Tutela della biodiversità: A Ottaviano ecco FestAmbiente

NAPOLI – Nell’ambito del progetto “Tuteliamo la biodiversità, valorizziamo i beni comuni”, promosso dal Csv Napoli e dalla Rete per i Beni Comuni, si è celebrata ad Ottaviano FestAmbiente bio, negli spazi dell’osservatorio “Ambiente e legalità” del Parco nazionale del Vesuvio, gestiti dal circolo Legambiente “Mimmo Beneventano” della cittadina vesuviana.

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Archeologia e musica: a Pozzuoli è tempo di Jazz Festival

NAPOLI – Ritorna il consolidato appuntamento con il Pozzuoli Jazz Festival, alla sua IX edizione. Note jazz che esaltano la bellezza delle aree archeologiche e naturalistiche che, dal 5 al 22 luglio, ospiteranno i concerti del Festival Jazz dei Campi Flegrei.
Quest’anno il Festival si avvale della straordinaria collaborazione del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che mette a disposizione le sue suggestive location per ospitare i concerti.
Sedi prestigiose di questa edizione saranno, infatti, le Terme Romane di Baia, novità assoluta , il Castello aragonese di Baia e gli Scavi di Cuma – città bassa. A far da cornice agli appuntamenti in programma anche il panorama mozzafiato di Miseno dalla location panoramica del Cala Moresca e il Lago Lucrino, immerso nel verde della natura.
Napoli sarà più volte al centro del repertorio proposto dagli artisti, con tributi a Pino Daniele e versioni jazz di musica classica napoletana. Si scivolerà poi dallo swing di tradizione americana, ai tanghi e alle milonghe brasiliane, fino ad assistere all’ incontro tra la musica spirituale africana e il canto gregoriano europeo, e fino al jazz africano di impegno politico.
Apre il festival l’Emilia Zamuner Quartet, il 5 luglio al Cala Moresca a Miseno (Bacoli) con un omaggio a Pino Daniele; atmosfere intime e poetiche con improvvisazioni in perfetto stile jazzistico che regalano preziose sonorità. Alla voce, Emilia Zamuner, Paolo Zamuner al piano, Michele Sperandio alla batteria, Lorenzo Scipioni.

Il 7 luglio la città bassa di Cuma sarà la location d’eccezione di una grande band, la New Talent Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini – Special guest Stefano di Battista con il progetto musicale OUR MONK, , ispirato a Thelonious Monk, scelto come modello e riferimento per il suo approccio esecutivo fuori dagli schemi. Un omaggio al singolare pianista e compositore statunitense, artista eclettico e originale che ha rappresentato la sfera be bop a New York. La partecipazione di solisti di eccezione e l’utilizzo delle nuove tecnologie di video-mapping completano e arricchiscono la proposta. Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, ha il sostegno del MiBACT e della SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
Note swing, che collegano le due meravigliose e creative città di Napoli e New Orleans, da Toledo a storyville, da Carosone ad Armstrong, dal mandolino al banjo, in una fusione tra tradizione europea e musica afro–americana, risuoneranno nel concerto di Dr. Jazz&Dirty Bucks Swing Band che il 13 luglio si esibirà alla Maison Toledo a Pozzuoli. (Alfredo “Dr. Jazz” Verga – chitarra e voce; Alessandro “Mr. Groove” Panella – contrabasso; Luciano “Mr.Chugga” De Ioanni – batteria; Ettore “Mr.Dirty” Patrevita – Sax).
Il 14 e 15 luglio lo splendido scenario delle Terme romane di Baia farà da cornice a due concerti dalla forte caratterizzazione.
Sonorità brasiliane nella musica di Yamandu Costa (il 14 luglio), chitarrista e compositore brasiliano, applaudito da Paco De Lucia. Le sue interpretazioni con la chitarra a 7 corde spaziano dalle milonghe ai tanghi alla zambas, allo chamanè. Yamandu ,con il suo tocco unico e l’accurata ricerca delle dinamiche, rappresenta oggi uno dei maggiori interpreti della musica brasiliana di tutti i tempi.

Il 15 luglio è la volta del sound aspro e sensuale dalle coloritura africane di Abbey Lincoln, nell’omaggio dell’ Ada Montellanico Quintet, con il progetto Abbey’s Road feat. Giovanni Falzone. Abbey Lincoln, cantante e autrice di grande originalità, fu figura leggendaria non solo in ambito musicale ma per l’intero movimento Black Power. Impegnata politicamente negli anni ’60 in seno alla comunità nera, fece della sua musica una cassa di risonanza nella denuncia delle discriminazioni razziali vissute dalla popolazione afroamericana. Ada Montellanicoripercorre la strada di Abbey, ricalcando la forza narratrice delle sue composizioni, il carattere africano del suo universo sonoro e la sua profonda aggressività. (Ada Montellanico – voce;Giovanni Falzone –tromba;Massimo Pirone-Trombone;Jacopo Ferrazza-contrabasso;Valerio Vantaggio –batteria)
Il 19 luglio al Lago Lucrino, presso l’AKademia Cucina & More, la voce e il piano di Lorenzo Helleger si esibirà assieme a Giovanni Campagnoli alla tromba e flicorno, raccontando Napoli nel bello e nel brutto, tra note classiche e swing.

Chiude il Festival il 21 luglio il grande pianista , compositore e direttore d’orchestra, Enrico Intra che con la cantante afroamericana Joyce Yuille, porta una proposta originale che mescola il cattolico ed europeo canto gregoriano con il protestante e afroamericano spiritual, un mix che conferisce una dimensione straniante e piena di suggestione all’antico canto liturgico. L’Enrico Intra –Joyce Yuille Ensemble si esibirà alCastello di Baia in blues, gregoriani e spirituals, accompagnati da Matteo Bortone ( già nuovo miglior talento per la critica italiana del TOP JAZZ) al contrabasso e Stefano Tamborrino alla batteria.

Tanti anche gli appuntamenti in programma nei PJF club del territorio flegreo. Per il programma completo e i dettagli degli eventi: www.pozzuolijazzfestival.it

Il Festival, è organizzato dall’Associazione Jazz & Conversation, impegnata da anni a testimoniare il proprio ruolo nella cultura dei Campi Flegrei, attraverso un percorso in cui la musica incontra il territorio, la suggestione dei suoi paesaggi, la sua storia e le sue contraddizioni.
Quest’anno Il Festival ha il sostegno della Faber Italia srl, azienda campana che produce macchine da caffè leader del settore per meccanica e design, particolarmente attenta ai fermenti culturali. Si avvale della collaborazione del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del patrocinio morale del Comune di Pozzuoli, del Comune di Bacoli , dell’AACST di Pozzuoli, dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.

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Sport e disabilità, l’atleta paralimpico Marco Rossato a Castellammare di Stabia

NAPOLI – Fa tappa nel Golfo di Napoli, nella storica sezione della Lega Navale Italiana di Castellammare di Stabia, l’atleta Marco Rossato. Il velista, protagonista del primo giro d’Italia in solitaria, è partito lo scorso 22 aprile per un viaggio lungo circa 3200 chilometri che si snoda attraverso 63 tappe lungo tutta la costa della penisola italiana. A Castellammare di Stabia (Na), accolto dalla sezione locale della Lega Navale, prenderà parte al convegno
“Turismo Accessibile utopia o realtà possibile? Strutture, servizi, persone: la fruizione di una vacanza e del tempo per chi ha una disabilità”.

Che si terrà domani alle 18 presso il salone della Lega Navale Italiana a Castellammare di Stabia

“Sono paraplegico in seguito a un incidente stradale in moto. Vorrei essere uno stimolo e far capire che se davvero credi in un sogno non ci sono limiti: lo puoi raggiungere” ha dichiarato l’atleta. Marco naviga entro le 6 miglia dalla costa su un Trimarano Dragonfly 800 prodotto in Danimarca.
“Quando ho iniziato l’avventura della navigazione in solitaria sono partito con poco più di 100 euro in tasca, oggi dopo un anno e mezzo, sono supportato da uno staff incredibile fatto di persone eccezionali. Spesso mi sento dire ‘Ci dispiace, ma non abbiamo pontili attrezzati per i diversamente abili’: è per questo motivo che ho deciso di farmi portavoce di chi ha una disabilità ma crede nello sport e nel mare”.

La fine del viaggio è prevista per la metà di ottobre. Molteplici gli obiettivi: comunicare e diffondere le convenzioni Onu per i diritti delle persone con disabilità, verificare e rilevare l’accessibilità portuale e dimostrare che con professionalità di può conseguire la patente nautica per persone con disabilità senza limitazioni.
In questo scenario la sezione stabiese della Lega Navale Italiana rappresenta un’eccellenza. Due le imbarcazioni con allestimento per diversamente abili presenti nella flotta di Castellammare e un programma il cui obiettivo è diffondere l’integrazione e realizzare il totale abbattimento delle barriere architettoniche. Un piano di accessibilità fortemente voluto dal nuovo direttivo insediatosi nei giorni scorsi.

Il nuovo direttivo è composto dalla Presidente Patrizia Chierchia, Alessandro Aprea (Vice Presidente delegato al Cin), Filomena Carotenuto (segretaria), Alfonsina Pepe (tesoriere), Vero Ucci (consigliere allo Sport), Giovanni Spagnuolo (consigliere all’Ambiente e alla Comunicazione), Salvatore De Caro (consigliere alla Casa)

All’evento, che si terrà presso il salone della Lega Navale in via Caio Duilio 6 – Castellammare di Stabia, banchina – saranno presenti il Prefetto di Napoli Carmela Pagano, Gaetano Cimmino sindaco di Castellammare di Stabia, il Capitano di Fregata Guglielmo Cassone Comandante della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, Patrizia Chierchia Presidente Lega Navale Italia – sezione Castellammare di Stabia – Orazio Milano Presidente Lions Club Host anno sociale 2017/2018, Nicola D’Orsi Presidente Club Leo Stabiae Plinio Seniore, il Presidente C.I.P. Campania Carmine Mellone, il Presidente Nazionale Fick Luciano Buonfiglio, il Presidente V zona F.I.V. Francesco Lo Schiavo, il Presidente Nazionale F.I.C. Giuseppe Abbagnale.

Relatori del convegno:
• Marco Rossato skipper paraplegico TRI SAIL4ALL
• Aldo Maria Arrigoni formatore e Presidente Disability And Over
• Cetty Ummarino ideatrice Network B&B Like your Home
• Annarita Cicalese Urologia Funzionale – Moscati – Avellino
• Francesco Perna Fisiatra ASL Salerno
• Giovanni D’Alessandro , CEO TRIPMETOO
• Giuseppe Di Capua Campione Olimpico e Mondiale di Canottaggio
• Gianluca Memoli, Audit Tecnico ed Event Manager TRIPMETOO

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La Rassegna del Pausilypon che salva il Pausilypon: scongiurata la chiusura della Grotta di Seiano e recuperato il teatro inagibile

Arrivata alla sua X Edizione, la Rassegna PausilyponSuggestioni all’Imbrunire, curata dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, con la direzione artistica di Serena Improta, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, rappresenta sempre più un esempio virtuoso di come l’arte e la cultura possa contribuire al mantenimento ed alla cura del patrimonio culturale.

La Rassegna ha infatti come scopo, sin dalla sua nascita, quello di accendere un riflettore su uno dei più importanti siti archeologici e naturalistici della Città di Napoli raccogliendo fondi per la tutela e manutenzione dell’area.

Numerose sono le attività finanziate in questi anni che vanno da progetti di restauro e recupero di strutture archeologiche del sito, attività di ricerca, e opere di ordinaria e straordinaria manutenzione del sito, interventi necessari al mantenimento del patrimonio culturale presente e a garantirne la fruizione da parte del pubblico e dei cittadini.

Recentemente infatti è stato scongiurato il rischio di chiusura al pubblico della Grotta di Seiano, e quindi dell’intero Parco archeologico, in quanto è stato riscontrato il mal funzionamento dell’impianto elettrico di emergenza anti blackout della Grotta, ed immediatamente il CSI Gaiola ha provveduto a far ripristinare e mettere a norma del sistema. Poche settimane prima invece era stato finanziato il rifacimento integrale del tavolato ligneo di copertura dell’orchestra e natatio del Teatro grande, che oramai fatiscente rendeva inagibile l’antico teatro.

Stessa cosa l’anno precedente era stata fatta attraverso il Progetto Odeion che ha permesso il rifacimento delle sedute e palco ligneo del Theatrum tectum del complesso archeologico, inagibile dal 2012. Ancora in corso è il Progetto Calidarium che ha riportato alla luce l’antico calidarium del complesso termale del Pausilypon, consentendo anche l’avvio di nuovi studi ed attività di ricerca che stanno aprendo nuovi scenari sulle conoscenze archeologiche del sito e non solo.

Il lavoro di sterro e recupero dell’antico Calidarium fu oggetto di un approfondimento speciale durante le riprese della puntata del Programma di Alberto Angela, ULISSE, dedicato alla Città di Napoli. Proprio ieri lo stesso Alberto Angela durante le celebrazioni per il conferimento della Cittadinanza onoraria alla sala dei Baroni al Maschio Angioino, ha voluto ricordare l’esperienza della Gaiola quale impegno civile nel recupero e conservazione del patrimonio culturale cittadino: “Ho scoperto un aspetto che è fondamentale per il futuro di Napoli. Noi abbiamo filmato a Gaiola, abbiamo filmato nella Galleria Borbonica, e ci siamo trovati di fronte dei ragazzi, che per amore della città, senza un tornaconto, col rischio che il proprio lavoro possa essere scippato da qualcun altro, si sono rimboccati le maniche e sono andati a scavare, a sporcarsi, per amore della loro città. E questo, secondo me, è l’aspetto più bello. Napoli si continua a declinare nelle generazioni.”

Tutti i progetti vengono svolti seguendo le indicazioni e le priorità dettate dalla Soprintendenza archeologica. “Molti sono i progetti di ricerca e recupero che potrebbero essere attivati – dichiara Maurizio Simeone, presidente del CSI Gaiola onlus- consentendo di allargare anche i percorsi di visita del sito, ma purtroppo spesso è necessario dirottare le risorse verso problematiche contingenti di ordinaria manutenzione e servizi per garantire la fruizione ed apertura al pubblico del sito come appunto accaduto recentemente con l’impianto elettrico oppure il noleggio dei bagni chimici per sopperire nei periodi di maggior affluenza alla mancanza di servizi igienici nel sito. Per questo è assolutamente indispensabile il contributo dei cittadini che partecipando alla Rassegna e venendo a visitare il sito danno il loro contributo al mantenimento del sito stesso”

“un ruolo importante – continua Simeone – è svolto dai mecenate che sostengono la Rassegna come Ferrarelle, mainsponsor di quest’anno, ma anche dal catering e dai piccoli produttori di vini campani, sapientemente selezionati da AgerCampanus, che offrendo a proprie spese la degustazione ed il buffet consentono di abbattere le spese e dirottare maggiori risorse sulle opere di manutenzione”.

Questa settimana verrà proposta la Soc. Agricola Terra di Briganti di Casalduni (Benevento), mentre il catering è offerto per l’intera edizione 2018 da Le Arcate.

La mission della Rassegna è invariata sin dalla sua prima edizione: uno strumento per finanziare azioni concrete di recupero ed un omaggio in punta di piedi al Pausilypon, al luogo che da sempre fa cessare il dolore”.

“La Rassegna “Pausilypon: Suggestioni all’Imbrunire” – dichiara la Direttrice artistica Serena Improta – nasce in questo luogo straordinario che dobbiamo ad una cultura illuminata, che ancora considerava il teatro e le arti in genere come fondamenta di una civiltà evoluta. È in questo spazio che siamo entrati con gratitudine, rispetto, e reverenza per ritrovare questi principi direi sacri, di quando l’uomo agiva in armonia con l’ambiente che lo circondava e se ne sentiva indissolubilmente parte. Così il CSI Gaiola Onlus ha dato il via a questa rassegna, nel massimo rispetto del luogo, facendo sì che fossimo noi a doverci adattare ad esso, cosa poi non così difficile considerando l’acustica naturalmente perfetta, la scenografia straordinaria e l’illuminazione naturale assolutamente inimitabile.

Per la terza serata della Rassegna, arriva “Vento d’etere”, ovvero il suono nello spazio. E’ la ricerca dell’istante impalpabile in cui l’idea si tramuta in suono per poi svanire.

Ingar Zach, percussionista norvegese di fama internazionale, trovatosi all’attenzione della critica internazionale già nel 2000 per la sua pregevole collaborazione con Derek Bailey, ha coltivato una brillante carriera nella musica contemporanea e di improvvisazione che lo ha portato in giro per il mondo. Oggi membro del mitologico quartetto Arti Dans Les Arbres, ha inciso per edizioni quali ECM, Rune Grammofon, Sofa Music. In questa occasione Ingar si esibirà prima in un intenso solo di percussioni e poi con l’ensemble di recenti natali formato da Renato Grieco (contrabbasso), Chiara Mallozzi e Davide Maria Viola (violoncelli), Riccardo La Foresta (percussioni). Attivi tutti da anni nelle regioni più ricercate della musica contemporanea e di improvvisazione, i quattro musicisti ricercano assieme un linguaggio di improvvisazione dal suono cameristico, alito ausculano che nasca e si perda nel vento.

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“Non siamo rifugiati”: un mondi di esodi

Siria, Afghanistan, Pakistan, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan. Sono solo alcuni del Paesi in cui ha viaggiato il giornalista spagnolo Agus Morales. Potrebbe essere definito un giornalista di guerra. Di sicuro viaggia in luoghi pericolosi. Luoghi che hanno bisogno di essere raccontati. E con i luoghi le persone. Le storie che racconta all’interno del libro “Non siamo rifugiati” (Einaudi editore) non si possono ridurre all’etichetta di rifugiati, come spiega lui stesso. Non lo sono. Oppure non si sentono tali. Ci sono le storie di chi rifugiato lo è. Di chi aspira ad esserlo attraverso uno dei tanti viaggi della speranza che le cronache quotidiane ci restituiscono. Di chi non si rivede in quella definizione. Storie di persone che vino in territori di guerra, che vivono la fame, di persone che scappano, di persone che sono morte cercando di scappare da una morte certa.

In questo libro di Morales ci sono molti muri. Non solo quelli fisici, fatti di mattoni, come qualcuno vorrebbe costruire al confine tra Messico e Stati Uniti. Come quelli che ha sostanzialmente eretto l’Ungheria al confine est. Ci sono muri umani. E al di là di questi muri ci sono milioni di persone in movimento. Persone che hanno perso la casa, il lavoro, gli affetti. Con sogni e speranze, fragilità e problemi. Persone. Come la storia di Ulet, un somalo di quindici anni ridotto in schiavitù in Libia, che morì a causa di un edema polmonare a bordo di una nave che lo trasportava verso l’Italia.

Fanno rumore le parole utilizzate dal giornalista e scrittore spagnolo in questo suo libro. Un aspetto, quello della scelta dei termini da utilizzare, ben curato. Una precisione linguistica da fare invidia ai più grandi scrittori. «Volevo scrivere un libro infinito, con storie che non finiscono mai. Volevo scrivere un libro sulle persone che frange ufficiali e non ufficiali dell’Occidente vogliono trasformare nel nemico del XXI secolo», scrive nell’introduzione lo stesso autore. È riuscito a scrivere ciò che voleva Agus Morales. Un libro che attraverso storie e avvenimenti permette di conoscere tutto quello che viene prima del barcone, dei soccorsi e dei porti di cui tanto si scrive e si legge nelle ultime settimane.

di Ciro Oliviero

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