POLLENA TROCCHIA, LABORATORI SOCIO-EDUCATIVI NELLE SCUOLE DEL TERRITORIO

Laboratori socio-educativi nei plessi scolastici cittadini, sia pubblici che paritari, capaci di non tralasciare l’aspetto ludico e, dato il periodo dell’anno, il tema natalizio. Lunedì 9 dicembre l’Amministrazione comunale di Pollena Trocchia ha infatti programmato attività per il supporto psicofisico dei minori nelle scuole del territorio: alle scuole dell’Infanzia delle Suore degli Angeli e delle Suore Compassioniste nonché al plesso di scuola dell’Infanzia “Giocamondo” dell’I.C. Gaetano Donizetti, ai plessi di scuola primaria Fusco, San Gennariello e Tartaglia dello stesso istituto e al plesso “Viviani” di scuola secondaria di I grado dell’I.C. Donizetti. «Lunedì le scuole del territorio – non solo i plessi pubblici, ma anche le sedi paritarie, in un’ottica di inclusione e condivisione  – accoglieranno laboratori all’interno dei quali gli alunni potranno calarsi in un contesto di gioia e allegria tipico del Natale dato il periodo dell’anno, che li predisponga favorevolmente all’esercizio delle attività laboratoriali che sono programmate e hanno come obiettivo il potenziamento psicofisico dei minori e l’offerta di un ausilio di fronte ad eventuali difficoltà» ha annunciato l’assessore alla pubblica istruzione del comune di Pollena Trocchia, Arturo Cianniello. «Ancora una volta abbiamo voluto portare le attività laboratoriali socio-educative nei plessi scolastici cittadini perché in questo modo si ha la certezza che tutti i bambini e i ragazzi potenzialmente destinatari delle stesse possano partecipare ad esse concretamente e attivamente, garantendo in questo modo pari opportunità a tutti e sgravando i genitori da incombenze organizzative in orari extrascolastici. Insomma, le famiglie e le loro esigenze ancora una volta al centro del nostro agire amministrativo» ha detto l’assessore alle politiche sociali Carmen Filosa. «Manteniamo alta l’attenzione sui minori, sulla loro crescita sana e sul superamento di criticità e disagi che gravano su di loro, in un’epoca sempre più complessa per loro come quella che stiamo vivendo. In quest’ottica abbiamo predisposto l’allestimento di aree socio-educative e laboratoriali nelle nostre scuole, capaci però di non tralasciare l’aspetto ludico e tematico, particolarmente sentiti in questo momento dell’anno: sarà la giusta occasione anche per scambiarsi gli auguri di Natale con i nostri più piccoli concittadini» ha concluso il sindaco del comune vesuviano, Carlo Esposito.

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AIMA cerca collaboratori per la sede di Bacoli

Per attività laboratoriali presso la sede di Bacoli, AIMA ricerca risorse umane con i seguenti titoli di studio:

 

– Operatore  OSS o altra figura esperta in tema di assistenza socioassistenziale e di assistenza alla persona (di sesso maschile da affiancare alla OSS di sesso femminile già presente)

– Animatore Sociale esperto in attività laboratoriali, ricreative o di animazione socioculturali  (di sesso femminile da affiancare all’ OSS di sesso maschile già presente)

Le figure dovranno frequentare un percorso formativo sulla conoscenza del Modello AIMA e sulle attività previste; si dovranno occupare della gestione dei laboratori (Musica Arte, canto, ballo e tante altre attività socializzanti) in base alle attività preventivamente individuate e calendarizzate, rapportarsi con gli utenti secondo un approccio olistico basato sui principi del Modello AIMA. Dovranno, inoltre, fornire report di attività giornaliera.

– e/o psicologo/a da affiancare alle figure già presenti

La figura dovrà frequentare un percorso formativo sulla conoscenza del Modello AIMA e sulle attività previste e si occuperà dei laboratori di stimolazione cognitiva e delle altre tecniche di riattivazione globale

– sociologo/a da affiancare alle figure già presenti

La figura dovrà frequentare un percorso formativo sulla conoscenza del Modello AIMA e sulle attività previste e si occuperà di organizzare e coordinare le attività giornaliere ed il personale coinvolto, della calendarizzazione delle attività preventivamente concordate e condivise con lo staff di Direzione,  di far rispettare gli orari delle attività secondo un calendario stabilito, del monitoraggio delle presenze e dell’utenza alle attività, del monitoraggio e valutazione delle stesse in base ad indicatori quantitativi e qualitativi, nonché della gestione del Centro Ascolto. Stilare report di attività giornaliera. Il lavoro è su turni ed è previsto un periodo di prova di almeno un mese

 

Competenze richieste:

conoscenze in tema di integrazione sociosanitaria, buona capacità di lavorare in team, di organizzare il lavoro, alta capacità di problem solving, buone capacità comunicative e di interazione verso la comunità, precisione ed affidabilità.

Buona comunicazione tra i colleghi e verso il superiore.

 

AIMA NAPOLI APS persegue azioni a favore di tutte le Persone vittime della Malattia di Alzheimer e/o altre Demenze, e dei loro Caregiver, ponendosi come punto di riferimento sul territorio campano per tante famiglie.

AIMA caratterizza il suo intervento con l’attenzione massima ai problemi dei cittadini affetti da Alzheimer (e demenze correlate) e dei loro familiari, traducendo in risposte concrete, linee guida, progetti e servizi, i bisogni e le necessità assistenziali

Svolge le sue attività nell’ambito di un percorso di umanizzazione e di continuità assistenziale e favorendo rapporti intergenerazionali con altre realtà associative o del mondo scolastico

 

Area di lavoro: Bacoli

 

🗓 Scadenza presentazione Candidature

entro 5 gennaio 2025

 

La candidatura dovrà essere inviata con una mail, alla quale si allega curriculum vitae.

Il tutto inviato alla mail info@aimanapoli.it

La mail deve avere come oggetto “CANDIDATURA CENTRO AIMA BACOLI Nome Cognome Qualifica”

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Mafie, terrorismo e poteri deviati: i nodi da sciogliere a 40 anni dalla strage sul Rapido 904

Un evento tragico, ancora oggi spesso relegato nell’oblio. Una strage che provocò 16 morti e 267 feriti pensata e messa in atto da un intreccio tra Mafia, apparati deviati dei servizi segreti, destra eversiva, massoneria. Il 23 dicembre 1984, alle ore 19.08 nella Grande Galleria dell’Appennino, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro, una terribile esplosione causata da una carica di esplosivo radiocomandata distrusse il treno rapido 904 partito da Napoli e diretto a Milano. A bordo, tantissimi passeggeri in procinto di ricongiungersi con i familiari al Nord per trascorrere le imminenti festività natalizie. Nel marzo del 1990, dopo vari processi, la Corte d’Appello di Firenze confermò le condanne all’ergastolo come quella del mafioso Pippo Calò e per il suo braccio destro a Roma Guido Cercola. Nonostante la verità processuale, le ragioni alla base della tragedia del Rapido 904 sono ancora da decifrare nella sua interezza. Per tenere viva la memoria, la Fondazione Polis ha organizzato presso la chiesa dei S.S. Marcellino e Festo della Federico II, a largo San Marcellino, il convegno “Quarant’anni dalla strage sul treno rapido 904 tra mafie, terrorismo eversivo e poteri deviati’’ con docenti universitari ed esponenti istituzionali con il dibattito moderato dal giornalista Marco Damilano alla presenza di diversi alunni delle scuole di Napoli.

Gli interventi

Il professor Alexander Hobel, docente di Storia Contemporanea all’università di Sassari e autore del libro “La Strage del Rapido 904, un contributo alla Ricostruzione Storica’’, parla di «strage anomala, particolare a metà strada tra le vecchie stragi della strategia della tensione che ha utilizzato anche le bombe sui treni e le nuove stragi di mafia degli anni ’90 che hanno insanguinato il Paese. È giusto parlarne, anche in virtù delle nuove inchieste della magistratura della Procura di Firenze per andare più a fondo sulla vicenda che ha posto le basi per la trasformazione del Paese, che si accingeva a passare dalla prima alla Seconda Repubblica». Il professor Hobel ricorda cosa accadeva a metà degli anni ’80 per cercare di trovare una spiegazione alla strage del Rapido 904. «Era un periodo in cui il mafioso Tommaso Buscetta stava facendo delle rivelazioni clamorose, quindi gli arresti si contavano a centinaia e nel frattempo il giudice Felice Casson stava facendo indagini che lo porteranno a scoprire Gladio, la rete italiana di “Stay Behind’’ e nel frattempo era venuto fuori lo scandalo della loggia massonica P2. C’entra la Mafia certamente – conclude il professore – ma c’è anche l’intreccio tra settori della destra eversiva, settori deviati dei nostri Servizi Segreti, apparati poco trasparenti: questo stava cominciare a emergere e questa strage forse era un segnale per tentare di mettere uno stop a questo processo e percorso». Anche il giornalista Marco Damilano si sofferma sulle «16 vittime che sono state dimenticate. Nel 1984 la strategia della tensione degli anni ’70, quella partita da piazza Fontana del dicembre del 1969, proseguita con Brescia e con l’Italicus del 1974 e alla stazione di Bologna del 1980 sembrava finita e invece questa strage è l’ultima di questa serie e la prima di un’altra serie – questa l’abbiamo saputo dopo –  delle stragi del 1992-93 di eversione mafiosa, di terrorismo mafioso-politico». Damilano va indietro con la memoria a quei giorni: «Io avevo 15 anni ma ricordo la mia angoscia dopo l’esplosione della bomba e ricordo gli anni successivi quando i treni su cui viaggiavo passavano nella frazione di San Benedetto Val di Sambro, dove poi il relitto del treno fu portato sotto la neve e fare quel percorso e significava farlo in un percorso di memoria. Le nuove generazioni non lo ricordano perché non l’hanno vissuto e noi dobbiamo tramandare l’impegno di giornalisti, magistrati, politici, insegnanti, preti che si sono battuti in questi quarant’anni affinché la memoria non fosse cancellata. E lo devono fare le istituzioni, giornalisti, il Comune, la Regione e a maggior ragione lo Stato». Damilano racconta un particolare per porre l’attenzione sulla matrice delle stragi come quelle del Rapido 904. «Mi hanno colpito le immagini dei feriti che avanzavano nella galleria al buio, con fumo, le schegge, i vetri, il sangue. Sono testimonianze simili a quelle che ci hanno riportato i sopravvissuti degli attacchi terroristici in Europa degli anni scorsi di matrice jihadista. Ma noi abbiamo avuto un terrorismo interno. Erano tutti italiani quelli che hanno programmato, pianificato e realizzato queste stragi».

L’importanza della memoria

Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis ravvisa come vi sia «la tentazione e il pericolo dell’oblio, dietro l’angolo. Abbiamo una peculiarità come Fondazione: tenere unite le vittime come comunità in modo che il dolore dell’uno possa essere condiviso dagli altri e sostenere il cammino della ricerca della verità, di giustizia e il riconoscimento per tutte le vittime la dignità che meritano di avere. La nostra fondazione non può non incrociare e non può non sostenere le ragioni della memoria». In proposito Rosaria Manzo, presidente dell’Associazione tra i familiari delle Vittime della Strage sul Treno Rapido 904 e vicepresidente Fondazione Polis ribadisce: «La memoria non può esserci se non c’è conoscenza e quindi le giornate di incontro servono a preparare gli studenti e la società civile a conoscere la storia, che non è semplicemente solo quella dei familiari delle vittime e dei superstiti ma è un pezzo di storia del nostro Paese. C’è ancora tantissimo da dire. Sappiamo cosa sia successo, ossia una bomba fatta esplodere all’interno del treno per colpire le persone normali, comuni con la volontà di distogliere l’attenzione dal Maxiprocesso di Mafia. È il punto base da cui si parte ma chi ha davvero voluto questa strage, chi sono i mandanti? È impossibile che una manciata di persone abbia deciso la sorte di un Paese intero». Infine l’assessore regionale alla Formazione, Armida Filippelli. «È un momento che noi non possiamo permetterci di dimenticare i morti del Rapido 904. La legalità e la memoria sono fondamentali per la nostra democrazia, soprattutto per i ragazzi. Questi valori non devono mai essere persi per fare anticorpi sociali e politici».

di Antonio Sabbatino

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OMOVIES Film Festival: 29 opere in concorso nella diciassettesima edizione

Torna OMOVIES Film Festival, il concorso internazionale di cinema omosessuale, transgender e questioning promosso da iKen APS APS ETS con la direzione artistica di Carlo Cremona. Giunto alla sua 17a edizione, l’evento si svolgerà a Napoli dal 9 al 13 dicembre, con gran gran gala il 15 dicembre all’America Hall. Proiezioni e incontri tra il Cinema Modernissimo in collaborazione con l’Accademia Belle Arti, la Sala del capitolo di San Domenico Maggiore e il Rainbow Center “Questa casa non è un albergo”, con il contributo della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania e il con patrocinio del Comune di Napoli. 

La locandina di quest’anno inneggia alla pace con un “Peace Please”, che vuole chiedere sia una quiete per quelle persone che fanno parte della comunità queer, troppo spesso nel mirino dell’attuale governo, e prende anche una posizione forte contro i continui conflitti, che portano solo dolore e miseria in chi è costretto a subirle, sollecitando a un cessate il fuoco.

 

 Il programma: proiezioni, marsteclass e gala

Ospiti speciali di questa edizione saranno i registi Pappi Corsicato e Ivan Cotroneo che saranno protagonisti di due masterclass al cinema Modernissimo in collaborazione con Scuola di cinema dell’Accademia Belle Arti, rispettivamente l’11 e il 13 dicembre (a partire dalle ore 11) sui temi come il linguaggio e regia d’autore nella trasposizione al mercato cinematografico nell’audiovisivo contemporaneo nell’ambito della serialità e delle piattaforme.

Il 15 dicembre dalle 10:30 al cinema America Hall si terrà l’attesissimo Gala di Omovies 2024, presentato da Priscilla, volto televisivo di “Drag Race Italia”. Verranno assegnati premi al miglior lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio, il premio speciale “Vincenzo Ruggiero” per giovani artisti under 25, istituito nel 2017 in memoria del ragazzo col sogno della recitazione, la cui giuria è composta dai genitori Maria Esposito (presidente del premio) e Franco Ruggiero. A giudicare le opere il concorso, la direzione artistica ha nominato un Academy presieduta da Giuseppe Colella Presidente del CFCC. Novità di quest’anno Premio Speciale Omovies Abana “David Queer” ispirato alla copia custodita nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, assegnato dalla Giuria composta dagli studenti del corso di Cinema. 

Numerose le personalità che ritireranno il prestigioso premio “Soap Power – Lava via il pregiudizio”, riconoscimento speciale conferito a chi si è distinto per il suo impatto positivo nella promozione dei diritti umani e nella lotta ai pregiudizi, giunto alla sua seconda edizione: Cristina Barone (Giornalista), Padre Federico Battaglia (già Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Napoli), Valeria Ciarambino (Vicepresidente del Consiglio Regionale), Rosanna Ferraro (Magistrato), Giuseppe Gaeta (Direttore Accademia delle Belle Arti), Gianluca Guida (Direttore del carcere minorile di Nisida), Sergio Mazzocca (Direttore Pari Opportunità Comune di Napoli), Enrico Maria Borrelli (Presidente Fondazione Amesci), Teresa Manes (Madre di Andrea Spezzacatena), Rossella Paliotto (Imprenditrice), Guido Pocobelli Ragosta (Tg3 Campania), Nunzia Ragosta (Responsabile Beni Confiscati), Loredana Raia (Vicepresidente del Consiglio Regionale), Gianni Simioli (Speaker Radio Marte).

 

Il concorso cinematografico: 29 opere da tutto il mondo sottotitolate in italiano

In concorso 29 opere selezionate tra lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi provenienti da tutto il mondo (Italia, Spagna, Regno Unito, Portogallo, Grecia) in proiezione ad ingresso gratuito tra la Sala del capitolo di San Domenico Maggiore (9 dicembre delle ore 16:30 e il 10 dicembre dalle ore 10:30), il Cinema Modernissimo (11 e 13 dicembre dalle ore 11), e il Rainbow Center “Questa casa non è un albergo” in via Genovesi 36 (il 12 dicembre).

Tra i cortometraggi selezionati troviamo: “¿Desayunamos?” di Moiset Pacheco (Spagna), “Los domingos que quedan” di Manolo Pavón (Spagna), “Fuck Off” di David Baquero Márquez (Spagna), “Macedonia” di Pablo Baena (Spagna), “Embrasse-moi” di Hristo Todorov (Francia), “La Piel Donde Me Hallo” di Aline Moscato (Spagna), “Equipo” di Miguel Carrillo Rosales e Ángel Torrego Valdivieso (Spagna), “Touche Avec Les Yeux” di Mathis Robin (Francia), “Les Petites Phrases” di Hugues Willy Krebs (Francia), “Y Por Si Fuera Poco, Godard” di Jose Luis Campos Javier (Spagna), “Las Pardas” di Simone Sojo (Spagna), “Don Queerxote” di Pablo Ros Cardona (Spagna), “Collage” di Marius Conrotto (Catalogna), “All that matters” di Coraci Bartman Ruiz (Portogallo), “Aunt Cindy and The Alchemist” di Devin Scott (Inghilterra), “Sette Minuti” di Alessia Bottone (Italia), “Buon Solstizio!” di Werther Germondari (Italia), “ÀSAKA” di Eduardo Viera (Spagna). Sono 5 i mediometraggi in concorso: “Macho Man” di Agustí Estadella (Spagna), “Jeanne” di Léo Holderbaum (Francia), “Siamo qui” di Dario Lauritano (Italia), “CameraChild” di Ames Stevens (Inghilterra). Mentre sono 4 i lungometraggi selezionati: “Los Herejes – Gli etetici” di Jesus Eguia Armenteros (Spagna), “BEAR WEEK DIARIES” di Antongiulio Panizzi (Inghilterra), “A Closet-Free Home” di Eduardo Cubillo (Spagna), “AKOE/AMFI” di Iossif Vardakis (Grecia).

Le proiezioni sono in lingua originale con i sottotitoli in italiano a cura del progetto inTRANSlation, guidato dalla professoressa Katherine Russo e la PhD Arianna Grasso per l’Università L’Orientale di Napoli, che hanno coinvolto in diversi seminari decine di docenti e centinaia di studenti in un percorso di studio tra lingue scritte e parlate con una attenzione all’autenticità del significato in una dimensione in forte evoluzione quale la linguistica.

 Per info www.omovies.it

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Volontariato, l’ “Italia che ricuce” è antidoto a solitudini e disgregazione sociale

Dall’assistenza agli anziani alla cura del verde pubblico, dagli interventi a seguito di alluvioni o terremoti all’aiuto ai senzatetto, dalla gestione di spazi di socialità alla realizzazione di opportunità sportive e culturali accessibili a tutti. Donando tempo e competenze, i volontari sopperiscono spesso a lacune istituzionali e rafforzano la coesione di intere comunità, creando o rinsaldando legami sociali infragiliti dall’esplosione di nuove solitudini e dallo sgretolamento del tessuto socio-economico.
È l’ “Italia che ricuce e che ridà fiducia”, come l’ha definita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che è rappresentata da 4,6 milioni di persone, secondo gli ultimi dati Istat. Un motore inarrestabile di sviluppo sociale e solidarietà, che negli anni è evoluto e cambiato, adattandosi alla trasformazione degli stili di vita per continuare a costruire risposte.
Anche quest’anno, per il 5 dicembre sono varie le iniziative in tutto il Paese che accendono i riflettori sul volontariato: conferenze, laboratori e iniziative simboliche scandiranno la giornata. Molte di queste, realizzate dai Centri di Servizio di Volontariato e i Forum locali del Terzo Settore, sono fruibili sul cartellone online a questo link.
“La spinta naturale alla partecipazione, la gratuità dell’impegno, la cura del prossimo sono valori inestimabili in particolare in questa fase storica che vede sempre più spesso prevalere diffidenza, egoismi e scarsa fiducia nelle persone. Il volontariato rappresenta sempre più spesso un faro a cui piccole e grandi comunità guardano, trovando speranza per il futuro. È quindi fondamentale coltivare un terreno di crescita per il volontariato, anche alla luce delle trasformazioni sociali ed economiche in atto, che veda collaborare le istituzioni e tutto il Terzo settore in modo da non disperdere le energie positive di questo Paese ma, al contrario, farne leva anche per lo sviluppo della cittadinanza attiva e dellar esponsabilità collettiva”. Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
“Il volontariato italiano e le sue associazioni dimostrano una straordinaria capacità di adattarsi ai tempi, reinventandosi per affrontare le sfide sociali, economiche e ambientali del nostro Paese,” dichiara Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei 49 Centri di servizio per il volontariato attivi in Italia. “La spinta naturale verso la partecipazione, la solidarietà e la costruzione di legami autentici è un antidoto potente contro la disgregazione sociale. È sempre più importante, quindi, promuovere forme di partecipazione capaci di rispondere ai bisogni emergenti, creando reti e alleanze che rafforzino il ruolo delle associazioni nel costruire comunità più coese e resilienti. Solo collaborando possiamo trasformare le energie positive del volontariato in risorse durature per il futuro del nostro Paese” conclude Tommasini.

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