01 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
“Uscire dalla violenza si può”!
È questo il messaggio lanciato dall’evento del 6 marzo, organizzato in favore della Fondazione “Una, Nessuna, Centomila” da ANDE Napoli, con Le Donne del Vino della Campania e Villa di Donato.
La serata, frutto di un importante lavoro di squadra nato dalla collaborazione tra gli attori, è teso a raccogliere proventi in favore del progetto ‘Doti di autonomia’ per sostenere, in maniera concreta, le donne in uscita dalla violenza: ‘doti’ indispensabili per far fronte alle spese immediate e necessarie nella ricostruzione di una nuova vita.
L’iniziativa è coordinata a livello di organizzazione, segreteria, comunicazione da ANDE Napoli; la location e lo spettacolo teatrale (alle ore 21.00 Rumore di fondo di Benedetta Palmieri con Gea Martire e Valerio Virzo) sono resi possibili grazie alla generosità di Villa di Donato, nella persona di Patrizia de Mennato; l’accoglienza e la degustazione di vini pregiati e prodotti tipici della Campania (alle ore 19.00) sono offerti dalle Donne del Vino della Campania.
A nome della Fondazione e di tutte le donne seguite dai centri Antiviolenza nostri partners, un grande grazie per questa iniziativa, nella convinzione che solo attraverso nuove alleanze sarà possibile contrastare la violenza contro le donne e cambiare radicalmente la cultura da cui essa origina.” dichiara Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una, Nessuna, Centomila.
Alla serata, che consterà di due momenti collegati tra loro parteciperanno anche gli attori Giovanna Sannino e Gaetano Migliaccio, volti noti della serie RAI “Mare Fuori”.
di Annatina Franzese
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01 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
L’arte, il teatro, la poesia per aprire nuove strade all’impegno sociale, alla cultura, alla solidarietà scoprendo autori e messaggi che fanno parte del retroterra esistenziale della nostra comunità: un itinerario che si percorre con lo spettacolo “Io, noi…Raffaele Viviani” presentato dall’associazione Ali e Radici e messo in scena da Luca Napolano ed Elisabetta Mercadante, per la regia di Luca Napolano. Il nuovo lavoro del gruppo, dopo quello dedicato nei mesi scorsi ad E. A. Mario, andrà in scena sabato 2 marzo alle ore 20.30, al teatro Don Guanella di Napoli, nel quartiere di Miano, terra difficile che esalta il bello e l’impegno per la legalite e l’inclusione.
In scena, oltre a Luca Napolano ed Elisabetta Mercadante, la cantantessa Barbara Lombardi, il cantante Gennaro Sacco, l’attore Sergio Priante, la partecipazione dell’attrice eduardiana Lidia Ferrara e la partecipazione straordinaria dell’attore Angelo Di Gennaro. Alla fine dello spettacolo ci sarà una chicca che vedrà in scena l’attrice Anna Maria Ackermann.
Luca Napolano è un musicista interprete di un genere che ha portato Napoli sotto i riflettori mondiali “il recitar cantando” o meglio “la canzone di giacca”, al quale ha dedicato i suoi studi a partire dall’età di otto anni, quando è stato allievo del regista e attore Alfonso Guadagni con il quale è andato in scena con diversi spettacoli, tra cui “Io, Raffaele Viviani.” Storie di vicoli e di guapparia, è stato successivamente tra gli attori protagonisti del film “Bruciate Napoli” per la regia di Arnaldo Delehaye, attore protagonista Mariano Rigillo.
Per i cento anni dell’attore Nino Taranto è stato in tournee come interprete e musicista con il nipote Corrado Taranto nello spettacolo “zii papà, papà zii zio”.
Si è dedicato inoltre alla rivalorizzazione della canzone classica napoletana e dei luoghi che ad essa hanno reso l’immortalità, come il quadrato degli uomini illustri, cimitero dove risiedono le spoglie di coloro che hanno illuminato da sempre la cultura partenopea, tra cui Raffaele Viviani, Saverio Mercadante, Ermete Giovanni Gaeta più conosciuto come E.A. Mario. Insieme al Magistrato Catello Maresca, ha girato un documentario proprio nel quadrato degli uomini illustri, riportando alla luce tanti miti e leggende legati a tale cultura.
Elisabetta Mercadante, sua compagna di vita e di scena, proviene dagli studi classici di una delle più famose Accademie al mondo la “Pietro Scharoff” di Roma, fondata dall’attore Aldo Rendine e diretta per molti anni dall’attore Lando Buzzanca e dal Maestro Luigi Rendine.
Attrice protagonista in molti spettacoli teatrali, tra cui “girotondo” di A. Schnitzler per la regia di Luigi Rendine, “una natura enigmatica” di A. Cechov per la regia di Sergio Ammirata, direttore artistico del teatro Anfitrione di Roma, “Agamennone” di Eschilo, per la regia di Luigi Rendine, “Antigone” di Sofocle, per la regia di Vera Cavallaro, Jacopo Cavallaro e Francesco Russo. Dottoressa in legge, si prefigge di portare in scena, da diversi anni, la promozione dei principi noetici posti a fondamento dei principali diritti umani.
Da questo connubio è nata la conferenza spettacolo “Io, noi…Raffaele Viviani”, che tratta una serie di temi per la promozione dei diritti umani, tra cui, il più importante diritto alla vita, attraverso “ ‘a canzone d’ ‘a fatica” una denuncia alle morti bianche.
Tratta inoltre, seppur con ironia e sarcasmo, la tragedia sempre attuale del femminicidio con la canzone “ ‘o guappo ‘nnammurato”.
Tratta il filo conduttore di ogni azione volta al bene, l’amore, sia come sentimento di amorosi sensi, sia come apertura nei confronti dell’intera umanità.
Tratta la, sempre viva, tragedia della guerra, sia come conflitto bellico che come lotta quotidiana per la sopravvivenza, emblematica in tal senso “si vide all’animale”.
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01 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Alla scoperta del corpo umano e di tante chicche scientifiche all’interno del Museo Interattivo del corpo umano «Corporea», della Fondazione Idis Città della Scienza. Sabato 2 e domenica 3 marzo torna «La scienza delle favole», il fantastico format ludico-educativo ideato e promosso da «Ma dove vivono i cartoni?», che giunge alla sua quarta edizione.
Una visita guidata travolgente tra gli exhibit del Museo, con le diverse e interessanti aree tematiche, insieme ai più amati personaggi delle favole e agli imbattibili supereroi.
Un altro imperdibile appuntamento sulla scia della “families experience”, con cui la famiglia di «Ma dove vivono i cartoni?», alla guida di Aurora Manuele sta girando il Sud Italia.
Spettacoli, visite guidate, format e percorsi interattivi speciali, ambientati nei siti più belli della Campania e del Sud, dedicati ad adulti e bambini, affinché possano vivere insieme momenti di spensieratezza, gioco ma anche conoscenza.
Così «La scienza delle favole» è un tour immersivo tra esperienze multimediali, laboratori e tridimensionalità che consentirà di attraversare tutta la macchina umana, dal cervello alla pelle, dal cuore ai muscoli e alle ossa. Ma con la novità assoluta che la scienza sarà spiegata attraverso le favole, per cui la conoscenza diverrà gioco e viceversa.
Attraverso questa esperienza i partecipanti potranno vivere emozioni, sorprese, scoperte e attivare il ragionamento logico di fronte ai più importanti quesiti che pone la Scienza.
Incontreranno personaggi fantastici, dalle principesse ai principi, dai supereroi a personaggi misteriosi che saranno il file rouge di uno straordinario racconto tra Fiaba e Scienza.
«Ancora una valida sinergia – dicono l’amministratrice Aurora Manuele e il direttore artistico Francesco Chiaiese- con il meraviglioso mondo scientifico-didattico di Città della Scienza, sempre aperto a nuove sinergie ed iniziative che arricchiscono le esperienze degli utenti. Questo percorso è pensato per i piccoli e i loro familiari, affinché affrontino insieme avvincenti sfide che possano far divertire, sognare ma che abbiano anche una valenza educativo-didattica. Siamo alla quarta edizione e vogliamo offrire sempre nuove esperienze dopo il grande successo delle precedenti tre».
L’appuntamento è allora sabato 2 e domenica 3 marzo a Città della Scienza, via Coroglio 57/104 Napoli.
Durata della visita fantastica 75 minuti
Partenza dei gruppi alle ore 9.30/10.30/11.30 /12.30/13.30/14.30/15.30
Dopo la visita fantastica oppure prima si può approfondire la visita al Museo e gestire il tempo a proprio piacimento.
Prenotazione obbligatoria
Maggiori info: madovevivonoicartoni.it
Whatsapp 327 254 0679
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29 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
Prosegue #CPF-Cia Putimm Fa’, la campagna di sensibilizzazione e rafforzamento della salute emotiva e psicofisica rivolta a ragazzi, genitori e insegnanti ma aperta a tutti. L’iniziativa è promossa dall’associazione “Pedagogia del BenEssere” di Pomigliano D’Arco, che si occupa di benessere psicologico della persona e della collettività. Si tratta di un calendario di cinque giornate, in luoghi diversi di aggregazione, per conoscere e riflettere insieme su argomenti che rappresentano le sfide e le opportunità che la nostra società affronta in questo momento storico. La prossima tappa si terrà l’ 8 MARZO Parkampus di Pomigliano d’arco con un focus sulla discriminazione di genere. I successi appuntamenti sono:
. 15 MARZO “Cia Putimm Fa’.. A Sconfiggere i Disturbi Alimentari!”
. 10 OTTOBRE “Cia Putimm Fa’ … A promuovere la Salute Mentale!”
. 25 novembre “Cia Putimm Fa’…A Sconfiggere la Violenza sulle Donne!”
L’iniziativa beneficia del patrocinio di CSV Napoli, la partecipaziobe è gratuita.
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29 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
Film e ospiti per una finestra sempre aperta sulla Settima Arte. A Napoli prosegue il Cineforum di Arci Movie, storica rassegna ospitata nel Pierrot di Ponticelli, nella zona orientale della città. Dieci titoli e protagonisti dello spettacolo accompagneranno gli spettatori da marzo a maggio 2024 con l’obiettivo di creare momenti di cultura ed esperienze di condivisione tra il pubblico di Napoli e dintorni.
La sala di via De Meis, infatti, è l’unica attiva nella popolosa zona orientale ed è tra quelle più belle in tutta la metropoli grazie ai recenti lavori di restyling. La qualità delle proiezioni e dell’acustica e gli spazi super-accoglienti sono diventati un punto di forze dell’iniziativa dell’associazione Arci Movie che si batte per portare sempre più persone al cinema attraverso una varietà di film per far riflettere, ricordare, sorridere e divertire. Come da ben trentatré anni il Cineforum si caratterizza per un forte coinvolgimento dei tanti sostenitori che, insieme alla squadra dell’associazione, consentono di portare avanti una esperienza unica e coraggiosa se si considera il delicato scenario in cui navigano molto esercenti e, più in generale, il mondo del cinema.
«Film di qualità, ospiti importanti, socialità ritrovata e una sala nuova e accogliente. Arci Movie continua incessantemente la sua attività a Ponticelli a partire dal Cineforum con i suoi oltre seicento soci e con un cinema Pierrot che è diventato bellissimo, la sala più nuova e più bella di Napoli», afferma Roberto D’Avascio, presidente di Arci Movie.
Il Cineforum di Arci Movie proseguirà ogni martedì e mercoledì con appuntamenti sia alle ore 18 che alle 21. Ad aprire la seconda parte del Cineforum di Arci Movie è il successone di Paola Cortellesi. Il film “C’è ancora domani”, esordio alla regia dell’attrice e comica romana, sarà sul grande schermo il 5 e il 6 marzo 2024 accompagnato dalla sceneggiatrice e scrittrice Viola Ardone: occasione per riflettere sull’impegno civico dietro l’opera che ha catturato l’attenzione di milioni di persone e che merita ancora di essere ammirato. La settimana dopo, il 12 e 13 marzo, si proietta “The Old Oak”, l’opera dell’apprezzatissimo Ken Loach che ci catapulta in una ex cittadina mineraria del nord est dell’Inghilterra raccontando una storia particolare. Il film sarà presentato da Sandro Ruotolo, già senatore ed ex giornalista. A seguire, il 19 e 20 marzo c’è “L’anima in pace”, film di Ciro Formisano che incontrerà il pubblico del Pierrot per presentare la storia di Dora, protagonista della pellicola, 25enne che lotta per riscattarsi da una famiglia e da un passato difficili tra povertà e delinquenza. L’ultima di marzo, il 26 e il 27, c’è “Ferrari”, film di Michael Mann che ricostruisce la vita dell’ex pilota e del costruttore delle auto più famose al mondo.
Aprile sarà un mese ricco di ospiti per la rassegna ospitata nella nuova sala di Ponticelli. Il noto attore Renato Carpentieri interverrà il 2 aprile, alla proiezione del film “Palazzina Laf” di Michele Riondino, per festeggiare con i soci di Arci Movie i suoi 81 anni. Il film racconta il lato più difficile della vita degli operai dell’ex Ilva di Taranto e la vita di tanti addetti del complesso industriale che per punizione sono stati demansionati e piegati psicologicamente per spingersi alle dimissioni. Sarà sul grande schermo il 2 e il 3 aprile. È ambientato a Napoli, invece, “Nata per te”, film di Fabio Mollo in programma il 9 e 10 aprile. Racconta la storia di Luca e Alba, un uomo e una bambina che hanno disperatamente bisogno l’uno dell’altra anche se il mondo intorno a loro non sembra ancora pronto a vederli insieme. L’opera sarà presentata dal regista che incontra il pubblico insieme all’attrice Teresa Saponangelo e a Luca Fella Trapanese, persona che ha ispirato la pellicola, attivista per i diritti delle persone con disabilità, oggi assessore alle politiche sociali della Città di Napoli.
La settimana seguente, il 16 e 17 aprile, c’è “Io capitano”, successone di Matteo Garrone che racconta la tragicità del viaggio dei migranti che raggiungono l’Italia dopo mesi di sofferenze fisiche e psicologiche. Seguiranno il 23 e 24 aprile e il 7 e l’8 maggio le proiezioni di due film che saranno scelti dai soci del Cineforum attraverso la votazione tra una rosa selezionata da Vincenzo Mauriello, curatore della rassegna nonché presidente onorario dell’associazione di Napoli Est. L’ultimo appuntamento della kermesse è con “Comandante” di Edoardo de Angelis il 14 e 15 maggio che interverrà nella sala di via de Meis per introdurre il film che racconta l’eroica azione di Salvatore Todaro all’inizio della Seconda guerra mondiale.
La tessera Arci Movie 2024 costa 40 euro. Oltre alla partecipazione alle serate con film e ospiti fino a maggio consente l’ingresso gratuito alle iniziative promosse dalla rete nazionale Arci e quelli dell’associazione Arci Movie. Inoltre, apre le porte della Mediateca ‘Il Monello’ attraverso il prestito di oltre settemila film. È possibile tesserarsi presso il Cinema Pierrot (via Angelo Camillo de Meis, 58) nel corso delle giornate del Cineforum oppure raggiungendo la sede Arci Movie (via De Meis, 221) dalle ore 10 alle 13 dal lunedì al venerdì. Per informazioni è possibile contattare il 334 68 95 990 (anche whatsapp), navigare il sito web www.arcimovie.it e visitare i social Arci Movie Napoli.
La XXXIII edizione del Cineforum di Arci Movie, assegnataria di un contributo da parte della Regione Campania nell’ambito nel Piano Cinema 2023, è patrocinata dal Comune di Napoli ed è realizzata in collaborazione con Arci Nazionale ed UCCA.
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29 Feb, 2024 | Comunicare il sociale
Uno sguardo capace finalmente di scorgere un orizzonte oltre le fredde mura della prigione grazie ad attività all’esterno del carcere, alle quali hanno avuto di recente accesso. Antonietta e Alessio – nomi di fantasia – sono entrambi detenuti attualmente in regime di semilibertà. Grazie a progetti di reinserimento sociale e lavorativo portati avanti dalla Cooperativa l’Uomo e il Legno di Scampia, per loro il sogno di un futuro irradiato dal sole della speranza può ancora diventare realtà.
La storia di Antonietta– Antonietta nei suoi occhi, che in diverse occasioni si bagnano di lacrime, ha un velo di profonda tristezza. Deve scontare ancora diversi anni prima di estinguere il proprio debito con la giustizia italiana. «Il reato per cui sono stata riconosciuta colpevole – ci dice subito – l’ho commesso unicamente perché la mia situazione familiare era complicata. Dovevo accudire i miei figli, pagare le utenze, l’affitto. C’erano parecchi ostacoli da superare, in molte occasioni ho davvero conosciuto l’inferno contro cui combattevo da sola». Qui Antonietta si ferma un attimo, inizia a piangere poi però si fa forza e continua il suo racconto in cui non omette diverse considerazioni sulle difficoltà all’interno delle carceri. «Quando sono entrata per la prima volta mi sono ritrovata in una stanza con una decina di persone: una sensazione indescrivibile insieme a quella del primo colloquio con i familiari. All’inizio la convivenza è stata durissima. Ho fatto di tutto per non perdere il mio equilibrio mentale, evitando di litigare. Volevo mantenere la tranquillità ma di persone con la testa calda ce n’erano parecchie». In proposito Antonietta rivela una cosa che aiuta a comprendere quanto un detenuto possa chiudersi nella propria sofferenza interiore durante il periodo detentivo. «Sono riuscita a instaurare buoni rapporti soltanto con le educatrici, meno con gli psicologi. Forse ero troppo timida». Passato il battesimo del fuoco, Antonietta cerca di darsi da fare. Accedendo all’articolo 21 che regolamenta le modalità per un detenuto di essere inseriti in vari progetti, comincia ad occuparsi di diverse attività. «Pulivo le stanze del direttore e dell’amministrazione del carcere, mi occupavo di portare il vitto e del servizio di lavanderia. In questi momenti era come se mi sentissi libera e non come una persona che doveva scontare una pena. Almeno rientravo tardi in cella, ci stavo poco. Era una bella sensazione».
La semilibertà, le difficoltà e l’Uomo e il Legno-Per Antonietta tutto questo non basta, vuole svoltare nel proprio percorso verso il reinserimento nella società. Un passo importante in tal senso è quello dell’ottenimento, circa un anno fa, della semilibertà, che significa ogni giorno uscire dal carcere alle 7 del mattino per rientrare alle 22. Sembra una prima svolta, in realtà qualcosa va storto. Antonietta dice: «Ero impegnata a seguire un corso e qualcuno che aveva potere decisionale mi accusò di fumare hashish insieme ad altre detenute. Credetemi, non l’ho mai fatto perché non consumo droga» aggiungendo di «non essere mai stata sottoposta ad alcun test tossicologico. Avrebbero scoperto la verità». Questo inciampo, dopo solo 2 settimane l’ottenimento della semilibertà, ha delle conseguenze. «Sono stata sospesa dal corso e al contrario di altre detenute non sono riuscita ad ottenere un impiego. Che mazzata!». Altra delusione per Antonietta, la qualità delle ore di volontariato passate all’esterno del carcere presso un’importante parrocchia. «Dalle 9 alle 13 dovevo occuparmi delle pulizie, cosa mai accaduta. Chiedevo alla mia amica che mi consigliò di chiedere al magistrato di accedere a questa opportunità: “Quando prendo lo straccio in mano?’’. Passavo il tempo ad aspettare». Per Antonietta ciò è un barometro che attesta come nel sistema carcerario italiano «le falle siano molte. Mancano realmente progetti per chi vuole riscattarsi». Ma il destino a volte smette di accanirsi e porge l’altra guancia. Antonietta alla fine del 2023 tramite un conoscente riesce a incontrare la presidente de L’Uomo il Legno, Rita Caprio. Grazie alla cooperativa, nelle ore di libera uscita comincia a impegnarsi in attività di cura all’interno della sede di viale della Resistenza. «Anche se volontaria, mi sento parte integrante della cooperativa. Faccio le pulizie, do una mano nel preparare delle pietanze. Tutto questo mi aiuta a non pensare al fatto che sia ancora in regime di semilibertà, comunque scocciante perché il trasporto è a spese mie». Antonietta adesso ha di nuovo una speranza, una prospettiva di vita oltre la pena sebbene il mondo esterno faccia ancora paura. Dopo la piena riacquisizione della libertà, quale sarà il percorso? Antonietta risponde: «Vorrei continuare a fare le pulizie, mi piace e mi distrae. Se sono nervosa devo smontare la casa per tranquillizzarmi – scherza ma non troppo – Io ho mille sogni, spero di realizzarli ma psicologicamente non sto bene. Devo continuare a resistere. Sono bene che trovare lavoro è complicato».
Vivere giorno per giorno-«Vivo giorno per giorno. Mi sto svegliando soltanto adesso, vedremo più avanti cosa il futuro ci riserverà». Alessio ha quel fatalismo che forse è uno dei tratti distintivi di chi si trova a scontare una lunga pena detentiva. Anche lui è per la prima volta in semilibertà, dalla metà del 2023. E anche lui ogni giorno esce dall’ultima Casa Circondariale in cui è stato trasferito per recarsi a L’Uomo e il Legno occupandosi della manutenzione del verde. «Conosco bene il sistema carcerario e quello di sorveglianza – afferma Alessio – Vista anche la situazione delle carceri italiane, che non era e non è delle migliori, mi sento fortunato ad aver avuto questi benefici a cui. Non tutti riescono ad accedervi». Alessio fa un esempio concreto per spiegare le difficoltà di un detenuto a cercare di riprendere in mano la propria vita. «In ospedale vai per curarti, per essere operato o per riparare a un errore di un medico. Ma se non ti curano, rimani da solo con te stesso e lasciare un uomo con se stesso in una cella significa abbandonarlo. Qualcuno riemerge, per altri non è così. Molte persone – insiste Alessio – spesso si lamentano quando qualcuno viene fatto uscire dal carcere nonostante diversi reati commessi. Ma, mi domando: in tutti questi anni il sistema carcerario cosa ha fatto fare a quel detenuto? Cella, passeggio nelle ore d’aria e poco altro. Ci vorrebbe un numero maggiore di corsi e di opportunità di recupero. La società deve entrare nelle carceri, dialogare con i detenuti. Il sistema carcerario ti mangia, ti ingurgita e devi adattarti. Non è affatto semplice».
Come un bambino ai primi passi- Alessio sceglie una metafora per descrivere il suo attuale momento, che coincide con l’esperienza all’esterno del carcere grazie a L’Uomo e il Legno. «La mia vita comincia ora. Sto gattonando come i bambini e come i bambini sento di dover conoscere ancora tante cose del mondo». Alessio confida di aver «preso visione che sono fuori dal carcere. Prima per me non era andare fuori, ma restarci anche quando usufruivo del permesso per vedere i miei familiari. Si trattava solo di un meccanismo, ora invece gli orizzonti si stanno allargando. Nel mio percorso carcerario non guardavo al di là del muro, non me ne staccavo, adesso è diverso ed è una bella sensazione».
Le considerazioni della presidente Caprio– La cooperativa L’Uomo e il Legno da quasi 10 anni gestisce un tenimento agricolo di 2 ettari di terreno all’interno del carcere Pasquale Mandato di Secondigliano, grazie a un accordo di comodato d’uso. A curare l’orto sono proprio i detenuti della struttura. Da quasi due mesi, peraltro, un progetto simile vede protagonista la cooperativa al carcere di Carinola. Attualmente sono una decina i detenuti che si impegnano nella sede di Scampia della cooperativa sociale. «Quando entro in carcere – spiega la presidente Rita Caprio – non entro con la paura di andarci ma con un altro spirito, quello cioè aiutare i detenuti ad avere uno spiraglio di luce che in qualche modo manca. Anche un semplice sorriso cambia loro la giornata». Tenere questo comportamento è per Caprio un modo per «sviluppare un mio personale benessere psicofisico. Ricordo di essermi sentita così la prima volta in cui sono entrata in contatto diretto con questo mondo per organizzare insieme al garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello un pranzo all’interno del carcere ma fuori le celle. Poi, però, quando senti il rumore delle chiavi che rinchiudono i detenuti, ti lascia sempre un segno nel cuore». La presidente de l’Uomo e il Legno sente di dover chiarire l’approccio rispetto alle progettualità con i detenuti, per evitare qualsiasi equivoco. «La cooperativa non ci guadagna con i detenuti, lo facciamo soltanto per dare loro un’opportunità visto che stiamo parlando di persone che non hanno avuto la nostra stessa fortuna ma una vita più complicata». Insiste: «Non vogliamo essere schiavi di un sistema, ma andare avanti per la nostra strada. Questo è un progetto di vita e non vogliamo dipendere da nessuno, per questo non abbiamo mai chiesto supporto. Se c’è ben venga (noi facciamo fronte a tutte le spese) ma, se non lo otteniamo, proseguiamo lo stesso». Poi Rita Caprio conclude così: «C’è un interscambio di esperienze sia positive che negative, tra noi e loro. Non c’è nessuno intento di prevaricazione da parte mia. Alessio ha festeggiato il primo compleanno fuori dopo tanti anni di carcere da noi e lui dice che con il mio entusiasmo e modo di fare sono contagiosa. Anche Antonella cucina con i prodotti curati nell’orto del carcere di Secondigliano. Tutto questo è per noi impagabile».
Di Antonio Sabbatino
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