collocandosi all’ottavo posto nella graduatoria nazionale, ricade nella classe medio-alta per la densità di verde storico.
I punti di debolezza
La provincia più svantaggiata della regione è Caserta, che nell’ultimo anno si trova nelle due classi di coda per il 65,6 per cento degli indicatori.
Il Benessere economico è il dominio con la maggiore incidenza di posizionamenti nelle classi bassa e medio bassa (80,0 per cento). Le province campane risultano penalizzate anche nel dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, con il 30,0 per cento dei posizionamenti nella classe più bassa di benessere e il 40,0 per cento in quella medio-bassa.

Le disuguaglianze territoriali
La provincia di Salerno è la più penalizzata poiché, si posiziona meno frequentemente su livelli di benessere relativo alto e medio alto (16,4 per cento). La differenza con Benevento è di 9,8 punti percentuali.
Nel dominio Salute si evidenziano ampi divari tra la provincia con il risultato migliore e quella con il risultato peggiore per la gran parte degli indicatori. Una situazione analoga, ma con divari meno ampi si riscontra nel dominio Qualità dei servizi. Viceversa, la distanza è minima per il dominio Politica e istituzioni.

La Campania tra le regioni Europee
La Campania si colloca tra le regioni europee con i risultati migliori per tre dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto:

 Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (126°e 81°posto su 234 regioni; anno 2021);
 Rifiuti urbani prodotti nel dominio Ambiente (61° posto su 139 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019);

Tutti i restanti indicatori, nei domini Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività si posizionano su livelli più bassi della media Ue27.
Le distanze sono più contenute per la partecipazione elettorale e la partecipazione alla formazione continua, collocando la Campania nella seconda metà della graduatoria delle regioni europee nel 2022.

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Servizio civile, rush finale per le domande. Borrelli: “Si lavori per la stabilizzazione”

C’è tempo fino alle ore 14.00 del 22 febbraio 2024 per presentare domanda di partecipazione ad uno dei progetti che si realizzeranno tra il 2024 e il 2025 su tutto il territorio nazionale e all’estero riguardanti il servizio civile volontario. Il bando seleziona 52.236 operatori volontari. In particolare:

• 51.132 operatori volontari saranno avviati in servizio in 2.023 progetti, afferenti a 328 programmi di intervento, da realizzarsi in Italia;

• 1.104 operatori volontari saranno avviati in servizio in 160 progetti, afferenti a 30 programmi di intervento, da realizzarsi all’estero;

I progetti hanno una durata tra 8 e 12 mesi, con un orario di servizio pari a 25 ore settimanali oppure con un monte ore annuo che varia, in maniera commisurata, tra le 1.145 ore per i progetti di 12 mesi e le 765 ore per i progetti di 8 mesi, articolato su cinque o sei giorni a settimana.
Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto che fissa, tra l’altro, l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio in € 507,30 salvo incremento sulla base della variazione, accertata dall’ISTAT.

Tra i dati che emergono, quelli riguardanti il Sud ed in particolare la Campania, che annovera numeri di tutto rispetto. Sono, infatti, 2212 i volontari da selezionare in Campania, pari al 16,39% dell’intera nazione. Seguono la Sicilia e la Lombardia.

Spiega Enrico Maria Borrelli, presidente della Fondazione Amesci e della Consulta nazionale per il Servizio civile universale: “È il segno di una capacità progettuale che si è evoluta negli anni, ha saputo specializzarsi e concretizzarsi in idee valide e capaci di rispondere alle esigenze del territorio”.

Rispetto allo scorso anno, i posti disponibili su scala nazionale sono diminuiti di circa 20mila unità. Borrelli chiarisce: “I dati dell’anno scorso e di due anno fa erano in parte condizionati da fondi PNRR. Resta il fatto che da diversi anni il servizio civile viene tenuto in considerazione dalle istituzioni, lo si evince sia dagli investimenti effettuati che dall’’introduzione di misure come la quota del 15% nei concorsi pubblici riservata a chi è stato volontario”.

Per Borrelli, comunque, si può fare di più: “Il vero passo in avanti sarebbe la stabilizzazione dei fondi del servizio civile, che ci consentirebbe di avere certezza e stabilità senza dover modificare gli scenari anno dopo anno. So che il Governo è impegnato su questo fronte, mi auguro che si arrivi a un risultato”.

Borrelli sottolinea l’importanza del servizio civile e il suo valore per il territorio: “È un percorso formativo fondamentale, un modo per servire la Patria in maniera utile e per crescere socialmente e culturalmente. Spesso il ruolo dei volontari di servizio civile diventa strategico dentro gli enti e le associazioni”.

Quanto alla polemica sul servizio civile come forma di assistenzialismo, Borrelli commenta: “Trovo stucchevole che il servizio civile passi da fiore all’occhiello a oggetto di critiche a seconda delle convenienze. La verità è che negli anni si è sviluppata un cultura del volontariato e dell’agire civile che ha portato solo benefici e opportunità, non solo ai giovani ma anche agli enti e ai territori”.

di Francesco Gravetti

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