SUMMER CAMP 2024: al Parco San Laise (Ex Base Nato) ultimo giorno dei campi estivi

Educare con sorrisi e passione. Si è conclusa la Summer Camp 2024, un progetto realizzato in sinergia tra la Fondazione Campania Welfare e la Cooperativa Parsifal. Un’esperienza formativa unica per i bambini che imparano a confrontarsi e vivere insieme, favorendo la propensione al lavoro di squadra, la capacità di gestire i conflitti e promuovere il senso di responsabilità individuale e di gruppo.
«L’impegno della Fondazione sulle problematiche dell’infanzia sono diverse. Stiamo lavorando molto con Enti e Istituzioni pubbliche come Coni, Università di Napoli e Università di Salerno per i bambini speciali e le famiglie disagiate per l’assistenza post scolastica. Il nostro obiettivo per il prossimo anno è focalizzato a una maggiore inclusione, integrazione con attività culturali e sportive», spiega Gavino Nuzzo, Direttore Generale di Fondazione Campania Welfare.
Ai saluti del Direttore Nuzzo a tutti i bambini e alle loro famiglie, si sono uniti anche Mena Guadagno, Presidente della Cooperativa Parsifal e Don Pino Gentile, Parroco del quartiere di Bagnoli, che nei prossimi mesi sarà stabilmente presente al Parco Laise.
Per l’occasione, erano presenti anche i funzionari dell’Ufficio Politiche Sociali della Fondazione.
L’impegno della Fondazione per il sociale non si ferma ma prosegue con altre iniziative educative e di partecipazione dedicate alle famiglie del territorio.

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I detenuti di Poggioreale fanno l’esame in carcere per “diplomarsi” pizzaioli

Diciannove detenuti del carcere di Poggioreale diventeranno pizzaioli grazie al progetto “Brigata Caterina – Pizzeria e Pizzaioli”, promosso dalla casa circondariale “Giuseppe Salvia” e realizzato dal gruppo di imprese sociali Gesco con APL lavoro, grazie a Fondi Regionali P.O.R. Campania (F.S.E 2014-2020).

 

Dopo aver frequentato per dieci mesi il corso di formazione professionale conclusosi a luglio, le persone recluse coinvolte avranno la possibilità di ottenere la qualifica di pizzaiolo sostenendo un esame. Giovedì 8 agosto 2024, i primi nove allievi del corso saranno esaminati da una commissione regionale all’interno del carcere, mentre per i restanti dieci l’appuntamento è a settembre.

 

Con l’esame si conclude la prima parte del progetto: nei prossimi mesi i detenuti che avranno ottenuto la qualifica di pizzaiolo parteciperanno a tirocini formativi che daranno loro la possibilità di lavorare in alcune pizzerie napoletane e di mettere così a frutto quanto appreso durante il corso. Intanto quattro di loro sono stati già assunti con regolare contratto di lavoro da Gesco come pizzaioli e rider all’interno della Pizzeria Brigata Caterina, aperta nella casa circondariale Giuseppe Salvia a Poggioreale.

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Incendio Vesuvio, proseguono le azioni di contrasto. L’Ente Parco: “programmare e implementare le attività di prevenzione”

Mentre continuano le attività di spegnimento e bonifica sulle aree attraversate dal fuoco nella giornata di domenica 4 agosto 2024, l’Ente Parco, progetta nuove azioni, da attuare rapidamente, per rafforzare la prevenzione e la sensibilizzazione in materia di prevenzione incendi.
Come è noto, l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio non ha competenze dirette in materia di incendi boschivi, ma mette in campo ogni anno molteplici attività legate alla prevenzione e soprattutto previsione.
Le attività messe in campo dall’Ente si sostanziano nel  monitoraggio e nella  redazione del Piano AIB, in numerose attività trasversali legate alla bonifica e rinaturalizzazione delle aree colpite da incendio, con risvolti sulla prevenzione degli incendi boschivi, nella redazione del Piano di Gestione Forestale e dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000, la cui attuazione concorre alla mitigazione del rischio incendi.
Con questa programmazione l’Ente Parco punta quindi ad aumentare capillarmente il controllo del territorio protetto contrastando il fenomeno ormai diffuso su tutto il territorio nazionale, dell’abbandono della terra, con effetti negativi sulla produzione di biodiversità agricola e gravi conseguenze sulla fornitura di processi ecosistemici, fondamentali a garantire la stabilità degli ecosistemi e la salute umana.
È infatti universalmente riconosciuto il concetto di “alto valore agricolo”, prettamente europeo, che riconosce alla agricoltura di qualità e condotta con tecniche sostenibili vari aspetti vantaggiosi tra i quali la conservazione della biodiversità, il mantenimento degli habitat, e la riduzione del rischio d’incendio.
A partire da settembre, l’Ente Parco avvierà un censimento delle aree incolte e abbandonate nel territorio dell’area protetta. «Abbiamo già posto le basi – dichiara il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca- per affidare queste terre a giovani agricoltori o cooperative giovanili interessate a coltivare la terra e produrre le eccellenze vesuviane conosciute in tutto il mondo. Questa iniziativa- aggiunge De Luca- porterà un duplice vantaggio: aumentare il controllo del territorio, grazie all’impegno degli agricoltori che, con la costante pulizia dei propri terreni, contribuiranno a mitigare le possibilità di innesco degli incendi, e offrire opportunità ai giovani che vogliono avviare attività agricole, promuovendo le tradizioni agricole locali».

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CSV Napoli aderisce al progetto “Costruiamo Gentilezza” che vede la Città Metropolitana di Napoli Capitale nazionale per l’anno 2024

CSV Napoli aderisce al progetto “Costruiamo Gentilezza” firmando un patto di partecipazione con la Città Metropolitana di Napoli che, in rappresentanza dei circa 40 Comuni dell’area metropolitana aderenti alla Rete dei Comitati Unici di Garanzia e insieme con i Comuni della Daunia, ha ricevuto il titolo di Capitale Nazionale di Costruiamo Gentilezza 2024.

L’accordo è stato siglato tra Nicola Caprio, presidente del Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) Napoli, e Renata Monda, referente del progetto per la Città Metropolitana di Napoli. Così facendo il CSV Napoli si impegna a coinvolgere la propria comunità nel progetto e ad attuarne i principi: Essere gentili con amore, promuovendo la conoscenza e la pratica della cultura della gentilezza, Fare gentilezza per il bene comune, generando e costruendo pratiche gentili partecipate a costo zero, e Diffondere gentilezza con l’esempio, raccontando e condividendo le esperienze di pratiche gentili.

«Siamo orgogliosi – spiega Nicola Caprio, presidente del CSV Napoli – di abbracciare questo progetto. La gentilezza è un valore e anche una pratica che potrebbe aiutarci a costruire comunità solidali e consapevoli. Ascolto, condivisione e propensione al donarsi è nelle corde di ogni volontario, per questo ci è sembrato logico aderire a questo progetto per la creazione di pratiche gentili, favorendo l’evoluzione umana e comunitaria».

Il CSV, che ha anche sottoscritto l’impegno a promuovere iniziative nell’ambito del titolo di Capitale nazionale della Gentilezza assegnato all’Ente di piazza Matteotti, ha in programma di declinare ‘pratiche gentili’ a partire dai suoi tanti sportelli di ascolto diffusi sul territorio.

“Sono molto orgogliosa – ha commentato la Consigliera delegata alle Pari Opportunità della Città Metropolitana di Napoli, Ilaria Abagnale, responsabile del progetto Città Metropolitana di Napoli Capitale italiana di Costruiamo Gentilezza – che questo progetto continui ad ampliarsi e a camminare anche sulle gambe dei volontari del CSV Napoli, con cui ho già il piacere di collaborare in maniera molto proficua. Si tratta di un tassello ulteriore che si aggiunge alle tante adesioni ricevute finora, alle tante iniziative già messe in campo e alle altre in programma da qui alla fine dell’anno. Lavoriamo tutti insieme affinché la gentilezza diventi un modus operandi delle politiche pubbliche”.

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Il “fronte caldo” del disagio psichico: gestire l’estate può diventare un problema 

L’estate è (anche) dilatazione del tempo: orizzonti mentali che si allungano, pensieri che inevitabilmente smettono di fare lo scatto del centometrista per adeguarsi al passo cadenzato e lento. L’estate porta sempre con14 sé qualcosa che si ferma. Meglio ancora: si interrompe. La scuola, il lavoro. Un bene per molti, un problema per tanti altri. Per esempio, per chi soffre di disagio psichico, che può vedere nella fine delle abitudini una difficoltà di adattamento, un cambio di contesto che non aiuta. Spiega Armando Cozzuto, presidente ordine degli psicologi della Campania: «Nel periodo estivo di solito succede che ci sia più spazio per attività ludiche e familiari, per le vacanze.
Ma tante volte, per chi vive il disagio psichico, il lavoro può fungere da distrattore, per cui chi trova beneficio nel lavoro, che magari mi consente di uscire di casa ed evitare conflittualità relazionali e familiari, in estate va in difficoltà, comincia ad avere difficoltà nel sonno, irascibilità. Poi c’è chi magari non può permettersi le vacanze e deve gestire la solitudine mentre tutti partono». Cozzuto, comunque, ci tiene a specificare che generalizzare, in psicologia, è sempre sbagliato: «La vacanza può portare giovamento ma c’è chi trova difficoltà se non ha qualcosa di tangibile in cui impegnarsi. Il quadro complessivo va tenuto presente al di là delle fragilità». Insomma, non per tutti la calda stagione è il periodo migliore, quello tanto atteso dalla stragrande maggioranza delle persone. Per questa minoranza, già alle prese con uno stigma complicato da superare, c’è poi spesso anche una diminuzione degli aiuti, difatti gli Enti Locali istituzionalmente deputati alla cura e ai processi riabilitativi pur garantendo l’apertura, comunque vanno incontro ad un rallentamento. Dice Elena Primicile Carafa, educatrice dell’associazione di promozione sociale Nakote, attiva nel campo della salute mentale: «I servizi per le persone con il disagio psichico nel periodo estivo spesso entrano in difficoltà. Negli anni precedenti si svolgevano molte più attività, essendo questo un periodo delicato, dove sono concentrati maggiormente casi di suicidio, come ad esempio soggiorni estivi, piccola balneazione e gite fuori porta dove si accoglievano queste persone, anche grazie al CSV   e al Progetto “Comunità Solidali ”ora la situazione è peggiorata, soprattutto perché a livello nazionale è diminuito il budget di salute messo a disposizione».
Fortunatamente, ci sono delle eccezioni, figlie della collaborazione tra il volontariato e le istituzioni: «Nell’area flegrea e nei territori di competenza dei distretti dell’area Ovest di Napoli (Pianura, Soccavo, Fuorigrotta, Bagnoli) siamo riusciti a garantire un soggiorno estivo di 5 giorni ad Agropoli nel mese di giugno, grazie all’associazione Asfodelo. In più il lido dell’Aeronautica garantisce attraverso una apposita richiesta certificata, diversi posti agli Enti e alle associazioni che si occupano di disabilità. La nostra associazione, inoltre, offre passeggiate naturalistiche e laboratori presso la Riserva Statale Oasi WWF Cratere degli Astroni, avvalorate ulteriormente dal comune di Napoli attraverso il Progetto Affabulazione che porta il teatro e la musica nelle periferie della città con il coinvolgimento degli abitanti compresi quelli fragili.  La situazione comunque resta difficile e allora vale la pena ricordare che in Campania è sempre in piedi il servizio dello psicologo di base: due per ogni distretto sanitario, che possono garantire un ciclo di 8 colloqui. Nella nostra Regione per potenziare la rete dell’assistenza psicologica è stato effettuato un investimento complessivo di 40 milioni di euro, una parte dei quali dedicati al protocollo per le famiglie con minori dai tre ai 18 anni. Sono stati, inoltre, banditi i concorsi. Il problema, tuttavia, è che gli psicologi che lavorano in modo strutturale nel servizio sanitario nazionale e regionale della Campania sono ancora pochi. Spiega ancora Cozzuto: «Quando mi sono insediato, nel 2020, ho chiesto, tra le altre cose, una Commissione sanità e abbiamo messo su un questionario per andare a reperire i dati. Nel 2020 ci aggiravamo tra i 270 e i 280 colleghi in tutta la Campania. In alcune Asl c’era uno psicologo che copriva un’utenza di 50-60000 cittadini. Ora la situazione è migliorata, ma soltanto il 5% degli iscritti trova lavoro nelle aziende sanitarie locali e quelle ospedaliere: un dato ancora molto basso. Siamo 10000 in Campania, oltre 140.000 in tutt’Italia ed è un numero che dovrebbe crescere, anche se bisogna ammettere che qualcosa sta cambiando». Le carenze, comunque, restano. Dal suo osservatorio privilegiato, cioè dal punto di vista di chi vive questa problematica sul campo, Elena Primicile Carafa ammonisce: «C’è un gran bisogno di percorsi di autonomizzazione, di co-housing, di gruppi appartamento: il servizio pubblico, preso dalle continue emergenze, che sono aumentate notevolmente dopo la pandemia, non riesce a garantire tutto ciò e tanti progetti spesso annaspano».
di Francesco Gravetti 

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