Il Giocattolo Sospeso della Fondazione Su per Sud

La Fondazione Super Sud, in collaborazione con il Banco Alimentare e la Fondazione Arte Mangone, presenta l’evento di beneficenza “Il Giocattolo Sospeso”, un’occasione speciale che unisce solidarietà, arte e condivisione per portare gioia ai bambini ricoverati negli ospedali pediatrici della Campania.

La serata si terrà il 4 gennaio 2025 alle ore 20:30 presso la sede del Banco Alimentare, in Via Giovanni Paolo II a Fisciano (SA). L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per donare giocattoli ai piccoli pazienti, trasformando un gesto di generosità in un momento di speranza e felicità. Durante l’evento, sarà presentata una straordinaria opera d’arte intitolata “Amalfi, Duomo”, realizzata dal maestro e donata dalla Fondazione Arte Mangone. Questo capolavoro rappresenta non solo la bellezza dell’arte ma anche i valori di solidarietà e unità che animano l’iniziativa. La serata vedrà il sostegno di partner e sponsor di rilievo, tra cui LEGO, il Rotary Club Distretto 2101 e il Lions Club, che insieme alla Fondazione Arte Mangone e ad altre realtà solidali contribuiscono alla realizzazione di questo progetto.

Giovanni D’Avenia, Presidente della Fondazione Super Sud, ha dichiarato che l’iniziativa nasce dal desiderio di non far sentire dimenticato nessun bambino durante il periodo natalizio, offrendo a tutti un’opportunità concreta per fare la differenza.

Anna Coralluzzo, Presidente della Fondazione Arte Mangone, ha sottolineato come l’arte possa veicolare valori universali come l’amore e la solidarietà, spiegando che la donazione dell’opera rappresenta il loro impegno nel contribuire al bene comune.

Roberto Tuorto, Direttore del Banco Alimentare Campania, dichiara: “Questa è una iniziativa a cui siamo diamo da tempo il nostro patrocinio e contributo. Quest’anno la cena solidale si terrà proprio presso la nostra sede rafforzando ancor di più la partnership con Fondazione Super Sud. Consegneremo, in dieci ospedali della Campania, giocattoli e calze ai piccoli degenti grazie alla collaborazione con Lego e alle associazioni Fratres di Napoli e AGE di Mugnano – i famosi super eroi in corsi per i più piccoli. Siamo lieti e onorati di contribuire a questa donazione per regalare qualche momento di gioia ed un sorriso ai bambini ricoverati ed alle loro famiglie. Per donare loro un sorriso ed una speranza, proprio come ci ha esortato a fare Papa Francesco aprendo il Giubileo. Cerchiamo di fare questo ogni mese per tutto l’anno, consegnando pacchi alimentari a quasi duecentocinquantamila persone e famiglie in difficoltà della nostra regione”.

Partecipare all’evento è semplice: con un contributo minimo di 25 euro, interamente devoluto all’iniziativa, è possibile prendere parte a questa serata speciale. Chi non potesse essere presente fisicamente può comunque sostenere il progetto con una donazione al seguente IBAN: IT75D0326815201052663803560, intestato alla Fondazione Super Sud. Un piccolo gesto può davvero cambiare le cose, trasformando il Natale in un momento magico per tanti bambini meno fortunati. L’evento “Il Giocattolo Sospeso” invita tutti a unirsi in questa missione di solidarietà, per dimostrare che insieme possiamo regalare non solo giocattoli, ma anche sorrisi e speranza.

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Il panettone per il centro Argo

Tanti sono i panettoni che in questi giorni riempiono gli scaffali.
Tra i tanti ce ne sono alcuni che, oltre ad essere buoni da mangiare, sono buoni anche per il fine che perseguono.
BUONOBUONO é il panettone preparato con lievito madre e materia prima di eccellenza da Francesco Frascione e Francesco Colantonio per sostenere le attività del CENTRO ARGO.
In vendita a 32 euro, al bar di Foqus a Napoli, in via Portacarrese a Montecalvario 69, il panettone con il suo ricavato, supporta le attività sportive, laboratori di falegnameria, cartapesta, cucina, teatro, musicoterapia e orticoltura curati da esperti esterni e personale interno al centro.
Il Centro Argo, dal 2016, su iniziativa della Fondazione FOQUS, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, attraverso intensi programmi quotidiani, svolge attività di abilitazione per l’autonomia all’interno e all’esterno della sede per ai bambini, ragazzi e adulti con disabilità cognitive e le loro famiglia.
Il progetto prevede e pretende di dare fattivamente ad ogni individuo le abilità di base per migliorare in modo autonomo, nel mondo della scuola, del lavoro, nelle proprie autonomie, nella gestione del tempo libero e nell’attività sportiva e del benessere psico-fisico.
ARGO si differenzia dalle tradizionali strutture riabilitative specializzate in quanto inserito nel contesto dell’Istituto Montecalvario che ospita al suo interno una microcittà.

di Annatina Franzese

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Giocattoli ai bimbi ricoverati in pediatria anche a Natale. L’iniziativa dei Carabinieri

Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Nola, guidati dal Capitano Edgard Pica, hanno donato un momento di gioia e speranza ai piccoli pazienti ricoverati presso il reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola.

L’iniziativa, promossa dai militari della compagnia nolana, ha coinvolto circa dieci bambini di età compresa tra i tre e i sette anni, ai quali sono stati donati giocattoli e regali natalizi. Un gesto semplice, ma di grande significato, che ha regalato sorrisi e un pizzico di serenità a chi sarà costretto a trascorrere il Natale lontano da casa.

Presente all’evento anche il direttore sanitario dell’ospedale, il dottor Giuseppe Lombardi, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa:

“E’ davvero un piacere anche perché provengo da una famiglia di Carabinieri e, avere la mia “famiglia” all’interno dell’ospedale è un’emozione unica. Ho visto, inoltre, la luce di quei bambini quando han visto i carabinieri in divisa portargli dei doni. Una sensazione indescrivibile, penso che con quest’azione abbiamo portato una carezza e un sorriso a dei bambini meno fortunati di altri. Ringrazio i Carabinieri e spero che ci saranno altre occasioni come questa”

L’iniziativa rappresenta un esempio tangibile di solidarietà, sottolineando il legame profondo tra l’Arma e la comunità. Presente alla consegna dei doni anche Don Carlo Giuliano, parroco dell’ospedale, apparso visibilmente commosso.

Il Capitano Edgard Pica ha aggiunto: “La vicinanza alle persone, soprattutto a chi vive situazioni di fragilità, è parte integrante della nostra missione. Oggi siamo qui non solo come Carabinieri, ma come persone desiderose di offrire un momento di serenità e gioia ai bambini e alle loro famiglie.”

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“Buon Natale senza”, gli auguri di don Mimmo per una festa al contrario

Ancora Natale, e quale augurio quest’anno? Ci auguriamo sempre di tutto, abbondanza, ricchezza, salute … e ci crediamo pure.
Eppure quest’anno vorrei augurare a tutti un Natale al contrario, un Natale “senza …”. A me, alla mia comunità, alla mia città … si, un Natale al contrario, un Natale “senza …”. Vorrei che per quest’anno potessimo sostituire il segno “più” con il segno “meno”: meno immagine, meno abbondanza, meno addobbi.. un Natale in cui togliere piuttosto che aggiungere. E non per la crisi, quello è un altro discorso.
Un Natale sotto il segno del meno è forse più vero, una specie di magia che ci riporta indietro, indietro nel tempo della nostra vita in un istante preciso: l’istante in cui siamo venuti al mondo, in cui siamo diventati creature, prima eravamo sogni! Neonati senza ricordi, senza il dolore che avremmo poi vissuto o causato, senza le parole dette o ascoltate, senza gli incontri che hanno cambiato nel tempo il corso della nostra storia. Un Natale “senza”.
Neonati, come in una mangiatoia di molti secoli fa. Nudi, senza un abito buono o stracciato, senza il vestito della festa o la borsa di moda, senza le toppe sugli ultimi jeans che ci sono rimasti, senza. Né poveri, né ricchi. Nudi!
Neonati senza un titolo e senza un’immagine da difendere o da voler modificare, senza un ruolo o una maschera da indossare. Solo creature, nella loro semplicità ed essenzialità.
Bambini e non signori o dottori, ingegneri, onorevoli, presidenti, professori. Bambini e non tossici, delinquenti, emarginati, carcerati, immigrati. Bambini. Semplicemente bambini. Senza medaglie o successi, senza ferite o cicatrici.
Vi auguro un Natale “senza”, perché è l’unico Natale in cui possiamo scoprirci liberi. Liberi dal dover fare, dal dover sembrare, dal dover dimostrare, liberi dai bisogni che ci siamo costruiti o da quelli che ci hanno imposto. Liberi di abbandonarci ad un altro, all’Altro, ad una madre, ad un padre, ad un figlio, ad un amore, ad una comunità che, in semplicità, si prenda cura di noi, dei nostri bisogni autentici, quelli che ci rendono umani: calore, protezione, attenzione, amore. Liberi come i gigli del campo, come un neonato in una mangiatoia.
Indifesi come un neonato, indifesi ma non deboli. Perché un neonato in una mangiatoia non ha forza, ma la trova nelle braccia di un padre che lo solleva, di una madre che lo stringe al cuore. E impone nel mondo un nuovo modo di respirare, dove il sospetto cede alla confidenza, la vendetta è disarmata dal perdono, e forse verrà un giorno in cui saremo tutti liberi e vulnerabili, senza più la paura di essere aggrediti o usati dagli altri.
Vi auguro un Natale “senza”, un Natale in cui non camuffare la nostra solitudine nell’ubriacatura di una folla, in cui non negare la nostra solitudine dimostrandoci come altri vorrebbero che noi fossimo ma, al contrario, abbracciare quell’unica solitudine che ci permette di essere sempre noi stessi fino in fondo. Quella solitudine in cui ci costruiamo come persone capaci di amore, la stessa solitudine di Giuseppe sulla via di Betlemme, con i suoi pensieri, i suoi dubbi e le sue paure, con la sua forza di scegliere sempre e comunque il sogno, la forza del sogno. Perché il sogno è sempre possibile.
Un Natale “senza”, in cui anziché il dono, possiamo scambiarci il perdono. Perdono sotto il nostro albero: per noi stessi innanzitutto, per i nostri sbagli, per la nostra vita che è più grande di ogni errore. Perché la vita non coincide mai con i nostri sbagli né con le sue fratture. È sempre più grande. Perché, come un neonato, noi siamo infinito. Vuol dire che il bene possibile domani vale più del male di ieri.
Auguro un Natale “senza” anche a voi che non vivrete un Natale. A voi che avete perso il lavoro o non lo avete mai trovato, a voi che avete perso la casa, che avete perso l’amore, che avete perso la fede. Un Natale “senza” è il Natale che parte dal nulla con un dono solo, ma più grande di tutti: la speranza. Una speranza che è concreta, che è nel miracolo del vostro arrivare a sera, che è nella sacralità di ogni vostra lacrima, di ogni vostro sospiro. Che è nel domani che arriverà comunque, nel vostro esserci a pugni chiusi. Speranza che giace e fiorisce nel buio e nel freddo della vostra disperazione, nel vostro non arrendervi. Nel vostro ostinato restare umani.
È in questo restare umani il senso del Natale che voglio augurarvi, in quella Umanità essenziale che Dio ha scelto. Rinunciando all’onnipotenza, all’assoluto, all’infinito, ha scelto la nudità, ha scelto il “senza”, ha scelto l’umano, l’Umanità. Solo per amore.
Sorella, fratello, buon Natale “senza”!
Che tu possa ricordare che Dio non cerca il giusto che temi di non poter mai essere. Lui guarda quella fragilità che ti appartiene come un respiro antico, la debolezza che è sorgente, ferita e mistero. E proprio lì, in quel punto segreto, Dio vuole entrare. Vuole farsi lievito nella tua creta, sole che illumina le ombre, fuoco che scalda ciò che si è raffreddato, spirito che danza nella tempesta.
Che tu possa accorgerti che, dove il tuo sogno riposa in silenzio, nel luogo più nascosto che sfugge persino a te stesso, Dio si fa volto dentro il tuo volto. Lì, nell’intimità che non puoi raccontare, Dio prende carne in te. Non è lontano: è la tua profondità più profonda, è il battito che ti anima.
Che tu possa vivere ogni giorno come un atto di pazienza infinita, la pazienza di ricominciare. Non temere di partire ancora, perché la vita non è solo raccogliere o arrivare, ma seminare a ogni stagione, con fiducia.
Che tu possa trovare forza nell’abbandonarti alla relazione, perché è lì che si rinnova la tua esistenza. Nasciamo da una relazione e rinasciamo in ogni legame autentico, sincero, profondo. Sii coraggioso nell’aprirti: è nel dono di te stesso che scoprirai la bellezza di essere vivo.

di don Mimmo Battaglia- Cardinale di Napoli

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La comunità cinese accende la solidarietà: pacchi dono, giocattoli e abbigliamento alle missionarie della Divina redenzione

Il Natale 2024 a Napoli sarà un’occasione speciale per celebrare la solidarietà e l’integrazione culturale. In un contesto di crescente povertà e difficoltà, Suor Clara, indiana di nascita e napoletana di adozione, porta avanti un impegno quotidiano di aiuto e accoglienza nella zona di Gianturco attraverso le attività delle Missionarie della Divina Redenzione di Gianturco e con la mensa di padre Arturo D’Onofrio.

“Se lo scorso anno servivamo settanta pasti al giorno, quest’anno siamo arrivati a cento”, racconta Suor Clara. “Le difficoltà sono aumentate, così come la povertà, che colpisce tanto gli stranieri quanto gli italiani. Ma quello che più mi preoccupa è la solitudine dei giovani, che crescono senza valori e si allontanano dal vero significato della vita.”

E così anche alla vigilia di questo Natale i negozi di “Cinamercato 2003 hanno destinato gli incassi allacquisto di indumenti e prodotti alimentari di ogni genere per la mensa delle Missionarie della Divina Redenzione di Gianturco. Sono stati raccolti migliaia di euro in generi alimentari tra pasta, panettoni, generi di prima necessità. E ancora olio, scatolame vario, regali per i bambini, abbigliamento.

La storia di “Cinamercato 2003” è più di quella di una comunità commerciale animata da negozi asiatici. E’ un vero e proprio ponte con 500 addetti, 80 stand e tanta solidarietà. E poi condivisione in occasioni come le celebrazioni religiose asiatiche, oppure quelle della tradizione cattolica.

Si chiamano, Ye, Wu, Erik, Genny, Marco Du, Zhu ed erano tutti presenti a Cinamercato 2003 quando il furgoncino della mensa gestita da Suor Clara ha fatto il suo ingresso. “Suor Clara ha un posto speciale nei nostri cuori” hanno detto mentre Giorgio Brandi, il coordinatore di Cinamercato 2003  e la responsabile della sicurezza Miriam Buongiorno si impegnavano nel consegnare a Suor Clara il ricavato della raccolta.

“Dio vi benedica per il vostro cuore così grande verso i nostri fratelli più bisognosi di noi – le parole di ringraziamento di suor Clara – ogni anno ci date una mano grande in questo senso per aiutare chi non ha la possibilità di avere un piatto caldo. Questa vostra generosità per noi è un grande aiuto e così possiamo sfamare tutti i giorni quasi 100 persone. Dio vi benedica e vi ricompensi nella salute, nel vostro lavoro e nelle vostre necessità. Quando ci troviamo in difficoltà c’è sempre chi ci tende una mano e la comunità cinese non si è mai tirata indietro, anzi. La solidarietà non ci abbandona mai, specialmente quella degli amici che arrivano da lontano ma che sono vicinissimi a noi”.

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