La casa di accoglienza di Maria Rosaria: “Qui accogliamo i parenti dei pazienti del Monaldi”

Nel 2010 nasce, in uno spazio in comodato d’uso concesso dall’ospedale Monaldi, la casa di accoglienza nel Parco dell’azienda ospedaliera Monaldi a opera dell’Associazione Maria Rosaria Sifo Ronga, una donna venuta a mancare a seguito di un trapianto d’organo ad Udine.

Da allora più di 4mila persone sono state ospitate nella struttura; familiari di persone, di regioni diverse, i cui parenti sono ricoverati presso l’Ospedali Monaldi o il CTO o il Cotugno. Per poter accedere è necessario presentare il certificato di ricovero del proprio familiare, un documento di riconoscimento e, negli ultimi tempi, dimostrare di non essere affetti da Covid.

L’organizzazione della casa che si compone di sedici stanze ciascuna contenente due posti letto, una cucina, una lavanderia, un soggiorno e uno spazio esterno, è affidata a sei volontari. Empatici, rigorosi nel far rispettare le regole, accoglienti e disponibili all’ascolto rappresentano un importante punto di riferimento per i tanti che sono bisognosi di un luogo accogliente ove sostare.  La permanenza è gratuita, non rari contributi spontanei ricevuti, unica richiesta avanzata la disponibilità a devolvere il 5 per mille all’Associazione. Il presidente dell’associazione  evidenzia l’importanza delle relazioni che si instaurano tra gli ospiti , provenienti da luoghi diversi ma tutti colpiti dal medesimo dolore .  

di  Maria Rosaria Ciotola

      

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Cala il sipario sul XV Festival del Cinema dei Diritti Umani: vincono “Sarura” e “Donde los niños no suenan”

Con l’assegnazione di premi e menzioni speciali cala il sipario sulla quindicesima edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, quest’anno dedicato alla memoria delle giovani vittime della strage di Cutro e interamente concentrato nella sua parte di eventi internazionali sui bambini coinvolti in guerre e conflitti ad ogni latitudine e longitudine del mondo.

Ad aggiudicarsi i due riconoscimenti più importanti due lavori di cineasti italiani. Nella categoria DOC vince “Sarura” di Nicola Zambelli, che racconta la resistenza ultraventennale degli abitanti del villaggio palestinese di At-Tuwani in Cisgiordania contro i tentativi di sgombero e di evacuazione da parte dell’autorità politica e militare israeliane, simbolo della resistenza pacifica del popolo palestinese che si rinnova costantemente nel tempo. Menzioni speciali in questa categoria anche per “Notes on displacement” di Khaled Jarrar, “The decree” di Nejla Demirci (che si aggiudica anche la menzione speciale Arrigoni – Mer Khamis) e “Kenya” della messicana Gisella Delgadillo.

Nella categoria SHORT dedicata ai corti a vincere è “Donde los niños no suenan” di Stefano Sbrulli, che con coraggio e dedizione racconta dei bambini di Cerro di Pasco, dove si estraggono ogni giorno tonnellate di zinco, piombo e metalli pesanti rendendo la città mineraria delle Ande peruviane una delle più inquinate al mondo e i suoi figli segnati ancor prima di nascere. In questa categoria menzioni speciali per “Black rain in my eyes” di Amir Athar e Amir Masoud Soheili e “Split ends” di Alireza Kazemipour (Iran) che vince anche la menzione speciale Platea Diffusa.

All’elenco dei vincitori si accodano gli altri vincitori di riconoscimenti. Il premio della FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (partner del Festival) DOC è stato assegnato al film “Holding up the Sky” del regista belga Pieter Van Eecke mentre lo SHORT va ad “Adjustement” del regista iraniano Mehrdad Hasani.

L’Ambasciata di Svizzera in Italia, partner di lungo corso del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, già da diversi anni premia il film del concorso che meglio interpreta il valore della pace. In questa edizione ad aggiudicarsi il titolo è “Stai fermo lì” dell’italiana Clementina Speranza.

“American dream” di Renee Shi si aggiudica lo Human Rights Youth, il premio assegnato da giovani e studenti alla miglior opera di autori sotto i 25 anni, e lo fa raccontando, senza parole, un tema delicato come quello del facile uso delle armi e le sue conseguenze.

Un capitolo a parte merita poi “The Illusion of Abuncance” (Erika Gonzalez Ramirez, Matthieu Lietaert) che è il primo vincitore del premio che il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha dedicato a Mario Paciolla. Al giovane cooperante partenopeo morto in Colombia in circostanze che definire poco chiare è un eufemismo l’organizzazione ha deciso di intitolare uno specifico riconoscimento, un modo – spiegano – di tenere alti i riflettori sulla battaglia che Anna Motta e Pino Paciolla continuano imperterriti a condurre chiedendo verità e giustizia per il proprio figlio.

Così come – si augura il coordinatore del Festival Maurizio Del Bufalo – i riflettori restino accesi sulla condizione dei bambini del mondo, vero fulcro dell’intera manifestazione che quest’anno ha visto partner d’eccezione l’Università Orientale di Napoli, che di fatto ha permesso di trasformare la storica aula delle Mura Greche della sede di piazza San Domenico in una “sala di cinema” aperta gratuitamente per due settimane di fila.

“Arrivare a quindici edizioni trattando temi che non sono di mero intrattenimento – spiega Del Bufalo – per noi è motivo di grande orgoglio. Quest’anno grazie alla sinergia con l’Università Orientale e le istituzioni, che si è tradotta in una sorta di villaggio dei diritti umani nel cuore di un centro storico ad alta vocazione turistica (insieme al Festival il complesso di San Domenico Maggiore ha ospitato la mostra WARS dell’Atlante dei Conflitti e delle Guerre, ndr), abbiamo la sensazione di essere diventati parte integrante del tessuto culturale e urbano di questa città, ancor più che in altre occasioni”.

“Per il resto – continua Del Bufalo – sono arrivate le solite conferme sulla grande attenzione che viene a noi riservata: 37 film in gara, 55 Paesi rappresentati, ospiti internazionali da Kiev al sud America rendono il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli una delle poche vere manifestazioni di respiro globale sul nostro territorio regionale. Abbiamo il dovere di preservare questa ricchezza generata negli anni e siamo già al lavoro per una sedicesima edizione ancora più radicata, ancora più endemica, ancora più aperta al mondo”.

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Municipalità 1 di Napoli, campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

“Come Municipalità 1 abbiamo deciso di lanciare, in occasione delle settimane dedicate alla campagna di comunicazione sulla violenza sulle donne, dei segnali ben precisi alla collettività illuminando per esempio la nostra sede di rosso per accendere i riflettori sul tema e realizzando grazie alle competenze interne al consiglio con il sostegno e la collaborazione di tutti i consiglieri, che ringrazio, un video per dire alle donne che non bisogna aspettare che sia troppo tardi, per dire alle donne che non sono e non si devono sentire sole. Gli strumenti ci sono – dichiara Giovanna Mazzone Presidente della Municipalità 1 – e il nostro compito è farli conoscere e fare rete con le realtà che sostengono e seguono le donne in difficoltà. Il nostro video, che in queste ore sta girando sui social che riprende i volti dei 30 consiglieri e dei componenti della Giunta della Municipalità 1, con dei cartelli tra le mani dove sono scritti i segnali che devono allarmare le donne, – continua la Mazzone – è nato perché ritengo che tutti noi, in qualità di riferimenti sul territorio, ci sentiamo sentinelle e siamo pronti ad accoglierle e sostenere chi decide di chiedere aiuto”

“I dati sui femminicidi, e sulla violenza di genere, ci dicono che dobbiamo fare di più e che la violenza è una piaga terribile, subdola e senza distinzione di ceto sociale e di età – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali della Municipalità 1 Benedetta Sciannimanica. Insieme alle Consigliere Martina Pugliese e Fabiana Sciarelli, abbiamo lavorato per la realizzazione della campagna di sensibilizzazione. Nelle scorse settimane, abbiamo contattato il numero nazionale 1522 per reperire materiale informativo da distribuire nei nostri uffici e darne massima diffusione, convinte dell’importanza di diffondere il numero nazionale Anti Violenza e Stalking,.”

“Il contrasto alla Violenza sulle donne è una vera e propria battaglia che, con una forte alleanza tra scuola, famiglia e istituzioni, mettendo insieme la forza di tutti gli uomini e le donne impegnati nella società – conclude la Mazzone – dobbiamo combattere affinchè non ci sia più da piangere nessuna donna.”

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Scarpette rosse di cioccolato contro la violenza sulle donne

Le scarpette rosse, nate dall’idea di un’artista messicana come installazione per denunciare abusi sulle donne e femminicidi, sono diventate il simbolo della lotta per i diritti delle donne. Anche l’imprenditore Carmine Leonessa ha voluto riprendere questo simbolo, nell’imminenza della Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne che cadrà domenica 25 novembre, realizzando scarpette di cioccolato in onore delle donne. Cioccolato al latte, fava di cacao, pasta di zucchero, ed ecco le scarpette pensate per ricordare a tutti quanto sia importante parlare di violenza di genere. «Credo che tutti possiamo fare la nostra parte» – dice Carmine Leonessa del gruppo «Leonessa Experience» del quale fanno parte il Gran Bar Riviera di Napoli, il ristorante «Donna Giulia» e «I Giardini di Villa Giulia» a Sant’Anastasia. «Ciascuno di noi – continua Leonessa- anche con piccoli gesti può fare la differenza nel quotidiano, semplicemente parlando oppure, come in questo caso, mettendo in evidenza a chiunque frequenti le nostre attività, i simboli della violenza contro le donne».

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Partita da Scampia la campagna di raccolta della plastica realizzata dall’Associazione n’SeaYet ed EAV.

EAV e l’associazione N’SeaYet hanno avviato, presso la stazione di Scampia, la campagna di raccolta della plastica #Prendi3NI”, che coinvolgerà i viaggiatori – soprattutto i giovani – di tutte le stazioni del circuito EAV. L’iniziativa consiste in un vero e proprio gioco social che coinvolge principalmente tutti i viaggiatori a favore della sostenibilità.
In sintesi basta raccogliere 3 bottiglie di plastica, nello spazio adiacente o interno alle stazioni EAV, scattarsi un selfie mentre queste vengono gettate nel cestino e pubblicare la foto su Instagram taggando 3 amici da invitare a giocare usando l’hashtag #Prendi3ni. Ogni 15 giorni verrà selezionata la foto che ha ottenuto più like così da decretare il vincitore della borraccia termica personalizzata#Prendi3NI.

“Con questa campagna che abbiamo proposto ad EAV– dichiara Dario Catania Presidente di N’SeaYet –  vogliamo trasformare i treni e le stazioni, che sono luoghi di attesa, in ambienti di educazione ecologica. Attraverso una semplice azione di raccolta di 3 pezzi di plastica a testa da terra, si contribuisce a bloccare il viaggio di plastica verso il mare, che è sempre più inquinato”.

“Sono molte le associazioni che si rivolgono ad EAV per attivare iniziative rivolte all’ambiente – dichiara Umberto De Gregorio presidente di EAV – e questo contest proposto da N’SeaYet, rivolta soprattutto ai giovani, ci è sembrato pratico e funzionale all’obiettivo”.

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