06 Nov, 2024 | Comunicare il sociale
Ci sono anche i pediatri, al fianco degli agricoltori, per sostenere la proposta di legge europea di iniziativa popolare, che mira a estendere a tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione Europea l’obbligo di riportare in etichetta l’origine geografica. La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha firmato la proposta di legge questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Rospigliosi, storico quartier generale romano della Coldiretti. La più grande associazione degli imprenditori agricoli italiani ha lanciato l’iniziativa legislativa e la conseguente mobilitazione, per promuoverne il più ampio supporto, con l’obiettivo esplicito di raccogliere un milione di firme.
“L’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni pesa sulla salute della vita intera – ha dichiarato Antonio D’Avino, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) –. Per questo abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa legislativa di Coldiretti: non solo aderendo come Federazione, ma anche raccogliendo firme negli ambulatori di tantissimi pediatri di famiglia italiani”.
“Per il cibo destinato ai bambini da 0 a 3 anni, origine italiana significa non solo più qualità, ma anche più sicurezza – ha dichiarato Ettore Prandini, Presidente Coldiretti –. Un concetto sottolineato oggi dai pediatri italiani della FIMP. La loro adesione alla proposta di legge europea promossa da Coldiretti contribuisce a definirne i contorni e la portata, chiarendo che il diritto dei consumatori di conoscere le materie prime che mettono nel piatto non protegge soltanto l’avvenire dei nostri agricoltori, ma anche la salute dei nostri figli”.
Una questione di salute, presente e futura, con un solido fondamento scientifico: “Da zero a tre anni – ha spiegato Ruggiero Francavilla, Professore Ordinario di Pediatria presso il Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (DIM) e Responsabile dell’Unità Operativa semplice di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica presso l’Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari – Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII – nel suo scambio continuo con il mondo esterno – dal cibo agli agenti patogeni – il bambino getta le basi per la sua salute di oggi e di domani. Per questo, nei primi mille giorni di vita, il bambino non può e non deve essere considerato alla stregua di un piccolo adulto. In quella fascia d’età, per peso corporeo e per funzionalità di alcuni organi, il piccolo è incapace di metabolizzare le quantità di contaminanti presenti nel cibo destinato agli adulti. Di qui l’importanza di prediligere i prodotti etichettati come ‘baby food’, perché rispondenti a standard di sicurezza e di qualità massimamente stringenti, ai quali non rispondono, ad esempio, i cibi biologici, pensati e testati per gli adulti. Da questo punto di vista – conclude Francavilla – il nostro Paese è dotato di una normativa fra le più rigorose a livello mondiale, consentendoci di affermare che gli alimenti per l’infanzia provenienti dalla filiera agroalimentare italiana garantiscono i più alti livelli di sicurezza”.
Ma come tutte le caratteristiche legate alla qualità, anche la sicurezza è tutt’altro che gratuita, e richiede impegno, e in definitiva un’assunzione di responsabilità nei confronti dei consumatori, che solo un’alleanza fra tutti i player di sistema può rendere sostenibile: “Insieme ai nostri operatori – ha sottolineato Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Filiera Italia – crediamo fortemente nella sinergia fra Filiera Italia, Coldiretti e i pediatri italiani, resa possibile anche da partner come Plasmon, che da anni ha puntato sulla filiera italiana per promuovere un’alimentazione sana sin dalla prima infanzia”.
Sul concetto di alleanza si è soffermato anche Luigi Nigri, Vicepresidente della Federazione Italiana Medici Pediatri: “Siamo orgogliosi di provare a costruire, insieme a importanti realtà del sistema produttivo e industriale, un futuro fondato sulla tutela della sicurezza alimentare del bambino. Anche grazie al nostro impegno sui territori, scriveremo da oggi un nuovo capitolo di una storia iniziata al fianco di Coldiretti e Plasmon già nel 2022, con un’altra campagna a tutela della salute dei bambini, allora incentrata sulla sensibilizzazione riguardo ai rischi legati al cibo sintetico”.
Da tempo Plasmon, marchio storico italiano, specializzato da 122 anni nell’alimentazione dei più piccoli, predilige la provenienza italiana per l’approvvigionamento delle materie prime, avendo siglato nel 2019 un protocollo di intesa con il Ministero dell’Agricoltura volto a valorizzare la filiera italiana degli alimenti per l’infanzia, con produttori di cereali, frutta, verdure, latte e carni.
”Da tempo, Plasmon dialoga in modo costruttivo con le Istituzioni nazionali e locali, Società Scientifiche ed operatori, per dar vita a un modello di filiera agroalimentare “Made in Italy” dedicata ai bambini 0-3 anni’’ – ha dichiarato Luigi Cimmino Caserta, Responsabile dei Rapporti istituzionali di Kraft Heinz per Plasmon e delegato di Filiera Italia per lo sviluppo delle attività di Relazioni istituzionali sul segmento materno infantile –. Con la firma di oggi, i pediatri formalizzano il proprio convincimento che italianità è sinonimo di sicurezza, anche nel piatto dei bambini. Sarebbe auspicabile che il Ministero della Salute, in collaborazione con le Società scientifiche, valuti l’opportunità di dar seguito all’iniziativa di alcune Regioni, come la Lombardia, dando vita a vere e proprie Linee guida nazionali, in grado di orientare le scelte alimentari negli asili nido, dove i bambini da 0 a 3 anni d’età consumano fino a tre pasti al giorno, incluse le merende”.
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06 Nov, 2024 | Comunicare il sociale
“Nonostante la legge 47 del 2017 promuova il ricorso all’affido familiare in via prioritaria rispetto al collocamento in struttura, questo istituto risulta poco applicato nei territori” dice l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti.
“Questo è dovuto – osserva Garlatti – in parte alla complessità delle procedure e in parte alla scarsa conoscenza dell’istituto: è quindi fondamentale promuoverne la diffusione e sensibilizzare la collettività verso una pratica che non solo favorisce il percorso di integrazione e inclusione del minorenne straniero ma rappresenta una crescita per l’intera comunità”.
Per questa ragione è stato attivato il nuovo progetto dell’Autorità garante AFFIDO – Promozione dell’accoglienza familiare dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) che mira a supportare e accompagnare i territori nella promozione efficace degli affidamenti familiari. Punta, inoltre, a mettere in rete e a facilitare lo scambio di expertise tra enti del terzo settore e a diffondere la conoscenza di prassi efficaci, seguendo una logica di integrazione e complementarità delle risorse e di opportunità territoriali già esistenti.
Il progetto è finanziato con le risorse del Fondo europeo asilo migrazione e integrazione (FAMI) 2021-2027, gestito dal Ministero dell’interno ed è rivolto ai comuni del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) che intendono promuovere l’istituto dell’affido familiare a favore dei minori stranieri non accompagnati.
Il progetto, della durata di 30 mesi, si riferisce all’obiettivo specifico 2 (migrazione legale/integrazione) del programma nazionale FAMI e verrà attuato in partenariato con il Coordinamento nazionale comunità accoglienti (CNCA), la Fondazione Don Calabria per il sociale ETS e L’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali ETS (IPRS), individuati all’esito di una procedura di co-progettazione ad evidenza pubblica.
Queste le azioni principali attraverso le quali prenderà forma il progetto:
piani operativi di progetto, elaborati e integrati insieme agli enti locali coinvolti;
sensibilizzazione rispetto all’affido, offrendo supporto agli enti locali nella pianificazione di una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione multilivello sull’affido, per il coinvolgimento dei potenziali destinatari;
attività di formazione, affiancamento e coaching rivolte ai servizi coinvolti nella progettazione, gestione e realizzazione di percorsi di formazione per cittadini; formazione on the job;
comunità di pratica sull’affido degli MSNA;
diffusione delle conoscenze sulle prassi efficaci e rafforzamento delle connessioni con la rete europea sulla tutela – European Guardianship Network.
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06 Nov, 2024 | Comunicare il sociale
Imparare a capire e a esprimere le proprie emozioni con l’aiuto della natura, saperla leggere attraverso i sensi, riscoprirsi parte di essa attraverso le iniziative svolte nell’orto e le attività didattiche che spaziano tra scienze, arte e cucina: sono solo alcuni dei temi al centro della Festa degli Orti Slow Food che si celebra l’11 novembre. Quest’anno, nel 20esimo anniversario dell’inizio del progetto, la giornata coinvolge non solo 29.000 studenti e 1600 insegnanti di 400 scuole, dagli asili nido alle scuole secondarie di primo grado, ma anche 400 attivisti della rete nazionale degli Orti Slow Food di comunità nata a maggio con il sostegno di UniCredit: una platea eterogenea, ma unita dall’impegno per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali.
Il tema del 2024, la relazione dell’essere umano con la natura e nella natura, si inserisce nel percorso avviato con l’ultima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, e rafforza la visione del cibo come nutrimento, cultura, convivialità, piacere, e come elemento potente di connessione con la terra.
«Coltivare è un percorso di crescita e consapevolezza. Nell’orto impariamo a vivere in armonia con la natura, a rispettare i suoi ritmi e a cogliere ogni sua sfumatura, a comprendere il valore della cura e dell’attesa. Salvaguardiamo non solo varietà autoctone e metodi di coltivazione, ma anche legami e relazioni, evidenziando l’importanza del lavoro di squadra e dell’impegno collettivo per il bene comune – sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – Oggi, come vent’anni fa, consideriamo l’orto un’aula a cielo aperto e un’attività quotidiana a servizio dell’educazione e della didattica. Ma oggi, più di allora, crediamo che sia urgente dedicarsi all’educazione alimentare delle giovani generazioni, perché abbiano gli strumenti per decidere come alimentarsi, perché, a differenza di ogni altra merce, il cibo diventa noi. Attraverso scelte consapevoli d’acquisto, soprattutto nell’alimentazione, determiniamo quale filiera produttiva sostenere: mangiare, diceva Wendell Berry, è un atto agricolo! Per questo motivo, insieme all’Università di Scienze Gastronomiche, continuiamo a rinnovare l’invito a firmare l’appello perché l’educazione alimentare venga inserita come insegnamento nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Ma educare i giovanissimi non basta, è necessario che tutti prendano coscienza dell’importanza di coltivare e mangiare in modo consapevole, e non c’è modo migliore di farlo che prendendosi cura di un orto. Per questo, dal 2024, grazie al sostegno di UniCredit, abbiamo ampliato la rete agli orti alle comunità, per coinvolgere il maggior numero possibile di realtà e soggetti che vogliono sporcarsi le mani e fare la differenza».
«La sostenibilità ambientale, l’impegno verso le comunità in cui operiamo, rappresentano una parte fondamentale della nostra cultura – afferma Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit -. Siamo fortemente impegnati ad aumentare costantemente il nostro impatto sociale e siamo quindi orgogliosi di essere partner di Slow Food».
La Natura in tutte le sue forme- In occasione della Festa sono stati consegnati 463 kit, ognuno dei quali destinato a un orto, contenente diversi materiali, come un libro che approfondisce il tema dell’anno – Naturalisti in cucina di Federica Buglioni nelle scuole, e Arborama, edito da Slow Food Editore, negli orti di comunità -, e il verdometro, lo strumento tratto da Il cartolaio del bosco di Antonia Teatino che permette di riconoscere nell’orto i cinque colori della salute. Tra i doni del kit, anche la cornice in cui riporre l’”Arcimboldo in orto”: scuole e comunità sono infatti invitate a esprimere la loro creatività attraverso la realizzazione di un’opera d’arte con materiali naturali (frutta, verdura, erbe di stagione, foglie, legnetti, fiori, pietre, terra) e, fino al 18 novembre, possono partecipare all’iniziativa di Slow Food Educazione, scattando una foto del proprio quadro e condividendola sui social con gli hashtag #ortislowfood e #arcimboldoinorto.
Il kit contiene anche gli assaggi di due legumi speciali, le fave Cottoia di Modica, Presidio Slow Food, dell’azienda La Legumeria, e i lupini in salamoia offerti da Coop, ai quali si aggiungono una bustina di semi di fave, un sacchetto di legumi misti della rete Slow Beans, con Presìdi e prodotti dell’Arca del Gusto, da seminare, per rendere ancor più variegato l’ecosistema dell’orto, e infine dei segnalibri che si possono piantare, poiché biodegradabili e “farciti” di semi. Non mancano poi le schede didattiche, per le scuole e non solo, da fare durante l’anno scolastico: attività per esercitare l’olfatto e l’udito, tarate sulle diverse fasce d’età, consigli su come coltivare l’orto e altre proposte da organizzare in aula o all’aperto.
Gli Orti Slow Food, a scuola e nelle comunità – Nato dagli Edible School Gardens di Slow Food USA e approdato in Italia nel 2004, l’Orto Slow Food è il principale strumento di educazione alimentare, del gusto e ambientale dell’Associazione, e con la Festa degli Orti sancisce un momento simbolico importante per studenti, insegnanti, genitori, nonni e produttori locali. A vent’anni dalla sua nascita, nel 2024 il progetto si è esteso anche agli Orti di comunità – urbani, sociali, conviviali, collettivi o terapeutici – con l’obiettivo di coinvolgere una platea più ampia possibile di persone, che vedono questa attività come un’occasione di svago e di scoperta, una pratica collettiva di crescita verso azioni sostenibili in campo, a tavola e più in generale nella quotidianità.
Gli Orti Slow Food a scuola sono resi possibili grazie al contributo dei partner Pastificio Di Martino e UniCredit. Quest’ultimo ha permesso anche il coinvolgimento di 538 nuove classi nel 2023 e il lancio degli Orti Slow Food di comunità nel 2024, promuovendo un’alimentazione sana e la valorizzazione del territorio.
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05 Nov, 2024 | Comunicare il sociale
Il 7 Novembre 2024 alle ore 15.00, presso La Casa dei Cristallini del Rione Sanità, sarà presentato il progetto I Volti di San Gennaro- il Rione Sanità che accoglie, progetto dell’Ats formata dal Nuovo teatro Sanità, la società cooperativa onlus Il Grillo Parlante, l’associazione La Casa dei Cristallini e l’associazione Antinoo Arcigay Napoli, con il sostegno della III Municipalità di Napoli, il Comune di Procida e la Parrocchia Basilica di Santa Maria La Sanità. Il progetto è finanziato dal dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito di progetti per il contrasto della povertà educativa e il sostegno delle opportunità culturali e educative di persone di minore età “Educare Insieme”.
L’intento di questo incontro è la presentazione del progetto e delle diverse attività, i cui beneficiari sono 88 ragazzi, di cui una parte delle educative del Rione Sanità e una parte allievi dell’I.C. Villa Fleurent, un numero superiore alle adesioni inizialmente previste grazie al grande interesse riscontrato. Il progetto, cominciato il 1 novembre 2024 e che avrà una durata di un anno, vuole dar loro la possibilità di conoscere le bellezze e la storia del quartiere attraverso quattro azioni principali, divise in: visite guidate, laboratori artistici, incontri con altre associazioni educative e un viaggio a Procida. A conclusione del progetto, è previsto lo spettacolo finale in cui i ragazzi presenteranno gli elaborati frutto del percorso artistico e interculturale vissuto insieme. L’obiettivo del progetto è duplice: contrastare la povertà educativa, offrendo ai ragazzi strumenti culturali e formativi altrimenti difficili da ottenere, e creare nuove opportunità di apprendimento e crescita per le giovani generazioni. La tavola rotonda rappresenta, dunque, il primo passo per la creazione di un ponte tra i giovani e il territorio, incentivando un dialogo che favorisca inclusione, accoglienza e senso di appartenenza alla comunità.
Per portare avanti tali obiettivi, si è scelto di partire dalla figura del patrono di Napoli, San Gennaro, che attraverso i suoi volti ci porterà in un viaggio che arriva fino alle sponde procidane. Come ci testimonia la presenza di San Quodvultdeus, vescovo di Cartagine, Napoli è sempre stata luogo di accoglienza e di inclusione, fin da quando diversi esuli africani perseguitati scappavano verso le nostre coste e venivano naturalmente accolti. Quale migliore figura se non quella di San Gennaro, “che protegge tutta la città” potrà fare da guida in questo viaggio?
All’evento parteciperanno i rappresentanti delle istituzioni locali e degli enti partner, insieme a un referente dell’I.C. Villa Fleurent, ai docenti esperti, agli educatori e ai ragazzi coinvolti nel progetto, per testimoniare l’importanza di un impegno condiviso nella promozione del benessere giovanile e nella costruzione di una società più inclusiva e consapevole. I Volti di San Gennaro si propone, così, non solo come un’esperienza educativa, ma come un percorso di rigenerazione sociale e culturale, che valorizza le risorse del territorio e ne amplifica il potenziale educativo.
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05 Nov, 2024 | Comunicare il sociale
L’hair stylist napoletano Ciro Musella ha consegnato l’intero incasso di una settimana di lavoro del suo nuovo negozio di Portici alla direttrice della Fondazione Santobono Pausilipon,la dott.ssa Flavia Matrisciano.
Il noto acconciatore napoletano aveva deciso di organizzare alcune iniziative a favore dell’ospedale pediatrico. Prima con acconciature, tagli e colori gratis alle mamme dei bambini ricoverati. E poi organizzando una raccolta fondi all’interno del suo locale inaugurato da poco con i clienti che, invece di pagare regolarmente, hanno inserito all’interno di un box la somma da pagare a favore dei bimbi del Santobono Pausilipon.
Ieri sera Ciro Musella e la dottoressa Flavia Matrisciano hanno proceduto all’apertura della scatola contenente l’incasso della prima settimana di apertura del suo nuovo negozio. Sono stati raccolti 3.513 euro che sono stati devoluti alla Fondazione Santobono-Pausilipon.
«Questa raccolta fondi mi sta molto a cuore ed è stata possibile grazie all’impegno e alla generosità di amici, parenti e ai miei collaboratori che hanno donato le loro mance – ha evidenziato Ciro Musella. -E’ stata messa in moto una grande macchina della solidarietà a sostegno dei piccoli pazienti dell’ospedale Santobono. Sono felice di questa iniziativa e spero che ce ne possano essere altre».
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