NAPOLI – Di Aids si parla sempre meno, eppure ogni anno in Italia si registrano 4000 nuove infezioni da HIV. 800 sieropositivi scoprono di esserlo già in una fase avanzata della malattia, 300 hanno tra i 15 e i 25 anni. Il 1° dicembre, nella Giornata Mondiale contro l’Aids, l’associazione VOLA Onlus (Volontari Ospedalieri Lotta Aids) ha organizzato una mattinata di sensibilizzazione rivolta proprio ai più giovani, particolarmente esposti al pericolo di contrarre il virus perché disinformati riguardo alle modalità di trasmissione e di prevenzione. L’incontro, promosso in collaborazione con la Regione Campania, il Comune di Napoli e l’AORN – Ospedali dei Colli, si è tenuto all’Ospedale Cotugno, punto di riferimento per le malattie infettive nel Sud Italia. «Tutti possono rivolgersi al nostro centro per effettuare il test gratuitamente e in anonimato – ha detto il direttore sanitario Raffaele Dell’Aversano –, ogni lunedì e giovedì mattina, dalle 9 alle 12». «Abbiamo anche il servizio di profilassi post-esposizione, che funziona 365 giorni all’anno, 24 ore su 24 – ha specificato Alfredo Franco, infettivologo del Cotugno –. In qualsiasi momento è possibile venire qui da noi, nel caso in cui ci sia stata un’esposizione sessuale a rischio, e parlare con l’infettivologo di guardia, per valutare se è il caso o meno di iniziare una terapia». Fare il test per l’HIV in tempi precoci è fondamentale sia per aumentare l’aspettativa di vita sia per tutelare il partner: «La patologia ha una fase asintomatica molto lunga, che dura fino a dieci anni: ciò rappresenta un problema soprattutto per i sieropositivi eterosessuali che magari cercano di dimenticare che a vent’anni hanno avuto un incontro occasionale in discoteca, senza alcuna protezione, e che poi si sono sposati, hanno avuto figli e arrivano da noi in condizioni gravissime – ha sottolineato il professore –. Oggi le terapie sono molto funzionanti, abbiamo una strategia che si chiama STR, Single Tablet Regime: una sola compressa racchiude tre medicinali, vuol dire che una persona per curarsi deve prendere un’unica pillola al giorno».
Alcol e droghe aumentano i comportamenti a rischio – «I dati diffusi dal Centro operativo Aids sono abbastanza allarmanti, non si parla soltanto di HIV ma anche di condilomi, papilloma virus, sifilide. L’importante è utilizzare il preservativo, che permette di evitare la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse», ha spiegato Vincenzo De Falco, presidente di VOLA Onlus e coordinatore infermieristico del Cotugno. Rosario Costa, neolaureato in Infermieristica all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha dedicato la sua tesi all’HIV in relazione ai giovanissimi, sotto la guida del dottor De Falco: «Abbiamo somministrato un questionario anonimo a 385 studenti dai 15 ai 19 anni, nelle scuole di Napoli: tra loro ben 331 hanno risposto di non sentirsi minimamente in pericolo di contrarre il virus. Qualcuno ritiene addirittura che l’HIV, oltre che per via sessuale, si trasmetta per via aerea o per contatto cutaneo. In molti già a questa età hanno rapporti sessuali frequenti, fanno uso di alcol, marijuana, pasticche e altre sostanze, che provocano una perdita della lucidità mentale e del controllo delle proprie azioni. È statisticamente provato che ciò causa spesso rapporti sessuali non protetti». Per informare i ragazzi sulle malattie veneree e i rischi legati all’abuso di alcol e droghe, lo scorso anno l’associazione VOLA ha portato in alcuni istituti superiori del comune di Pozzuoli il progetto “Creatività… che sballa!”, realizzato insieme a infettivologi, psichiatri e psicologi volontari: «L’ultima vera campagna di prevenzione è stata fatta venticinque anni fa – ha aggiunto De Falco –. Il nostro obiettivo è far capire ai ragazzi l’importanza del passaparola, perché soltanto l’informazione permette di evitare la malattia».

di Paola Ciaramella

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