07 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Cooperative sociali e culturali insieme, per sostenere l’idea di cura attraverso la cultura e costruire format replicabili in diversi territori. Sono gli obiettivi di Affianco, il percorso di welfare culturale – tra i primi in Toscana – promosso da Legacoop Toscana e Fondazione Noi-Legacoop Toscana. Il percorso è stato presentato stamani a Livorno nella giornata di studi “Affianco. Alleanze strategiche e prospettive per il welfare culturale in Toscana”, organizzata da Legacoop Toscana e Fondazione Noi-Legacoop Toscana e patrocinata dal Comune di Livorno. Il welfare culturale rappresenta un nuovo modello integrato di promozione del benessere e della salute degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale.
Il percorso ha visto una prima fase sperimentale da novembre a febbraio/marzo, con tre esperienze pilota, a Livorno, a Prato e a Lucignano (Arezzo), che hanno visto protagoniste 13 cooperative aderenti a Legacoop Toscana: 5 del settore Culturmedia e 8 del settore Welfare. Le esperienze pilota hanno riguardato a Livorno minori e famiglie con fragilità socio-economiche e culturali, a Prato giovani over 18 e anziani insieme, a Lucignano (Ar) tutta la comunità a partire dai ragazzi.
“Affianco sperimenta nuove soluzioni ai bisogni sociali attraverso la cultura: cooperative culturali e sociali lavorano insieme in maniera integrata, promuovendo una serie di azioni culturali ad alto valore sociale – afferma la presidente della Fondazione Noi-Legacoop Toscana Irene Mangani –. Dopo una prima fase di formazione rivolta alle cooperative sociali e culturali che hanno aderito al percorso, abbiamo avviato tre esperienze pilota che hanno sperimentato dei modelli replicabili anche in altri territori e che hanno dato risultati incoraggianti. Ora vogliamo far conoscere il progetto alle istituzioni e avviare una nuova fase progettuale che potrebbe prevedere, ad esempio, il coinvolgimento delle cooperative di medici di medicina generale”.
Il welfare culturale- Il welfare culturale si fonda sul riconoscimento, sancito anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, dell’efficacia di alcune specifiche attività culturali, artistiche e creative, come fattore di promozione della salute […] (def. Treccani 2020).
Nel novembre 2019 l’OMS ha pubblicato un Rapporto – What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review – che riassume le evidenze fino a quel momento raccolte nel mondo sul ruolo delle arti nel migliorare la salute e il benessere, con un focus specifico sulla Regione Europea dell’OMS. Oltre 3000 evidenze documentano un ruolo importante per le arti nella prevenzione della malattia, nella promozione della salute, nella gestione e nel trattamento delle malattie per tutta la vita.
Le tre esperienze pilota di “Affianco” – Il progetto “Costruire abitudini integrando cultura e sociale: bambini e famiglie nei luoghi della cultura” ha avuto come obiettivo quello di avvicinare bambini, bambine, famiglie con fragilità socio-economiche e culturali al patrimonio artistico della città, in particolare ai Musei. L’esperienza è stata coordinata delle cooperative culturali Itinera e Agave e dalla cooperativa sociale Cuore Liburnia. Il percorso educativo è stato attivato presso il centro aggregativo per giovani dei Salesiani Don Bosco grazie al supporto dell’associazione Progetto Strada che gestisce le attività ludico-didattiche presso lo spazio. È stato fatto un primo incontro con i bambini per presentare i luoghi della cultura e gli operatori culturali e sociali. Il gruppo era costituito sia dai bambini che abitualmente frequentano il doposcuola sia dai minori dell’educativa domiciliare coordinata dalla cooperativa sociale Cuore Liburnia. Nelle settimane successive si sono svolte visite guidate e attività di laboratorio presso il Museo della Città e il Museo Civico Fattori: i primi incontri hanno visto la partecipazione solo dei bambini accompagnati da educatori e operatori culturali, mentre a conclusione del percorso è stata organizzata una giornata aperta alle famiglie. Si tratta di realtà multiculturali presenti sul territorio, famiglie che non hanno mai avuto occasione di conoscere i musei del territorio e che, grazie all’iniziativa, hanno potuto fruire del patrimonio artistico della città in cui ormai vivono da tempo.
Prato: giovani e anziani insiemel -Il gruppo di lavoro del progetto comprende le cooperative Arca, Alice, Cat, Coop21, LAMA Impresa sociale. L’esperienza pilota “Reciprocità culturali” è stata realizzata in collaborazione tra la Cooperativa Sociale Alice di Prato e la Cooperativa culturale Le Rifiorenze di Firenze con l’obiettivo di accrescere il benessere delle persone coinvolte, allargare la rete della comunità e promuovere uno scambio generazionale tra i partecipanti. Sono stati individuati 4 anziani con buoni livelli di autonomia (grazie alla collaborazione del Centro Anziani “La Sartoria” – AUSER di Vaiano e della Residenza Anziani “Villa Egle” della Cooperativa Alice) e 4 giovani over 18. Fondamentale anche la collaborazione con il Servizio “T’Accompagno io” dell’AUSER di Vaiano. Un primo incontro si è tenuto presso il Museo delle Macchine Tessili di Vernio, in seguito ci sono state una serie di uscite, anziani e giovani insieme, al Museo Soffici e alla Villa medicea di Poggio a Caiano, al Teatro Garibaldi a Prato, al Multiplex a Prato e al Museo della Cattedrale (Duomo di Prato) e in particolare agli affreschi di Filippo Lippi e al pulpito di Donatello. Il processo di monitoraggio si è basato sull’adozione del toolkit “Misurare il benessere al museo” realizzato da UCL (University College of London), che si focalizza sui livelli autopercepiti riferiti ad aspetti del benessere come i cambiamenti dell’umore e delle emozioni, prima e dopo l’esperienza culturale. Dai dati raccolti è emerso un netto miglioramento del benessere individuale e di gruppo sia nel corso delle singole esperienze culturali che su tutto il processo.
Lucignano (Arezzo): costruire un ecosistema socio-culturale in un piccolo borgo– Il progetto ha visto coinvolte la cooperativa culturale Officine della cultura di Arezzo e le cooperative sociali Arcobaleno di Follonica (GR), Uscita di Sicurezza di Grosseto e Arancia Blu di Siena, con la collaborazione del Comune di Lucignano e dell’Istituto comprensivo Lucignano Rita Levi Montalcini. È stata fatta una mappatura del territorio e del patrimonio culturale per intercettare bisogni della comunità di Lucignano. Sono stati coinvolti i ragazzi attraverso la web radio della scuola secondaria di primo grado, nell’ottica di riavvicinarli alle istituzioni culturali del paese. I ragazzi hanno assistito ad alcuni spettacoli al Teatro comunale Rosini e intervistato gli artisti protagonisti, restituendo alla comunità sotto forma di podcast le loro recensioni. Si è dato vita a un patto di comunità propedeutico alla coprogettazione di spazi nuovi del Teatro comunale Rosini nell’ottica del welfare culturale e dell’aggregazione giovanile. Secondo il modello costruito, seguiranno sperimentazioni in altri borghi delle province coinvolte (Siena, Grosseto, Arezzo), che saranno anticipate da un passaggio di testimone tra il borgo di Lucignano e gli altri borghi in un evento culturale presso servizi e attività delle cooperative sociali.
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07 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
«Compiere 18 anni per la maggiore parte dei ragazzi è un traguardo atteso con impazienza, ma per i giovani accolti dalle comunità per minori è un momento di grande ansia e preoccupazione, perché la maggiore età determina la fine di molte tutele e attività di sostegno.» A sottolinearlo è don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il sociale, associazione da 30 anni accanto a bambini e giovani in condizione di fragilità, che lancia un appello per rafforzare i servizi di supporto per neomaggiorenni: «non possiamo lasciare a sé stessi questi ragazzi, che si ritrovano soli e senza le tutele garantite fino a un giorno prima. Non sono ancora adulti, ma sono già chiamati a cavarsela da soli».
I ragazzi che al raggiungimento della maggior età escono dai sistemi di tutela per minori (care leavers) devono aggiungere il peso di dover essere totalmente autonomi alla già difficile situazione che i giovani stanno vivendo in questo periodo. Secondo il rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile, infatti, negli ultimi anni i giovani tra i 14 e i 24 anni hanno visto peggiorare il 43% degli indicatori considerati.
Autonomia per questi ragazzi significa in primo luogo avere un lavoro, che non è scontato in un Paese in cui la disoccupazione giovanile è al 20,1% (seppur in miglioramento rispetto al passato) e il fenomeno dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) registra numeri che sono tra i più alti di tutta Europa. Nel 2022, il tasso di Neet è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo e secondo solo alla Romania: in Italia 1 giovane tra i 15 e i 29 anni su 5 non studia né lavora.
Per provare a rispondere a questa situazione, accompagnando i neomaggiorenni accolti nelle comunità alloggio e giovani che provengono da situazioni di disagio e fragilità, Salesiani per il sociale promuove percorsi di inserimento lavorativo e professionale, che ogni anno supportano migliaia di ragazzi, molti dei quali realizzati nelle periferie più fragili. Salesiani per il sociale dà loro un’opportunità: a Bari – per esempio – ha ideato un’Accademia della Ristorazione, a Palermo offre corsi professionalizzanti in ambito refrigerazione/condizionatori e per saldatore elettrico, a Vallecrosia (IM) promuove laboratori artigianali.
«Questi ultimi anni sono stati particolarmente difficili per i più giovani – prosegue don Francesco Preite – noi lavoriamo con e per loro da decenni, e dalla pandemia in poi abbiamo notato un aumento del disagio, delle difficoltà che investono i ragazzi in molti aspetti della loro vita: lavorativo, relazionale, psicologico. Oggi più che mai hanno bisogno che stiamo loro accanto, aiutandoli a costruire la propria strada».
Per poter continuare ad offrire supporto e accoglienza a bambini e ragazzi soli o in condizione di fragilità, Salesiani per il sociale ha lanciato una campagna di raccolta fondi con numerazione solidale: fino al 30 marzo è possibile contribuire, donando con un sms o una chiamata da rete fissa al 45598. In particolare, attraverso i fondi raccolti, saranno potenziate e migliorate le attività di alcune realtà salesiane in quartieri difficili come a Palermo, Napoli, Roma e Genova e il supporto a minori stranieri non accompagnati.
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07 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Un popolo variegato di associazioni, cooperative sociali, del mondo del volontariato dalla Lombardia alla Sicilia protagonisti della trasformazione da beni in mano alle mafie a beni comuni e condivisi. In occasione dell’anniversario della legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. In Campania sono 170 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 56 comuni. Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare, di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo, di prendersi cura di chi fa più fatica. In Italia sono 1065 (+7,4% rispetto scorso anno) soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in 20 regioni, in 383 comuni . Libera con la ricerca “Raccontiamo il bene” – Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie vuole raccontare, dopo ventotto anni, il Belpaese, dove in silenzio, opera una comunità alternativa a quelle mafiosa, che lavora e si impegna a realizzare un nuovo modello di sviluppo territoriale.
Ritornando al Focus Campania, dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che la metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia(85), mentre sono 49 le Coop sociali e consorzio di cooperative. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 7 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 4 fondazioni e 3 scuole . Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali. Nella ricerca Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa Sono 59 i soggetti gestori che svolgono le loro attività in appartamenti, a volte con box auto o con dei piccoli giardini; sono 35 le esperienze di gestione di terreni a uso agricolo mentre sono 49 esperienze hanno in gestione delle ville fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine Sono 100 i soggetti gestori le cui attività che sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali per la comunità; 37 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile e della cultura, 24 legate ad attività agricole e ambientali e 18 in attività lavorative e produzione.
In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia(+14% rispetto al 2023) mentre sono in totale 19.871 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate(+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione. In Campania sono 3.106 i beni immobili (particelle catastali) confiscati e destinati mentre 3416 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sul lato delle aziende, sono 330 le aziende confiscate e destinate mentre sono 669 quelle ancora in gestione.
“Oggi, dopo 28 anni dall’approvazione della legge 109- commenta Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera – con 1065 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, possiamo scrivere con convinzione che il primo obiettivo è stato raggiunto: i beni confiscati, da espressione del potere mafioso, si sono trasformati in beni comuni, strumenti al servizio delle nostre comunità. Un’economia che tutti noi possiamo toccare con mano e che cambia radicalmente le nostre vite. Poter firmare un contratto di lavoro vero, poter usufruire di servizi di welfare laddove lo Stato sembra non arrivare, poter costruire il proprio futuro nel mondo del lavoro: tutto parla di un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e che con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi. Dall’altro lato- conclude Tatiana Giannone, responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera- raccogliamo segnali preoccupanti del mondo della politica: un attacco costante alle misure di prevenzione, tentativi di privatizzare i beni confiscati e piegarli alla logica dell’economia capitalista, una gestione delle risorse dedicate ad oggi piuttosto confusionaria. Non possiamo accettare che ci siano passi indietro su questo. Le misure di prevenzione si sono dimostrate uno dei più importanti strumenti nella lotta alle mafie e alla corruzione, perché da subito hanno agito sul controllo economico e sociale con il quale i clan soffocano i territori”.
Soddisfazione è espressa anche da Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni confiscati per Libera Campania: “i numeri confermano come la Campania continui a fare la sua parte nei percorsi di restituzione alla collettività dei beni sottratti ai clan. Con i suoi 170 soggetti gestori, è la seconda regione, dopo la Sicilia, per numero di realtà sociali che, ogni giorno, si impegnano per costruire percorsi di cambiamento e di riscatto a partire da luoghi e spazi che erano il segno del potere criminale e oggi sono invece la dimostrazione plastica di come la camorra può essere sconfitta. È un mondo variegato e dinamico, in grado di dare risposte vere ai bisogni delle persone. Anche da questo territorio – conclude Falcone – si alza una voce chiara e determinata a difesa di uno strumento, quello della confisca e del riutilizzo pubblico e sociale dei beni immobili confiscati alla camorra, che si dimostra oggi più che mai la frontiera più avanzata dell’antimafia istituzionale e sociale nel nostro Paese”.
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06 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, la Consulta delle associazioni della Municipalità 8 del Comune di Napoli, insieme alla Consulta delle elette della Municipalità 8, lancia una serie di iniziative contro la violenza sulle donne dal titolo “8 marzo ed oltre”. Il titolo vuole essere un monito affinché ogni giorno si contrasti la violenza sulle donne.
Ad oggi si contano 9 donne in Italia vittime di femminicidio. Il 2023 si è chiuso con 42 femminicidi. Le associazioni e le organizzazioni di volontariato, insieme alla consulta delle elette della municipalità 8 del Comune di Napoli, dinanzi a questi dati allarmanti e alle vicende con cui vengono a contatto quotidianamente nei diversi percorsi a servizio della persona, in occasione del mese dedicato alla donna, lanciano una serie di iniziative per diffondere la cultura della non violenza e per contrastare le discriminazioni di genere.
7 marzo ore 15:30, Scuola Calcio Arciscampia – Via Fratelli Cervi Lotto U – Scampia – Un calcio alla violenza a cura di Scuola Calcio ArciScampia e Associazione Dream Team – Donne in Rete.
8 marzo ore 12:00, Sala Giunta di Palazzo San Giacomo – Marzo donna 2024 – La donna e il tempo di cambiare, il tempo per scegliere,cambiare,comprendere. Il tempo di nuove opportunità, promosso dalla Consulta delle Elette della Municipalità 8 del Comune di Napoli.
8 marzo ore 15:50, Sala dell’Archivio di Stato di Napoli, Piazzetta Grande Archivio – L’8 Marzo, le donne della Storia creano un legame ideale tra le città. Da Napoli a Milano passando per Roma e Firenze, promosso dalla Consulta delle Elette della Municipalità 8 del Comune di Napoli.
9 marzo ore 9:30 – Via Nuova S. Rocco, 135 – Chiaiano- Passeggiata naturalistica nel Vallone di San Rocco, a cura dell’Associazione Ponti tra Quartiere e Vallone (prenotazioni 3284150676).
9 marzo ore 14:15, Stadio Antonio Landieri – Via Hugo Pratt – Scampia Coppa Italia Dilettanti Femminile Academy Abatese 2021 vs Giugliano Wome n#NonSeiSola1522
15 marzo ore 16:00, Aula Consiliare edificio “Torquato Tasso” di Piazza G.B. Tafuri a Piscinola- “Parità e gentilezza, un binomio possibile?”, a cura dell’Associazione di Promozione Sociale MAMU – Globalità dei Linguaggi, Pro loco Soul Express, Passi & Note Aps, OdV Vulenno Vulà, Coop.Umanista Mazra.
25 marzo 2024 ore 10:00 – Associazione Dream Team Donne in Rete – Via Galileo Galilei, 5 – Scampia
25 Novembre 2016 – 25 Marzo 2024 – Ripristino Panchina Rossa dedicata a Stefania Formicola e a tutte le vittime di femminicidio, in collaborazione con il Cdr Gatta Blù.
6 aprile ore 16:00 – Associazione Dream Team Donne in Rete – Via Galileo Galilei, 5 -Scampia Una nuova Little Free Library contro le discriminazioni di genere, in collaborazione con la Coop. L’Uomo e il Legno e la Biblioteca le Nuvole – AquaS.
Patrizia Palumbo, Presidente dell’Associazione Dream Team – Donne in Rete e responsabile del Centro Antiviolenza di Scampia dichiara: “L’8 marzo è la giornata internazionale della donna e dei diritti delle donne, la cui ricorrenza non vuole solo essere la celebrazione degli obiettivi raggiunti ma soprattutto innescare una riflessione su quanto ancora c’è da fare per la nostra emancipazione. È una giornata che serve a ricordarci l’importanza della nostra lotta sociale, economica e politica, una lotta che si fermerà solo raggiungendo l’uguaglianza di genere. Abbiamo già dormito troppo. È il momento di svegliarci.”
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06 Mar, 2024 | Comunicare il sociale
Isola di Procida protagonista di ISLET PROJECT, un progetto europeo di cui Legambiente è partner che mira a sostenere la collaborazione tra autorità pubbliche, investitori privati e cittadini al fine di creare le Comunità Energetiche Rinnovabili (REC) nelle piccole isole del Mediterraneo. Oltre a Procida, unica isola italiana, le altre due isole prescelte dove verranno sviluppate le Cer sono Cres per la Croazia e Astypaleia per la Grecia.
Il progetto ISLET coinvolge queste tre isole pilota nella progettazione di un modello applicabile alle piccole isole, per sostenere le autorità locali a cooperare con le iniziative guidate dai cittadini per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (REC). Queste ultime possono giocare un ruolo strategico nel processo di decarbonizzazione, perché consentono di superare alcune barriere tecniche e non tecniche tipiche delle isole.
In Italia si parte con la presentazione del progetto e il primo incontro formativo che si svolgerà il 7 marzo 2024 alle ore 17:00 nell’aula Consiliare del Comune di Procida organizzato da Legambiente, CNR-IIA e Comune di Procida, altri partner italiani del progetto, per iniziare a tracciare la strada di un ambizioso percorso che porterà alla realizzazione di una comunità energetica rinnovabile sul territorio procidano. Saranno presenti la presidente di Legambiente Campania Mariateresa Imparato, CNR-IIA, il Sindaco di Procida Raimondo Ambrosino, la Consigliera con delega alle Energie rinnovabili, Innovazione e sostenibilità Matilde Carabellese e la dirigente UOD Energia della Regione Campania Francesca De Falco.
“Obiettivi del progetto – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – è migliorare la capacità dei comuni di creare un ambiente favorevole per le comunità di energia rinnovabile nelle piccole isole del Mediterraneo, aumentare la cooperazione tra le autorità locali e regionali e i cittadini che desiderano creare comunità energetiche, migliorando la partecipazione pubblica e l’impegno nelle iniziative guidate dai cittadini, aiutare le autorità locali a fornire sostegno alle iniziative energetiche dei cittadini, formare gli attori rilevanti e migliorare la loro capacità nello sviluppo energetico comunitario e nel coinvolgimento dei cittadini nelle piccole isole.”
“Il comune di Procida- dichiara Matilde Carabellese, Consigliera con delega alle Energie rinnovabili, Innovazione e sostenibilità- crede fortemente in questo progetto e ritiene che sia un importante strumento per rendere la nostra isola più sostenibile,in linea con le esigenze del green deal europeo”
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