18 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Sono già centinaia i nidi di tartarughe marine identificati sui litorali italiani; si tratta di un fenomeno in crescita, dovuto anche dal riscaldamento climatico. Purtroppo, le nostre spiagge non sono sempre pronte ad accogliere gli esemplari nidificanti, a causa dell’inquinamento e della crescita del turismo, che mettono a repentaglio l’habitat e la schiusa delle uova. In risposta a questa esigenza arriva però l’esercito dei Comuni e delle Aree protette “amici delle Tartarughe”: nell’ambito del progetto europeo “Life Turtlenest” per la salvaguardia dei nidi di Caretta caretta, Legambiente ha lanciato i protocolli dedicati alle amministrazioni e ai Parchi costieri rivolti rispettivamente ad amministrazioni comunali ed Enti Parco.
Gli accordi forniscono linee guida specifiche finalizzate a ridurre le minacce e creare un ambiente più sicuro per la specie. In Italia sono 80 i Protocolli già firmati dai Comuni in 14 regioni costiere, di cui 21 nella Regione Campania, ossia i Comuni di Camerota, Pisciotta, Sessa Aurunca, Pollica, Pontecagnano, Sangiovanni a Piro, Sapri, San Mauro, Casal Velino, Torre del Greco, Ischia, Ascea, Capaccio Paestum, Castellabate, Cetara, Agropoli, Serra Fontana, Forio, Lacco Ameno, Casamicciola Terme, Procida e Barano D’Ischia. Sono invece 24 i parchi firmatari a livello nazionale, di cui 4 nella Regione: l’Area marina protetta Regno di Nettuno, Punta Campanella, l’Ente Riserve Naturali Foce Sele – Tanagro Monti Eremita – Marzano e la riserva naturale statale Castelvolturno.
Tramite i Protocolli, le Amministrazioni comunali e gli Enti parco si impegnano a promuovere una gestione responsabile delle spiagge, potenziali aree di nidificazione per questi animali. Nello specifico, verrà favorita la pulizia manuale dei litorali, evitando gli interventi di spianamento delle dune. Non solo, saranno previste attività di informazione rivolte ai gestori degli stabilimenti balneari sul valore e i vantaggi di adottare adeguate misure per una gestione consapevole. Più in generale, verrà garantito il rispetto della normativa vigente a tutela del mare e degli ambienti costieri, come ad esempio il divieto di sosta e transito sulle spiagge dei mezzi a motore, l’accensione di fuochi o falò, l’abbandono di rifiuti (mediante adeguato posizionamento di isole ecologiche), che rappresentano anche una grave minaccia per la vegetazione dunale e un pericolo per la nidificazione/schiusa delle tartarughe marine. Tra i punti dell’accordo c’è anche la riduzione delle luci notturne.
Infatti, un’illuminazione eccessiva può infastidire le tartarughe marine e interferire con il loro comportamento di nidificazione, anche disorientando i nuovi nati e farli andare nella direzione contraria rispetto a quella che dovrebbero seguire. Non solo, le Aree Protette si impegnano anche a svolgere attività di monitoraggio per identificare eventuali nidi e metterli in sicurezza fino all’entrata in acqua dei piccoli.
Un accordo biunivoco, in cui Legambiente si impegna a realizzare, in collaborazione con i referenti territoriali del Progetto Life Turtlenest, attività di carattere scientifico, culturale e formativo inerenti la tutela delle tartarughe marine e della biodiversità marina in generale. L’associazione ambientalista, inoltre, offre la possibilità di segnalare la presenza di tracce di tartaruga marina o di nidi o di schiuse al servizio SOS Tartarughe Marine di Legambiente (+39 3492100989). Non solo, l’associazione consegna una bandiera da esporre a dimostrazione dell’impegno assunto per proteggere questi straordinari animali simbolo della biodiversità marina. Naturalmente, nel caso in cui il contraente non dovesse rispettare l’impegno preso, Legambiente si riserva la facoltà di ritirare il riconoscimento.
“I Comuni e le Aree protette in cui la tartaruga marina è nidificante o potenzialmente nidificante, hanno un ruolo fondamentale per mantenere la specie nel suo attuale stato di conservazione se non, addirittura, contribuire a migliorarlo – commenta Stefano Di Marco, project manager del progetto europeo “Life Turtlenest” – Inoltre, le Caretta c. sono particolarmente importanti anche dal punto di vista socio-economico nell’ambito di una strategia di sviluppo del territorio che coniughi le esigenze di tutela delle risorse naturali con la realizzazione di attività economiche sostenibili e rispettose degli equilibri ambientali”.
Crescono quindi le località sicure per nidificare, ma l’obiettivo è coinvolgere tutte le spiagge del Belpaese. Per aderire basta scrivere una mail a
g.sciacca@legambiente.it
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17 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Una vita al servizio degli ultimi tra gli ultimi. Poveri e orfani, detenuti di carceri tugurio dove i diritti civili vengono calpestati ogni giorno. Aiuti economici, beni di prima necessità, vestiario e medicinali. Assistenza e formazione scolastica. E tanto amore. Perché il pane, da solo, non basta. E per dare un futuro a un bambino non basta sfamarlo. E per salvare un carcerato serve ridargli dignità e speranza. Erano le idee di Enzo Liguoro, il professore di geografia politica di Pollena Trocchia, venuto a mancare ieri.
Fondatore e presidente onorario della onlus Mamafrica che da decenni accoglie e assiste i bambini orfani di Togoville, città a sud del Togo, si è spento nella casa in cui era nato, settantasei anni fa. Un visionario “papà Enzo”, come lo chiamavano i “suoi” bambini, uno che oltre l’insegnamento aveva coltivato la passione per la fotografia e col suo obiettivo aveva girato il mondo, prima di trovare la sua seconda casa, in Africa. E lì investì l’intera sua liquidazione per costruire la casa famiglia per gli orfani di Togoville. Progetti che non lasciarono indifferenti cittadinanze e amministrazioni, scuole e associazioni; la partenza dei container con i beni destinati ai bambini di papà Enzo diventò ben presto un momento di festa per tutti.
Come il calendario con le foto dei ragazzi e dei tramonti togolesi che ogni anno l’associazione realizza per raccogliere fondi. Enzo Liguoro era riuscito nella non facile impresa di coinvolgere amministrazioni comunali di ogni credo politico nei progetti per i bambini di Togoville. Oltre alla casa famiglia, riuscì anche a far costruire un ospedale e a portare medici nel villaggio di terra rossa dove ha trascorso più anni che in qualunque altro posto. Un sogno diventato realtà. Di bambini ne ha aiutati tanti e tanti ne ha portati in Italia per cure mediche che in Africa non avrebbero potuto avere. Con la concretezza delle sue azioni Enzo Liguoro ha indirettamente sfidato poteri forti e messo in difficoltà chi dietro la solidarietà, a volte, può nascondere interessi diversi.
E nel 2019 gli è arrivato il conto, salatissimo: una accusa infamante di abusi sessuali che poi si è rivelata infondata. Nonostante l’assoluzione con formula piena, quella storia aveva segnato Enzo più della malaria che lo colpiva ormai ciclicamente. Ma era andato avanti, come fanno i padri di famiglia, e Mamafrica era andata avanti con lui.
Antonio, suo figlio, ne ha raccolto il testimone alla guida dell’associazione. Le basi del ponte di solidarietà costruite da Enzo sono solide. E continueranno nel solco che ha tracciato in quasi quarant’anni di attività anche i suoi volontari e gli operatori che da ogni parte d’Italia contribuiscono per dare un futuro a chi non ha neanche il presente.
Da ieri sui social fioccano i post in memoria del “professore”, le foto di Enzo tra i suoi ragazzi, i messaggi di cordoglio e di stupore. La sua è la storia di un uomo che ha scelto una causa e ha dato tutto per essa, lo ricorderanno per sempre nella sua Pollena Trocchia, dove tornava tutte le volte che poteva. Da solo era riuscito ad aprire i miopi orizzonti di un paese di provincia e a farne crescere vedute e aspettative. Dava l’esempio coi fatti, poche parole. Lascia una eredità importante che non può e non deve andare dispersa.
di Mary Liguori
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17 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Domenica 21 luglio si conclude Oltre il giardino con il debutto dello spettacolo Quei due, in scena alle 18.30 presso il Giardino segreto della Reggia di Portici. La rassegna ideata da Mario Gelardi è realizzata in collaborazione con l’associazione BLab, organizzata da Idee fuori scena e dall’associazione Nuovo Teatro Sanità, in sinergia con il MUSA – Musei della Reggia di Portici e il Dipartimento di Agraria e con il sostegno di ConTRA Group, sponsor della rassegna. Quei due, scritto da Ciro Burzo, diretto da Carlo Geltrude e interpretato dagli attori Gaetano Migliaccio e Giovanna Sannino, tra i protagonisti della fiction Mare fuori, vuole denunciare senza ipocrisie gli abusi all’interno della coppia. Il costo del biglietto è 15 euro. Per info e prenotazioni: 3470963808 oppure oltreilgiardinobotteghino@gmail.com
Quei due racconta una relazione d’amore tossica, esplorando quei comportamenti subdoli che spesso vengono sottovalutati in coppia o addirittura accettati come parte integrante dell’amore. Un amore che, in questi casi, fa rima con ossessione e privazione. Lo spettatore sbircia la relazione tra i due protagonisti, raccontata in quadri, trovandosi di volta in volta in luoghi e tempi diversi. Attraverso la narrazione frammentata lo spettacolo mette in scena situazioni e dialoghi che richiamano esperienze quotidiane e relazioni reali, invitando il pubblico a esaminare criticamente le ambiguità della violenza e a cercare una maggiore consapevolezza delle dinamiche di potere all’interno delle relazioni amorose. Quei due si pone come una riflessione su ciò che è veramente importante in una relazione e su cosa non dovrebbe mai accadere.
«Nello spettacolo la metafora delle fasi lunari viene restituita registicamente attraverso il ritmo scenico, cercando di rappresentare il preludio della violenza all’interno del rapporto – spiega il regista Carlo Geltrude. – Nelle prime fasi la violenza è solo intravista: si manifesta in piccoli gesti quotidiani. È presente, ma non interamente riconoscibile e, per questo, più insidiosa. Il rapporto tra i protagonisti cresce sotto lo sguardo degli spettatori, finché la tensione diventa pienamente visibile. La luna, come la violenza, in realtà è sempre piena, anche quando noi non la vediamo, e aspetta solo di mostrarsi completamente per quello che è».
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17 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
«Nella Striscia di Gaza la popolazione è allo stremo: alla distruzione causata da nove mesi di conflitto, si aggiunge una grave crisi alimentare e idrica. La mancanza quasi totale di acqua potabile sta generando un’emergenza igienica e sanitaria senza precedenti. Le persone sono costrette a bere acqua contaminata, con gravi danni per la propria salute. I rifiuti e le acque reflue si accumulano ovunque creando un ambiente insopportabile e favorendo la diffusione di malattie. A questo si aggiunge la difficoltà di trovare cibo, le scorte di beni essenziali si sono dimezzate e i prezzi sono alle stelle. Molte famiglie passano intere giornate senza mangiare». A lanciare l’allarme è Fondazione CESVI, presente sul campo con un team emergenza che sta lavorando da mesi per offrire sostegno alla popolazione. «Stiamo proseguendo le nostre distribuzioni e in questo momento stiamo consegnando acqua potabile nelle zone centrali della Striscia, l’obiettivo è raggiungere oltre 1.200 famiglie» ha dichiarato Roberto Vignola, Vicedirettore Generale CESVI.
Dall’escalation successiva agli attacchi del 7 ottobre, almeno il 50% dei pozzi e impianti di desalinizzazione sono stati bloccati o distrutti e la carenza di carburante ha un impatto catastrofico sull’approvvigionamento idrico: la metà dei pozzi ancora funzionanti ha smesso di pompare acqua, mentre due impianti di desalinizzazione nel centro e nel sud di Gaza hanno cessato le operazioni il 30 giugno. Inoltre, la conduttura idrica di Al Muntar a Gaza City, una delle tre condutture provenienti da Israele, è stata chiusa a causa dei danni subiti. Questo ha ridotto la disponibilità di acqua potabile a una media di 2,5 litri al giorno per persona, rispetto ai 15 litri indicati dall’OMS come standard minimo per la sopravvivenza. In questo contesto, inoltre, circa il 96% della popolazione (2,15 milioni di persone) soffre di insicurezza alimentare acuta; di questi, oltre 495 mila sono in condizioni di insicurezza alimentare catastrofica. A incorrere nei rischi maggiori sono donne incinte e bambini: 346mila bambini sotto i 5 anni e 557mila donne soffrono di alti livelli di insicurezza alimentare e hanno bisogno urgente di cibo o di integratori.
LE TESTIMONIANZE DAL CAMPO. «Stiamo morendo di fame – racconta un abitante della Striscia in coda per riempire dalle cisterne di CESVI una tanica di acqua – non abbiamo a disposizione nemmeno un boccone di cibo o un sorso d’acqua pulita. La situazione qui è disastrosa perché non c’è acqua potabile adatta al consumo umano, soffriamo di problemi renali a causa dell’acqua inquinata…siamo costretti a bere acqua di mare». L’accumulo di rifiuti e acque reflue sta ulteriormente peggiorando la situazione sanitaria, mentre l’ondata di caldo estremo e la mancanza di acqua pulita continuano a favorire la diffusione di malattie infettive. Sono stati segnalati già oltre 10 mila casi di epatite A e 880 mila casi di patologie respiratorie. Inoltre, si registra un tasso di malattie diarroiche 25 volte superiore al periodo precedente al conflitto, con 485 mila casi e il 90% bambini sotto ai 5 anni sono affetti da una o più malattie.
«Stiamo morendo giorno dopo giorno, ci sono lunghe file e molto caos per l’acqua che scarseggia – testimonia una donna in coda per avere qualche litro dalle distribuzioni – Ottenere acqua potabile pulita è una delle sfide più difficili che affrontiamo quotidianamente».
In nove mesi, il conflitto ha già provocato quasi 40 mila vittime palestinesi e più di 88 mila feriti, una stima destinata a salire anche a causa dell’emergenza alimentare e idrica in corso.
L’INTERVENTO DI CESVI. «Secondo le Nazioni Unite, la popolazione totale della Striscia di Gaza (oltre 2,2 milioni di persone, di cui la metà bambini) è in condizioni critiche o peggiori. Più di 1 milione di individui è a un passo dalla carestia, tra cui circa 400mila bambini sotto i 5 anni, che sono a grave rischio di malnutrizione acuta. La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di acqua: 4 famiglie su 5 a Gaza non hanno accesso a fonti idriche sicure – prosegue Vignola, – Nei giorni scorsi, i nostri operatori hanno avviato la distribuzione di acqua potabile, che ha già raggiunto 795 famiglie (circa 4.520 persone) nell’area di Deir el-Balah. Per assistere la maggior parte degli sfollati interni, stiamo focalizzando le nostre operazioni nelle zone di Deir el-Balah e Khan Younis, al centro della Striscia, con l’obiettivo complessivo di distribuire 50.000 litri di acqua potabile al giorno, per almeno 50 giorni, raggiungendo 4 comunità di sfollati. La Fondazione opera nel territorio dal 1994 e questo ci ha permesso di intervenire rapidamente sul campo, nonostante le difficoltà nel far pervenire gli aiuti umanitari all’interno della Striscia. Stiamo offrendo assistenza, con un’attenzione particolare ai bambini malnutriti e alle famiglie senza accesso ai beni di prima necessità».
«Abbiamo già distribuito nei mesi scorsi 18 tonnellate di cibo salvavita e stiamo organizzando una seconda distribuzione di 7 tonnellate di Plumpy’Nut (RUTF) a 4 cliniche nel centro-sud di Gaza per raggiungere 800-900 bambini sotto ai 5 anni – continua Vignola – Per gli adulti, distribuiremo pacchi alimentari a 12.600 sfollati (2.100 famiglie) nei governatorati di Rafah e Deir al-Balah, garantendo a ciascuna persona un minimo di 2.100 kcal al giorno per combattere il rischio di malnutrizione. Consegneremo, inoltre, kit igienico-sanitari a 300-350 famiglie vulnerabili, inclusi kit con assorbenti e prodotti specifici per l’igiene femminile, e contribuiamo alla riabilitazione di strutture igienico-sanitarie.»
UN’EMERGENZA SENZA PRECEDENTI. L’intervento di CESVI può contare su quasi 40 anni di esperienza nel contrasto alla malnutrizione e alla fame. La Fondazione, infatti, è attiva in diversi contesti, tra cui Corno D’Africa e Asia Meridionale, con progetti che utilizzano un approccio integrato per sradicare le cause della fame e della povertà. Ogni anno, inoltre, diffonde un rapporto che fotografa a livello internazionale il fenomeno della fame (Indice Globale della Fame – GHI).
La situazione nella Striscia di Gaza è peggiorata vertiginosamente a partire dallo scorso ottobre e CESVI ha dovuto adattare le proprie operazioni per rispondere alle necessità emergenti. Intervenire per contrastare fame e mancanza di acqua in questo territorio sembrava impensabile fino a meno di un anno fa, ma la situazione è oggi tragica A Gaza nel corso dell’anno almeno 50.000 bambini continueranno ad aver bisogno di trattamenti per curare la malnutrizione acuta.
Un’emergenza di tale portata richiede una risposta immediata, ma anche strutturata e coordinata nel tempo, che CESVI riesce a garantire grazie all’esperienza sul campo consolidata in diversi Paesi del mondo, sia in contesti emergenziali, che in territori in cui la fame ha un carattere ormai cronico.
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17 Lug, 2024 | Comunicare il sociale
Sarà attiva anche ad agosto la rete dei Centri Antiviolenza di Napoli, sostenuta dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Napoli.
Le strutture che garantiscono accoglienza, ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza continueranno a garantire servizi gratuiti e nel rispetto dell’anonimato.
È stata prevista, infatti, una turnazione nelle aperture dei CAV di Fuorigrotta, Centrale (in via Concezione a Montecalvario), Vomero, Ponticelli, Materdei e Scampia in maniera che ci sia sempre un centro a cui rivolgersi per chiedere aiuto.
Inoltre, saranno sempre attivi il numero verde antiviolenza e stalking 1522 e il servizio reperibilità, contattabile 24 ore su 24 al 350/9742562.
Per maggiori informazioni: https://www.comune.napoli.it/centri-antiviolenza
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