16 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Il Real Sito di Carditello, da sempre culla di contaminazioni artistiche, si apre all’arte contemporanea.
La Fondazione, guidata dal presidente Maurizio Maddaloni, ha acquisito a patrimonio l’installazione “The Big Archive 1994-2014” della coppia artistica Perino & Vele, che sarà inaugurata venerdì 19 luglio a Carditello.
Un importante progetto – grazie al finanziamento della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, nell’ambito della dodicesima edizione del Bando Italian Council – curato da Ferdinando Creta.
L’installazione non si impone all’architettura che la ospita, ma si “dispone” in essa, ne entra a far parte, mettendo in connessione l’Appartamento reale con lo scenario urbano circostante.
“La Fondazione – spiega il presidente Maurizio Maddaloni – ha deciso di stimolare un dialogo tra l’opera The Big Archive 1994-2014 di Perino & Vele e gli ambienti del recuperato sito borbonico. Una sfida ambiziosa che, oltre a rimpaginare i luoghi storici del territorio come spazi di interpretazione del contemporaneo, si propone di favorire su scala internazionale il dialogo nell’arte, espressione della realtà che circonda la Reale Delizia e la Campania Felix”.
A rafforzare l’idea progettuale, in collaborazione con la Galleria Civica di Ptuj, la realizzazione di una mostra internazionale in Slovenia, da secoli crocevia di culture e luogo di incontro tra passato e presente.
“L’acquisizione e la collocazione dell’opera nel Real Sito di Carditello, dunque, assume importanza strategica per la valorizzazione e la promozione dell’arte nel nostro territorio. Considerata la valenza degli artisti – conclude il presidente Maddaloni – promuove un nuovo rapporto tra l’arte contemporanea e la Reggia borbonica, partendo dall’unicità del contesto e del suo patrimonio storico artistico, e dialogando con il suo paesaggio, la sua conformazione, la sua storia e il suo significato”.
L’opera – composta da 66 cassette in ferro zincato e da 9 vasi in vetroresina catramata, di diverse forme e dimensioni – è stata realizzata nel 2014 per il Museo Madre di Napoli, dove è stata esposta in comodato gratuito per circa 7 anni.
“Un percorso di appartenenza della comunità ai propri spazi storici – afferma il curatore Ferdinando Creta – come luoghi di sperimentazione, dialogo e presentazione di un dinamismo che può e deve trovare nella relazione con la storia una nuova rigenerazione patrimoniale, attraverso il dialogo con le forme proprie dell’arte contemporanea. È per questo che The Big Archive 1994-2014 di Perino & Vele nel Real Sito di Carditello, in collegamento ideale con il Museo Madre di Napoli e la Collezione Terrae Motus di Caserta, reinterpreta in chiave contemporanea un nuovo itinerario di attraversamento del territorio”.
Opera critica e civica, archivio di passato e catalizzatore di futuro di due artisti-cittadini, il “Grande Archivio” è una pratica artistica coerente, espressione di una civiltà che richiede all’arte di sintetizzare e condividere cosa rende tale una comunità.
E, per traslato, cosa rende tale – nella percezione della sua comunità – un luogo di cultura e un museo.
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16 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Utilizzare antiche piante selvatiche per produrre su larga scala nuovi principi attivi naturali per cosmetici e farmaci. E’ quanto si propone il progetto Bryomolecules coordinato dalla Fondazione Mach, a cui partecipa anche il consorzio HIT, e finanziato dall’Unione Europea.
Attraverso il confronto di diverse specie di briofite, mira a identificare i geni responsabili della produzione dei composti attivi. L’obiettivo è produrre tali sostanze in quantità sufficienti per condurre degli esperimenti sulla loro attività a scopi cosmetici o medici. Sarà inoltre possibile ottenere per la prima volta dei dati accurati che indichino quali sostanze sono presenti in ciascuna specie di pianta, promuovendo quindi lo sviluppo di nuovi prodotti a base naturale. Un ulteriore beneficio atteso è che la diversità chimica delle piante selvatiche utilizzate potrà essere sfruttata in modo sostenibile senza avere impatti negativi sulla loro biodiversità.
Le aziende europee potranno, in definitiva, sfruttare principi attivi che non derivino da altre zone del mondo, semplificando di molto la produzione di nuovi composti naturali a prezzo più contenuto.
“Questa ricerca apre nuove prospettive per l’innovazione sostenibile, mettendo in luce il potenziale insospettato delle briofite nel promuovere una nuova generazione di prodotti cosmetici e farmaceutici di alta qualità, realizzati con responsabilità e rispetto per l’ambiente” commenta Claudio Varotto, responsabile del progetto e dell’Unità di Ricerca FEM Ecogenomica, finalizzata allo studio della biodiversità vegetale con particolare riferimento a quella dell’ambiente alpino.
Le piante protagoniste del progetto appartengono all’antico gruppo delle briofite, che includono i muschi e le epatiche, queste ultime dalla curiosa forma di un piccolo fegato, da cui il nome assegnato loro dalla comunità scientifica.
I partner, oltre a Fondazione Edmund Mach che ha il ruolo di coordinatore, sono Hub Innovation Trentino (Italia), l’Università di Lund (Svezia), l’Università Jean Monnet (Francia), l’Università Medica di Lublin (Polonia), oltre che diverse ditte europee quali la Bionos Biotech (Spagna), la Plant Advanced technologies (Francia) e la European Science Foundation (Francia).
Il progetto si articola in più fasi, a partire dalla raccolta in natura e alla coltivazione delle briofite, alle analisi genetiche e del contenuto di composti bioattivi, all’identificazione dei composti a maggior attività, fino alla realizzazione di un documentario e di un sito web per diffondere i risultati sia al pubblico specialista che a quello non specialista.
Oltre a coordinarlo, FEM si occuperà di diverse fasi del progetto. I ricercatori si occuperanno delle raccolte mirate delle briofite che crescono in Trentino, effettueranno le analisi dei geni per la produzione dei composti bioattivi e contribuiranno alla produzione di questi ultimi su larga scala.
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15 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Quasi il 50% dei campioni prelevati dalle volontarie e dai volontari di Goletta Verde lungo le coste della Campania sono risultati fuori dai limiti di legge. Forti le criticità presso i punti critici, quali foci di fiumi, canali e scarichi sospetti che arrivano in mare, ma anche alcuni punti a mare. Questa la fotografia che ha scattato quest’anno Goletta Verde, e che ha presentato questa mattina durante la conferenza stampa alla quale hanno partecipato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania, Stefania Di Vito, portavoce Goletta Verde, Michele Sorrenti, presidente della LNI Napoli, Stefano Sorvino, direttore Arpac, Giancarlo Chiavazzo, Ufficio scientifico Legambiente Campania, Emma Lionetti, funzionaria della U.O. Mare Arpac e Maurizio Arcidiacono, responsabile Coordinamento dell’Area 1 – CONOU.
Quest’anno il monitoraggio dei tecnici della Goletta Verde si è svolto tra il 25 giugno e il 3 luglio. Su 32 punti monitorati nella consueta azione di citizen science che Legambiente ha messo in campo nell’estate 2024, ben 13 punti hanno riguardato aree critiche, come le foci di fiumi, scarichi e canali, nei quali 1 dei punti è risultato Inquinato, 11 fortemente inquinati e 1 entro i limiti. Più confortante il quadro dei 19 punti campionati a mare, dove la situazione si ribalta: 16 punti risultano essere entro i limiti di legge, 1 Inquinato e 2 fortemente Inquinati, rivelando situazioni particolarmente critiche anche nei punti a mare.
La fotografia complessiva che esce fuori è che il 47% dei punti è risultato inquinato da scarichi non depurati che impattano sulla salute dell’ecosistema, del turismo e sulla salute dei cittadini, il restante 53% dei punti è risultato entro i limiti.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde nella provincia di Caserta, Napoli, Salerno e a Ischia. Nella provincia di Caserta, due punti oltre i limiti: il mare presso la foce del fiume Savone, che è risultato inquinato e il punto che quest’anno abbiamo definito sorvegliato speciale, la foce del Regi Lagni, fortemente inquinata.
Rispetto ai 14 punti monitorati nella provincia di Napoli, 4 punti oltre i limiti: la foce del canale al lido di Licola, il mare presso la spiaggia a circa 50 metri a sinistra della foce dell’Alveo Volla a San Giovanni a Teduccio, la foce del fiume Sarno e il mare di fronte al Rivo San Marco, tutti punti di prelievo sono risultati fortemente inquinati.
Nella provincia di Salerno, sono 9 quelli oltre i limiti: un punto inquinato alla foce Capo di Fiume a Licinella/Torre di Paestum, mentre i restanti 8 punti sono tutti fortemente inquinanti, più precisamente troviamo la foce del Regina Minor a Minori, la foce del fiume Irno a Salerno sul lungomare Tafuri, la foce del fiume Picentino a Torre Picentina, la foce del torrente Asa tra via mar Jonio ed il Lungomare Magazzeno, la foce del Tusciano, la foce del canale di scarico a Marina di Eboli e la foce del rio presso via Poseidonia 441 a Laura.
A Ischia sono 4 i punti di prelievo, anche in zone critiche suggerite dal nostro circolo locale, e in tutti i punti il risultato delle analisi è stato entro i limiti di legge.
Seppure le foci siano il maggior punto critico per la mancata o assente depurazione e da normativa non sarebbero balneabili, molto spesso – sottolinea Legambiente – riscontriamo che sono i punti in cui si concentra la balneazione anche delle frazioni più fragili della popolazione, quali bambini e anziani, che approfittano delle acque che arrivano dalla foce per fare il bagno, in altri casi le acque delle foci devono essere attraversate a piedi immergendo le gambe. Inoltre, a ridosso delle foci si concentrano spesso zone di spiaggia libera utilizzate comunque dai bagnanti.
“Purtroppo, le coste campane soffrono delle stesse criticità che abbiamo riscontrato nelle tappe precedenti del viaggio di Goletta Verde – dichiara Stefania Di Vito, portavoce di Goletta Verde. I risultati delle analisi effettuate sia nelle foci dei fiumi che a mare raccontano che il sistema di depurazione italiano è in sofferenza da tanti anni, e le istituzioni non riescono ancora a porre rimedio a questa situazione. La Comunità Europea ha già aperto 4 procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue a carico dell’Italia, e una di queste, quella del 2004, è già arrivata alla sanzione pecuniaria: gli italiani hanno pagato in bolletta oltre 142 milioni di euro, e, se la situazione non cambia, questo numero è destinato ad aumentare”.
“Anche quest’anno le analisi di Goletta Verde hanno confermato la criticità di alcuni punti che storicamente risultano fuori dai limiti di legge – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania. D’altra parte, anche i dati dell’ARPAC sulla funzionalità degli impianti di depurazione e sugli scarichi non depurati confermano che sono necessari ancora importanti interventi di adeguamento o nuova realizzazione delle infrastrutture fognario depurative. Nonostante siano state stanziate imponenti risorse economiche, si è rilevata spesso difficoltà nell’utilizzo delle stesse e quindi nella concretizzazione degli interventi necessari.
“Osservato speciale”: Foce del Regi Lagni a Castel Volturno. Quest’anno il monitoraggio dei tecnici e delle tecniche di Goletta Verde si arricchisce con gli “osservati speciali”, ossia i punti storicamente critici per i quali Legambiente ha ripetuto i prelievi anche nei mesi che precedono il passaggio della campagna, a supporto della fotografia scattata nei mesi estivi. I prelievi di aprile e maggio e giugno hanno confermato le criticità rilevate nel mese di luglio e cronicamente, di fatto, negli anni passati.
Nel corso della tappa in Campania, Goletta Verde ha portato anche in primo piano il tema del consumo di suolo nei Campi Flegrei con il blitz di sabato al largo della costa dell’area Flegrea. In navigazione l’imbarcazione di Legambiente ha esposto lo striscione “No Cemento”.
L’arrivo in Campania
I dati del 2022
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15 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Le ACLI di Caserta, in collaborazione con Acli Colf Aps e l’Agenzia Generale Studi e Gestioni s.r.l. (AGSG), promuovono la seconda edizione del corso di formazione per assistenti familiari. Il corso ha lo scopo di supportare i lavoratori e le lavoratrici domestiche, o aspiranti tali, nel percorso di inclusione socio-lavorativa attraverso l’acquisizione di competenze per l’esercizio delle professioni di colf, badante e baby-sitter.
L’inizio del corso è previsto per ottobre, con il calendario delle lezioni che sarà pubblicato nelle prossime settimane. Il corso è aperto a tutti: colf, badanti, occupati e disoccupati in cerca di lavoro nel settore domestico. Si articolerà in 16 lezioni da 4 ore ciascuna, per un totale di 64 ore.
Le lezioni si svolgeranno presso la sede in via Renato de Martino, 14 e saranno organizzate a cadenza bisettimanale. Tratteranno tematiche quali la relazione e la cura della persona, con particolare attenzione alla gestione della casa e alla sicurezza sul luogo di lavoro. Verranno approfonditi anche i diritti, con un focus sul CCNL per i lavoratori domestici, e i doveri fondamentali del lavoratore e del datore di lavoro.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. La formazione è gratuita e le iscrizioni sono aperte.
Per avere ulteriori informazioni e per la compilazione della domanda di iscrizione si indicando i seguenti canali:
Indirizzo email: lavorodomestico.caserta@patronato.acli.it,
Numero di telefono: 0823 325394,
Recandosi direttamente presso la sede in via Renato de Martino, 14, Caserta.
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15 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
EasyJet e UNICEF avviano una raccolta fondi estiva per consentire a tutti i bambini di andare a scuola e di avere accesso all’istruzione
La campagna “Every Child Can Fly” è ora attiva a bordo dei voli easyJet per supportare l’impegno di UNICEF di garantire un’istruzione di qualità a tutti i bambini entro il 2030.
Oltre 29 milioni di clienti in viaggio con easyJet su 190.000 voli durante l’estate avranno l’opportunità di contribuire alla raccolta di fondi di prima necessità attraverso la campagna.
Dall’inizio della collaborazione, i passeggeri e l’equipaggio di easyJet hanno raccolto un totale di oltre 20 milioni di euro.
easyJet e UNICEF hanno lanciato la raccolta fondi estiva “Every Child Can Fly” a bordo degli aerei della compagnia per supportare l’impegno di UNICEF di consentire a tutti i bambini di avere accesso all’istruzione, anche in situazioni di emergenza.
A partire da oggi, oltre 29 milioni di clienti in volo con easyJet quest’estate potranno effettuare donazioni attraverso le raccolte del personale di cabina a bordo di 190.000 voli in 33 Paesi, contribuendo così a raccogliere fondi di prima necessità per cambiare la vita di milioni di bambini.
Si stima infatti che, a causa di conflitti ed emergenze, attualmente circa 226 milioni di bambini in tutto il mondo non abbiano accesso a un’istruzione di qualità. I fondi raccolti attraverso le raccolte a bordo potranno quindi dare un importante contributo all’obiettivo di UNICEF di fornire l’accesso a opportunità di apprendimento e all’istruzione digitale a milioni di bambini in tutto il mondo.
Le donazioni dei clienti easyJet potranno aiutare l’UNICEF ad acquistare oltre 2.000 tende per creare spazi sicuri per l’apprendimento o a fornire più di 20.000 kit “school-in-a-box” per aiutare almeno 830.000 bambini a portare avanti la loro istruzione durante emergenze e conflitti. Tra questi ci sono bambini come Mohammad Salem, 10 anni, di Abyan nello Yemen, che dice: “Anche se la scuola è senza elettricità, ci vado perché imparo qualcosa di nuovo ogni giorno“. Ci hanno distribuito borse, penne e matite colorate per disegnare“, ha detto Mohammad, aggiungendo che questi strumenti, in futuro, lo aiuteranno a realizzare il suo sogno. “Un giorno diventerò un pilota“, ha detto.
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