07 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Lo scorso 3 ottobre si sono chiusi i termini per la presentazione delle domande di partecipazione ai progetti della Fondazione Amesci in materia ambientale e di educazione e promozione culturale, contenuti nell’ultimo bando emanato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale.
Sono 336 i giovani che hanno presentato domanda di partecipazione per 42 posti, con una media di 8 domande per ogni posto disponibile, scegliendo di impegnarsi nella realizzazione di attività di interesse generale in favore delle comunità locali, in particolare nella tutela e nella valorizzazione della biodiversità e dello sviluppo sostenibile. Progetti utili anche a potenziare nelle nuove generazioni le competenze STEAM e degli strumenti di green economy, due settori centrali per sostenere uno sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile del pianeta.
“I dati relativi alle candidature ai nostri progetti confermano la forte impennata di attenzione dei giovani verso il Servizio Civile Universale: nel 2023 abbiamo ricevuto in media 3,2 candidature per ogni posto disponibile, valore salito di circa 5 punti in occasione del bando 2024” spiega il Presidente della Fondazione Amesci, Enrico Maria Borrelli.
“Con una media di 3,1 domande per ogni posto disponile per i progetti di Servizio Civile Ambientale e di 10,1 per la partecipazione alle iniziative di informazione al cittadino, comunicazione, promozione del valore della salute e valorizzazione e tutela del patrimonio artistico, i giovani hanno promosso il Servizio Civile Universale quale strumento per rispondere alle sfide del nostro tempo, come quelle ambientali e digitali” sottolinea Borrelli.
“Sul sito www.amesci.org sono già online le informazioni sui colloqui di selezione per favorire l’orientamento dei candidati, spesso giovani alla prima esperienza di presentazione di loro stessi. La fiducia che i ragazzi ripongono nei nostri progetti ci spinge ad investire sempre più attenzione nella comunicazione, che riveste un ruolo centrale per promuovere e far conoscere il Servizio Civile tra i giovani. Siamo consapevoli, al tempo stesso, che affinché il servizio civile entri pienamente nella cultura dei giovani e del Paese, occorre una campagna di comunicazione istituzionale promossa dal Governo: sia lo Stato a chiamare i suoi giovani all’impegno e al servizio della Patria, perché è da loro che dipende la qualità del nostro futuro. Abbiamo la responsabilità e, quindi, il dovere di far conoscere questo Istituto della Repubblica ai giovani, perché promuove i valori della nostra Costituzione e educa alla solidarietà tra cittadini” conclude Borrelli.
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07 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
“Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo” è il titolo dello spot video animato realizzato da Out of the blue nell’ambito di “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, progetto triennale selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che coinvolge 52 organizzazioni del Terzo settore in tutta Italia nel promuovere una scuola e un territorio equi e accessibili a tutti.
Out of the blue è un’agenzia di comunicazione, nata all’interno del consorzio SIR, che fornisce servizi come la realizzazione di video, siti web, podcast e grafica, coinvolgendo persone con autismo che desiderano lavorare nel campo della comunicazione. Tutte le attività che hanno portato alla realizzazione dello spot “Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo” – dallo storyboard all’ideazione dei bozzetti e degli sfondi, dalle animazioni al montaggio, fino al voice-over – sono infatti state eseguite da giovani con autismo, sotto la guida di professionisti esperti. Commenta Maria Vittoria Gatti, ideatrice e responsabile dell’agenzia: “Nella comunicazione mediata – che include arte, fotografia, comunicazione digitale e altre forme espressive – le persone con autismo possono eccellere grazie alla loro sensibilità e capacità specifiche. Se adeguatamente supportate, queste abilità possono trovare un proficuo impiego in campo lavorativo”.
Un pensiero in linea con il progetto Inclusi, che a settembre 2023 ha diffuso i risultati di un’indagine esplorativa nel campo della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità, condotta nelle scuole italiane (su un campione di 612 studenti di 10 scuole secondarie di primo grado e corsi di formazione professionale) e i cui risultati sono raccontati nello spot attraverso la storia di Simone, lo studente che spiega alla professoressa il suo gesto da bullo nei confronti del compagno Giovanni, più fragile.
Dall’indagine sono emerse le voci e le esigenze degli studenti, che credono che la soluzione per contrastare il bullismo nella scuola, in particolare quando coinvolge la disabilità, sia accorciare la distanza con gli insegnanti: sono loro che, in quanto educatori, possono e devono fare la differenza, utilizzando gli strumenti del dialogo e della condivisione, non delle punizioni.
Questo il messaggio forte che emerge anche dallo spot, dove gli insegnanti e gli adulti in generale sono chiamati a “riempire un vuoto”. Alla fine, infatti, quando Simone e la professoressa stabiliscono un confronto, il ragazzo ammette: “Si vive tutti quanti insieme, se qualcuno fa una scemenza…”. La professoressa finisce la sua frase: “… la comunità di adulti si prende la briga di dirglielo, è così?”.
“Sì, credo sia meglio che la punizione. Prima della punizione bisogna capire e aiutarci a capire, riempire il vuoto insomma. Lei può farlo?”.
“Sì, io posso. E tu, puoi farlo?”.
“Sì, anche io posso”.
Lo spot è rivolto alla comunità educativa della scuola con l’obiettivo di capire quali sono i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, come conoscere le diversità e saperle includere.
La campagna di comunicazione impostata da Inclusi prevede la diffusione dello spot nelle scuole e la veicolazione tramite il blog https://percorsiconibambini.it/inclusi e i canali Facebook del progetto e dei partner.
Dal punto di vista tecnico, lo spot è realizzato con uno stile visivo grafico e vettoriale, dalle linee pulite e i colori brillanti, con forme geometriche e sfondi minimalisti, animazioni fluide ma con un tocco stilizzato. Meritano una nota particolare i flashback, inseriti non con la tecnica dell’animazione come il resto dello spot ma con il montaggio fotografico, soluzione che, oltre a permettere una migliore comprensione della narrazione, ha ottimizzato il lavoro del team di lavoro.
Qui lo spot “Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo”:
Credit:
i disegni e le animazioni dei personaggi sono di Massimiliano Achilli, i disegni degli sfondi sono di Gianpaolo Fanfoni, quelli del flashback sono di Andrea Mulazzani, su idea di Lorenzo Infanti, che del video è montatore – affiancato da un altro collega, Luca Esposito – e aiuto regista. A coordinare i lavori e supportare i giovani creativi, il regista Giulio Ciarambino, insegnante di cinema, con i colleghi Enrico Cortelezzi e Ettore Bordieri e con Martina Viola, in tirocinio in Out of the blue grazie alla collaborazione con l’Academy Rizzoli. Lorenzo Infanti ha dato anche voce a Jeremy, lavorando quindi anche al doppiaggio, insieme a Maria Vittoria Gatti e ad Andrea e Filippo Marchesini Viola.
Link all’indagine su bullismo e disabilità realizzata dal progetto Inclusi:
Disabilità e bullismo: il problema sono le assenze e le distanze
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07 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Da tre a Infinito. Non conosce limiti, ma ha svolto nel migliore dei modi la sua funzione di incentivo alla lettura la terza edizione del Campania Libri Festival – La fiera dell’editoria. Sono stati più di 35mila i visitatori che hanno affollato gli ambienti di Palazzo Reale a Napoli. Gli stessi della scorsa edizione, ma con un giorno in meno di programmazione. Senza contare i tanti lettori che hanno partecipato, nella giornata di giovedì, agli eventi in giro per la Campania di un Festival diventato anche, e per la prima volta, itinerante. In costante crescita i numeri degli espositori, con la presenza di più di 80 case editrici nazionali e locali, a testimonianza di una rassegna che si pone obiettivi sempre maggiori per il futuro.
Finanziata dalla Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano e diretta da Ruggero Cappuccio, la rassegna letteraria, che quest’anno ha reso omaggio a Giacomo Leopardi, è stata impreziosita ancora una volta dalla presenza di autori italiani e internazionali tra i più amati dal pubblico dei lettori: non solo scrittori, ma anche artisti, giornalisti, filosofi, storici, esperti dei nuovi media.
Esprime grande soddisfazione il curatore della manifestazione, Massimo Adinolfi, filosofo e docente universitario:” Siamo felici che sia andata bene. Per il Festival, per la città e la regione, ma soprattutto per aver visto tanti libri uscire da Palazzo Reale sotto il braccio di vecchi e nuovi lettrici e lettori. Non dico missione compiuta, perché tutto è sempre ancora da compiere, ma la strada tracciata è quella giusta. E di lettrici e lettori, su questa strada, sono sicuro che ne incontreremo sempre di più”.
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07 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
È passato un anno da quando è iniziato il conflitto nei territori palestinesi e israeliani e, dopo dodici mesi, la situazione non sembra migliorare. Al contrario, recentemente si assiste all’escalation degli scontri, che sono arrivati fino al sud del Libano e alla capitale Beirut. Una guerra in cui tutti, in particolare bambini e donne, stanno perdendo le loro case, le loro identità, i loro affetti, la loro vita.
Dopo 365 giorni sono circa 2 milioni i palestinesi sfollati e il 63% delle infrastrutture distrutte o danneggiate. Orfanotrofi, ospedali pediatrici, case e scuole sono stati ridotti in macerie, provocando una drammatica crisi umanitaria. Le vittime tra la popolazione gazawi sono superiori a 40.000. Sono più di 1.500 invece i morti israeliani e ancora 101 gli ostaggi in mano ad Hamas.
“Bisogna intervenire subito. Chiediamo al Governo italiano e ai governanti di tutta Europa di operare la pace e di porre fine alla strage di innocenti che prosegue incessantemente nell’area del conflitto e ora anche in Libano. Qui infatti il 23 Settembre oltre 300 attacchi aerei hanno colpito diverse parti del Paese in poche ore, provocando la morte di almeno 558 persone, tra cui 50 bambini e 84 donne, e il ferimento di altre 1.645 persone”. È questo l’appello di SOS Villaggi dei Bambini in occasione della ricorrenza dello scoppio del conflitto.
“Tutta la mia vita è cambiata. È diventata paura, ansia, tensione, tristezza e miseria. La mia principale preoccupazione è come proteggere le mie sorelle, i miei fratelli e non essere esposti alla morte“: queste le parole di Rawan, una ragazza di 18 anni che vive all’interno dell’accampamento che SOS Villaggi dei Bambini ha allestito a Gaza. Riflettendo su un anno di guerra, Rawan sente che il suo benessere psicologico è messo a rischio.
In Libano, Yara desidera tornare alla normalità e dai suoi amici: “Abbiamo sentito suoni spaventosi come bombardamenti e ricevuto notizie terribili. Tutti intorno a noi erano spaventati. Siamo stati anche trasferiti dal nostro Villaggio SOS, questo ci ha fatto capire come si sentono gli altri bambini sfollati”.
Yara avrebbe potuto rinunciare alla speranza, ma ha scelto di non farlo: “Sogno di diventare avvocato”, dice. “Voglio difendere i diritti di ogni persona che ne è stata privata o che ha subito ingiustizie. Spero che la pace ritorni presto in Libano per riprenderci il nostro futuro. Auguro anche a tutti di rimanere al sicuro e felici.”
Solo con un cessate il fuoco permanente sarà possibile raggiungere in piena sicurezza i civili colpiti, assicurando beni e servizi essenziali e interventi salvavita in un’azione umanitaria coordinata e di larga scala, necessaria per rispondere in modo adeguato alla gravità dei bisogni della popolazione.
“Stiamo assistendo a morti, distruzioni e conseguenze inimmaginabili nella Striscia di Gaza. Migliaia di civili di ambo le parti vengono quotidianamente uccisi, feriti, terrorizzati, sfollati e decine sono ancora tenuti in ostaggio, compresi bambini e persone anziane. Chiediamo che venga rispettato il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile tutta. Di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti il mondo non può più aspettare ad agire. È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia. È necessario un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti e prendersi cura di chi è sopravvissuto”.
SOS Villaggi dei Bambini si impegna affinché i bambini e i ragazzi che non possono beneficiare di adeguate cure genitoriali crescano in una situazione di parità con i propri coetanei, realizzando appieno il proprio potenziale e la possibilità di vivere una vita indipendente. È presente in Italia da oltre 60 anni e oggi opera attraverso 8 Programmi e Villaggi SOS, a Trento, Ostuni, Vicenza, Saronno, Mantova, Torino, Crotone e Milano. SOS Villaggi dei Bambini si prende cura di oltre 2.600 persone, tra bambini, ragazzi e famiglie che vivono gravi situazioni di disagio, e sostiene i diritti di oltre 47.000 bambini e giovani, protagonisti delle sue attività di Advocacy. È parte del network SOS Children’s Villages, presente in 136 tra Paesi e territori dove aiuta circa 3 milioni di persone, e del quale ospita e gestisce a livello internazionale il Programma globale di esperti sulla salute mentale e sul supporto psicosociale.
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07 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Martedì 8 ottobre, dalle ore 17.30 alle 20.30, si terrà presso il bar Chicco Caffè, in via Luigi Guercio, 168, la raccolta libri del progetto “Salerno Legge”, il book crossing ideato e promosso dalla Fondazione Copernico, con il patrocinio del Comune di Salerno e il sostegno della Commissione Cultura e del presidente Arturo Iannelli. La raccolta dei libri, ad eccezione di quelli di testo scolastico, servirà per creare una vera e propria rete di punti di lettura pubblici e gratuiti.
Un progetto, quello di “Salerno Legge” che mira a creare spazi di sviluppo e di crescita culturale e sociale, sul territorio cittadino. Questi – insieme a spazi privati, quali ambulatori, sale d’attesa, bar, negozi e altre strutture sociali – formano il tessuto della cosiddetta “biblioteca civica diffusa”, cuore del progetto.
A tutti coloro i quali, domani pomeriggio, verranno a donare i propri libri, sarà consegnato un piccolo omaggio .
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04 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
L’accoglienza dei Ragazzi del Lago per una persona è nel segno dell’amore di quando si vive in Cristo. Sulla scia del loro ispiratore e primo sostenitore Leo Amici- di cui è iniziata la causa di beatificazione- iniziatore della costruzione del posto dov’è nata la Compagnia. Al Lago di Montecolombo (nel riminese) si sta in un “Paese fuori dal mondo”, che è proprio la formula vergata sull’insegna d’ingresso. A realizzare questa realtà sono stati volontari di tutto il mondo (a partire dagli anni ’80), persone grate a Leo Amici per la sua carità, i suoi consigli e la sua guida che aveva cambiato la loro vita in meglio, spiritualmente e socialmente. Quell’angolo di terra, allora paludoso e abbandonato (contrassegnato dal cartello “zona depressa”) è diventato, poi, testimone di “pace, amore e fratellanza” (come recita lo stemma della Fondazione). Questi valori non si declinano in senso mondano. Infatti, essi sono impossibili senza persone radicate in Cristo, che condividono la stessa Vita nello stesso Corpo: quella di Nostro Signore ricevuta nel Battesimo. Ecco perché questo progetto si erge come un seme del Regno di Dio e dura, perché le sue fondamenta non appartengono al mondo.
Ad oggi, la Compagnia ha prodotto quasi 20 opere originali. L’occasione è opportuna per evidenziare un difetto dell’industria del teatro musicale italiano: il vizio di imitare e prendere in prestito dagli americani, invece di supportare e proporre materiale, nuovo o meno, appartenente alla nostra cultura, con storie che ci rispecchiano.
Alcuni importanti musical della Compagnia sono “Chiara di Dio “, sulla vita di santa Chiara al fianco di san Francesco- questo titolo ha richiamato spettatori da tutto il mondo, in replica fissa per dodici anni ad Assisi (Teatro Metastasio); “Un fremito d’ali “, la vita di Padre Pio vista dagli angeli; “San Gabriele dell’Addolorata”; “Notte gitana”; “L’uomo dal turbante rosso”; “Cabaret”; “Patto di luce”; “Via crucis via lucis”, sulle stazioni della Croce raccontate dal punto di vista dell’apostolo Giovanni. Attualmente la Compagnia è uscita con un nuovo spettacolo: “Mohican”, un racconto di solidarietà nella diversità, una storia d’amore tra una ragazza inglese e un ragazzo delle tribù indiane.
Festa importante nella tradizione del Lago è il Festival “Una canzone per Leo”, concorso canoro in cui gli artisti portano brani ispirati a vita e opere d’arte di Leo Amici (esistono anche coreografie ispirate alle sue lettere).
Il Teatro Leo Amici è il teatro della Compagnia, responsabile anche della “RDL Performing Academy”: la scuola di danza, recitazione e musica; essa ha sede in varie località dove abita la “Fondazione Leo Amici”. Nessuna audizione per accedervi – contrariamente allo standard del sistema artistico accademico professionale – e laboratori teatrali estivi gratuiti. L’edificio dell’Accademia ospita, altresì, luoghi di incontro, studi di fisioterapia e una cappella.
I campi in cui opera la Fondazione (insieme all’associazione DARE) coinvolgono cultura, sport, tempo libero, assistenza sociale, istruzione, salute, disagio giovanile e tossicodipendenza. Inoltre, essa ha offerto servizi umanitari in Africa, Australia, Svizzera, Spagna, Germania e Francia. Ancora una volta, non si tratta di una qualsiasi altra associazione di beneficenza basata su sforzi umani (che finiscono sempre nella Morte): queste persone vivono testimoniando Dio, portando vita vera. Tale è la Vita Eterna, e il prendersi cura dell’esistenza biologica del prossimo è solo uno dei suoi tanti frutti. Infatti, ovunque si insedi la Fondazione, non manca mai la presenza di una cappella.
Fondamentale citare chi ha contribuito a far diventare realtà questo sogno, insieme a Leo Amici:
Maria di Gregorio. Sostiene il lavoro di Leo Amici per tutta la vita. Modello d’amore, forma e coordina centinaia di volontari in iniziative sociali e umanitarie.
Daniela Natale. Figlia di Maria, all’età di 14 anni sceglie di offrire il suo servizio per la pulizia dei locali e l’accoglienza di persone bisognose presso la casa di Leo Amici. Il suo soprannome era “unicità”, così considerata da tutti.
Carlo Tedeschi. Pittore, scrittore, regista e autore di tutti i musical del repertorio dalla Compagnia. Continua l’opera di Leo e Maria; la sua arte diventa uno strumento di pace, amore e fratellanza. Si prodiga, in particolare, per la realizzazione dei giovani.
Soggiornare al Lago è fare un’esperienza di comunità. Comunità è condividere con i fratelli, come manifestazione di comunione: nel riconoscere che tutto è dono del Padre, e i doni sono fatti per essere condivisi. Poiché nulla è di nostra proprietà, ma siamo amministratori di ciò che Dio ci dona, prima di tutto la Vita che condividiamo in Cristo Gesù. Quando qualcuno voleva ripagare Leo Amici per il bene ricevuto, questi rispondeva:- “Sai a chi dare questi soldi. Mi hai già ripagato se sei guarito, felice e ami il tuo prossimo “. Pertanto, tutte le attività presenti nel “Piccolo paese”, dal teatro alla sauna, dalle case di accoglienza al ristorante e all’agriturismo, non sono solo svaghi, ma testimonianza di vero amore dato e ricevuto.
di Elena Palazzi
Link utili:
https://www.lagodimontecolombo.it/
https://www.ragazzidellago.com/
https://www.fondazioneleoamici.org/
https://www.associazionedare.it/
https://www.carlotedeschi.it/
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