L’ Antica Pizzeria Da Michele a Salerno compie tre anni e festeggia tra solidarietà e gusto

L’ Antica Pizzeria Da Michele a Salerno compie 3 anni e per il suo compleanno ha organizzato una festa speciale.
Per l’occasione infatti, la sede di Piazza Sedile di Portanova, ha ospitato i ragazzi del centro diurno di salute mentale “Foresta Blu” della UOSM di Vallo della Lucania accompagnati dall’Associazione “I love Acquavella”, che hanno proposto una serie di loro manufatti realizzati ad hoc per la pizzeria.
Questi ultimi, resteranno in esposizione per un po’ di tempo, segnando l’inizio di una serie di momenti che ha l’obiettivo di sostenere questa attività, creando un filo di congiunzione per un sostegno concreto a una realtà del territorio.

«Come azienda, crediamo nelle azioni concrete e riteniamo che collaborare con una realtà del territorio sia il modo migliore di agire per dare spazio a chi in genere non ne ha – spiega Alessandro Condurro, AD de l’Antica Pizzeria Da Michele in the world – Il fine ultimo è dare un’opportunità reale, offrendo un’esperienza unica, a questi ragazzi e ai loro educatori».

I ragazzi sono stati accolti in pizzeria dopo un viaggio che, da Vallo, li ha condotti a Salerno dove hanno avuto modo di gustare la  pizza e, dopo, hanno presentato i loro prodotti.
Un’esperienza che ha fatto bene a tutti, allineandosi perfettamente con i valori di solidarietà e cooperazione che l’Antica Pizzeria da Michele porta avanti da oltre 150 anni.

L’associazione “I love Acquavella” è stata scelta in quanto da anni si occupa dei più bisognosi realizzando laboratori musicali, organizzando eventi con i ragazzi del Centro Rock ‘on e allestendo mercatini nei quali vengono vendute le loro creazioni. Durante il mese di giugno, i musicisti del centro sono stati protagonisti di un concerto che si è tenuto proprio ad Acquavella, riscuotendo grande consenso di pubblico.

di Annatina Franzese

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Comitato Economico e Sociale Europeo, Credendino (Carisal): “Per superare diseguaglianze territoriali proposte di Napoli e Salerno”

“Ridurre le distanze tra i territori e le istituzioni europee rappresenta una necessità ineludibile per garantire lo sviluppo di un’Europa più attenta alle esigenze ed ai diritti delle cittadine e dei cittadini europei, una missione cruciale, poiché sappiamo bene che solo un dialogo continuo e aperto tra le istituzioni e la società civile può davvero promuovere il cambiamento per avere un’Europa, in una sola parola, più forte”. Cosi Domenico Credendino, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, a Bruxelles in occasione della riunione del Comitato Economico e Sociale Europeo che ha aperto una sessione sul contributo che la società civile organizzata può offrire all’implementazione dell’Agenda Territoriale 2030.

“La Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, insieme alle altre Fondazioni di origine bancaria, assicura un’impegno quotidiano – ha sottolineato Credendino – in favore di chi ha bisogno. Lo facciamo con progetti concreti in favore delle fasce deboli, con iniziative educative e culturali capaci di riconoscere talenti e promuovere riflessioni di qualità. Da sempre la Fondazione è impegnata su questo fronte, promuovendo iniziative che mirano al raggiungimento di obiettivi assolutamente in linea con quelli dell’Agenda Territoriale 2030. Ascoltiamo il territorio e costruiamo soluzioni”.

“Cosi abbiamo fatto – ha ricordato Credendino – avviando, da Napoli ed insieme alla Fondazione Banco di Napoli, un’azione di ascolto e di rete fra i maggiori protagonisti del territorio.

La voce di Salerno, di Napoli e della Campania, con i problemi e le eccellenze del territorio, è fondamentale per la costruzione dell’Agenda dell’Agenda Territoriale 2030. Il confronto fra le istituzioni, le organizzazioni sindacali e datoriali, fra le agenzie di sviluppo e le associazioni territoriali, da quelle ambientaliste a quelle che si occupano di giovani e cultura, è strada che costruiamo ogni giorno. E’con questa strategia che leggiamo i territori per dare risposte alle disuguaglianze, per promuovere concretamente la parità di genere e per contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio”.

“Le Fondazioni, la società civile hanno un legame profondo con le comunità locali, ne comprendono i bisogni e le priorità e possono aiutare a tradurre i principi dell’Agenda Territoriale 2030 in iniziative concretamente applicabili sul territorio” ha concluso.

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PERCORSO TRA LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO, la mostra mercato nel parco di Villa Favorita ogni seconda domenica del mese

E se fare acquisti non fosse solo una corsa stressante per riempire il carrello della spesa? Se si potessero scegliere prodotti di qualità, biologici e a chilometro zero passeggiando in un prato verde, circondati da arte e natura? Certo, detta così sembra uno dei tanti irrealistici spot che passano in TV. E invece un luogo così, con queste opportunità, lo si può raggiungere comodamente ogni seconda domenica del mese nell’ambito del PERCORSO TRA LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO organizzato all’interno Parco di Villa Favorita ad Ercolano. Una mostra mercato ma non solo, in realtà.

Il PERCORSO tra gli stand spazia da ortofrutta ed enogastronomia passando per prodotti locali e bio e artigianato. Ma non è tutto qua: tra gli stand ci sono anche spazi gestiti da associazioni del territorio che si occupano di famiglie fragili, disabilità, degli ultimi. «Lo scopo – spiega Ciro Borrelli, presidente dell’associazione Hyppocampus che ha avviato questa iniziativa ormai da diverso tempo – è quello di fare qualcosa di bello, di positivo, per il nostro territorio che è meraviglioso ma che spesso è mortificato da contesti sociali complessi da gestire. L’idea non è solo quella di creare un mercatino ortofrutticolo ma di offrire delle opportunità al territorio, alle persone».

Il prossimo appuntamento con il PERCORSO TRA LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO è previsto per domenica 10 novembre dalle 9 alle 13, poi si replica a dicembre con delle attività destinate prettamente ai più piccini.

L’iniziativa dell’associazione Hyppocampus gode della collaborazione di Città di Ercolano, Dipartimento di Agraria, Confederazione italiana Agricoltori e si svolge puntualmente con la supervisione di Fondazione Ente per le Ville Vesuviane e la Soprintendenza Archeologica per la Città Metropolitana di Napoli.

di Nadia Labriola 

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Povertà e giovani, la Chiesa di Napoli e Fondazione Con il Sud presentano due progetti di welfare per il futuro della città

Sono tanti i bisogni di Napoli e della sua area metropolitana. Sono tante le persone che vivono in condizione di difficoltà e disagio. Compito della Chiesa, dei suoi uomini e delle sue donne, è tendere la mano, ascoltare l’altro, offrire conforto e possibili soluzioni. In questa visione l’Arcivescovo don Mimmo Battaglia ha deciso, con il sostegno di Fondazione Con il Sud, di dare vita a due progetti per affrontare alcuni dei bisogni più profondi percepiti nel territorio dell’Arcidiocesi di Napoli: povertà e disoccupazione giovanile. È per dare risposte concrete che hanno, dunque, preso corpo il Polo della Carità “Casa Bartimeo” e il MUDD – Museo Diocesano Diffuso di Napoli.

«Due anni fa- dice don Mimmo Battaglia–  parlando ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù, avevo loro annunciato che la nostra Chiesa di Napoli ha un patrimonio grande di arte, chiese, terreni e, grazie al loro lavoro coadiuvato da una Commissione che ha studiato il patrimonio, ora possiamo sviluppare un’imprenditoria giovanile che diventi generativa per il sociale del nostro territorio. Casa Bartimeo a San Pietro ad Aram e il Museo Diocesano Diffuso saranno le due fiaccole di speranza da accendere nel prossimo Giubileo, i primi frutti dell’impegno di Terzo Settore della Chiesa di Napoli».

Da diversi mesi la Curia napoletana ha deciso di dotarsi di due nuovi strumenti operativi, Arcidiocesi di Napoli – Ramo ETS che si occuperà delle fasce marginali e marginalizzate di Napoli e Fondazione Napoli C’entro realtà che avvierà progetti di inserimento lavorativo per i giovani attraverso la valorizzazione e il recupero di parte dell’imponente patrimonio di chiese nella disponibilità della diocesi napoletana.  Ad accompagnare la Chiesa sarà Fondazione Con il Sud che cofinanzierà i progetti raddoppiando il capitale raccolto grazie alla generosità di alcuni partner che hanno deciso di investire sul futuro della nostra città: la Provincia napoletana dei Frati Minori, Fondazione Grimaldi, Fondazione di Comunità San Gennaro EF, Arciconfraternita dei Pellegrini e la Regione Campania.

Arcidiocesi di Napoli – Ramo ETS, è il ramo Terzo Settore della Chiesa napoletana, ente che opera in favore dei poveri della città insieme alla Caritas, condividendone principi e modalità operative. Il primo “segno” di questa nuova realtà è l’apertura di Casa Bartimeo, un vero e proprio “Polo della Carità” che sorgerà nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram, lungo il corso Umberto I, una delle principali arterie della città.  Casa Bartimeo rappresenta un atto di profonda attenzione a un territorio difficile, caratterizzato da grandi problematiche sociali, culturali ed educative. Qui si intende svolgere un ruolo cruciale, offrendo accoglienza e assistenza, sia materiale che morale a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, fornendo risposte concrete ai bisogni quotidiani di chi vive in povertà attraverso una varietà di servizi, tra cui accoglienza, ascolto, opportunità di inserimento lavorativo, e attività artistiche e culturali capaci di generare bellezza e riscatto sociale.

«Con l’istituzione del ramo Ets dell’ Arcidiocesi di Napoli – spiega suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli- abbiamo finalmente uno strumento utile a “fare bene il bene” e a migliorare anche il nostro lavoro quotidiano a fianco degli ultimi e dei più marginali. La prima opera di questo ramo sarà proprio la Casa Bartimeo, una casa di accoglienza, di inclusione e carità nel cuore di Napoli.

Questa opera, che includerà una comunità residenziale, un poliambulatorio e il centro di ascolto diocesano, è un segno tangibile dell’impegno della Caritas nel rispondere ai bisogni dei più vulnerabili. Casa Bartimeo sarà un luogo dove le persone in difficoltà potranno trovare non solo supporto materiale, ma anche ascolto e dignità. Ciò che rende speciale questa iniziativa è la sinergia tra diverse realtà del nostro territorio, parrocchie, associazioni ed enti che collaboreranno fianco a fianco nel realizzare questo sogno».

Il progetto non solo risponde alle esigenze immediate del territorio, ma rappresenta un’Opera Segno per l’intera Arcidiocesi. È un simbolo forte dell’impegno ecclesiale e del tentativo di costruire un modello di sostenibilità sociale nuovo e integrato, un vero e proprio appello alla comunità a unirsi attivamente, condividendo risorse, tempo e competenze per costruire insieme un futuro migliore per chi è “colpevole” solo di trovarsi in povertà. Discorso che ha ricevuto la piena condivisione e un sostegno concreto da parte di Fondazione Con il Sud che ha deciso di cofinanziare il progetto, raddoppiando il capitale raccolto.

«In un momento così difficile- sottolinea Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud-  il senso della nostra azione si misura dalla capacità di lavorare insieme con chi condivide obiettivi. Dobbiamo rafforzare la coesione di chi sui territori prova a migliorare le cose. Sottolineare l’importanza delle Diocesi. Sottolineare la volontà di replicare i progetti esemplari realizzati. Creare legami tra i tanti progetti. Partiamo da Napoli ma lavoriamo per estendere questa collaborazione ad altre città e ad altre diocesi»

In un’ottica di condivisione e comunità, è stata lanciata “Pe’ Carità”, campagna di fundraising che mira a raccogliere fondi da destinare al rafforzamento dei progetti già messi in campo dalla Chiesa di Napoli e dalla Caritas e dare vita a nuove realtà che intercettino i bisogni dei tanti che vivono in condizioni di marginalità. La campagna è rivolta a tutti perché un piccolo gesto di tanti può diventare una grande opera: l’appello a donare va dunque ai cittadini napoletani, ai fedeli, alle forze imprenditoriali a quelli che credono in un progetto di accoglienza e condivisione, dove si crede fermamente al fatto che bisogni passare “dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni”, come ha spesso ripetuto don Mimmo Battaglia, dando lo spunto per il claim della campagna “Pe’ Carità”. Sarà possibile conoscere le modalità di donazione sul sito internet della Caritas di Napoli, nella sezione dona ora, e nelle parrocchie della diocesi di Napoli.

Sempre in un’ottica di sinergia l’Arcidiocesi ha avviato parallelamente la nascita e lo sviluppo del Museo Diocesano Diffuso di Napoli (MuDD). Questo progetto innovativo, che anche in questo caso può contare sul sostegno di Fondazione con il Sud che raddoppierà il capitale iniziale raccolto, nasce da una nuova visione della Chiesa di Napoli: restituire alla città e ai visitatori il suo patrimonio artistico e religioso, affrontando al contempo la sfida della disoccupazione giovanile. In un contesto in cui molte chiese monumentali del centro storico di Napoli rischiano di chiudere, il MuDD si propone di garantirne l’apertura ordinaria, rendendole accessibili non solo ai turisti ma anche ai cittadini napoletani.

Il progetto incoraggia lo sviluppo di forme di imprenditorialità sociale giovanile che favoriscono la creazione di opportunità lavorative per i giovani del territorio, chiamati ad assumere un ruolo attivo nella gestione e valorizzazione di questi luoghi e a diventare promotori della fede e della cultura della propria città. Per realizzare quest’ambiziosa visione, la Chiesa di Napoli ha istituito la Fondazione di Partecipazione “Napoli C’entro”.

«Un’idea visionaria – spiega don Antonio Loffredo, vicepresidente della Fondazione- che parte dal basso e punta a favorire la partecipazione e l’inclusione delle comunità di territorio. Una Fondazione di Partecipazione che nasce innanzitutto per mettere nel cuore dei napoletani, soprattutto dei giovani, il seme prezioso e fecondo, materiale e immateriale, della sua storia, della sua arte e della sua cultura. Un sogno condiviso meraviglioso: quello di consegnare alla città e ai suoi giovani, quel patrimonio dell’Umanità che il mondo ci invidia, sicuri che, in questa terra feconda, i beni fioriranno e daranno ancora numerosi frutti».

Con il Museo Diocesano Diffuso, che partirà ufficialmente nel 2025 con la valorizzazione del Duomo di Napoli, il centro storico della città diventerà un museo vivo, inclusivo e accessibile.

I progetti promossi non sarebbero stati possibili senza la generosità dei tanti cofinanziatori che, grazie a una visione di Comunità e di benessere collettivo, stanno rendendo realizzabili interventi che vanno a intercettare alcuni dei tanti bisogni della città di Napoli. Un sentito grazie va alla generosità della Provincia napoletana dei Frati Minori, Fondazione Grimaldi, Fondazione di Comunità San Gennaro EF, Arciconfraternita dei Pellegrini, della Regione Campania e alla partnership con Cooperativa sociale Officina dei Talenti, Parrocchia S. Maria Assunta al Duomo, Cooperativa di comunità La Sorte , Cooperativa Sociale La Paranza , Società Cooperativa Manità e Associazione Friends of Naples Ets.

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Dieci chili di capelli per parrucche oncologiche: gli angeli di Balato per le donazioni del cuore

Un atto d’amore, una raccolta che può rendere felici tante persone in un momento di estrema sofferenza con qualcosa che, altrimenti, andrebbe gettata via.
In un anno la catena di saloni di parrucchieri Balato, con cinque sedi in Campania, due a Roma e Milano ed una a Ibiza, ha raccolto circa 10 chili di capelli da devolvere all’associazione «Un angelo per capello», associazione di volontariato di Santeramo del Colle (BA) che raccoglie ciocche di capelli per donare gratuitamente parrucche inorganiche ai pazienti oncologici con difficoltà economiche.
Un progetto solidale che vede l’associazione in sinergia con un’azienda specializzata che realizza parrucche, ognuna dal valore di circa 500 euro, con i capelli donati da offrire gratuitamente a chi ha bisogno.
«Il progetto “Un Angelo per Capello” ha l’obiettivo di offrire un aiuto e un sostegno – spiegano dall’associazione- concreto ai pazienti oncologici che non possono sostenere economicamente l’acquisto di una parrucca. L’innovativa visione del progetto è tesa a promuovere un atteggiamento pro-attivo del paziente attraverso cui affrontare in maniera positiva gli ostacoli derivanti dalla patologia.
La parrucca, dunque, rappresenta una “strategia di fronteggiamento” per dare continuità alla propria immagine corporea: in questo modo si continua a conservare il proprio aspetto conferendo sicurezza personale, in quanto sembra che nulla sia cambiato. Migliorando la qualità di vita del paziente è possibile affrontare con più fiducia la lotta contro la malattia».
Mariano Balato, tra i primi donatori disseminati in tutta Italia, ha sposato in pieno questo progetto e in un anno col suo lavoro ha raccolto circa 10 chili di capelli (ogni chilo solitamente viene pagato sui 600 euro dai produttori di parrucche) da donare gratis.
«La squadra di Balato – dice il Ceo Mariano- è particolarmente sensibile a questo tema e sia io che i miei collaboratori cerchiamo di affrontare l’argomento con le nostre clienti. Con delicatezza e tatto proviamo a sensibilizzarle rispetto a questo tema, raccogliendo ottimi feedback di grande solidarietà femminile. Io credo che chi svolge il nostro lavoro, sempre a contatto con tante persone, abbia l’obbligo morale di affrontare questi argomenti e di donare e sollecitare a donare per aiutare chi al momento è meno fortunato. Ogni volta che sappiamo che è stata donata una parrucca gratuitamente a qualche paziente oncologico con i nostri capelli, festeggiamo con gioia. Non bisognerebbe mai spegnere i riflettori su queste tematiche».

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