05 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Si chiama “K Game. Il gioco della gentilezza” l’iniziativa che il Comune di Ottaviano, nello specifico l’assessorato alle politiche per l’infanzia retto da Virginia Nappo e l’assessorato alle pari opportunità retto da Maddalena Massa, ha promosso nell’ambito del progetto nazionale “Costruiamo Gentilezza 2024”, che vede la Città Metropolitana di Napoli quale Capitale nazionale della Gentilezza 2024.
Accanto al gioco della gentilezza, anche il concorso “Gentile è chi il gentile fa” e un incontro in occasione della festa della mamma, volto a fornire spunti di riflessione sulla importanza della comunicazione responsabile nel rapporto genitore- figlio.
Il gioco di società si svolgerà nelle classi quarte e quinte delle scuole primarie del territorio pubbliche e paritarie. Si tratta di una sorta di gioco dell’oca nel quale ogni casella corrisponde ad un’attività metacognitiva e/o di potenziamento della linguistica mirate ad una ri-strutturazione e a una ri-programmazione neuro linguistica.
Per un mese, ogni bambino partecipante al K Game annoterà sul proprio quaderno le “azioni K gentili” compiute da egli stesso o dai suoi parenti. Al termine, verrà premiata la classe con il maggior numero di “azioni K”, ma ci saranno riconoscimenti per tutti i partecipanti.
Per il concorso “Gentile è, chi il gentile fa” ogni bambino compilerà un diario della gentilezza, l’insegnante referente di ogni classe registrerà i gesti gentili compiuti e ogni alunno coinvolgerà in questo percorso la propria famiglia.
L’avvio del progetto è previsto per il giorno 8 marzo.
Spiega il sindaco Biagio Simonetti: “Ringrazio l’assessore alle politiche per l’infanzia Virginia Nappo e l’assessore alle pari opportunità Maddalena Massa che hanno voluto celebrare la gentilezza con una iniziativa originale e allo stesso tempo ricca di contenuti, capace di coinvolgere i nostri ragazzi ma anche le famiglie. L’obiettivo è rendere i comportamenti improntati alla gentilezza una sana abitudine di vita”.
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05 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Nato negli anni ’60 come servizio di emergenze e aiuto psicologico, Telefono Amico si diffonde ben presto su tutto il territorio nazionale, dando vita nel 1967, all’Associazione Nazionale Telefono Amico Italia che, ad oggi, conta 20 centri, tra cui quello di Napoli che rappresenta uno dei primi nati in Italia, dapprima dedicato esclusivamente alla prevenzione al suicidio e in seguito divenuto centro di ascolto per le emergenze emozionali. «I volontari – racconta la Presidente Luciana Cappabianca – sono sempre pronti all’ascolto di chiunque si trovi in uno stato di crisi e avverta l’esigenza di condividere la propria situazione e, allo stesso tempo, si impegnano a diffondere la cultura dell’ascolto affinché le persone non si sentano sole, siano libere di esprimere le proprie emozioni senza essere giudicate e possano gestire le proprie difficoltà in modo consapevole. È molto importante sottolineare che è possibile comunicare con i volontari di Telefono Amico Napoli in modo anonimo e soprattutto che chiunque chiami sia libero di mantenere, interrompere o ristabilire il contatto. Al momento la sede di Napoli – continua Cappabianca – conta venti volontari che in un turno di tre ore raccolgono circa una decina di telefonate, i giovani sono maggiormente abituati a scrivere piuttosto che telefonare per cui utilizzano con più frequenza il canale WhatsApp e la mail, il canale telefono resta quello preferito dalle persone più adulte. Considerato l’aumento delle richieste di ascolto, siamo alla ricerca di nuovi volontari, l’iter per diventare volontario passa attraverso una giornata dedicata alle selezioni che consentono di poter accedere al corso di formazione della durata di sei mesi, tre orientati alla parte teorica e tre all’affiancamento a volontari esperti e al tirocinio, è importante sottolineare che abbiamo a cuore i nostri volontari a cui riserviamo formazione e supporto costanti, con incontri a cadenza mensile con personale specializzato».
È possibile contattare Telefono Amico Napoli al numero 02 23272327 oppure utilizzando WhatsApp al numero 3240117252 o ancora a mezzo mail a questo indirizzo https://servizi.telefonoamico.it/mailamica/ITA/www/ma/, tutte le tipologie di contatto garantiscono l’anonimato.
di Cristina Di Perna
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05 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Doppio speciale appuntamento di “AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale” in occasione della Giornata internazionale della donna. Venerdì 8 marzo 2024 la rassegna curata da Arci Movie porta al Cinema Academy Astra due opere che raccontano le battaglie delle donne per ottenere diritti ancora violati. Alle 19 con “Seven Winters in Tehran”, uno sguardo profondo sulla condizione della donna in Iran partendo da una tragica storia di violenza, e a seguire, alle 21, con “Lala”, la vicenda, tra realtà e finzione, di una giovane rom nata e cresciuta in Italia ma senza documenti e permesso di soggiorno. Entrambe le proiezioni saranno accompagnate da presenze tutte al femminile, Ludovica Fales, regista di “Lala”, interverrà la sera insieme a Gina Annunziata, coordinatrice della Scuola di Cinema, Fotografia e Audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, mentre il primo film sarà introdotto da Sara Borrillo, professoressa associata in storia dei paesi islamici dell’Università L’Orientale di Napoli.
“Seven Winters in Tehran” (Germania-Francia, 2023, 97’) di Steffi Niederzoll, è il primo di tre film che saranno in esclusiva a Napoli grazie alla collaborazione di AstraDoc con la rivista “Internazionale” e con Cineagenzia nell’ambito della rassegna nazionale “Mondovisioni”. Presentato alla Berlinale 2023, dove ha vinto sia il “Peace Film Prize” che il premio “Compass Perspektive” nella sezione “Perspektive Deutsches Kino”, il documentario racconta la storia di Reyhaneh Jabbari, 19enne che, nel 2007 nella capitale dell’Iran, durante un incontro di lavoro con un nuovo cliente subisce una tentata violenza. Lei lo accoltella e fugge. Viene arrestata e accusata di omicidio. Nonostante le numerose prove di legittima difesa, Reyhaneh non ha alcuna chance in tribunale perché il suo aggressore era un uomo potente che, anche da morto, viene protetto dalla società patriarcale. Grazie a video registrati in segreto forniti dai familiari, alle loro testimonianze e alle lettere scritte da Reyhaneh, il film ripercorre il processo, la detenzione e il destino di una donna diventata simbolo di resistenza per un intero paese. La sua lotta per i diritti rispecchia quella di tante altre donne, facendo luce sulla condizione femminile in Iran.
“Nel 2016 ho incontrato a Istanbul il cugino di Shole, la madre di Reyhaneh, e sua moglie: erano fuggiti dall’Iran per mettere al sicuro del materiale filmato clandestinamente relativo al caso di Reyhaneh e ora erano bloccati in Turchia. È stato così che ho visto un video particolarmente commovente: mostra Shole seduta in un’auto davanti alla prigione, in attesa di sapere se a sua figlia sarà concessa la clemenza o sarà giustiziata. Questo momento pieno di speranza e disperazione ha lasciato un segno indelebile nella mia memoria. Nel corso di diversi mesi ho viaggiato ripetutamente in Turchia, siamo diventati amici, e mi hanno chiesto se con quel materiale potevo realizzare un film” (Steffi Niederzoll, note di regia).
“Lala” (Italia-Slovenia, 2023, 85’) di Ludovica Fales, presentato in Concorso al Bellaria Film Festival, menzione speciale all’Ortigia Film Festival 2023, vincitore del premio Corso Salani al Trieste Film Festival 2024, accende i riflettori sulla condizione della popolazione Rom che in Italia rappresenta una minoranza etnica non riconosciuta. La maggioranza vive nei cosiddetti “campi nomadi” o “campi rom”, spesso in condizioni di forte degrado. Lala, Samanta e Zaga sono tre giovani italiane che l’Italia non riconosce perché i loro genitori sono nati altrove. É il racconto collettivo di una e tante adolescenti senza documenti portandoci, tra i paradossi della legge, attraverso i piani d’indagine in cui il film si snoda: verità, realtà e verosimiglianza. Lala si muove tra i frammenti della sua identità sospesa. Incrocia la storia di Samanta, l’interprete non professionista che la incarna, e quella di Zaga, la ragazza vera che ha ispirato il film. In uno stato fluido tra messa in scena e realtà, Lala intraprende un viaggio collettivo alla ricerca della identità di un’intera generazione dai diritti indefiniti. In un caleidoscopio di storie che si intersecano, il film diventa il manifesto di una generazione, un mosaico di voci di ragazze e ragazzi e che sono tutte e tutti Lala.
“La storia di Lala è ispirata alla vita di Zaga, una ragazza molto giovane che ho incontrato dieci anni fa in un campo rom a Roma. Ho avuto la possibilità di essere molto vicina a lei per un lungo periodo di tempo prima che fuggisse improvvisamente, dopo aver fallito tutti i tentativi di ottenere i suoi documenti. Dopo aver riflettuto sul modo migliore per raccontare il nucleo della storia di Lala, la lotta per ottenere i documenti nel paese in cui era nata e cresciuta, ho deciso di trasformarlo in un film ispirato alla realtà. Credevo che questo fosse il processo migliore per trasmettere la verità più profonda al centro della sua storia, dal momento che lei non c’era ed era scomparsa senza lasciare traccia” (Ludovica Fales, note di regia).
Il biglietto per una sola proiezione costa 5 euro, ridotto a 4 euro per i soci Arci. Doppio ingresso 8 euro. Il Cinema Academy Astra è in via Mezzocannone 109. Per informazioni e aggiornamenti è possibile visitare i canali social di AstraDoc oppure navigare il sito www.arcimovie.it.
La rassegna AstraDoc è curata da Arci Movie in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, Parallelo 41 Produzioni e al Coinor. La rassegna vede il patrocinio del Comune di Napoli.
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05 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
La Comunità Missionaria di Nola invita alla tavola rotonda “Donne oltre i confini: Riflessioni sulle donne protagoniste nella missione e nella comunità locale“.
L’evento si terrà giovedì 7 marzo alle ore 20.00 presso la nostra sede in Via de Siervo, 1 a Nola (NA).
Si tratta di una tavola rotonda per riflettere sulla situazione delle donne in due contesti:
Nelle nostre missioni all’estero: ci confronteremo sulle sfide che le donne affrontano in culture diverse, con un focus particolare sul contrasto alla violenza di genere e all’empowerment femminile.
Nella realtà locale di Nola- Napoli: esploreremo il ruolo delle donne nel promuovere il cambiamento sociale nella nostra comunità, analizzando le opportunità e le barriere che incontrano.
La tavola rotonda vedrà la partecipazione di:
Annamaria Amarante, Missionaria: ha vissuto in prima persona le sfide e le speranze delle donne nelle nostre missioni.
Giuseppina Orefice, Resp. Scuola Sociopolitica e Imprenditoriale della Diocesi di Nola
Bianca Iengo, Direttrice Farmacia Solidale Gocce di Carità
Futura, Centro Antiviolenza di Nola
Si potrà seguire l’incontro anche in diretta sul canale YouTube “Comunità Missionaria di Villaregia” (@missionari_villaregia)
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05 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
“Comprendere. Agire. Sviluppare sostenibilità.” Sono queste le parole chiave alla base del progetto “Rete Territoriale di Napoli: costruire insieme il futuro sostenibile del territorio” che Fondazione Rut in collaborazione con Form Retail sta portando avanti nella città di Napoli con il supporto tecnico di Variazioni s.r.l.
Il progetto, con il sostegno del Sindaco Gaetano Manfredi e con il patrocinio del Comune, vede il coinvolgimento di 15 aziende del settore produttivo campano e dei suoi collaboratori per dare vita al laboratorio sociale permanente tramite il quale le aziende aderenti potranno co – progettare delle risposte funzionali al: benessere delle persone, allo sviluppo del territorio e alla competitività delle imprese sul mercato.
La Segretaria Generale della Fondazione Rut, Giovanna Martelli, sul progetto: “Abbiamo fortemente voluto realizzare questo progetto di ricerca-azione partecipativa, nella convinzione che la comprensione delle esigenze personali e familiari unitamente a quella del contesto lavorativo possa essere uno stimolo di riflessione per ampliare la conoscenza di queste dinamiche con l’obiettivo di generare impatti positivi anche nelle aziende che operano sul territorio.”
Il punto di partenza è la necessità di individuare e comprendere le esigenze dei dipendenti e delle loro famiglie, e quindi delle aziende per arrivare all’elaborazione di una proposta che possa favorire la coesione sociale nel territorio della città di Napoli, dando risposta ai bisogni della comunità attraverso la costruzione di un Laboratorio Sociale permanente in grado di realizzare un sistema di welfare territoriale generativo e inclusivo – anche attraverso il coinvolgimento del tessuto produttivo locale.
Arianna Visentini, CEO & Founder di Variazioni, spiega: “Poter collaborare alla realizzazione del progetto della Rete Territoriale di Napoli costituisce motivo d’orgoglio per Variazioni. Le esperienze di Rete contribuiscono alla creazione di laboratori multistakeholder in grado di generare risposte concrete in termini di sostenibilità economica e sociale: siamo convinti che la Rete Territoriale di Napoli possa raggiungere questo ambizioso obiettivo”.
Tommaso Isernia, CEO di Form Retail, azienda partner del progetto sottolinea: “Siamo molto contenti di partecipare alla realizzazione di questo progetto che sposa appieno la nostra vision secondo cui il valore di un’azienda è direttamente proporzionale alla sua capacità di valorizzare le competenze professionali personali e di comprendere le esigenze personali dei suoi dipendenti.
Il progetto, che ha appena concluso la prima fase e si accinge ad entrare nella seconda, potrebbe contribuire alla futura nascita di un pilota di Welfare Territoriale per valorizzare il contributo di tutti stakeholder, creando un ecosistema in grado di generare valore aggiunto economico anche i fornitori di servizi socioassistenziali del territorio.
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04 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Save the children è una organizzazione non governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri finalizzata a promuovere miglioramenti nel mondo e, soprattutto, a realizzare iniziative per i bambini a rischio per garantire loro un futuro migliore.
Attiva nei paesi di sviluppo sull’intero territorio nazionale ove, a partire dal mese di maggio, ha attivato 26 punti luce.
I punti luce sorgono nei luoghi maggiormente svantaggiati delle città e garantiscono iniziative finalizzate a garantire lo sviluppo educativo e formativo dei partecipanti.
Oltre a vedere gli operatori impegnati nel sostegno scolastico, in laboratori artistici e musicali,informatici ed attività motorie, vengono offerte consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di supporto alla genitorialità .
A Napoli è realizzato da Pianoterra nel Rione Sanità. Il Punto Luce Sanità è un vero e proprio centro socio-educativo aperto ai bambini, agli adolescenti ed ai loro genitori. Pianoterra avvia le sue attività a sostegno di nuclei familiari fragili a Napoli nel 2008, con progetti rivolti in particolare alla prima infanzia. Sin da subito l’associazione privilegia nei suoi interventi un approccio di collaborazione e sinergia, tessendo rapporti con altri soggetti attivi nei contesti in cui interviene con l’obiettivo di costruire attorno alle famiglie intercettate una efficace rete di protezione e cura. È in questo contesto, e sullo sfondo di queste modalità di lavoro che, nel 2013, l’associazione viene contattata da Save the Children Italia e ne diventa partner per la realizzazione a Napoli di due programmi nazionali di sostegno alla prima infanzia: Spazio Mamme e Fiocchi in Ospedale. In particolare, a partire dal 2013 Pianoterra realizza nella sua sede del centro storico di Napoli, in Piazza San Domenico Maggiore, uno Spazio Mamme, un presidio territoriale per mamme e bambini fino ai 6 anni, e gestisce presso l’ospedale Cardarelli uno sportello Fiocchi in Ospedale, un punto d’ascolto e orientamento per donne che stanno per partorire o hanno appena partorito, e per le loro famiglie.
L’anno successivo, nel 2014, questa collaborazione si rafforza ulteriormente con l’affidamento, da parte di Save the Children Italia, della gestione di un Punto Luce nel quartiere Sanità, uno spazio ad alta densità educativa dedicato a bambini, bambine e adolescenti tra 6 e 16 anni.
Oltre al sostegno scolastico, a cui vengono dedicate alcune ore tutti i giorni e che rappresenta l’attività più richiesta dalle famiglie e dal territorio, gli operatori hanno attivato una serie di iniziative quali un laboratorio di teatro, un laboratorio di web radio, un laboratorio di lettura e riflessione su tematiche vicine agli adolescenti (identità, questioni di genere, educazione sessuale e sentimentale), un laboratorio di yoga e un laboratorio di approfondimento scientifico.
Le azioni sono condotte da un’équipe professionale e multidisciplinare che, attraverso un costante lavoro di ricerca, confronto, sperimentazione, ha dato vita ad una metodologia applicata ad un ambiente ove è presente uno stile relazionale flessibile, che fornisce spazio agli interessi dei partecipanti ed ai loro vissuti. Nel centro si privilegia l’esperienza laboratoriale, che pone al centro del processo il minore, valorizzando le sue competenze ed il suo vissuto relazionale.
Alessandro Cerullo, coordinatore del centro educativo di Pianoterra nel quartiere Sanità e del Punto Luce, e Giusy Muzzopappa, responsabile della comunicazione per l’Associazione Pianoterra ETS, resisi disponibili a rappresentare il punto luce Sanità, si dichiarano desiderosi di accogliere volontari di tutte le età purché siano molto motivati e capaci di donare parte del loro tempo e delle loro competenze alla comunità, disposti a mettersi in gioco, imparare e crescere assieme ai ragazzi. È importante che condividano i valori alla base degli interventi del centro e aderiscano alle misure di tutela e salvaguardia della sicurezza dei bambini e delle bambine.
Per tutti coloro che fossero interessati a svolgere volontariato presso il centro sito alla Sanità in Vico San Vincenzo 13, è possibile contattare il numero 081/293433 o trasmettere email ad info@pianoterra.net
di Maria Rosaria Ciotola
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