Siparietto Napoletano, il teatro incontra la solidarietà

Siparietto Napoletano è il titolo della rappresentazione che sabato 6 luglio, dalle ore 20.00, vedrà in scena i piccoli attori dell’associazione teatrale Renato Galizia di Gragnano.

Il piazzale Maria SS dell’Incoronata farà da cornice ad uno spettacolo che si ispira ai grandi artisti della tradizione Napoletana: Totò, Eduardo De Filippo, Massimo Trosisi. Si tratta di un libero adattamento a cura delle associazioni Social Lab e InnovAzioni Sociali con la regia di Annalucia Galizia e Desiderio D’Amato pensato in ricordo di Renato Galizia, con lo scopo di trasmettere ai bambini l’amore e la passione per l’arte teatrale.

Grazie al laboratorio teatrale che li ha coinvolti durante tutto l’anno, gli aspiranti giovani attori hanno imparato a lavorare in gruppo e ad allenare la capacità di osservazione, si sono esercitati a riconoscere le emozioni degli altri e anche le proprie, sviluppando l’empatia e la capacità di riflettere sull’altro e sul mondo.

Ad accompagnarli in questo percorso alla scoperta dell’arte teatrale insieme agli esperti anche gli Enti di Terzo settore del territorio, ormai punto di riferimento per la comunità e le famiglie con le quali lavorano in sinergia per creare occasioni di svago e opportunità sempre maggiori di inclusione.

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INCENDI BOSCHIVI, ECCO IL PIANO REGIONALE PER LA PREVISIONE, LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO

Oltre 2mila persone in campo per le attività di previsione, prevenzione e contrasto agli incendi boschivi: 1.938 operatori AIB (antincendio boschivo) tra personale degli enti delegati (692), di SMA Campania (224), dei Vigili del Fuoco (50) e del volontariato organizzato di protezione civile (ben 972 unità, di cui 661 addetti alla lotta attiva e al pattugliamento e 311 al solo pattugliamento) e 118 DOS (Direttori Operazioni Spegnimento) tra personale degli enti delegati (71), dei Vigili del Fuoco (7), degli Enti locali (7) e del Volontariato organizzato e formato (29).
Sono i dati che si leggono dal Piano regionale antincendio boschivo (AIB) 2024 – 2026, approvato dalla Regione Campania con la Delibera di Giunta n. 309 del 24 giugno scorso e pubblicato sul BURC n. 46 del 1° luglio scorso. Un documento articolato che parte dalla analisi dei dati relativi agli incendi che hanno interessato il territorio regionale nel corso del 2023 per delineare poi la strategia complessiva.
Lo scorso anno sono stati 1.624 gli incendi (boschivi e non boschivi) che hanno danneggiato 1.836,22 ha di bosco e 1.609,85 ha di altre tipologie di vegetazione quali pascoli, incolti e colture agrarie prossime ai boschi. La maggior parte degli incendi dello scorso anno, circa l’85%, si è verificato nel periodo di massima pericolosità e nel medesimo asse temporale si è registrata anche la maggiore superficie percorsa dal fuoco: circa l’88%.
Nel periodo non ricompreso in quello indicato dal Decreto di Massima Pericolosità per gli incendi boschivi dell’anno 2023 (periodo non estivo) sono complessivamente intervenuti nelle attività di spegnimento incendi 1.349 operatori AIB. Hanno operato quasi esclusivamente gli addetti di SMA Campania, intervenuta con n.149 squadre AIB e squadre AIB delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile della Regione Campania con 82 operatori (la parte residuale è riconducibile ad Enti Delegati, ai Vigili del Fuoco ed agli operatori regionali).
Nel periodo di massima pericolosità, invece, nelle attività di estinzione sono intervenuti oltre 10mila operatori (10.071). La “mission” del Piano è quello di tutelare il patrimonio verde della nostra regione: la Campania si estende su una superficie di 1.359.025 ha, di cui 491.259 ha risultano occupate da aree forestali (403.927 ha di “boschi” e 87.332 ha di “altre terre boscate” – fonte: Inventario Forestale Nazionale – INFC 2015). Il 55% del bosco è proprietà privata ed il 44,6% è proprietà pubblica. Il 64,84% dei boschi della Campania sono inclusi in aree protette mentre la superficie di bosco per abitante è di 700 mq.
La strategia, in dettaglio prevede: attività di sorveglianza rafforzata mirata alla prevenzione degli illeciti in materia di antincendio boschivo, in particolare nelle aree ove il fenomeno ha le caratteristiche della recrudescenza e ripetitività; attività di monitoraggio degli incendi boschivi nel periodo di massima pericolosità, al fine di fornire supporto informativo all’apparato di lotta, valutare situazioni di particolare pericolo per l’incolumità pubblica e privata e conseguire l’accertamento tempestivo delle cause e delle responsabilità.
Il Programma operativo prevede azioni di prevenzione attraverso i servizi di sorveglianza mirata e monitoraggio del territorio, anche aerei, dei comportamenti vietati, ovvero omissivi in materia di prevenzione degli incendi boschivi anche con le attività di avvistamento che hanno lo scopo di ridurre le cause di incendio determinate dall’uomo: “quanto più ampia e diffusa è la rete dell’avvistamento e quanto più strette sono le maglie, tanto maggiore – si legge nel documento – è la probabilità di interventi tempestivi e minore il danno conseguente. Occorrono quindi segnalazioni precoci capaci di consentire con il minimo sforzo il massimo del risultato. Solo attraverso l’integrazione di modalità diverse di avvistamento (pattugliamento a terra con squadre, perlustrazione a mezzo aereo e avvistamento a mezzo di sistemi automatici) è possibile tentare di raggiungere un simile obiettivo”.
Nelle azioni non strutturali sono previste quelle di informazione e comunicazione: incontri di approfondimento con i Comuni interventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche legate agli incendi boschivi anche attraverso la diffusione delle buone pratiche da seguire e la campagna nazionale “Io Non Rischio” (i materiali della campagna sono disponibili al link: Incendi boschivi | Io non rischio (protezionecivile.it).
La Regione Campania ha inoltre implementato, per il solo periodo estivo, un bollettino di previsione del rischio incendi  che viene inviato ai Comuni e contiene l’indicazione puntuale di quattro possibili scenari di incendio boschivo che ricomprendono livelli di rischio crescenti da basso, medio, alto e molto alto, a cui sono associati altrettanti colori (Verde- Rischio Basso; Giallo – Rischio medio; Arancione- Rischio Alto; Rosso- Rischio molto alto) e norme di comportamento.
E’ prevista la verifica dell’adozione delle ordinanze in materia di prevenzione del rischio incendi boschivi presso le amministrazioni comunali dei territori maggiormente interessati dal fenomeno.  L’attività di monitoraggio, pattugliamento e avvistamento del territorio, oltre al lavoro di vigilanza utile svolto dai Carabinieri Forestali e dalle altre forze dell’ordine, è svolto dalle squadre di pattugliamento, nel periodo di massima pericolosità dalla SMA Campania Spa, ma soprattutto delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile specializzate nell’antincendio boschivi e confluite nelle Squadre AIV volontari.  Le squadre, se abilitate alla lotta attiva, sono anche impiegate per un primo tempestivo intervento sul fuoco, e allo scopo sono debitamente attrezzate ed equipaggiate.
La Regione Campania ha già sottoscritto convenzioni con la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco e con i Carabinieri Forestali per le attività di contrasto agli incendi boschivi.

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Premio nazionale don Peppe Diana, oggi la consegna dei riconoscimenti

Nel giorno in cui don Peppe Diana avrebbe festeggiato il suo compleanno, oggi 4 luglio alle ore 18, a Casal di Principe, nel bene confiscato alla camorra “Casa don Diana”; si svolgerà la cerimonia di consegna del Premio Nazionale don Diana – Per amore del mio popolo.
In questa tredicesima edizione, meritevoli del Premio e presenti alla consegna saranno:- Renato Nitti, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, con una lunga esperienza alla Dda di Bari. Tra i massimi esperti in Italia dei reati di traffico illecito dei rifiuti, ha promosso il progetto della prima ‘Procura Green’, divenuto modello di sostenibilità per le varie articolazioni della Pubblica Amministrazione;
– Savina Pilliu, che con la sorella Maria Rosa, scomparsa nel 2021, ha condotto una lunga battaglia contro gli interessi criminali di imprenditori collusi con la mafia. Una storia di resistenza vissuta nella città di Palermo che ha visto le due donne, fin dagli anni ’80, contrapporsi all’espansione edilizia da parte di alcuni costruttori che si erano impossessati con forza dei loro immobili;
– Fabrice Rizzoli, docente di Geografia del crimine organizzato alla Scuola di alta formazione sugli studi e le politiche internazionali francese «Heip», fondatore dell’associazione francese Crim’HALT, che ha tra gli obiettivi quello di promuovere una cultura e una conoscenza comune del fenomeno criminale ispirandosi a modelli stranieri.
Per la sezione Menzioni, ci saranno:
– Anna Motta e Giuseppe Paciolla, genitori di Mario Paciolla, cooperante napoletano morto
il 15 luglio 2020 in Colombia, dove si trovava come volontario dell’Onu. I genitori, che non
credono all’ipotesi del suicidio, combattono con perseveranza e resilienza per affermare la
verità;
– Giuseppina Casarin, ideatrice e fondatrice del coro ‘Voci dal mondo’ nato nel quartiere
Piave di Mestre, in provincia di Venezia. Grazie al canto, è riuscita a realizzare un progetto
d’integrazione e inclusione sociale tra persone di nazionalità diverse;
– “Avis Casalnuovo for Kenyan Children”, associazione impegnata nel supporto della comunità di Muyeye in Kenya. Nel villaggio africano ha realizzato il “Progetto Sanità” che ha la finalità di garantire adeguato supporto logistico e medico scientifico.
Menzione speciale al rabbino capo Gad Piperno e all’imam Izzedin Elzir, entrambi di Firenze che, la sera del 23 ottobre, insieme a migliaia di cittadini hanno camminato insieme per la pace in Medio Oriente, in una delle prime manifestazioni europee seguite all’attacco di Hamas del 7 ottobre e alla dichiarazione di guerra di Israele, con l’avanzamento dell’esercito nella Striscia di Gaza.

Il Premio è stato istituito nel 2011 dal Comitato don Peppe Diana, dal coordinamento provinciale casertano dell’associazione Libera e dalla famiglia del sacerdote ucciso il 19 marzo del 1994. Il Premio, opera dell’artista Giusto Baldascino, consiste in una vela versione in miniatura del monumento presente nel Parco cittadino di Casal di Principe dedicato a don Giuseppe Diana.

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Mafie, dipendenze, giovani: allarme gioco d’azzardo nella provincia di Salerno

Federconsumatori Campania organizza un evento di cruciale importanza per affrontare la crescente problematica del gioco d’azzardo online nella provincia di Salerno. Il 10 luglio 2024, presso la Sala Convegni della Camera di Commercio di Salerno (Via Roma 29), a partire dalle 10:00 si terrà una Tavola Rotonda dal titolo “Mafie, Dipendenze, Giovani: La crescita impetuosa del gioco d’azzardo online nella provincia di Salerno”.

L’evento sarà coordinato dalla giornalista Brigida Vicinanza de Il Mattino e vedrà la partecipazione di ospiti di primo piano tra le istituzioni del salernitano, enti e associazionismo. Il Sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, aprirà i lavori con i suoi saluti; interverranno poi Giovanni Berritto, Presidente di Federconsumatori Campania, Massimiliano Vigarani, ricercatore e autore de “Il Libro nero dell’azzardo” per Federconsumatori Modena, e Antonio Apadula, Segretario generale della CGIL di Salerno. Inoltre, saranno presenti Paola Lanzara, Sindaco di Castel San Giorgio (SA) – comune finito tristemente alle cronache perché quello con la maggior spesa pro-capite per il gioco d’azzardo online, oltre ad Anselmo Botte, Presidente di AUSER Campania, Marzio Govoni, Presidente di Federconsumatori Modena, Antonella Grandinetti, Direttrice del SERD 2 Salerno, e Aniello Baselice, Presidente dell’Osservatorio Regionale sul Disturbo da Gioco d’Azzardo.

Parteciperanno anche Franco Tavella, Segretario generale dello SPI CGIL Campania Napoli, Denise Amerini, Responsabile nazionale dei Comitati regionali della Campagna Mettiamoci in Gioco, e Giancarlo Conticchio, Questore di Salerno. L’evento vedrà inoltre la presenza di Michele Carrus, Presidente nazionale di Federconsumatori, la cui partecipazione sottolinea l’importanza e la rilevanza del tema trattato.

Gli ultimi dati riportano una situazione preoccupante: la provincia di Salerno è tra le più colpite dalla piaga del gioco d’azzardo online. La provincia è all’ottavo posto nazionale secondo il “Libro Nero dell’Azzardo 2024” per spesa pro-capite nel gioco online e vanta due comuni nella top 100 nazionale: oltre a Castel San Giorgio primatista assoluto, al 41mo posto in classifica c’è anche Capaccio-Paestum.

Questo fenomeno non solo ha delle implicazioni economiche devastanti, ma è strettamente legato all’incremento di problematiche sociali, dipendenze e attività criminali. L’incontro si propone di analizzare il fenomeno del gioco d’azzardo online e il suo impatto sulla popolazione giovanile e sulle famiglie, esaminare i collegamenti tra il gioco d’azzardo e le mafie, discutere delle misure di prevenzione e degli interventi necessari per contrastare il fenomeno, e promuovere una maggiore consapevolezza e un’informazione più capillare sul territorio.

L’evento è aperto alla partecipazione delle associazioni del territorio, che sono invitate a portare il loro contributo e a unirsi alla discussione per costruire insieme una strategia efficace contro il gioco d’azzardo.

Giovanni Berritto, Presidente di Federconsumatori Campania, ha dichiarato: “È fondamentale agire prontamente e con determinazione per arginare l’espansione del gioco d’azzardo, che sta devastando le vite di molti giovani e le loro famiglie. La collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini è essenziale per creare un fronte comune contro questo fenomeno”.

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CESVI, infanzia maltrattata: incombe l’incertezza per guerre e carovita

Lo strascico della pandemia pesa ancora sul benessere di bambine e bambini quando si parla di maltrattamento all’infanzia e trascuratezza, ma si rilevano finalmente anche i primi segnali di ripresa. Questi ultimi andranno consolidati, mentre sulle famiglie pesa l’incertezza causata dalla situazione geopolitica legata alle guerre, così come dinamiche economiche, tra cui l’inflazione e il caro energia. L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, curato da CESVI, in questa sesta edizione disegna punti di forza e di debolezza delle Regioni italiane rispetto ai fattori di rischio e ai servizi. Ne emerge, ancora una volta, un’Italia spaccata dove il Nord è generalmente più virtuoso del Mezzogiorno.
Il focus di questa edizione dell’Indice, dal titolo Le parole sono importanti, è dedicato al ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia. Lo studio si concentra sull’impatto del linguaggio abusante: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso psicologico, di cui la violenza verbale fa parte, è la forma più diffusa di maltrattamento infantile tra i 55 milioni di bambine e bambini che in Europa subiscono abusi, con prevalenza del 36,1%. Quello che emerge dal rapporto è che uno degli strumenti per la prevenzione del fenomeno è investire sull’educazione alla cura e al linguaggio positivo di bambini, genitori e comunità educante, partendo proprio dalla formazione dei professionisti e dalla ricerca di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei tavoli di coordinamento territoriale.
«Il maltrattamento all’infanzia è un grave problema sociale, che ha conseguenze negative sulla salute fisica e mentale di chi viene maltrattato sia nel breve sia nel lungo periodo, ma anche su tutta la comunità», dichiara Stefano Piziali, direttore generale di CESVI. «È un problema di diritti dell’infanzia e di salute pubblica, non solo una questione individuale o familiare: per questo istituzioni, organizzazioni e servizi territoriali devono agire insieme per contrastarlo, ma ancor prima per garantire servizi volti a diminuire i rischi nei diversi territori e prevenire il problema. Con le Case del Sorriso, CESVI fa un importante lavoro di prevenzione e di cura anche in questo ambito, sostenendo i bambini e le loro famiglie, accompagnandoli in percorsi di crescita e consapevolezza finalizzati a promuovere il benessere familiare, a creare ambienti protetti e sicuri dove potersi esprimere e opportunità educative e formative. Attraverso il Programma Case del Sorriso un’attenzione specifica viene data al linguaggio, inteso sia nel rapporto tra professionista e beneficiario, sia come strumento per costruire un dialogo positivo nei nuclei familiari, sia come mezzo per esprimersi ed esternare il proprio stato d’animo. A partire dalla parola è possibile gettare le basi per una vita più degna per bambini e bambine a rischio», ha aggiunto.
L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, redatto dalle ricercatrici di CESVI Giovanna Badalassi e Federica Gentile, è stato presentato a Roma, alla presenza dello stesso Piziali, del Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, del Consigliere del Ministro dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica, Alessandra Gallone, della ricercatrice Badalassi, della Presidente del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia (CISMAI), Marianna Giordano. Il rapporto presenta una graduatoria basata su 64 indicatori, classificati rispetto a sei diverse capacità: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare, di accedere a risorse e servizi. Con l’espressione “maltrattamento infantile” si fa riferimento a varie forme di abuso e trascuratezza nei confronti di persone con meno di 18 anni. Le tipologie riconosciute sono abuso fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e trascuratezza, che in comune hanno conseguenze di danni a salute, sopravvivenza, sviluppo e dignità del minore.
«La tutela dell’infanzia e dell’adolescenza sono una priorità di questo Governo. Lo abbiamo dimostrato sin dal nostro insediamento con una serie di azioni introdotte a supporto della natalità, della famiglia e della protezione dei minori tutti, in particolare di quelli più fragili. Siamo convinti che offrire luoghi in cui i ragazzi possono incontrarsi, fare sport, arte, musica, ricevere sostegno psicologico e pedagogico, sia una delle chiavi di volta per prevenire l’esclusione sociale, combattere la povertà educativa e la violenza contro i minori. Per tale motivo, abbiamo destinato oltre 300 milioni di euro per l’apertura di Comunità per adolescenti, centri dove i ragazzi possono gratuitamente trovare quelle opportunità educative che troppe volte vengono loro negate. Come istituzioni abbiamo il compito di prenderci cura dei loro sogni, di sostenerli in un percorso di vita sana e lontana da ogni tipo di maltrattamento. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo», ha dichiarato il Viceministro Maria Teresa Bellucci.
 IL LINGUAGGIO: STRUMENTO D’ABUSO MA ANCHE DI CURA. La violenza include anche quella inflitta con le parole, che può avere pesanti conseguenze sulla salute mentale, sia nell’infanzia sia una volta diventati adulti. La nuova edizione dell’Indice considera il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura di bambine e bambini, rilevando quanto sia fondamentale una comunicazione da parte degli adulti che promuova un’idea positiva di sé stessi e che sviluppi la sicurezza emotiva. Forme di abuso verbale, come gli insulti e la denigrazione, hanno un impatto negativo sulla crescita, non solo nella percezione del senso di sé, ma anche nel comportamento appreso attraverso l’imitazione.
La violenza verbale include vari comportamenti (come insultare, criticare, minacciare) che di solito sono compresi nella definizione di abuso psicologico, anche definito abuso emotivo. È un fenomeno pervasivo: l’Oms lo rileva come la forma più diffusa di maltrattamento infantile, con una prevalenza del 36,1%.
Esserne vittima può avere serie conseguenze sulla salute mentale in termini di ripercussioni emotive e psicologiche, e sul comportamento, da bambini e una volta divenuti adulti. Può determinare un forte ritardo nello sviluppo del linguaggio e nella comprensione in bambini di età tra 0 e 6 anni, violenta aggressività verbale dopo i 10 anni, spesso svalutante e discriminatoria come bullismo e cyberbullismo, sessualizzazione precoce e inconsapevole.
La violenza verbale di bambini e adolescenti può essere influenzata da social media, musica e coetanei, ma soprattutto da quanto ascoltato in famiglia, sia tra genitori e figli, sia tra i genitori. L’abuso verbale in famiglia è spesso legato alla pedagogia “nera”, retaggio di valori educativi arcaici ancora oggi adottati, con cui si dà legittimazione “morale” a comportamenti maltrattanti o abusanti. L’inconsapevolezza del peso delle parole può far sì che i genitori pronuncino insulti con intenzioni “affettuose” o “educative”, usando toni ed espressioni umilianti e sprezzanti.
In questo scenario, emerge l’importanza dell’utilizzo di un linguaggio positivo e orientato alla cura come presupposto fondamentale per il cambiamento: una piena consapevolezza del suo valore nel rinforzare i fattori protettivi, superare traumi importanti, contribuire al recupero psicofisico e allo sviluppo armonioso di personalità ferite negli anni più delicati della crescita.
 INDICE REGIONALE: PRIMI SEGNALI DI RIPRESA DOPO STRASCICO PANDEMIA. In questa edizione dell’Indice si coglie ancora l’impatto della pandemia, ma si rilevano i primi segnali di ripresa, che andranno consolidati. Nel frattempo, pesa l’incertezza: la situazione geopolitica legata alle guerre è fonte di preoccupazione generale, mentre dinamiche economiche come inflazione e caro energia possono vanificare i progressi occupazionali e aumentare l’impatto della povertà.
Le Regioni italiane dove il contesto legato ai fattori di rischio è più favorevole a bambine e bambini sono Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, stabili al primo e secondo posto dalla precedente rilevazione. Seguono Emilia-Romagna e Lombardia, che salgono rispettivamente di una e di due posizioni arrivando al terzo e quarto posto, e poi Veneto, che dal terzo passa al quinto posto. Il fattore di rischio complessivo è massimo invece in Campania, all’ultimo posto e preceduta nell’ordine da Sicilia, Puglia e Calabria, tutte invariate rispetto alla rilevazione precedente. Altre variazioni positive di due posizioni riguardano l’Umbria, di una posizione le Marche, la Basilicata e il Molise. Rimangono invariati anche Toscana e Piemonte, mentre arretrano di una posizione la Valle d’Aosta, il Lazio, l’Abruzzo, la Sardegna, di due posizioni il Veneto e la Liguria.
Rispetto ai servizi di prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia, la Regione con la miglior dotazione strutturale è l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna. Le prime tre sono in posizione invariata dalla rilevazione precedente, le tre successive sono migliorate. Le Regioni con maggiori criticità sono la Campania, all’ultimo posto in posizione invariata, preceduta dalla Sicilia al penultimo posto, peggiorata di un gradino, e ancora Calabria e la Puglia, entrambe in peggioramento. Queste Regioni sono considerate “ad alta criticità”: a fronte di fattori di rischio elevati, non corrisponde una reazione del sistema dei servizi, rimasti al di sotto della media nazionale. Rientrano tra esse anche Molise, Basilicata, Abruzzo, Lazio e Piemonte. Variano di posizione anche il Piemonte, arretrato di quattro, la Sardegna che migliora di tre, il Trentino-Alto Adige, la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia che ne hanno perse altrettante.
Sulla capacità di fronteggiare il maltrattamento all’infanzia, nella sintesi tra fattori di rischio e servizi, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto. Seguono Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, nelle stesse posizioni dalla precedente edizione, così come la Lombardia. Le Regioni con le maggiori criticità rimangono Sicilia e Campania. Le Marche migliorano di tre posizioni, la Valle d’Aosta di due, l’Umbria, la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise e la Calabria di una. Peggiorano di tre posizioni la Liguria, il Piemonte e il Lazio, mentre la Toscana e la Puglia perdono una posizione ciascuna.
Prevenzione per diminuire i fattori di rischio e aumentare i fattori protettivi. Il rapporto sottolinea l’importanza di adottare un approccio che permetta di prendersi cura degli abusati, intervenire su chi abusa, interrompere la trasmissione intergenerazionale della violenza e prevenire l’abuso, individuando i fattori di rischio e rafforzando i fattori protettivi, considerando il contesto sociale. I fattori di rischio che aumentano la probabilità dei bambini di subire il maltrattamento possono essere contrastati o mitigati dai fattori protettivi, che agiscono come efficaci strumenti preventivi, riducendo la probabilità di subire maltrattamento e prevenendo in modo strutturale il fenomeno.
LE CASE DEL SORRISO. CESVI affronta il problema del maltrattamento e della trascuratezza verso bambine e bambini in Italia con progetti di prevenzione e contrasto. Interviene, in particolare, in alcune delle Regioni rilevate dall’Indice come estremamente problematiche, Campania, Sicilia e Puglia. Qui gestisce le Case del Sorriso, parte di un programma mondiale dedicato a bambini e bambine a rischio di maltrattamento o che vivono in condizioni di trascuratezza e povertà educativa. Tra le attività previste ci sono interventi di supporto alla genitorialità, laboratori psicomotori, sportivi, artistico-espressivi, spazi di ascolto sicuro e gruppi di parola. Gli spazi di ascolto sicuro prevedono incontri individuali, consulenze psicologiche e percorsi di supporto psicologico. I gruppi di parola sono momenti di confronto con minorenni o adulti per prevenire il disagio sociale, incentrati anche sulla cura della parola e dell’espressione del sé, affrontando temi come bullismo e cyberbullismo, comunicazione positiva e non violenta, alfabetizzazione emotiva, alfabetizzazione digitale, violenza di genere, ecc.
All’estero, le Case del Sorriso si trovano in Regioni con alti livelli di povertà e mortalità infantile. In Brasile, ad Haiti, in India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe offrono spazi protetti di gioco e distribuzione di pasti, sostegno alle attività scolastiche e igiene personale, sia a minori, sia a famiglie in difficoltà. Il Programma prevede inoltre interventi a favore dell’infanzia in zone colpite da gravi emergenze umanitarie come Ucraina, Turchia, Libia e Marocco, dove la Fondazione ha istituito i Child Safe Space, centri diurni su misura per minori in cui svolgere attività educative e ricreative insieme ai propri coetanei e dove ricevere supporto psicosociale.

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Una pizza “arcobaleno”per donare un sorriso ai piccoli pazienti di oncologia pediatrica:

Pomodorini del piennolo rossi, pomodorini gialli semidry, fiordilatte, pesto di basilico, basilico, parmigiano e olio evo pregio estratto a freddo. Non è però la sapiente scelta degli ingredienti né tantomeno la maestria del suo ideatore, Gennaro Melillo, a rendere speciale la pizza Rainbow che da oggi è nei menù di OMG!, quanto il cuore: dedicata ai bambini del reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Santobono Pausilipon, per ogni singola pizza  Rainbow sfornata nel locale di via Diocleziano un euro verrà devoluto in beneficenza alla Fondazione Santobono Pausilipon per sostenere iniziative a loro sostegno. Il tutto con un’idea ben precisa: l’arcobaleno è di tutti ed è per tutti.
Melillo non è nuovo a tali iniziative: sin dall’apertura della pizzeria OMG! ha interpretato l’impresa come qualcosa di radicato sul territorio e che al bene del territorio, inteso come collettività, deve contribuire. Già nei primi mesi di vita del suo ristorante, Melillo ha voluto ospitare le associazioni rosa del territorio e ha contribuito a una raccolta fondi per le famiglie a rischio esclusione sociale.
L’iniziativa della pizza Rainbow arriva invece a chiusura di un primo anno di attività da incorniciare per il giovane pizzaiolo che – dopo la gavetta tra gli astri della pizza – ha deciso di lanciarsi non senza difficoltà nella prima avventura solista. Riscuotendo un enorme successo: oltre alle recensioni entusiaste OMG! è stata eletta pizzeria dell’anno per la guida I Cento Napoli e la sua pizza in pala è finita nel volume Calici & Spicchi di Antonella Amodio.
L’iniziativa a favore della Fondazione Santobono – Pausilipon partita in queste ore durerà (almeno) fino al prossimo Natale, quando si tireranno le somme delle pizze Rainbow battute e verrà effettuata la corrispettiva donazione. “Condividiamo gratitudine – spiega Gennaro Melillo – così come condividiamo i pasti in tavola: coinvolgendo. Non saremo quindi solo noi, ma tutti i nostri clienti i protagonisti di questa maratona solidale, che da un lato vuole donare un sorriso ma dall’altro ci ricorda di rinsaldarci come comunità che condivide umanità”.
“Il rione Flegreo che mi ospita e a cui sono grato per ciò che mi sta restituendo in termini umani e professionali – continua Melillo – conosce bene cosa vuol dire combattere con determinate patologie. Ce lo ricordano del resto le ciminiere che si intravedono a pochi passi dall’ingresso. Da sempre come artigiano, pizzaiolo e ora imprenditore ho creduto che la presenza sul territorio si dovesse tradurre in ricchezza per tutti. Oggi credo che questa ricchezza debba diventare coinvolgimento attivo. Ci sono ragazzi che combattono ogni giorno per continuare a vivere ed è a loro che voglio arrivare, esattamente come un arcobaleno che da qui arrivi alle loro stanze: visibile a tutti, ma dedicato a loro”.

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