Arriva al Santobono di Napoli l’ “ABF Digital Lab”: Andrea Bocelli Foundation supporta l’ospedale pediatrico partenopeo

Al via oggi al Santobono di Napoli l’ABF Digital Lab, progetto educativo della Andrea Bocelli Foundation Ente Filantropico (ABF) a favore della didattica in ospedale. Dopo essere stato avviato a novembre 2021 presso il presidio ospedaliero del Pausillipon, alla presenza del fondatore Andrea Bocelli, il progetto si estende ora anche al Santobono con la donazione da parte della Fondazione dell’ “ABF TeachBus”, un mobile progettato ed ideato per ospitare al suo interno tablet e computer utili all’implementazione della didattica a distanza; una vera e propria biblioteca di strumenti digitali consegnata insieme alla piattaforma “ABF Educational” che offre l’accesso a una ricca selezione di contenuti educativi. Da sempre attenta al tema dell’educazione come mezzo per avere accesso ad un futuro migliore, la Fondazione provvede con questo progetto anche alla formazione della figura dell’atelierista digitale, un professionista dell’educazione che supporta docenti, bambini e famiglie nell’utilizzo degli strumenti tecnologici accanto alla normale attività curricolare. L’ABF Digital Lab disegnato dall’Andrea Bocelli Foundation è realizzato grazie al sostegno di Generali e dei suoi agenti che sono da sempre al fianco di ABF nel garantire l’attività educativa a bambini e ragazzi in cura negli ospedali pediatrici italiani. «Ringraziamo la Andrea Bocelli Foundation -dichiara Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon- per aver scelto di sostenere il nostro ospedale con un progetto che promuove il diritto allo studio dei bambini e che ci aiuta ad assicurare un’istruzione innovativa e al passo con i tempi. La Scuola in Ospedale è essenziale per i piccoli pazienti spesso costretti a lunghi periodi di degenza. Rappresenta un momento di normalità ed è fondamentale nel percorso di cura».

Ad oggi sono oltre 17.000 gli studenti che hanno beneficiato degli interventi progettuali ABF nelle scuole degli ospedali pediatrici aderenti ad AOPI come il Gaslini di Genova, il Meyer di Firenze, il Burlo Garofolo di Trieste, il Salesi di Ancona; da settembre 2020 sono stati consegnati 14 TeachBus in tutta Italia, non solo nelle scuole in ospedale ma anche in scuole statali, tra cui le scuole ricostruite dalla Fondazione a Sarnano, Muccia e Sforzacosta, località marchigiane colpite dal sisma 2016 del centro Italia. Presenti alla consegna il Direttore Sanitario dell’AORN Santobono Pausilipon, dott.ssa Maria Vittoria Montemurro, il Direttore Medico di Presidio, dott.ssa Daniela Schiavone, la Referente del PO Santobono per la Scuola in Ospedale, Caterina Battista, il Responsabile Formazione e Comunicazione, dott.ssa Fausta Mennella e la Direttrice della Fondazione Santobono Pausilipon Flavia Matrisciano. Presenti anche la Dirigente Scolastica della Scuola Primaria Vanvitelli Ida Francioni e la Dirigente Scolastica della Scuola Secondaria di I Grado Viale delle Acacie Ivana Nobler. Per la Andrea Bocelli Foundation hanno presenziato il Responsabile della Comunicazione Olimpia Angeletti e il Coordinatore Progetti Educativi Centro-Sud Francesca Favi«Questo è un progetto- spiega Laura Biancalani, Direttore Generale ABF- nato all’interno del protocollo d’intesa stipulato tra Fondazione Andrea Bocelli e il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiana, e vuole riportare l’attenzione su un tema importante, quello del diritto all’educazione, per fare in modo che anche nei reparti ospedalieri i piccoli pazienti possano avere accesso ad una didattica innovativa e di qualità, base imprescindibile per il loro benessere e la loro crescita».

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Giornata mondiale contro il cancro infantile: Carabinieri incontrano un gruppo di bambini e li coinvolgono nelle attività dell’Arma

In occasione della Giornata Mondiale contro il cancro infantile, i Carabinieri di Castellammare di Stabia e l’associazione “Piccolo Grande Amore” di Santa Maria La Carità hanno promosso un evento speciale presso la caserma stabiese per sensibilizzare sull’importanza della lotta contro questa malattia.

29 bambini sono stati accolti con entusiasmo per partecipare a dimostrazioni coinvolgenti, tra cui sessioni con i cani antidroga del Nucleo Cinofili di Sarno e interazioni con il personale specializzato dei rilievi. Diversi gli stand installati nel cortile della caserma. A presentare ai piccoli il loro lavoro anche i carabinieri Forestali, quelli del radiomobile e gli artificieri. L’obiettivo principale di questa iniziativa è creare consapevolezza sulla realtà del cancro infantile e sottolineare l’importanza della solidarietà nel contrasto a questo terribile male.

L’impegno dei Carabinieri nel coinvolgere la comunità e sensibilizzare sui problemi legati al cancro infantile è un esempio di supporto e attenzione alla salute dei più giovani.Durante la manifestazione il presidente dell’associazione “ Piccolo grande amore”, Alfonso Malafronte, ha donato ai Carabinieri un albero di ulivo che è stato piantato in uno dei giardini che circondano la compagnia.

I bambini hanno vestito per un giorno i panni dei carabinieri, divertendosi tra le varie dimostrazioni pratiche. Hanno visitato la centrale operativa e hanno simulato una chiamata ad una delle pattuglie sul territorio. Sono saliti a bordo delle “gazzelle” del radiomobile e in sella alle moto equipaggiate per gli interventi in strada.

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Ritardi infrastrutturali, treni insicuri e corse soppresse: il rapporto Pendolaria sul trasporto ferroviario in Campania

Ritardi, soppressioni, tempo di attesa lento per una metropoli,insicurezza,risorse economiche inadeguate a rendere più competitivo il mezzo pubblico su ferrovia rispetto a quello privato su strada; ritardi.In Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico. Il Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente fotografa una situazione statica e cronica dei servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico in Campania.

In Campania sono 241 i treni in circolazione con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 21,4 anni del 2021, ancora lontana dalla media nazionale pari a 15,8. La Campania racconta una situazione fatta da differenze clamorose tra le flotte di Trenitalia e quelle degli altri gestori. Infatti nella nostra regione pesa ancora l’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) con 21,4 anni di media, nonostante i primi nuovi treni stiano arrivando in maniera più costante negli ultimi anni, contro i 15,3 anni per Trenitalia. Se a livello nazionale continua il trend di ripresa del numero dei viaggiatori al giorno, in Campania si registra un calo del -9% rispetto al 2019, periodo pre-pandemico.

“ La fotografia scattata da Pendolaria- commenta Francesca Ferro direttrice Legambiente Campania- conferma che il processo di riconversione dei trasporti in Italia e in Campania, in chiave di decarbonizzazione, è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e al loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Lo ribadiamo da anni: quello del trasporto pubblico è uno dei pilastri su cui deve fondarsi un nuovo modello di città di società, da cui passano la libertà di movimento, i temi dell’occupazione e quelli dello sviluppo urbano e del mercato edilizio e della salute dei cittadini. La ricetta per rendere migliori e più semplici gli spostamenti delle nostre città è collaudata dalle migliori esperienze europee e nazionali: ferrovie suburbane, tranvie moderne e metropolitane efficienti ed efficaci, integrate con il servizio di adduzione locale su gomma e la shared mobility, con una rete di percorsi ciclabili e di aree urbane pedonali e di “zone 30”. Occorre- conclude la direttrice di Legambiente Campania– investire in infrastrutture, in alcuni casi davvero fondamentali e in ritardo da decenni, ma anche in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, e garanzie di accessibilità e inclusività. Quello che serve è avviare un programma di opere da realizzare al sud che sia in grado di cambiare la mobilità delle cittadine e dei cittadini meridionali, all’interno delle città e tra i centri urbani e i capoluoghi di provincia, includendo aspetti quali il rilancio del turismo e lo spostamento delle merci via nave e ferro. Tra gli esempi a cui guardare c’è il nuovo collegamento Afragola-metro, a Napoli, con una gara del valore di oltre due miliardi di euro, che prevede anche l’acquisto di 30 treni necessari per il servizio. La linea, di circa 15,5 km, consentirà di collegare la stazione ad alta velocità di Afragola a quella di Piazza Garibaldi a Napoli, l’aeroporto di Capodichino, Piazza Carlo III. Si stimano circa 200mila viaggiatori al giorno. ”

La non notizia di Pendolaria 2024 e la conferma ormai storica, tra le 12 linee peggiori a livello nazionale,delle ex linee Circumvesuviane, 142 km, ripartiti su 6 linee e 96 stazioni, che si sviluppano intorno al Vesuvio, sia lungo la direttrice costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese. Dopo un 2022 segnato da continui disagi alla circolazione (passaggi a livello malfunzionanti, ritardi e soppressioni su varie direttrici, incidenti più o meno gravi, problemi tecnici sulle tratte, ecc.) anche il 2023 è stata un’annata all’insegna delle difficoltà e dei ritardi per i tanti utenti costretti spesso a rinunciare all’utilizzo del treno come mezzo quotidiano di trasporto perché inaffidabile. Va evidenziata anche una problematica rispetto agli orari di servizio delle linee in questione. La tratta Napoli-Sorrento, ad esempio, poco più di 70 chilometri, fa segnare 38 minuti di servizio in più la sera rispetto alla linea di Torre Annunziata, 133 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Poggiomarino, 143 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Baiano, 157 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Sarno. Differenze notevoli che disegnano tratte e passeggeri di serie A e altre di serie B o C. Tardano ancora a concretizzarsi gli importanti investimenti annunciati ormai più di un anno fa dalla Regione Campania, attraverso l’acquisto di nuovi treni che sarebbero dovuti entrare in servizio a partire da settembre 2024. Il Presidente della Regione, De Luca, ha infatti spiegato ad inizio gennaio 2024 che ci saranno importanti ritardi sulle commesse per mancanza di materiale ferroviario per i nuovi treni. Si preannuncia dunque un’altra annata di disagi per i pendolari.

Un punto dolente per il trasporto ferroviario è l’inadeguata attenzione da parte delle Regioni. Mediamente, per il 2022, gli stanziamenti sono stati inferiori allo 0,68% dei bilanci regionali, in miglioramento rispetto allo 0,57% del 2021 e dello 0,34% registrato nel 2020. Sotto l’1% si trova la Campania e precisamente i finanziamenti della Regione Campania pari allo 0,80 % del bilancio regionale dove sono andati 1,62 milioni di risorse regionali per il servizio aggiuntivo per la metro di superficie di Salerno e oltre 237 milioni per il materiale rotabile, di cui 89,4 per l’acquisto di 12 treni Pop e 3 Rock destinati al servizio di Trenitalia e circa 177 milioni (media annua dell’investimento totale 2022- 2026 di 886 milioni) per nuovi treni destinati a EAV.

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Al via la campagna “Città2030” di Legambiente, le sfide per una mobilità sostenibile

È partita da Avellino la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, l’iniziativa organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile. Durante la tappa avellinese, in occasione dei 40 anni dalla ricostruzione post sisma della stazione ferroviaria, Legambiente ha presentato i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana, accompagnando il tutto con proposte concrete per trasformare il capoluogo avellinese in una vera clean city entro il 2030.

Sebbene non si registrino superamenti degli attuali valori medi annuali di principali inquinanti dell’aria (PM10, PM2.5 e NO2), Avellino rimane distante dagli standard previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell’aria prevista dal 2030. Infatti, è il capoluogo campano che dovrà compiere maggiori sforzi, riducendo del 31% la concentrazione di PM10 e del 41% quella di PM2.5 entro i prossimi 6 anni. Per di più, il tasso di motorizzazione ad Avellino, con 65 auto ogni 100 abitanti, è tra i più alti del Paese e deve diminuire del 50% entro il 2030, un obiettivo ostacolato dalla mancanza di valide alternative di mobilità urbana. La domanda di trasporto pubblico rispecchia inoltre la scarsa offerta, con soli 29 viaggi per abitante all’anno (fonte: Ecosistema Urbano 2023).

Il punto critico della mobilità urbana avellinese è rappresentato dall’assenza di una stazione ferroviaria pienamente funzionante e dalle limitate opzioni di accessibilità al capoluogo dalle principali località urbane come Napoli e Roma per coloro che non sono provvisti di un’auto e non possono usufruire dei servizi di bus.

“La città di Avellino – dichiara Antonio Di Gisi, presidente Legambiente Avellino e direttivo Legambiente Campania – è da anni orfana di una stazione ferroviaria, nel giorno del quarantesimo anniversario dalla sua riapertura siamo qui per presentare i dati sulla mobilità sostenibile in città e per confrontarci le opportunità per il quartiere di Borgo Ferrovia e per tutta la città di Avellino. I dati presentati sulla mobilità ci restituiscono una città lontana dagli obiettivi 2030 in cui si continua a sostenere che il potenziamento dei trasporti su gomma sia una valida alternativa alla rinascita della ferrovia. Abbiamo deciso di lanciare un’indagine condotta con Arci Avellino volta a osservare le criticità della mobilità sostenibile attraverso un questionario sottoposto agli utenti del TPL di Avellino e hinterland che porterà alla presentazione di un mini-dossier con osservazioni e proposte sul tema. Avellino – conclude Di Gisi – ha bisogno di collegamenti veloci con le grandi città e con la provincia. Solo in questo modo potremo uscire dal decennale isolamento e combattere il continuo esodo dai nostri territori”.

Naufragato, inoltre, il progetto di metropolitana leggera che ha lasciato spazio al progetto di un nuovo collegamento in ambito metropolitano a mezzo bus.  La città non dispone ancora di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), essenziale per lo sviluppo di una mobilità a zero emissioni e accessibile a tutti. Sul versante della ciclabilità, sono stati tracciati alcuni km di piste ciclabili, ma è necessaria un’efficace campagna di comunicazione, ad oggi mai realizzata.  La Zona a Traffico Limitata (ZTL) coinvolge solo Corso Vittorio Emanuele e tratti di vie limitrofi, rappresentando una testimonianza di come la città potrebbe trasformarsi se adeguatamente disegnata e rivissuta. Da giugno a settembre, e solo nell’orario serale, viene attuata la ZTL anche nel centro storico, causando molte polemiche per la segnaletica poco visibile (ma a norma) e le numerose multe elevate. Infine, non sono attualmente in vigore divieti sulla circolazione dei veicoli più inquinanti.

I dati sono stati presentati questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso la stazione, con la partecipazione di Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino, Pietro Mitrione di Inlocomotivi, Simone Nuglio, responsabile della campagna Città2030 di Legambiente, e Francesco Moledda, Program Officer per Fondazione Unipolis, insieme ad Antonio Dello Iaco, giovane vincitore del concorso nazionale MOB nella categoria “Proposte per il presente”, organizzato dalla Fondazione. Il progetto vincitore, ideato da Dello Iaco, punta a creare una piattaforma digitale che semplifichi l’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale (TPL) e favorisca una maggiore interazione tra la cittadinanza e i gestori del servizio.

Città2030 di Legambiente è un viaggio in 18 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Dopo Avellino, si fermerà a Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (24/02), Padova(24/02), Perugia(24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina(28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino(1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

Il racconto della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città2030 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab e Twitter GreenMobility. Legambiente lancia anche per quest’anno la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.

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Biblioteca aperta fino a tardi, decuplicati gli ingressi. Termina il progetto che ha rigenerato lo spazio di Ponticelli

Chiude con il record di ingressi il progetto Socializziamo in Biblioteca 2, il progetto finanziato dall’8xmille della Chiesa Valdese, per la riqualificazione della biblioteca comunale Grazia Deledda di Ponticelli. Il progetto, realizzato dalle associazioni Noi@Europe, TerradiConfine e dalla Cooperativa Sepoffà, ha fatto registrare nel solo mese di gennaio 2024 ben 680 ingressi.

Socializziamo in biblioteca 2 ha permesso una gestione negli ultimi 12 mesi da parte degli enti del terzo settore che hanno incrementato le attività previste nella struttura comunale di Ponticelli, dalla catalogazione dei testi a presentazione di libri e attività per bambini, dal prolungamento dell’orario di chiusura fino alle 20 al monitoraggio, giochi di società. Un’attività quotidiana che, da inizio progetto, ha decuplicato gli ingressi(+857%). Nel periodo tra settembre 2022 e gennaio 2023 – gestione esclusiva comunale e con apertura solo mattina – la Deledda ha registrato 278 utenti. Con il progetto Socializziamo in Biblioteca e con l’apporto degli enti sopra citati, da settembre 2023 a Gennaio 2024 (con apertura prolungata) la Deledda ha registrato 2661 utenti.

“Non abbiamo purtroppo i dati a disposizione del resto della città ma possiamo dire, con certezza, grazie al lavoro di monitoraggio svolto, che quella di Ponticelli è la Biblioteca di pubblica lettura più frequentata di Napoli est” commentano gli enti che hanno lavorato al progetto.

“Ponticelli e la periferia orientale sono in testa in un indicatore di benessere e non di disagio. Questo è motivo di grandissimo orgoglio per noi, in uno spazio, ricordiamolo, che ha il 60% delle aree inagibili e che significa: meno aule a disposizione, meno posti a sedere per studiare, meno aule per fare formazione” continuano le associazioni.

Importante, per gli enti, la modalità con la quale si sono raggiunti questi risultati. “Abbiamo puntato sulle competenze degli operatori, arredando il salone centrale per recuperare postazioni, fissando le attività più rumorose negli orari di minor afflusso di studenti.

Un’alchimia di azioni che ha avuto come visione quella di rafforzare il rapporto con la comunità che vive tutti i giorni la biblioteca e lo abbiamo fatto con il massimo dell’umiltà, chiedendo suggerimenti, accettando critiche. Tra le azioni, ci teniamo a sottolinearlo, anche l’interlocuzione continua e costante con le istituzioni locali”.

La Biblioteca Deledda a Ponticelli è oggi uno spazio giovane per un quartiere giovane. Dal monitoraggio condotto emerge che “quasi l’80% degli utenti registrati della biblioteca ha tra i 18 e i 34 anni. La Biblioteca è, di fatto, uno degli spazi di aggregazione giovanile del quartiere. Ponticelli ha 50.000 abitanti, molti impianti sportivi chiusi e una vita notturna quasi assente. Vista così, un posto inospitale per i giovani. In questo quadro  – sottolineano le associazioni – la biblioteca è un punto di riferimento: per studiare, lavorare col proprio pc, ma anche incontrare i propri coetanei, fare pause nella aula all’aperto, scambiare quattro chiacchiere. Uno spazio sicuro e accogliente per i giovani di Ponticelli e di tutta la città”.

Il progetto Socializziamo in Biblioteca 2, concludono gli enti che hanno lavorato nella Deledda, “certifica che il modello di gestione integrata tra pubblico e privato sociale funziona in quanto implementa e migliora la qualità dei servizi offerti. Quello proposto è una best practice che stiamo già portando in altre strutture della città. Il terzo settore dimostra ancora una volta la sua importanza tanto a livello di costruzione della comunità territoriale sia nella risoluzione tempestiva di problematiche quotidiane” concludono gli enti.

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