AspieCafé, ragazzi e famiglie in relazione contro la solitudine

Come può un caffè diventare un’arma contro la solitudine? Se il mondo scientifico procede a rilento e non riesce a dare risposte immediate, se il sollievo della comprensione viene rimandato a causa della disinformazione, se le competenze sono poche e frammentate, è il caffè ad andare in soccorso a ragazzi e famiglie che vivono un disagio.
Il caffè, o meglio, un AspieCafé. Famiglie, operatori e giovanissimi si aiutano ed auto aiutano nell’affrontare la fatica di vivere in un contesto che non accoglie e spesso non comprende le diversità invisibili, e lo fanno grazie al piacere di incontrarsi, con il pretesto di prendere un caffè insieme.
AspieCafé è una iniziativa partita un paio di anni fa, grazie all’idea lanciata dall’associazione Gruppo Asperger Campania. «Spesso i nostri ragazzi non hanno un gruppo di amici con cui condividere tempo libero – spiega Angela Silletti Restucci, presidente dell’associazione Gruppo Asperger Campania – ed AspieCafè è un’ opportunità per provare a sviluppare rapporti amicali, in base ai propri valori ed interessi, al di fuori del contesto strutturato. È un’opportunità, un’opportunità grande». Inizialmente l’idea si è sviluppata e strutturata a Napoli centro. Adesso, in attesa di reperire fondi, su Napoli città l’iniziativa è ferma e in procinto di ripartire a settembre. A Caserta e Salerno invece gli incontri proseguono con cadenza settimanale. Al momento gli associati sono circa una novantina, e le cose da mettere in calendario sono tantissime: «La prima cosa fatta – prosegue il presidente – è stato prendere contatti con l’Ordine degli Psicologi. Abbiamo bisogno di supporto, noi e i ragazzi, e c’è ancora troppa poca conoscenza di come funzionino certe condizioni».
Per queste famiglie, nella nebbia legata alla mancanza di formazione e informazione, nel mare dei sentimenti di frustrazione e senso di abbandono che i disagi portano con sé, incontri di questo genere rappresentano talvolta l’unica scialuppa di salvataggio per provare a destreggiarsi tra i mille problemi legati alle condizioni di diversità. Una diversità, a dirla tutta, non convenzionale: il mondo dell’autismo è grande, è vasto, è variegato. E spesso a fare i conti ci si inganna, perché non è vero che autismo = ritardo cognitivo. Anzi. A volte le disabilità non sono cognitive. A volte sono fisiche. A volte sono relazionali. Ma sono tutte parimenti dolorose sia per i ragazzi che vivono questo disagio, sia per le loro famiglie.
Spesso la letteratura medica non è abbastanza profonda, aggiornata e interessata a spiegare e affrontare quella porzione di autismo legata agli Asperger.
Ma probabilmente un modo efficace di spiegare questa condizione a chi non ha proprio idea di cosa sia, si trova tra le pagine della prima stesura di un libro da poco uscito per Mondadori, IL SAPORE DELL’ALBICOCCO, di Nicola Pesce, scrittore ed editore originario di Salerno, che ha fatto del suo essere Asperger un punto di forza: «Quanto poco ne sa ancora il 99% della popolazione sull’autismo e, nel mio specifico caso, sull’essere Asperger – si legge – secondo molti, ahimè, siccome mi vedono normale allora sono normale. Purtroppo no. La mia “normalità” è frutto di un addestramento quarantennale al camuffamento. Ma c’è un mare di dolore in questa normalità». Un parlare a cuore aperto, che prosegue così: «Pochi giorni fa mettendo a posto casa ho ritrovato un quadernone a quadretti di quando ero piccolo. Allora ero meno bravo a camuffarmi. Mi ricordo che con il mio “migliorissimo amico” del cuore dell’epoca facemmo una scommessa. Era il giorno che a scuola spiegarono le tabelline. “Vediamo chi scrive sul quadernone entro domani più multipli di due?” mi disse. Oh, non l’avesse mai detto. Io cominciai già in classe, poi a casa… immaginavo il mio amico che febbrilmente a sua volta scriveva quei numeri. A mezzanotte avevo finito l’intero quaderno. Ero arrivato a 6.800. La mattina dopo arrivai a scuola tutto contento, il quaderno mi scottava tra le mani. Lo mostrai al mio amico Armando. Beh, lui aveva riempito una paginetta. Era arrivato a 120 circa. Lì avrei dovuto capire tante cose. Nel bene e nel male. Nella vita tutte volte che qualcuno si impegna, è arrivato a 120. Io sono arrivato a 6.800. Lui però ha vissuto, io no. E quando apro il quaderno, ecco, all’istante quando apro il quaderno, tutti si rendono conto che sono una cosa fuori dal mondo. E allora io nel corso degli anni innanzitutto ho imparato a non aprire più il mio metaforico quaderno. E voi mi vedete, ci vedete da fuori, a noi Asperger, e ridiamo e parliamo come voi, e pensate che alla fine essere Asperger non sia poi un gran problema. Solo che non sapete che abbiamo, metaforicamente, quel quaderno appresso. Il nostro dolore è ben nascosto ai vostri occhi. Ce lo avete insegnato voi, senza cattiveria alcuna, me l’ha insegnato Armando quel giorno, che io sono diverso, che noi siamo diversi. C’è un dolore in noi che non potete arrivare a comprendere. Ma, se potete, quando uno vi dice che è Asperger, rispettate il suo dolore».
Per chi volesse contattare i referenti di AspieCafé, le info sono disponibili sul profilo Facebook, email: info@aspergercampania.it; Telefono (presidente): (+39) 338 163 4890; Telefono (referente adulti): (+39) 380 158 0661
I luoghi destinati attualmente agli incontri sono: Napoli, Punk tank Cafe’, piazza Dante 40. Salerno, Punto e Virgola Cafe. Caserta Gran Caffè Margherita.
di Nadia Labriola

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PROGETTO TESEO: FRAGILITA’ E DEMENZA IN UNA COMUNITA’ CHE CURA

In Italia, i servizi per le persone con demenza sono carenti e distribuiti in modo disomogeneo sul territorio nazionale, anche la disponibilità di équipe e professionisti dedicati è ridotta rispetto alle necessità; in generale, si rileva un maggiore sviluppo nelle realtà del Nord Italia rispetto a quelle del centro e Sud Italia e isole (ISS, 2023).

Secondo i dati ufficiali, le persone con malattia di Alzheimer e altri tipi di demenza o compromissione cognitiva lieve, sono almeno 2 milioni (Ministero della Salute, 2022), ma i dati reali sono probabilmente più elevati (OCSE, 2023). La ridotta disponibilità di centri specializzati fa sì che non tutte le persone affette dalla malattia riescano ad ottenere una diagnosi tempestiva, amplificando le difficoltà dei familiari, sia in questa fase che in quelle successive.

È quindi importante fare il possibile perché tutti possano ricevere l’aiuto necessario.

A Milano si sta sviluppando il progetto “Teseo. Fragilità e demenze in una comunità che cura” – con il sostegno di Fondazione Cariplo e sviluppato da Fondazione Don Gnocchi – che è capofila – con Airalzh Onlus, Associazione per la Ricerca Sociale, Caritas Ambrosiana e Sociosfera Onlus. Il progetto si propone come un modello sostenibile e replicabile a livello nazionale, soprattutto nell’ambito del Terzo Settore.

Teseo non intende necessariamente offrire nuovi servizi – nella città di Milano sono già efficaci e ben articolati – quanto rendere più fluida ed accessibile la collaborazione fra quelli esistenti e le famiglie di anziani che hanno bisogno di supporto. Attualmente, infatti, le famiglie sono costrette ad una faticosa ricerca di informazioni che si protrae lungo l’intero percorso della malattia. Devono affidarsi  al passaparola di comunità o alle informazioni reperibili su internet, che non sempre sono di adeguata qualità, e non solo, anche i medici di famiglia e gli altri specialisti possono avere difficoltà a conoscere tutti i servizi disponibili nei diversi territori.

In sintesi, per ovviare questa situazione, Teseo ha reso possibile lo sviluppo di una Centrale Operativa di nuova generazione – informatizzata e attiva anche nell’ambito della telemedicina – mettendo a disposizione case-manager qualificati, ovvero dei veri e propri accompagnatori esperti a supporto delle famiglie.  La Centrale Operativa e i case-manager saranno a disposizione di persone e famiglie, delle organizzazioni di volontariato del territorio e dei professionisti degli enti pubblici e privati del territorio, per rendere più efficaci e coordinati gli interventi comuni.

Un valido supporto viene dato dai volontari che operano nelle comunità; ad esempio quelli dei Centri di ascolto di Caritas Ambrosiana, che in questa fase si sta ritenendo opportuno formare affinché sappiano ascoltare in modo appropriato, cogliendo i primi segni della malattia e facilitando così l’accesso alle risorse del progetto.

Il compito di Caritas è quello di aumentare la sensibilità e l’attenzione della comunità verso le difficoltà che anziani e famiglie vivono durante il declino cognitivo nelle diverse forme di demenza –  dichiara Matteo Zappa di Caritas Ambrosiana che continua – Ai volontari dei Centri di ascolto non viene chiesto di diventare esperti della demenza o di assumersi responsabilità eccessive. Si chiede loro soltanto di arricchire la propria azione con alcune informazioni aggiuntive, utili a far nascere la domanda giusta nel momento giusto”.

“Le informazioni necessarie sono condivise con una breve formazione di base attraverso cui vengono descritti i 10 campanelli di allarme del declino cognitivo –  spiega Stefano Bosi, coordinatore dell’Area anziani di Caritas – Grazie alla formazione il volontario viene posto in grado di condividere le proprie impressioni con la famiglia, proponendo una valutazione più approfondita. Inoltre – continua Bosi – farà questo in tranquillità perché è consapevole che può contare sul collegamento diretto con la Centrale Operativa, che prenderà in carico la persona”.

Un esempio, fra i molti possibili, di come il sostegno e l’assistenza della comunità può cambiare la vita del malato e della sua famiglia. “Ho avuto casi di Alzheimer in famiglia, ho sempre temuto che potesse accadere anche a me” chi parla è A., 78 anni di origini piacentine, ma da più di 50 anni vive a Milano. È sposata e ha una figlia, motivo di orgoglio e di supporto.

Mamma da circa due anni convive con una diagnosi che conosce molto bene“– racconta la figlia B. – “mia nonna infatti,  ne ha sofferto e  la mamma, con fatica, l’ha accompagnata ad affrontare il lento e doloroso percorso della malattia. Adesso sta affrontando l’Alzheimer sulla sua pelle e io sono la caregiver”.

La signora A., infatti è stata collocata all’interno di un percorso di riabilitazione attivo presso l’Istituto Don Gnocchi a seguito di una segnalazione fatta dalla centrale operativa di Teseo. Alla fine del percorso di riabilitazione cognitiva, alla signora A. è stato proposto, coinvolgendo anche la famiglia, di attivare il servizio di RSA APERTA.

La signora A. da subito, è stata molto collaborativa e aperta al dialogo. Ha parlato delle sue origini, della sua famiglia, della bottega familiare che gestiva, di quanto le piace andare al mare e passeggiare mano nella mano con il marito” racconta il dott. Emanuele Tomasini, psicologo alla Fondazione Don Gnocchi e coordinatore dei case-manager del progetto Teseo – “durante gli incontri di stimolazione cognitiva richiede spesso rassicurazione rispetto alle sue capacità, pur riconoscendo che la sua memoria episodica recente inizia a fare la “birichina”, come dice lei.  Condividiamo anche le sue preoccupazioni legate alle fatiche cognitive di cui è piuttosto consapevole. A volte le mancano le parole, le mani sudano, i piedi si agitano, ma insieme, tra un esercizio ed un altro, tra un racconto ed un altro ancora, proviamo a trovare un senso a ciò che prova e che pensa, alle perdite a cui sa di dover andare incontro. Insieme, ogni volta, proviamo a trovare un nuovo equilibrio. E così con tutti i professionisti dell’équipe”.

Mia mamma e mio papà fanno ancora progetti di vita – continua la figlia B. – io faccio in modo di organizzare i week end nella loro amata casa al mare, e loro ci vanno in autonomia. Senza il supporto dato da questi professionisti non sarei stata in grado di gestire questa situazione. E mi sento di dirlo a chiunque in questo momento si trova a seguire un parente malato di Alzheimer: non pensate di potercela fare da soli, questi professionisti non solo seguono il paziente con demenza, ma supportano noi, la famiglia. Non è quantificabile il beneficio che si ha; non solo, dal punto di visita della malattia – mia mamma da due anni a questa parte è stazionaria, non è peggiorata, come per esempio accadde a mia nonna –  non c’è assolutamente paragone tra le due situazioni. Quella di mia nonna era frustrante e dolorosa, con mia mamma il dolore c’è perché alcuni aspetti le sfuggono, ma persiste un attaccamento alla vita positivo che è contagioso. “

Questa testimonianza è la conferma di come stia cambiando la cultura dell’assistenza al malato di Alzheimer – dichiara il Dott. Fabrizio Giunco geriatra, direttore del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Gnocchi e responsabile del progetto – favorendo anche la rimozione dall’immaginario collettivo dello stigma riferito alla malattia. E’ uno degli obiettivi del Progetto e a Milano stiamo procedendo con risultati incoraggianti; il meccanismo della centrale operativa non è banale, anzi è complesso, ma le soddisfazioni sono molte”.

Lo stigma associato alla demenza è da sempre responsabile – e anche conseguenza – di pregiudizi e paure da parte di chi riceve queste diagnosi, siano essi pazienti o famigliari; sentimenti comuni che spesso si traducono in vere e proprie barriere di accesso alle varie informazioni, sia di natura diagnostica piuttosto che assistenziale.

La Storia di A. testimonia come per i malati di Alzheimer molto può cambiare se si è supportati da una rete come Teseo. Infatti, la signora e la sua famiglia sono stati inseriti in un percorso di ascolto e riabilitazione, che sta rendendo possibile vivere una vita dignitosa e soddisfacente senza cadere nel vortice dell’ansia e della paura per la malattia.

Aggiunge il dott. Giunco: “Non si tratta solo di offrire servizi ma, soprattutto, di garantire alle persone ciò di cui hanno più bisogno: ascolto, attenzione, dialogo, indicazioni giuste nel momento giusto. Non ultimo, prefigurare con loro il futuro, così da prepararsi per tempo alle fasi più difficili della malattia”.

Il progetto TESEO, accanto all’attività pratica, integra anche azioni di sensibilizzazione e diffusione di buone informazioni nella comunità, in applicazione delle raccomandazioni dell’OMS sulla realizzazione di comunità amichevoli per la vecchiaia e per la demenza (OMS, 2021)

L’obiettivo è dunque quello di superare inutili paure e operare insieme per il bene comune: persone e famiglie che vivono malattie croniche non possono essere lasciate sole, devono avvertire l’attenzione di tutti, dai vicini di casa agli operatori dei servizi più qualificati.

 

 

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A Napoli la quarta ed ultima tappa del GIRO DELLA CAMPANIA E DEL SOCIALE

Si terrà a Napoli, il 19 giugno 2024 ore 16:00 al Consiglio regionale della
Campania-Aula Multimediale Centro Direzionale di Napoli-Isola F13, la
quarta ed ultima tappa del GIRO DELLA CAMPANIA E DEL SOCIALE,
l’iniziativa promossa dal Garante dei diritti delle persone con disabilità della
Regione Campania in collaborazione con i centri di servizio per il volontariato
della regione.

L’evento vuole essere occasione di incontro e dialogo con gli enti di Terzo settore della città metropolitana di Napoli che si occupano di inclusione e con le persone con disabilità e le loro famiglie per rilevare bisogni, ascoltare testimonianze e lavorare a proposte e progetti da cui partire per costruire nuove collaborazioni.

I risultati dell’incontro saranno, infatti, condivisi con il Consiglio Regionale per avviare processi e progettualità sostenibili che possano garantire la crescita e la coesione dei territori in tema di disabilità.

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Allarme caldo, i medici di famiglia della Fimmg: mai affrontate temperature simili, proteggersi sarà determinante

«Sono anni ormai che d’estate riceviamo chiamate dai nostri pazienti per colpi di calore e altri problemi legati all’aumento delle temperature, ma non abbiamo mai dovuto affrontare un caldo come quello prospettato in questi giorni. Siamo molto preoccupati per gli effetti che le massime previste, con temperature percepite vicine ai 40, potranno avere. Non solo le persone anziane, ma tutti, dovrebbero evitare per quanto possibile di uscire nelle ore più calde e, comunque, di affrontare lunghi tratti al sole». È un vero e proprio allarme caldo quello lanciato da Luigi Sparano e Corrado Calamaro (medici di famiglia della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale) a fronte dell’arrivo di Minosse, anticiclone che sta per travolgere l’Italia con temperature record su quasi tutto il Nord, il Centro e il Sud. Alla luce delle previsioni meteo che prospettano un’ondata di caldo senza precedenti, i medici di famiglia della Fimmg lanciano un appello alla popolazione, in particolare alle persone anziane e fragili, affinché adottino misure precauzionali per proteggersi ed evitare di dover ricorrere al pronto soccorso. «Il grande caldo può rappresentare un serio pericolo, soprattutto per coloro che soffrono di patologie croniche o hanno un sistema immunitario compromesso», chiariscono Sparano e Calamaro.
I medici di famiglia hanno anche elaborato un decalogo di consigli pratici per aiutare le persone più vulnerabili a gestire al meglio le giornate di caldo intenso:
• Rimanere idratati: Bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, anche se non si avverte la sete. Evitare bevande alcoliche, zuccherate o gassate.
• Evitare le ore più calde: Non uscire e non svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata, solitamente tra le 11:00 e le 17:00.
• Indossare abiti leggeri: Utilizzare abiti leggeri, di colore chiaro e in tessuti naturali come cotone e lino, che permettono una migliore traspirazione della pelle.
• Prediligere ambienti freschi: Trascorrere il più tempo possibile in ambienti freschi e ventilati. Se necessario, utilizzare ventilatori o condizionatori, assicurandosi di non esagerare con la differenza di temperatura rispetto all’esterno.
• Alimentazione leggera: Consumare pasti leggeri, ricchi di frutta e verdura, evitando cibi pesanti e molto conditi che aumentano la sensazione di calore.
• Rinfrescarsi regolarmente: Fare docce o bagni freschi per abbassare la temperatura corporea. In alternativa, utilizzare panni umidi su polsi, fronte e collo.
• Monitorare la salute: Prestare attenzione ai segni di disidratazione o colpo di calore, come mal di testa, vertigini, debolezza, nausea o crampi muscolari. In caso di sintomi sospetti, contattare immediatamente un medico.
• Evitare l’esposizione diretta al sole: Utilizzare cappelli a tesa larga, occhiali da sole e creme solari con alto fattore di protezione quando si deve uscire.
• Pianificare le attività: Organizzare le attività giornaliere in modo da evitare le ore più calde e privilegiare le prime ore del mattino o la sera.
• Assistere i più fragili: Verificare regolarmente le condizioni di salute di familiari, amici o vicini anziani o fragili che vivono soli.

Semplici ma fondamentali consigli per affrontare in sicurezza le prossime settimane di caldo intenso. «È importante che ogni cittadino faccia la propria parte per proteggere la propria salute e quella dei propri cari», concludono i medici di famiglia.

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Festa Europea della Musica 2024: Scavi di Ercolano, Mav e Reggia di Portici, dalla Città Metropolitana un palcoscenico per gli studenti dei licei musicali e coreutici

Il prossimo venerdì 21 giugno le studentesse e gli studenti dei licei musicali e coreutici della Città Metropolitana di Napoli celebreranno la Festa Europea della Musica 2024 facendo vibrare i loro strumenti in tre luoghi ricchi di arte e storia, creando momenti di grande suggestione. Alle 18 partiranno i ragazzi del Palizzi di Napoli nella Sala teatrale del Mav con l’orchestra e il corpo di ballo, alle 19 nel Galoppatoio del Palazzo reale di Portici sarà la volta dei giovani musicisti e danzatori del Margherita di Savoia e del Melissa Bassi di Napoli, del Severi di Castellammare di Stabia, del Pitagora – Croce di Torre Annunziata, del Munari di Acerra, dell’Albertini di Nola e del Moscati di Sant’Antimo, mentre nel Parco Maiuri, all’interno del Parco archeologico di Ercolano, alle 19.30 chiuderanno la kermesse gli allievi del Pitagora – Croce, del Munari e del Severi in formazioni da camera e d’insieme. Saranno presenti le Consigliere delegate alla Programmazione e all’Edilizia Scolastica della Città Metropolitana di Napoli, Ilaria Abagnale e Marianna Salierno

La “Festa Europea della Musica 2024”, organizzata dalla Città Metropolitana di Napoli con gli studenti dei licei musicali e coreutici del territorio, con il patrocinio dei Comuni di Portici, Ercolano e della Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, quest’anno si fa in tre: le note per dare il benvenuto all’estate risuoneranno presso il MAV-Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, il Galoppatoio della Reggia di Portici e gli Scavi di Ercolano.

L’evento, al quale parteciperanno le consigliere di Città Metropolitana delegate alla Programmazione e all’Edilizia Scolastica Ilaria Abagnale e Marianna Salierno, vede come protagonisti gli studenti dei seguenti licei musicali e coreutici Città Metropolitana di Napoli: liceo ‘Margherita Di Savoia’ di Napoli, l’Isis ‘Melissa Bassi’ di Napoli, il liceo ‘Palizzi’ di Napoli, il ‘Francesco Severi’ di Castellammare di Stabia, il liceo ‘Bruno Munari’ di Acerra, l’Isis ‘Girolamo Albertini’ di Nola, il liceo ‘Pitagora-Benedetto Croce’ di Torre Annunziata e l’Isis ‘Giuseppe Moscati’ di Sant’Antimo.

L’evento prenderà il via alle ore 18.00 presso la sala teatrale del MAV di Ercolano, dove si esibirà il liceo coreutico e musicale ‘Palizzi’ di Napoli con l’orchestra e il corpo di ballo. Tra i brani in programma Presentimento di E.A Mario, Tu ca nun chiagn di L. Bovio ed E. De Curtis, il concerto in do maggiore per mandolino e archi di Vivaldi, la Sinfonia in D minore di Francesco Piccone, il Sant’Elmo dalla Suite Buenos Aires di Pujol. E poi una vera chicca: A verità nunn è, un brano inedito che vede come autori proprio i ragazzi del liceo musicale.

Alle ore 19.00, presso il Galoppatoio della Reggia di Portici, si esibirà la Wind Orchestra del liceo musicale ‘Margherita di Savoia’ di Napoli con un repertorio che spazia da Giacomo Puccini con la Corazzata Sicilia su temi della “Boheme“ a Lorenzo Bocci con A Tribute To Nino Rota passando per Johano De Meij, Moment For Morricone. A seguire l’orchestra del ‘Melissa Bassi’ con Yo Soy Maria di Astor Piazzolla, Anima Sonora di Antonio Graziano, Passeggiando per Brooklyn di Heghel Gualdi, All Of Me di Gerald Marks e Seymour Simons e Brindisi dalla Traviata di Giuseppe Verdi. La Big-band del ‘Francesco Severi’ di Castellammare di Stabia presenta Oye Como Va di Tito Puente, I Remember di Clifford Benny Golson, Street Life composto da “The Crusanders” e interpretato dalla cantante Randy Crawford e Mas Que Nada di Sergio Mendez. Il coro del liceo ‘Pitagora-Benedetto Croce’ di Torre Annunziata ha in programma H. Purcell con Thou knowest Lord, G. Fauré con Benedictus e W.A. Mozart con Ave verum corpus. Il liceo ‘Bruno Munari’ di Acerra proporrà al pubblico Treasure e Uptown funk di Bruno Mars e Grande amore rock de Il Volo. L’Orchestra sinfonica dell’Isis ‘Girolamo Albertini’ di Nola ha scelto l’Elisir d’amore di Donizetti con Quanto è bella e Duetto, Rameau con Les sauvages e Bizet con Habanera. Gran finale con l’orchestra di fiati dell’Isis ‘Giuseppe Moscati’ di Sant’Antimo con il Concerto d’Amore di Jacob De Haan e Per un pugno di dollari di Ennio Morricone.

Al Parco Archeologico di Ercolano (Parco Maiuri), invece, le note cominceranno a risuonare a partire dalle ore 19.30. Si esibiranno in formazioni da camera e d’insieme i licei musicali ‘Pitagora-Benedetto Croce’ di Torre Annunziata, ‘Bruno Munari’ di Acerra e ‘Francesco Severi’ di Castellammare di Stabia.

Il ‘Severi’ sarà presente con l’ensemble di sette chitarre che eseguirà Aria dall’Armida al campo d’Egitto, Concerto in Re maggiore di Vivaldi, Canarios di Gaspar Sanz e Anonimo con Quando nascette Ninno e il Duo Flauto e Arpa con un repertorio di G. Bizet – Menuet, G. Donizetti – Largo e B. Andres – Algues. Il ‘Pitagora – Croce’ con il Quartetto di chitarre proporrà Morreno Torroba in Bailando un Fandango Charro e C. Domeniconi con A las doce de la noche (Suite: A las doce de la noche. Canção de natal. Fum, Fum, Fum. Corramos, Corramos). Infine, il liceo “Munari” si esibirà con il Duo di Corni che eseguirà il Te Deum  di Marc-Antoine Charpentier e il Minuetto di Johann Sebastian Bach.

“Come Città Metropolitana sosteniamo con convinzione questo appuntamento – ha affermato Ilaria Abagnale, consigliera metropolitana delegata alla Programmazione e all’Edilizia Scolastica per le aree vesuviana, sorrentina, nolana e flegrea – anche attraverso un importante impegno economico affinché vengano create le condizioni per consentire alle studentesse e agli studenti di esprimere al meglio il loro talento, di farsi ascoltare e apprezzare per le proprie capacità e competenze acquisite negli anni di formazione scolastica. L’augurio che voglio rivolgere loro è quello di poter far vibrare i propri strumenti nel corso della loro vita con un proficuo inserimento nel mondo della musica e dell’arte, seguendo sempre le proprie inclinazioni e il proprio estro”.

“Sono particolarmente lieta di presenziare a un evento dal grande valore didattico-culturale che la Città Metropolitana di Napoli porta avanti ormai da diversi anni – ha aggiunto la consigliera metropolitana delegata alla Scuola per Napoli e l’area nord, Marianna Salierno – e che rende protagonisti gli studenti dei nostri licei musicali e coreutici. L’orchestra è il paradigma in piccolo della società, imparare a suonare in orchestra, saper ascoltare i tempi altrui educa al rispetto delle regole ed è un modo gioioso di formare i cittadini del futuro”.

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