21 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Il nuovo regime Iva per il Terzo settore che, in assenza di interventi normativi entrerà in vigore dal 1 gennaio 2025, rischia di causare la riduzione, se non addirittura la cancellazione, di numerose attività e servizi alla cittadinanza, senza peraltro apportare nuove entrate per le casse dello Stato. Pur non dovendo pagare l’imposta, infatti, gli ETS non commerciali saranno costretti a dotarsi di partita Iva e ad assolvere così una lunga serie di adempimenti burocratici e amministrativi, particolarmente gravosi e difficilmente sostenibili soprattutto per le realtà sociali più piccole, che rappresentano la gran parte del Terzo settore nel nostro Paese.
Per questo motivo il Forum Terzo Settore, in vista della discussione della nuova Legge di Bilancio, lancia l’appello a Governo e Istituzioni “È valore sociale, non vendita. No alla partita Iva per le attività associative del Terzo settore”.
“Chiediamo che si trovi una soluzione definitiva a un problema, nato dall’apertura di una procedura d’infrazione europea nei confronti dell’Italia, che si trascina e che denunciamo da anni. Ma, stando a quanto si legge finora, la bozza della Manovra 2025 non contiene nulla a riguardo”, dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore. “Nelle scorse settimane abbiamo presentato una nostra proposta al viceministro all’Economia Maurizio Leo, che mantiene per il Terzo settore il regime di esclusione Iva e offre una risposta adeguata alle questioni aperte. In attesa di ricevere riscontro dal Governo, sale la preoccupazione tra gli Enti di Terzo Settore”.
“Temiamo che a livello politico non sia stata compresa l’importanza di questo tema per la sostenibilità del Terzo settore, dunque anche per la coesione dei territori, la partecipazione delle persone e lo sviluppo delle comunità. Ecco perché nei prossimi giorni intensificheremo il lavoro di informazione e denuncia su questo fronte, augurandoci di trovare questa volta una concreta volontà da parte delle istituzioni di giungere a una effettiva risoluzione, che tuteli il Terzo settore e la libera associazione dei cittadini” conclude Pallucchi.
Qui l’appello: No partita Iva.pdf
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18 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Un anno scolastico ricco d’arte per gli alunni dell’area orientale di Napoli con “Levante – Teatro ad Est”, progetto promosso e finanziato dal Comune di Napoli, nell’ambito dell’iniziativa “Teatro, Che Classe!”, e organizzato dall’associazione NEA Napoli Europa Africa. Ottanta studenti saranno i protagonisti di laboratori e altre occasioni culturali per valorizzare potenzialità espressive ed energie creative, così da avvicinarsi al mondo del teatro.
Il progetto della NEA coinvolge gli allievi dell’istituto comprensivo “Porchiano Bordiga” di Ponticelli e dell’istituto comprensivo “Russo Solimena” di Barra in 140 ore di laboratorio con giochi motori e vocali attraverso i quali si sperimentano attività sul corpo, sulla voce, sul ritmo, sulla percezione di sé e dell’altro, così da allenare i giovani a una maggiore espressione e consapevolezza di sé, all’ascolto e al confronto con gli altri, al rafforzamento dei legami con i compagni.
Gli incontri, totalmente gratuiti, consentono di parlare dei diritti dei bambini – diritti al gioco, alla famiglia, alla scuola – che diventano personaggi in una piccola partitura scenica che vede al centro gli allievi delle classi primarie. I più grandi, invece, lavoreranno con i testi della tradizione campana delle fiabe che entra in classe con le opere di Roberto De Simone: uno dei suoi testi ispirerà gli alunni nella scrittura di una drammaturgia. Il lavoro, accompagnato dalla creazione delle scenografie per gli spettacoli teatrali, vedrà anche la collaborazione dei genitori. Inoltre, la formazione riguarderà quindici docenti delle due scuole di Napoli Est che saranno impegnati nell’analisi di diversi testi e in un percorso riflessione sulle emozioni.
La proposta artistica, parte delle attività educative promosse dall’associazione NEA nelle scuole della VI Municipalità di Napoli, risponde a un contesto in cui disagio sociale, povertà di stimoli e rapporti interpersonali conflittuali rendono spesso complesso l’ambiente scolastico e la gestione della classe. L’esperienza teatrale immaginata, infatti, prova a rispondere ai diverbi e ai conflitti che si creano tra i giovanissimi e che incidono negativamente sulle relazioni e sull’apprendimento. “Levante – Teatro ad Est”, quindi, guarda all’arte come la possibilità dei giovani di mettersi nei panni dell’altro, di imparare a gestire le proprie emozioni, di accogliere quelle degli altri e di immaginarsi non come singoli ma come gruppo.
“L’iniziativa ‘Teatro, Che Classe!’, promossa e finanziata dal Comune di Napoli, nel rafforzare la collaborazione fra l’ente locale, le scuole e le agenzie educative e culturali del territorio indubbiamente contribuisce a rendere la scuola più attrattiva e ad arricchire l’esperienza degli alunni, specie di quelli maggiormente a rischio di esclusione. La NEA ha aderito con entusiasmo a tale iniziativa e ne auspica un consolidamento negli anni futuri affinché si stabilizzino pratiche educative inclusive”, evidenzia Marisa Esposito, presidente associazione NEA Napoli Europa Africa.
“Abbiamo iniziato i nostri incontri finalizzati alla conoscenza delle dinamiche teatrali e soprattutto all’accrescimento della consapevolezza dello spazio, del corpo, dell’altro, perché mettersi nei panni dell’altro continuando a vestire i propri ci rende individui consapevoli di noi e della comunità e in questo il teatro è il miglior strumento per educarci all’empatia”, così Giulia Amodio, attrice ed esperta di teatro applicato, che conduce i laboratori.
“Il progetto esprime in pieno la nostra idea di scuola e di bambino. Per noi l’apprendimento non è solo il frutto di un processo cognitivo ma ha una forte connotazione emozionale e relazionale. Il progetto intende sviluppare linguaggi a volte trascurati come quello musicale, spaziale, corporeo, incoraggiando i bambini a collaborare e a esprimersi liberamente. Lo scopo è quello di offrire le condizioni per una crescita armoniosa che è il punto di partenza affinché ogni bambina e ogni bambino sviluppi pienamente tutte le sue facoltà e diventi un cittadino consapevole e responsabile”, così Colomba Punzo, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Porchiano Bordiga”.
“Il progetto ‘Levante – Teatro ad Est’ offre agli alunni l’opportunità di vivere l’esperienza teatrale, la recitazione, la costruzione di setting spaziali, temporali ed emozionali, al fine di trasporre il loro mondo interiore in una rappresentazione esteriore che ne sia espressione, contenimento e risoluzione di conflitti e insicurezze. Ciascuno, con il suo bagaglio interiore, con i suoi talenti e con le sue difficoltà, si sta mettendo in gioco e sta contribuendo alla realizzazione di un percorso, più che di un prodotto finale, che li vede protagonisti, non nell’interpretazione di ruoli estranei alla loro quotidianità, ma di rappresentazioni metacognitive della loro esistenza”, così Maria Cristina Scala, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Russo Solimena”.
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18 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Si è concluso l’iter burocratico per l’intitolazione della rotatoria situata tra via Doglie, via Caprile e via Cupamonti alla memoria di Don Raffaele Falco, sacerdote scomparso nel 2021 a causa del Covid, che ha segnato profondamente la storia recente di Ercolano con il suo coraggioso impegno contro la camorra.
Nel 1993, Don Raffaele Falco rivolse un appello all’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, chiedendo l’intervento dell’esercito per fermare la violenza dilagante tra i clan camorristici che opprimeva il territorio. Le sue parole vennero ascoltate: l’esercito arrivò, le forze dell’ordine setacciarono la città e le case dei camorristi furono perquisite. Grazie a Don Raffaele, la comunità di Ercolano comprese che si poteva non avere paura, e il 14 settembre oltre diecimila persone parteciparono alla “Fiaccolata della Legalità”, un evento che segnò l’inizio di una lunga battaglia contro la criminalità organizzata.
“Le sue parole furono un grido di aiuto e un esempio di forza morale, ispirando la cittadinanza a non piegarsi all’illegalità. La sua azione ha rappresentato un punto di svolta per la nostra città, diventando simbolo di speranza e riscatto. La sua voce ha risvegliato le coscienze, spronando Ercolano a trovare il coraggio di alzarsi contro l’illegalità. Vogliamo trasmettere il suo esempio alle future generazioni e mantenere viva la memoria del suo impegno per la giustizia”, spiega Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale dell’Anci.
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18 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
Il teorico della Città dei 15 minuti Carlos Moreno sarà a Napoli il prossimo 21 ottobre, presso il dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II (via Monteoliveto 3, aula Gioffredo), dove si terrà il convegno dal titolo “The ‘close’ city. Complex values in the human-centered perspective’, organizzato da INU Campania, Dipartimento di Architettura, Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”, Ordine degli Architetti P.P.C. di Napoli e Provincia.
Il convegno si propone di esplorare il concetto di “Città dei 15 minuti” come modello trasformativo per la pianificazione e lo sviluppo urbano. Un luogo in cui ogni cittadino in un tempo minimo può soddisfare le esigenze quotidiane essenziali della vita. Concentrandosi su questo modello, l’obiettivo è migliorare la vivibilità, la resilienza e la sostenibilità delle città contemporanee.
Nella mattina si terranno le relazioni di Carlos Moreno, Peter Nijkamp, Catherine Gall, Karima Kourtit. Nel pomeriggio è organizzata una tavola rotonda con la partecipazione di rappresentanti istituzionali del mondo della ricerca, delle istituzioni, delle associazioni.
In particolare, i lavori verteranno sui seguenti ambito di applicazione:
Fondamenti concettuali: dibattere sui fondamenti teorici e i principi del modello della Città dei 15 minuti”, compreso il suo impatto sulla vivibilità e la resilienza urbana.
Ambiente culturale: esaminare come il modello della “Città in 15 minuti” possa favorire ambienti culturali vivaci e migliorare l’impegno della comunità all’interno degli spazi urbani.
Sostenibilità e resilienza: affrontare le strategie per integrare le pratiche sostenibili e migliorare la resilienza delle infrastrutture urbane e delle comunità attraverso l’approccio della “Città dei 15 minuti”.
Casi di studio e buone pratiche: presentare e analizzare le esperienze di successo del modello della “Città in 15 minuti” in vari contesti globali, con particolare attenzione alle intuizioni pratiche e alle lezioni apprese.
Dibattito pubblico e direzioni future: facilitare un dibattito pubblico per discutere le sfide e le opportunità emergenti nell’applicazione del modello della “Città in 15 minuti”, promuovendo il dialogo tra ricercatori, professionisti e responsabili politici.
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18 Ott, 2024 | Comunicare il sociale
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha finanziato 29 comuni italiani sotto 15 mila abitanti per promuovere nel territorio di riferimento attività sportive destinate ai minorenni di età compresa tra 6 e 17 anni. Si tratta, complessivamente, di 580 mila euro suddivisi tra 22 comuni del Mezzogiorno, uno del Centro Italia e sei del Nord. L’obiettivo è favorire la partecipazione ad attività sportive di bambini e ragazzi con disabilità o appartenenti a famiglie in condizioni di svantaggio socioeconomico.
Oggi l’avvio del progetto con un incontro tra l’Autorità garante Carla Garlatti e i rappresentanti dei comuni vincitori dell’avviso pubblico, a ognuno dei quali è stato assegnato un finanziamento di 20 mila euro. Ecco l’elenco dei beneficiari. In provincia di Bergamo: Comun Nuovo, Trescore Balneario, Osio Sotto, Casirate d’Adda, Capriate San Gervasio. In provincia di Varese: Carnago. In quella di Roma: Civitella San Paolo. In provincia di Napoli: Lettere, Santa Maria la Carità, Pimonte, Casola di Napoli. In provincia di Salerno: Corbara, San Marzano sul Sarno, Bracigliano, Rocca Piemonte, Albanella. In quella di Catania: Licodia Eubea, Santa Venerina, Maletto, Riposto, Castel di Iudica, Militello in Val di Catania. In provincia di Enna: Catenanuova. In quella di Catanzaro: Simeri Crichi, Sersale. In provincia di Ragusa: Santa Croce Camerina. In quella di Palermo: Piana degli Albanesi. In provincia di Messina: Tusa. E infine in quella di Potenza: Nemoli.
“Abbiamo già avviato un secondo bando per il quale sono arrivate già oltre 400 manifestazioni di interesse” dice l’Autorità garante Carla Garlatti.
Sempre oggi sono state sottoscritte a Roma quattro convenzioni con altrettante associazioni o fondazioni per la realizzazione di progetti contro la dispersione scolastica, finanziati per complessivi 600 mila euro, e che saranno realizzati nei territori di Brescia, Bologna, Cagliari, Napoli, Ragusa e Salerno. Anche in questo caso gli assegnatari dei fondi, 150 mila per ciascuno, sono stati individuati a seguito di un avviso pubblico e a una procedura selettiva. Si tratta della Fondazione EOS, della Fondazione San Giovanni Battista, dell’Upter e dell’Ai.bi. L’obiettivo è quello di promuovere attività nelle scuole secondarie di primo e secondo grado che coinvolgano e motivino gli studenti, in particolare quelli con maggiori di difficoltà e a più alto rischio.
“Con queste iniziative destiniamo risorse alla realizzazione di progetti concreti, che hanno una ricaduta diretta sui territori” commenta l’Autorità garante Carla Garlatti. “I fondi a nostra disposizione ci consentono di finanziare progetti in un numero limitato di Comuni rispetto alle richieste pervenute, mi auguro che nella manovra di bilancio del Governo Meloni ci possano essere assegnate risorse per proseguire ed estendere l’iniziativa a una platea più ampia di bambini e ragazzi”.
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