‘IntegrArt’, la Città Metropolitana celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”

Un’esposizione di opere d’arte realizzate dagli studenti dei Licei artistici dell’area metropolitana di Napoli sul tema del contrasto alle discriminazioni razziali, veicolanti messaggi positivi  di accettazione e valorizzazione delle differenze, di rispetto e tolleranza reciproca, che colpiscano l’animo, aiutando la cittadinanza tutta a riflettere sui pregiudizi e a lavorare insieme per costruire una società più inclusiva. A questo si potrà assistere il prossimo giovedì 21 marzo, dalle ore 9.30, negli spazi del complesso monumentale di Santa Maria la Nova a Napoli, dove la Città Metropolitana di Napoli – in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (U.N.A.R.) –  organizzerà l’evento artistico, musicale e sportivo “IntegrArt: colora le differenze”, per la celebrazione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale 2024”.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco metropolitano, Gaetano Manfredi, i lavori dell’incontro saranno introdotti dalla dirigente di Città Metropolitana di Napoli, Renata Monda, referente UNAR per l’Ente, e vedranno gli interventi di Benedetto Zacchiroli, presidente della European Coalition of Cities Against Racism (ECCAR), che illustrerà la rete UNAR delle Città Metropolitane, di Elisabetta Zevola, membro dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che parlerà del Global compact sui rifugiati e della lotta alle discriminazioni, di Andrea Morniroli, amministratore di DEDALUS, che affronterà il tema dell’arte e la cultura come volano del contrasto al rancore e al rifiuto delle differenze, di Mara Biancamano dell’ArciGay, con un focus sullo “sportello migra-antinoo” per migranti, asilanti, rifugiati e apolidi per motivi di orientamento sessuale e identità di genere e dell’Assessore alle Politiche sociali con delega all’immigrazione del Comune di Napoli, Luca Trapanese.

Al termine degli interventi ci sarà un breve dialogo con Ste, cantautrice napoletana di origini nigeriane. Nell’occasione, il presidente del Coni Campania, Sergio Roncelli, presenterà l’iniziativa di Napoli Capitale Europea dello Sport 2026.

I lavori termineranno con la presentazione di un’esibizione di Kung Fu e Tai Chi a cura del maestro Gianni Mattei della Ssd International Wushu Kung Fu Academy. È prevista una dimostrazione di grafia cinese con pennello.

Le opere in mostra, invece, sono state realizzate dagli studenti dei licei artistici Giordano Bruno di Arzano, Degni di Torre del Greco, don Lorenzo Milani e Suor Orsola Benincasa di Napoli, Caravaggio di San Gennaro Vesuviano, Segrè di Marano e Colombo di San Vitaliano.

Il coffee-break sarà allestito e offerto dall’istituto IPSEOA Lucio Petronio di Pozzuoli con il contributo degli allievi.

La ricorrenza sarà celebrata in tutto il territorio nazionale attraverso attività intersettoriali declinate negli ambiti educativi, sportivi culturali e artistici, in particolare, dalla “Rete UNAR delle Città metropolitane per l’inclusione”, al fine di sensibilizzare le comunità locali, in special modo le giovani generazioni, sulle tematiche del razzismo, dell’intolleranza e della xenofobia, contribuendo allo sviluppo di una cultura civica attiva e partecipata per il contrasto ad ogni forma di discriminazione. Un evento che mira a evidenziare la forza e il valore dell’arte, intesa come potente strumento in grado di  promuovere le diversità, sfidando gli stereotipi e aprendo la mente a nuove prospettive.

L’articolo ‘IntegrArt’, la Città Metropolitana celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale” proviene da Comunicare il sociale.

NATI PREMATURI: ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATA PER OGNI BAMBINO CON IL COINVOLGIMENTO DI TUTTA LA FAMIGLIA

Cosa è NIDCAP? Lo sa anche un bambino. Giovanni, ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) sin dalla nascita per una grave malformazione chiamata ernia diaframmatica; il piccolo racconta che, grazie all’assistenza secondo il metodo NIDCAP, i suoi genitori hanno potuto restare sempre al suo fianco in TIN, cogliere i suoi segnali e prendersi cura di lui insieme ai medici e agli infermieri. Se lo chiediamo a Mia, una bambina ricoverata in TIN per prematurità, con la mamma lontana perché a sua volta ricoverata in neurochirurgia per una emorragia cerebrale, risponde che, quando era “piccolina piccolina”, mediante l’assistenza NIDCAP il papà poteva stare accanto a lei e gli infermieri osservavano ogni giorno i suoi progressi e li scrivevano su un diario per la mamma, che così ha potuto conoscere le sue prime conquiste per la vita. Grazie all’approccio NIDCAP, Federico, che tutti chiamavano Chicco, è in grado di sfogliare un album in cui ripercorre tante tappe del suo sviluppo, dal ricovero in terapia intensiva, alla prima volta che mamma e papà lo hanno preso in braccio, a quella volta in cui è venuto a trovarlo la sorellina o a quando gli hanno regalato il primo ciuccio, finché è andato finalmente a casa. Elia ed Andrea, a cui le mamme hanno raccontato la dolcezza della “marsupioterapia”, trovano ancora quella pace tra le braccia delle mamme.

I direttori dei 2 Centri di formazione NIDCAP italiani, la dottoressa Gina Ancora di Rimini ed il professor Alberto Berardi di Modena, rispettivamente Consigliere e Presidente della Sezione regionale Emilia Romagna della Società Italiana di Neonatologia (SIN),  spiegano che curare secondo il metodo NIDCAP, Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program, vuol dire mettere in atto, con tutta l’équipe, un Programma di cura individualizzata al neonato, allo scopo di proteggerne lo sviluppo, soprattutto quello neurologico. L’individualizzazione dell’assistenza al neonato, persona che non è in grado di esprimersi a parole, è resa possibile attraverso l’osservazione strutturata ed esperta del ricco repertorio di segnali comportamentali presenti anche nei piccolissimi, il tutto in un’ottica di Family Centered Care.

“La giornata mondiale NIDCAP, che cade il 20 marzo, celebra tutti coloro che contribuiscono a migliorare il futuro dei neonati ospedalizzati attraverso una cura personalizzata, umanizzata, in collaborazione con le famiglie, basata su un approccio scientifico”, affermano Natascia Simeone e Natascia Bertoncelli, le due trainer italiane che lavorano presso la TIN dell’Ospedale di Rimini e la TIN del Policlinico di Modena. “Si tratta di una cura fornita in cinque continenti, 18 Paesi, 30 centri di formazione, ma che fa sentire la sua influenza su tante terapie intensive neonatali. In Italia stiamo formando e formeremo personale che lavora presso le principali TIN tra cui Firenze, Genova, Torino, Roma, Siena, Treviso e Bologna”. Tutta questa formazione è fortemente supportata dalle associazioni di genitori, coordinate in Italia dalla Vivere ETS, sotto il Patrocinio della Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI).

Il metodo NIDCAP protegge il fragile cervello in via di sviluppo ed assicura ai genitori una maggiore competenza e sicurezza nel relazionarsi al proprio bambino ricoverato.

La SIN ribadisce, pertanto, l’importanza della centralità del neonato e della sua famiglia nel percorso di cura e la necessità di diffondere questo programma assistenziale a livello globale, per i numerosi effetti positivi sullo sviluppo e sul benessere a breve e a lungo termine.

L’articolo NATI PREMATURI: ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATA PER OGNI BAMBINO CON IL COINVOLGIMENTO DI TUTTA LA FAMIGLIA proviene da Comunicare il sociale.

La striscia di Gaza e le morti in mare per la Pasqua a Trecase: il dramma attuale della passione di Cristo

Guerre, morti a largo del Mediterraneo, distruzione, disumanità, omicidi tra le mura domestiche, povertà, fame. La Passione di Cristo rivive ogni giorno, da oltre due millenni, nella croce che continua a portare l’uomo in un mondo in cui non c’è giustizia, carità, pace. La Pasqua è tra i momenti della religione Cristiana che più inducono alla riflessione dell’uomo sull’umanità. Su questa linea il Comune di Trecase presenta, domenica 24 marzo alle 19.30, uno straordinario evento  intriso di cultura, arte e riflessione filosofico-religiosa. «L’uomo» è la drammatizzazione della Passione di Cristo, una rappresentazione teatrale con lampi cinematografici in cui si sovrappone l’uomo moderno al Figlio di Dio che fu crocifisso per gli esseri umani, ma il cui sacrificio ancora sembra essere vano.

Lo spettacolo sperimentale si terrà nella Villa Filippone, nell’omonima traversa a Trecase, ed ha la direzione artistica di Onofrio Brancaccio, esperto di comunicazione e regista Rai.
Lo spettacolo rientra nel cartellone «Eventi metropolitani 2023/2024» voluto ed organizzato dall’ Amministrazione Comunale di Trecase, guidata dal Sindaco Raffaele De Luca  e con il patrocinio ed il contributo della Città   Metropolitana di Napoli .
Un fitto calendario di eventi di alta qualità che hanno preso il via con le manifestazioni di Natale e si concluderanno a settembre 2024.
L’opera nella sua totalità sarà diretta da brancaccio che ha scritto insieme a tre importanti realtà teatrali del territorio, i cui registi sono Ignazio Panariello,  Ludovico Molinari e Tommaso Oropallo, che a loro volta cureranno la messa in scena dei “quadri” da rappresentare. Inoltre, la direzione artistico-culturale ha collaborato con il clero, in particolare con don Antonio Ascione del Santuario di Santa Maria delle Grazie e San Gennaro e don Francesco Pinto della parrocchia di Sant’Antonio da Padova, per rispettare nella narrazione l’assunto teologico.

Lo spettacolo della Domenica delle Palme è strutturato su quattro quadri che si muoveranno estemporaneamente, con attori in abiti d’epoca collocati su quattro palchi. Nella rappresentazione, tra passato e futuro, emergeranno riferimenti ai bambini della Striscia di Gaza, alle mamme che hanno visto morire a mare i propri figli mentre venivano aiutate dalle Ong, ai siriani e libici in fuga dalla guerra.  Alla popolazione Ucraina  duramente colpita  dalla guerra con la potente Russia.
Il dramma dell’umanità odierna a confronto con la Passione e la crocifissione di Cristo tra tradimenti, interesse, devastazione. Un momento di alto spessore artistico, ma anche un’alternativa per vivere la preparazione alla Pasqua ponendosi molte domande su dove stia andando l’umanità.

La manifestazione, realizzata anche con il supporto di Teresa Matrone, assessore alla Cultura di Trecase, si avvarrà anche della collaborazione di tante associazioni di volontariato del territorio che si occuperanno della sicurezza e della logistica dell’evento. « Questo evento- ha detto il direttore artistico Onofrio Brancaccio- è  stato realizzato coinvolgendo le numerose realtà importanti del territorio che si occupano di fare cultura e sociale, coinvolgendo bambini e adulti in iniziative di grande qualità. Così, grazie al Sindaco Raffaele De Luca e all’ Amministrazione Comunale Comunale   abbiamo portato sul nostro territorio una rappresentazione nuova della Passione che avesse tanti collegamenti con l’attualità. Ricerca e sperimentazione, anche con la fusione di stili espressivi, che caratterizzano tutto il cartellone di Eventi Metropolitani».

«Un evento di straordinaria importanza – sottolinea il sindaco di Trecase, Raffaele De Luca- un unicum nel suo genere, che coinvolge l’intera Comunità  cittadina e che sarà rappresentato ai piedi di una delle storiche  ville di Trecase. Un “percorso”  dove  l’arte è la cultura,   si esaltano  nei contenuti dei quadri con momenti di straordinaria emozione e commozione. Ringrazio i parroci e le comunità parrocchiali, le associazioni teatrali e di volontariato, le donne e gli uomini tutti per la preziosa collaborazione.
“La felicità è un percorso non,una destinazione”. Madre Teresa di Calcutta».

L’articolo La striscia di Gaza e le morti in mare per la Pasqua a Trecase: il dramma attuale della passione di Cristo proviene da Comunicare il sociale.

Welfare Responsabile, l’incontro interdisciplinare all’Università

Si terrà lunedì 25 marzo, alle ore 14.30, nell’aula B2 di Palazzo Pacanowski dell’Università Parthenope di Napoli,  il seminario interateneo interdisciplinare sul Welfare Responsabile, aperto a tutti gli attori dei nostri territori che si mobilitano responsabilmente per generare benessere e cambiamento nelle nostre comunità.

L’iniziativa è promossa dal gruppo di Napoli della RWR – Rete Welfare Responsabile e si lega all’avvio di un’attività di rilevazione sulle buone pratiche di Welfare Responsabile in ambito aziendale, comunitario e municipale.

Si prevede, infatti, la raccolta, da parte di studenti dell’Università Parthenope e dell’Università Federico II, di buone pratiche nelle aziende, negli enti locali e nel Terzo settore. La scheda di rilevazione sarà fornita agli studenti che potranno così raccogliere materiali omogenei in vista di un’analisi della condizione del Welfare sul territorio e, in prospettiva, della realizzazione di un Osservatorio territoriale.

Interverranno
Vincenzo Cesareo
Coordinatore Rete Welfare Responsabile

Per maggiori informazioni scarica la locandina

L’articolo Welfare Responsabile, l’incontro interdisciplinare all’Università proviene da Comunicare il sociale.

Napoli Queer Festival: gli appuntamenti della seconda giornata

Mercoledì 20 marzo, seconda giornata di Napoli Queer Festival con quattro imperdibili appuntamenti. Si inizia alle ore 11.00 presso il Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo, con il workshop di drammaturgia Play List – Musica da Camera, a cura di Domenico Ingenito. Alle ore 17.30, al Teatro Nuovo, sarà protagonista il Cinema: si parte con l’incontro che vede protagonista il regista Simone Bozzelli, a cura di Mario/Marylou Di Martino (produttore culturale e direttore artistico) e a seguire, la proiezione del Film Patagonia, firmato da Bozzelli e interpretato da Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Mallaby, Alexander Benigni. Alle 21.00 in Sala Assoli, sarà la volta dell’attesissimo gruppo Nina’s Drag Queens (Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò), con Nina’s Radio Night, primo spettacolo creato dalla compagnia, un’avventura scanzonata e futuribile che mette insieme numeri da varietà e struttura teatrale, fantascienza anni ’70, soap opera, spionaggio e mistero, interviste impossibili e canzoni indimenticabili. A seguire, Serata Spaccatacchi delle Nina’s dj-set, una selezione musicale per far scatenare davvero tutt*.

Il costo dei biglietti per gli spettacoli è 10 euro l’intero e 8 euro il ridotto Il costo dei film Patagonia (acquistabile oltre che a Sala Assoli anche al Teatro Nuovo) è di 5 euro. Per tutte le convenzioni e formule card-abbonamento, consultare il sito salaassoli.it

 

Il workshop di drammaturgia Playlist – Musica da camera nasce come occasione di incontro tra diverse scritture che coesistono nello stesso luogo. La cornice è un hotel immaginario dove ogni drammaturgə è chiamatə a lavorare su una singola camera e raccontare ciò che potrebbe accadere in uno spazio così piccolo, senza la possibilità di uscire. In ogni stanza i personaggi ascoltano una canzone. Cosa accade in una camera d’albergo mentre si ascolta musica o la si canticchia? Cosa accade in quella camera che non permette ai personaggi di uscire? In quale momento scegliamo di dare loro parola? La restituzione, programmata il 24 marzo in Sala Assoli, sarà la lettura dei materiali prodotti durante il laboratorio.

 

Il film Patagonia racconta la storia di Yuri, ragazzo rinchiuso in una vita senza scintille da una zia che lo tratta come un bambino e che trova in Agostino, un girovago già uomo ma con lo spirito di un ragazzino, la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese. Reclutato come assistente da Agostino, animatore di feste di compleanno per bambini, sale sul suo camper e inizia una vita nomade. Lungo le strade del centro Italia, tra una sigaretta, una canna e un CD che si blocca, tra Agostino e Yuri nasce un rapporto ambiguo fatto di premi e punizioni e la promessa di un viaggio nella terra del fuoco, in Patagonia. Ma prima bisogna lavorare, guadagnare. Altrimenti come si parte? A lavorare, però, è sempre più Yuri, soprattutto quando Agostino spegne il camper in un villaggio dove si fa sempre festa a suon di techno. Così per Yuri la Patagonia diventa sempre più lontana. Il rapporto con Agostino sempre più claustrofobico, come le pareti di quel camper.

 

Nina’s Radio Night nasce in seno al Teatro Ringhiera. Dopo tanti esperimenti di happening estemporanei, legati alla vita del teatro e ai suoi festival, il gruppo sente l’esigenza di creare uno spettacolo propriamente detto, che potesse essere “esportato”. Punto di partenza della storia è la fascinazione per le grandi dive del passato, qui incarnate dalla Radio. Siamo nel 2222 e da secoli le radio non esistono più: la comunicazione passa attraverso altri canali e la dittatura dell’immagine ha ridotto al silenzio tutte le frequenze. Un gruppo di coraggiose dj, innamorate di quello strumento dimenticato, sfida i tempi e la terribile minaccia di una orwelliana polizia anti-radio, captando e ritrasmettendo tracce sonore del passato, che ancora navigano nell’etere. E per non farsi scoprire serve un’idea: quella di travestire la trasmissione clandestina da spettacolo teatrale. Sostenute dalla generosità di un filantropo senza volto – il misterioso Aristide Priscilla – fra reperti di ogni genere e moderne reinterpretazioni dei vecchi classici di quella che un tempo fu la Radio –, le nostalgiche e ribelli conduttrici guideranno il pubblico alla riscoperta del fascino antico dell’immaginazione.

 

A seguire le Nina’s saranno anche protagoniste della Serata Spaccatacchi: un dj-set senza esclusione di tacchi, tra grandi classici della disco-music, revival, rock, elettronica e remix di ogni “gender”. Una festa drag, pop e colorata, con le Nina’s alla consolle.

L’articolo Napoli Queer Festival: gli appuntamenti della seconda giornata proviene da Comunicare il sociale.

Fondazione Valenzi, incontri sulle periferie napoletane

La Fondazione Valenzi organizza, nel corso di quest’anno, una serie di incontri sulle periferie napoletane. 

Un tema oggi strategico perché il futuro della città contemporanea si costruirà proprio a partire dalle periferie, termine che accomuna luoghi molto diversi tra loro e in continua mutazione. Da tempo molti di questi luoghi sono diventati oggetto di interventi urbanistici e di riqualificazione, anche pregevoli e di significativo impatto sulle comunità. Spesso tuttavia sono identificati solo con parole come degrado, marginalità, esclusione, criminalità. Crediamo che rispetto a questa immagine tutta negativa sia opportuno dare spazio ad una diversa narrazione, per contrastare quella ricorrente, a partire dal fatto che ci vive la maggioranza della popolazione urbana. Scrive Renzo Piano: “Le periferie sono sempre luoghi vilipesi, sempre affiancate da aggettivi denigratori: brutte, lontane, ma c’è tanta energia”. Periferie allora non solo come sinonimo di esclusione e degrado ma anche come luoghi di partecipazione e creatività; luoghi ricchi di realtà attive sui territori, associazioni, cooperative, collettivi, che, travalicando gli enormi problemi che pure vi persistono, generano contesti spesso molto vitali centrati su diffuse attività sociali e culturali.

Per offrire un contributo di conoscenza su questi temi, gli Incontri promossi dalla Fondazione Valenzi si articoleranno in due momenti:
In una prima fase (aprile-maggio) si darà conto di alcune tra le più significative realtà impegnate su questi territori, realtà che spesso permettono la realizzazione di progetti di reale riqualificazione, un potenziale che cerca di sottrarsi ai discorsi e alle opinioni che sulla periferia si intessono, mettendo in campo iniziative culturali, sociali, laboratori variegati di innumerevoli progettualità.
In una seconda fase (settembre-ottobre) si porterà l’attenzione su quelle iniziative di edilizia residenziale pubblica e di riqualificazione urbana delle aree periferiche della città in corso di realizzazione o da implementare, coinvolgendo in un ampio dibattito Regione, Comune e urbanisti.

I primi due incontri si svolgeranno nelle mattine di sabato 6 e sabato 20 aprile

L’articolo Fondazione Valenzi, incontri sulle periferie napoletane proviene da Comunicare il sociale.