Impresa e sociale, quando la cooperazione rende il futuro possibile

Ci sono storie che parlano di lieto fine, di accoglienza, integrazione e di famiglie che si ritrovano, si riscoprono, si ricostruiscono. Ci sono storie che parlano lingue diverse ma che trovano nel linguaggio dell’amore la possibilità di generare ponti e abbattere il pregiudizio. Ci sono storie che sono storie belle anche se dentro ci sono parole un po’ asettiche, strane, un po’ fredde, parole come “imprese”, “cooperazione” e “terzo settore”. Ci sono storie che dicono che accogliere è bello, ma è ancora più bello quando l’accoglienza non è assistenzialismo e l’immigrato che mette piede nel nostro Paese non è considerato un peso ma una risorsa. Di storie di integrazione ce ne sono, per fortuna, tante, ma poche sono destinate a creare un vero e proprio “ponte” tra l’Italia ed il paese d’origine di chi qui ha trovato la sua seconda casa. Una di queste storie inizia a Portici ed ha un sapore dolce anche per il luogo dove si svolge.
Giá, perché è nel laboratorio della storica gelateria Gallo di Portici che le vite di Ibrahim, di Lamine e dei membri della famiglia Gallo si sono intrecciate strette strette per quella che è diventata una bellissima realtà dove imprenditorialità + sociale hanno un valore più grande di una semplice addizione. Un valore che tocca un piano più profondo, che parla di riscatto e di salvezza, ma anche di radici.
Questa storia inizia più o meno cinque anni fa, quando la cooperativa sociale Shannara avvia la selezione dei beneficiari del progetto “Le rotte del gusto”. Shannara in particolare opera da circa 30 anni nell’area dell’accoglienza residenziale di minori, italiani e stranieri, di età compresa tra i 13 ed i 18 anni. Mission principale della cooperativa è la tutela dei diritti fondamentali dei minori, il contrasto all’esclusione sociale di soggetti in situazione di svantaggio socio-ambientale e la promozione del benessere attraverso l’attivazione di percorsi di sostegno finalizzati al raggiungimento dell’autonomia personale e sociale. Ebbene, in questo quadro, l’attenzione si posò appunto, cinque anni fa, proprio su Ibrahim e Lamine.
«Entrambi non parlavano molto bene l’italiano – spiegano dalla cooperativa sociale – ma volevano essere coinvolti nel progetto perché sapevano che poteva essere la loro occasione per cambiare la loro vita nel paese ospitante».
Da lì è partita questa avventura così particolare, e i ragazzi lasciandosi alle spalle famiglia, povertà, traversate sui barconi e un futuro già compromesso prima ancora di diventare tale, hanno iniziato a lavorare e al contempo a imparare la lingua, Edoardo Gallo, identificò sua moglie Diana come mentore per i due ragazzi, era la loro preferita e grazie al suo tutoraggio, Ibra e Lamine hanno potuto migliorare il loro italiano in pochissimi mesi, iniziando a lavorare e a lavorare sodo. A cinque anni da quel “via” il tirocinio in gelateria si è trasformato e si è trasformato in un contratto a tempo indeterminato. «Il mio desiderio – spiega Ibra – è quello di tornare indietro, alle mie origini, e di costruire lì il mio futuro insieme alla mia famiglia e alla mia fidanzata. Sto lavorando per questo, sto mettendo i soldi da parte, sono grato per tutto questo ma la mia vita è lì».
Lamine invece è già sposato, seppur giovanissimo, e anche lui ha intenzione di ritornare a casa, con il futuro in tasca.
I ragazzi a cinque anni dall’inizio di questa avventura sono completamente indipendenti e quasi del tutto padroni della lingua. La lingua, appunto, «inizialmente era il più grosso ostacolo da superare – spiega Diana – ma loro sono stati bravissimi, pronti ad imparare, sempre rispettosi». E ancora oggi il rispetto reciproco è la base del rapporto lavorativo oltre che umano: «I ragazzi nel corso della giornata, durante il lavoro, si fermano a pregare. Per noi non è un problema, lo sappiamo e li rispettiamo, così come loro rispettano noi – dice Eduardo Gallo, il titolare dell’azienda di gelati che ha reso questa cooperazione possibile – quando capita di organizzare dei momenti conviviali, quando c’è la possibilità di mangiare assieme, sapendo cosa loro possono o non possono fare, ci comportiamo di conseguenza. La convivenza tra realtà così diverse è possibile quando alla base di tutto c’è il rispetto. Questi due ragazzi hanno fatto da noi un tirocinio, poi quando abbiamo avuto la possibilità di stabilizzarli è stato scontato assumere loro: erano formati, rispettosi, avevano imparato la lingua e il mestiere, e quindi eccoci qua».
In effetti tutto si può riassumere così: la cooperazione tra il terzo settore e le imprese private ha avuto successo perché entrambe le parti hanno avuto la volontà di riuscirci.
«L’esperienza di Ibrahim, Lamine e la famiglia Gallo è tra quelle che ancora oggi portiamo come esempio di lavoro di rete territoriale – continuano a spiegare dalla cooperativa Shannara – il terzo settore ed un ente privato hanno lavorato per l’integrazione sociolavorativa dei due ragazzi. Non è stato semplice perché la mancanza della conoscenza della lingua italiana complicava la relazione ma Diana, la moglie dell’imprenditore che ha aperto le porte della sua azienda e del suo cuore, ce l’ha messa tutta perché i ragazzi la imparassero. Questa storia – concludono – è una storia che ha avuto ed ancora ha un impatto sociale, economico e culturale sul territorio ed è portatrice sana di una bella storia di integrazione».
Ad oggi i due ragazzi sono impegnati prevalentemente nei laboratori di preparazione di gelato e torte, «ma quando impareranno meglio la lingua – sottolineano Edoardo e la moglie – non ci sará alcun problema a farli lavorare al banco a contatto con il pubblico».
di Nadia Labriola

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Biondo l’Anarchico, al via la raccolta fondi per ricordare il “cane libero” di Pozzuoli

Crowdnet, piattaforma di raccolta fondi promossa da CSV Napoli,  valorizza i contributi dei singoli donatori, degli enti e delle imprese, affinché si trasformino in supporto concreto per gli enti di Terzo settore impegnati nelle diverse comunità. Una semplice azione può apportare tanti benefici alle attività quotidiane di un’associazione e ricadute positive ai soggetti coinvolti in un progetto solidale. 

Biondo l’Anarchico, ultimo cane libero di Pozzuoli – Il Movimento Etico Tutela Ambiente E Animali Liberi Odv lancia una raccolta fondi per la messa in posa di una una statua in marmo che raffiguri il cane Biondo l’anarchico nella sua posa abituale e lo ricordi a quanti l’hanno conosciuto e  amato. Biondo l’Anarchico, è stato un simbolo di libertà per 22 anni circa, ha vissuto la sua vita come voleva , tra il porto di Pozzuoli ed il Tempio di Serapide. Sempre un po’ schivo, amava starsene sui giardini con aria sorniona. Dopo svariate catture da parte delle istituzioni, si è creato un cordone di protezione pronto a garantirgli la sua amata libertà. Biondo l’anarchico  è stato amato da tutta la comunità di Pozzuoli, lo conoscevano tutti e la sua storia, grazie ad una pagina Facebook dedicatagli, ha raggiunto tutta Italia e non solo. Simbolo di libertà, Biondo ha suscitato tanta dolcezza nei suoi ultimi anni, proprio perché con forza e determinazione era attaccato alla vita. «Vogliamo posare- spiegano i promotori della raccolta- sui giardini del Tempio di Serapide, luogo dove Biondo era solito sostare, una statua in marmo di carrara che lo raffiguri nella sua posa abituale e lo ricordi a quanti l’hanno conosciuto e  amato».

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Essere bambini in Campania è più difficile che nel resto d’Italia, lo dice il rapporto CESVI sull’infanzia

Una situazione di oggettiva difficoltà nel percorso di crescita dei bambini campani. È quanto emerge dall’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, realizzato da Fondazione CESVI e presentato questa mattina a Napoli, presso la Biblioteca comunale di Secondigliano Guido Dorso. Al centro dell’incontro la situazione della Regione, con interventi che, a partire dall’analisi dei bisogni del territorio, hanno evidenziato la necessità di potenziare i servizi a tutela dell’infanzia, attraverso un modello integrato che prevenga e contrasti il fenomeno del maltrattamento su bambini e bambine. Nel corso dell’appuntamento, organizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, partner storico per CESVI a Napoli, sono intervenuti – nell’ordine: Antonio Troiano, Presidente Municipalità 7, Napoli; Stefano Piziali, Direttore Generale CESVI, Valeria Anatrella, Presidente Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, Giovanna Badalassi, Ricercatrice CESVI, Maura Striano, Assessora all’Istruzione e alle Famiglie, Comune di Napoli, Alessia Schisano, Familiarista e curatore speciale dei minori, Paola Guglielmi, Psicologa e psicoterapeuta Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, Stefania Sannino, Assessore Politiche Sociali/Minori Municipalità 7, Napoli e Maria Miraglia, Dottoranda di ricerca Università degli Studi di Napoli “Federico II”. A moderare l’incontro Stefano Piccirillo, conduttore radiofonico e autore.
Fondazione CESVI ha presentato, un approfondimento della sesta edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia dedicato alla situazione campana: il report stila una graduatoria delle Regioni italiane in relazione alla prevenzione e alla risposta al maltrattamento all’infanzia e per la Campania emergono indicatori e aspetti di miglioramento distintivi. La Regione, infatti, pur risultando la realtà italiana in cui i minori sono sottoposti a maggiori rischi di contesto (all’ultimo posto preceduta da Sicilia e Puglia) e tra quelle con il più alto numero di minori, è contemporaneamente la Regione dove l’intervento dell’amministrazione territoriale per migliorare questi fattori di rischio risulta significativo.
Nella rilevazione di CESVI e relativamente ai fattori di rischio connessi alla dimensione “capacità di cura di sé e degli altri” – tra le più importanti quando si parla maltrattamento – la Campania purtroppo continua a riscontrare un valore abbondantemente superiore alla media nazionale. Si erano registrati progressi nel 2018 e nel 2019, ma si è osservato un chiaro peggioramento legato alla pandemia. Pe contro, i dati relativi ai servizi per adulti e in particolare sul sostegno alla genitorialità (che non rilevano il numero assoluto di servizi erogati, ma il rapporto tra il numero di utenti e servizi rispetto ai minori e agli adulti in età genitoriale residenti sul territorio) in diminuzione a livello nazionale, indicano per la Campania un miglioramento che si posiziona così al 14° posto colmando l’importante divario tra il livello nazionale e quello del Sud Italia.
Nel considerare, inoltre, il dato relativo ai servizi per la prima infanzia, è necessario tenere conto della relazione diretta con la condizione occupazionale femminile. La posizione della Campania al 20° posto è dunque spiegabile sia con il fatto che tutte le Regioni sono in crescita su questo dato, ma soprattutto con il basso tasso di occupazione femminile in Campania, o almeno con la scarsa occupazione femminile regolare e ben retribuita, che permetterebbe alle famiglie di sostenere il costo di tali servizi. Nel trend temporale tra il 2013 e il 2022, la Campania è passata da una copertura di posti autorizzati per ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni dal 6,2% al 13,2%, raddoppiando dunque il dato, mentre a livello nazionale si è passati dal 22,2% al 30%. Questo incremento premia l’impegno del territorio e ricorda che l’occupazione femminile è il fattore che spinge ad investire maggiormente in questi servizi.
Un altro indicatore analizzato riguarda la capacità di condurre una vita sana che prende in considerazione indicatori quali la salute mentale, obesità infantile e i servizi per bambini. Quest’ultimo, tenendo conto dei pediatri di libera scelta, considera il dato in relazione al numero dei pediatri per ogni 10.000 under 15 e i consultori per ogni 100.000 minori e adulti tra 18 e 64 anni. Mentre in generale nel Paese il numero di pediatri è in diminuzione, la Campania ottiene l’undicesimo posto (per numero di pediatri di libera scelta), un dato che la avvicina alla media nazionale ed è superiore a quello del Sud per il 2021.
“La Campania, seppure considerata una Regione ad elevata criticità, mostra importanti segnali di un forte e crescente impegno nel contrastare il fenomeno del maltrattamento in Italia” ha dichiarato Stefano Piziali, Direttore Generale di CESVI. «Abbiamo rilevato con la pandemia un aumento dei fattori di rischio. In contemporanea, tuttavia, si sono evidenziati alcuni miglioramenti nei servizi offerti, che rendono la Regione con un potenziale molto alto sul tema del contrasto al fenomeno. In questo quadro, la collaborazione con le Istituzioni e con la rete territoriale è fondamentale nel trovare insieme strategie efficaci per rispondere alle esigenze dei minori e delle loro famiglie”.
“Un ecosistema a misura dei bambini si crea a partire dal contesto familiare, ecco perché bisogna lavorare per garantire alle famiglie condizioni di vita e lavorative migliori. Il sostegno alla genitorialità è fattore fondamentale. Occorre potenziare tutti quei servizi che consentono di avere una migliore conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro. Penso, ad esempio, al contributo che possono dare asili nido e scuole d’infanzia. Il Comune di Napoli sta investendo grandi risorse, grazie al PNRR, per avere strutture e servizi all’avanguardia e, soprattutto, per poter accogliere un numero maggiore di bambini, venendo incontro alla crescente domanda che c’è da parte delle famiglie. I dati di questo rapporto, che segnalano significativi miglioramenti proprio nell’ambito del sostegno alla genitorialità, ci confermano che siamo sulla strada giusta” così l’Assessora all’Istruzione e alle Famiglie Maura Striano.
“La presentazione dell’indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia 2024 di CESVI responsabilizza, ulteriormente, la Municipalità che presiedo, nel contrasto alla povertà educativa. I dati che leggiamo, e su cui proveremo a riflettere, inchiodano la Campania (e, quindi, Napoli e la sua vasta Area Nord) all’ultimo posto nazionale. Sin dal mio insediamento, insieme con il Consiglio e con i componenti della Giunta che mi affianca, siamo impegnati, quotidianamente, a promuovere azioni che possano rendere Miano, San Pietro a Patierno e Secondigliano luoghi più accoglienti per l’infanzia. Ringrazio CESVI per l’opportunità data, in primo luogo, al nostro Territorio, ma anche a chi, come me, è impegnato nelle Istituzioni locali, nonché ai nostri funzionari e dipendenti, che si impegnano, senza risparmio, nei Servizi sociali, nei Servizi educativi e nei Servizi culturali, di confrontarci e misurarci nei due laboratori previsti per la giornata. Sono grato al Direttore della Municipalità, la dott.ssa Roberta Sivo, per la preziosa disponibilità e mi rallegro per la collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e coi rappresentanti dell’Università degli Studi di Napoli Federico” dichiara Antonio Troiano, Presidente Municipalità 7, Napoli.
Piziali, a conclusione dell’incontro, ha sottolienato la necessità di investire in sistemi di intervento integrati tra pubblico, privato e Terzo Settore con programmi e risorse dedicate, creando reti interistituzionali per la prevenzione e la protezione, promuovendo la formazione di professionisti e la ricerca di un linguaggio condiviso nei tavoli di coordinamento territoriale, formando il corpo docenti per migliorare l’intercettazione precoce dei casi a rischio e promuovere meccanismi di intercettazione, segnalazione oltre a una cultura della non violenza.
L’incontro di Napoli è stato anche l’occasione per condivide riflessioni importanti sul focus di questa edizione dell’Indice, dal titolo Le parole sono importanti, ovvero il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia.
«Il Grillo Parlante lavora sulla Municipalità 7 da circa 20 anni e interviene nella cura all’infanzia con un’attenzione particolare al sistema di protezione per i bambini, le bambine e le rispettive famiglie che vivono i quartieri. La comunicazione verbale è tra gli strumenti privilegiati nella relazione di cura e riteniamo che in questo momento storico sia particolarmente importante approfondire il tema assieme alle équipe multidisciplinari che si occupano di infanzia, per rafforzare le competenze e intensificare le sinergie tra i diversi attori del territorio» – Valeria Anatrella, Presidente Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante onlus.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso psicologico, di cui la violenza verbale fa parte, è la forma più diffusa di maltrattamento infantile tra i 55 milioni di bambine e bambini che in Europa subiscono abusi, con prevalenza del 36,1%. Quello che emerge dal rapporto è che uno degli strumenti per la prevenzione del fenomeno è investire sull’educazione alla cura e al linguaggio positivo di bambini, genitori e comunità educante, partendo proprio dalla formazione dei professionisti e dalla ricerca di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei tavoli di coordinamento territoriale.
In questo scenario, emerge l’importanza dell’utilizzo di un linguaggio positivo e orientato alla cura come presupposto fondamentale per il cambiamento: una piena consapevolezza del suo valore nel rinforzare i fattori protettivi, superare traumi importanti, contribuire al recupero psicofisico e allo sviluppo armonioso di personalità ferite negli anni più delicati della crescita.
In Campania, CESVI è attiva a Napoli dal 2017, nel quartiere di San Pietro a Patierno, con la Casa del Sorriso, struttura che sostiene l’infanzia in difficoltà e supporta le famiglie. Secondo il Comune di Napoli, il 39% dei 5.267 bambini e ragazzi assistiti dai servizi sociali ha subito maltrattamenti, spesso in famiglia. Nella Casa del Sorriso sono accolti minori e famiglie vulnerabili della zona, dove si sommano fattori di rischio come la disoccupazione, le gravidanze precoci al 14,9%, l’alto tasso di dispersione scolastica. Nello spazio multifunzionale, gestito da CESVI con la Cooperativa Sociale Il Grillo Parlante, sono promosse attività di sostegno psicologico, ascolto e orientamento, di supporto alla genitorialità, laboratori sportivi, psicomotori, artistico-espressivi, proposte educative e percorsi personalizzati per sviluppare e potenziare le proprie risorse. «Nel primo semestre dell’anno la Casa del Sorriso di Napoli ha coinvolto circa 400 persone, soprattutto bambini e giovani, ma anche molti genitori in situazioni di fragilità, che hanno trovato uno spazio sicuro di ascolto e partecipazione da cui ripartire» – ha concluso Piziali.

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Call di Save the Children: “siamo alla ricerca di volontari da destinare a progetti per l’infanzia”

Save the Children ha dato il via alla ricerca di volontari da formare e destinare a progetti per l’infanzia. Volontari per l’Educazione ha già supportato oltre 5000 bambine, bambini e bambine e adolescenti, grazie a più di 2900 volontari e volontarie, e desidera raggiungere sempre più studenti.  Con l’inizio del nuovo anno scolastico numerose scuole stanno iscrivendo i propri studenti e ci sono più di bambini e ragazzi che aspettano un volontario per poter iniziare il loro tutoraggio. Si può aderire se si è maggiorenni, dando un supporto concreto al fianco della scuola in questa sfida educativa senza precedenti: chi sceglie di attivarsi in questa forma di servizio contribuisce al contrasto della povertà educativa e della dispersione scolastica.
Disponibilità richiesta- Per poter partecipare è necessaria una disponibilità di almeno due momenti a settimana, da 1,5 ore ciascuno (per un totale di 3 ore settimanali), nei giorni compresi tra lunedì e venerdì, di pomeriggio (nella fascia oraria 13-19.30) oppure il sabato o la domenica (nella fascia oraria 9.30-19.30). Il tutto per un periodo minimo di 3 mesi.
Formazione- Tutti i volontari e le volontarie saranno supportati attraverso due momenti formativi prima di poter essere pronti a iniziare il loro percorso e supportare al meglio i loro studenti. La prima, da fare quando si preferisce poiché on-demand, avrà la durata di 4 ore, la seconda sarà di 2 ore in un webinar live e permetterà un confronto diretto con lo staff e si potranno fare domande sul progetto.  È previsto l’affiancamento stabile di un volontario, adeguatamente formato, ad un singolo bambino/adolescente o a un piccolo gruppo di bambini/adolescenti per l’accompagnamento allo studio online.
Come partecipare – Basta compilare il form online per diventare un volontario per l’educazione  Cliccando sul link ti verrà chiesto di creare un tuo account con una mail, password e nome, per poter poi accedere al form. Per avere maggiori informazioni è possibile visita la pagina del sito di Save the Children dedicata al progetto 

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Da Napoli a Dakar, al via il progetto per l’inclusione sociale e professionale di 4 giovani napoletani

Un ambizioso progetto di formazione e inserimento al lavoro rivolto a giovani provenienti da contesti di marginalità economica e sociale di Napoli, che mira a offrire opportunità di crescita professionale e inclusione sociale attraverso un percorso formativo che culminerà con la partecipazione alla prestigiosa Dakar 2025, è NapoliDakar – A Road to Employment.
Il progetto, promosso da Altra Napoli, Fondazione Alberto e Franca Riva, Studio Legale Lipani, R TEAM, in collaborazione con Scuola del Fare e Audiovisual Napoli Hub e con il sostegno di Sara Assicurazioni, Antera/Gmp, CEMB, Fondazione Affinita, Mazzocco srl e Upside Production,  si articola in due filoni principali: la formazione in meccatronica per il settore automobilistico e la specializzazione nel campo della produzione audiovisiva. Questa duplice offerta formativa mira a creare professionisti altamente qualificati in settori di grande richiesta, aprendo così nuove prospettive di carriera per i giovani partecipanti. L’obiettivo è di moltiplicare i benefici del progetto attraverso il give back che i giovani destinatari porteranno negli ambienti da cui provengono.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra importanti realtà: Altra Napoli EF, che da 20 anni lavora a progetti di rigenerazione urbana e culturale attraverso il rilancio di quartieri in situazioni di fragilità economica e sociale; Fondazione Alberto e Franca Riva, impegnata nel contrasto al disagio sociale e nella creazione di opportunità formative e lavorative per giovani a rischio di marginalità; Studio Legale Lipani, già co-sponsor alla Dakar 2024, parteciperà alla Dakar 2025 con un equipaggio formato dal fondatore Damiano Lipani e Stefano Crementieri; R TEAM, gruppo di esperti nel Motorsport e nei raid-rally estremi, ha partecipato a 18 edizioni della Dakar e nel 2025 schiererà 8 equipaggi.
«Da quasi vent’anni – sottolinea Ernesto Albanese, presidente Altra Napoli EF – investiamo su opportunità di formazione e occupazione dei giovani napoletani, credendo fortemente nel loro valore come strumento di crescita professionale e umana. Con NapoliDakar, offriamo a quattro giovani un’occasione straordinaria: due meccanici lavoreranno in un team della Dakar, mentre due videomaker di Audiovisual Napoli Hub documenteranno questa avventura. È un progetto ambizioso che speriamo possa ispirare una nuova generazione di giovani napoletani. La mia riconoscenza va alle aziende che hanno deciso di sostenerci».
L’aspetto più innovativo del progetto risiede nella sinergia tra due iniziative di rilevante impatto sociale: Scuola del Fare, promossa da Fondazione Riva, che prepara giovani provenienti da contesti difficili con competenze adatte all’inserimento lavorativo nelle aziende dell’automotive e Audiovisual Napoli Hub, promosso da Altra Napoli EF e Apogeo ETS in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, percorso di formazione e inserimento al lavoro per giovani NEET nel settore della produzione cinematografica e audiovisiva. Questa collaborazione permetterà di coinvolgere due giovani, Simone Azzurro ed Emmanuel Bonaurio provenienti dalla Scuola del Fare, per la specializzazione in riparazione dei veicoli a motore e Roberta Rossini e Antonio Massa, provenienti da Audiovisual Napoli Hub, per la realizzazione di un documentario sull’intera esperienza. «La partecipazione a questo progetto – dicono Antonio Riva, presidente Fondazione Riva e Pasquale Calemme, direttore didattico Scuola del Fare- di due studenti formati dalla Scuola del Fare sottolinea il valore di un percorso che supera i confini delle aule. Questa esperienza li aiuta a crescere, confrontandosi con il mondo reale e le sfide del lavoro di squadra, diventando un esempio positivo per molti altri giovani, spingendoli a cogliere tutte le opportunità offerte dalla rete dei partner e degli amici della nostra Scuola».
Il percorso si svilupperà in diverse fasi. Da settembre a novembre 2024, Simone ed Emmanuel parteciperanno a una formazione pratica presso la scuderia R TEAM, mentre Roberta e Antonio inizieranno a documentare il processo; questo primo step si chiuderà con la partecipazione alle gare di qualificazione. Il momento clou del progetto sarà proprio la partecipazione alla Dakar 2025, che si terrà a gennaio, un’esperienza che offrirà ai giovani un’opportunità unica di mettere in pratica le competenze acquisite in un contesto internazionale di alto livello. Infine, da febbraio a luglio 2025, si procederà alla realizzazione del documentario che racconterà l’intero percorso, adoperando le competenze sviluppate da Roberta e Antonio, guidati dagli esperti di Upside Production.
«Da sempre impegnati in progetti sociali – dice Renato Rickler, Founder R TEAM – siamo orgogliosi di essere l’unico team italiano ad aver portato al traguardo della Dakar un pilota con disabilità. Abbiamo dunque abbracciato con grande entusiasmo questa iniziativa, soprattutto per lo stimolo che questa deve dare agli altri ragazzi che oggi sono in formazione, dimostrando come impegno e dedizione possano portare a traguardi straordinari. La presenza di questi giovani talenti rafforzerà ulteriormente la squadra, in linea con il nostro impegno e la passione per l’eccellenza sportiva».
Questo progetto rappresenta un ponte tra Napoli e il contesto internazionale, offrendo ai giovani partecipanti non solo competenze tecniche di alto livello nel campo della meccatronica e dell’audiovisivo, ma anche un’esperienza di vita straordinaria che potrà aprire loro nuove prospettive professionali. NapoliDakar è molto più di un programma di formazione: è una strada verso il futuro, un’opportunità concreta per i giovani napoletani di emergere e affermarsi in settori altamente competitivi. Una “Dakar” di crescita personale e professionale.
«Siamo molto contenti – specifica Damiano Lipani, Founder Studio Legale Lipani di promuovere un progetto che vede coinvolte diverse anime ma che ha come unico obiettivo quello di creare competenza e una concreta opportunità di lavoro. Personalmente, ho colto nello spirito della Dakar la natura dello Studio Lipani e dei suoi professionisti, sempre orientati a raccogliere nuove sfide e a travalicare nuovi confini. Una competizione intensa e sfidante che son convinto entusiasmerà anche i ragazzi che avranno la possibilità di unirsi alla nostra spedizione, cambiando il loro modo di vivere, credere negli obiettivi e affrontare le difficoltà».
Per ulteriori informazioni sul progetto, e per seguirne lo sviluppo è possibile visitare il sito www.napolidakar.it

 

Aperto il bando per il secondo ciclo di Audiovisual Napoli Hub
Il progetto Audiovisual Napoli Hub

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