INDICAZIONI OPERATIVE PER GLI ENTI DEL TERZO SETTORE

Di seguito alcune indicazioni agli enti che intendono avviare o proseguire attività sul territorio:

  • prima di avviare le attività, comunicare all’ente pubblico che sta gestendo l’emergenza, l’avvio delle attività (modello “comunicazione enti pubblici”);
  • fornire ad ogni volontario impegnato nelle attività una dichiarazione che lo stesso porterà con sé durante gli spostamenti – unitamente alla autocertificazione prevista dalle normative ministeriali.

RICORDIAMO CHE:

L’attività di volontariato singolo o organizzato può essere svolta SOLO nei confronti delle fasce deboli della popolazione (ad esempio anziani o persone con disabilità) per consegnare loro alimenti, farmaci o altri generi di prima necessità, o anche per il disbrigo di pratiche amministrative (quali il pagamento delle bollette). Tali servizi si possono considerare necessari in quanto strumentali al diritto alla salute o ad altri diritti fondamentali della persona (alimentazione, igiene, ecc.).

Tali servizi potranno quindi essere erogati dai volontari e dalle organizzazioni (qualora le attività in questione rientrino in quelle previste dallo statuto), sempre però nel rispetto delle prescrizioni disposte per i singoli individui, ed in particolare:

– l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro dagli utenti e dagli altri operatori o, comunque, ove questo non sia possibile, utilizzando i presidi sanitari necessari;

– l’obbligo di compilare e di portare con sé l’autodichiarazione, indicando tra le motivazioni dello spostamento lo stato di necessità (barrando l’apposita casella) e più oltre, dove è richiesta l’esplicitazione della motivazione indicata, descrivere l’attività svolta (ad esempio, la consegna di generi alimentari al domicilio di anziano solo e impossibilitato). Potrebbe altresì rivelarsi utile (ma non indispensabile) il possesso da parte del volontario di una attestazione dell’organizzazione di appartenenza che dia certezza della sua qualifica di volontario.

INDICAZIONI OPERATIVE PER I VOLONTARI IMPEGNATI

Durante gli spostamenti è’ opportuno

  • dotarsi di una dichiarazione rilasciata dall’Ente di Terzo settore;

 

• portare con sé, l’autodichiarazione approvata dagli organi ministeriali.

RICORDIAMO CHE E’ FONDAMENTALE RISPETTARE LE SEMPRE LE MISURE IGIENICO-SANITARIE:

Lavarsi spesso le mani.

Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;

Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;

Evitare abbracci e strette di mano;

Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;

Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);

Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;

Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;

Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;

Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;

Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;

Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

ASSICURAZIONE DEI VOLONTARI IMPEGNATI

Il Codice del Terzo settore (D. Lgs. N. 117/2017) ha esteso a tutti gli ETS l’obbligo di assicurare i volontari che prestano attività.

La copertura minima, resa obbligatoria deve contemplare:

  • responsabilità civile verso terzi;
  • infortuni e malattia connessa allo svolgimento delle attività (malattia professionale)

Tuttavia, consigliamo agli ETS impegnati nelle attività di emergenza di valutare la possibilità di estendere la polizza e includere il rischio “malattie da contagio

Queste garanzie sono valide per i casi di infortunio biologico e/o malattia infettiva e diffusiva da contagio per gli assicurati che le contraessero durante l’attività di volontariato.

Si tratta di uno strumento particolarmente utile per tutti quei volontari che operano in ambiti di protezione civile, pubblica assistenza e in generale nell’ambito sanitario.

RICORDIAMOCI CHE:

La riforma del terzo settore allarga a tutti gli Ets l’obbligo di assicurazione – e il correlativo obbligo di tenuta del registro dei volontari – che fino al 2017 era previsto solo per le organizzazioni di volontariato e le Onlus.

Gli enti del terzo settore (Ets) che si avvalgono di volontari devono assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività di volontariato, nonché per la civile verso i terzi. La norma coinvolge tutti i volontari, occasionali o non occasionali, di tutti gli Ets.

Nel caso di convenzione con le amministrazioni pubbliche, la copertura assicurativa è elemento essenziale della convenzione stessa, e i relativi oneri sono a carico dell’amministrazione pubblica.

Alla copertura assicurativa è legato l’obbligo per gli Ets di tenere un registro dei volontari: i volontari sul registro devono essere tutti coperti da assicurazione.

Il nostro Paese sta attraversando una grande emergenza sanitaria e sociale che, nonostante le numerose difficoltà, ha visto operatori sanitari e volontari scendere in campo per aiutare e lavorare senza mai fermarsi. In questo momento di disorientamento è fondamentale, però, fornire corrette informazioni per permettere loro di continuare a praticare le loro attività soprattutto a sostegno delle fasce deboli della popolazione, che oggi sono ancora più esposte e vulnerabili.

Per questo motivo CSV Napoli e Inail – Direzione Regionale Campania, hanno realizzato la guida illustrata “Emergenza  Covid-19” con indicazioni, per gli operatori sanitari e i volontari che sono all’opera in questi giorni difficili, sui dispositivi di protezione individuale e sulle corrette modalità di assistenza alle persone in isolamento.

La produzione di queste brevi schede informative rientra nell’ambito del progetto VOLONTARIATO SICURO, avviato nel marzo 2019, con lo scopo di sostenere crescita e consapevolezza delle associazioni in materia di sicurezza sul lavoro nonché informare ed educare sulla tutela dei propri appartenenti.

LA RACCOLTA DEI FONDI

Posso raccogliere fondi per iniziative legate all’emergenza Covid-19

Si, qualsiasi ente del terzo settore può decidere di raccogliere fondi da donare ad enti attivi sul piano dell’emergenza.

Avevo già in essere (o stavo per avviare) una campagna di raccolta fondi. Cosa posso fare?

  • Posso destinare quanto raccolto finora all’ente che ho scelto di aiutare. E’ importante che io dia un messaggio chiaro sul mio sito o pagina fb, spiegando a tutti i donatori il “dovere morale” che mi spinge a rinunciare a quanto raccolto in favore di chi, in questa situazione di emergenza, è ancora più in sofferenza.
  • Posso mettere in stand by la campagna attuale per convogliare tutte le risorse economiche e sociali verso il raggiungimento di un aiuto concreto per gli enti che vivono situazioni di difficoltà dovute all’emergenza.

Come posso attivare una campagna di raccolta fondi?

  • Sul sito della mia associazione, nel quale indicherò chiaramente l’iban, la causale (dedicata alla campagna) e gli obiettivi economico e finale da raggiungere, oltre che l’ente per il quale si attiva la raccolta stessa.
  • Su una piattaforma di crowdfunding, dove avrò la possibilità di creare una sezione apposita.

Che vantaggi fiscali sono previsti per il donatore?

I vantaggi fiscali previsti per le donazioni sono quelli chiaramente stabiliti dal D. Lsg. 460/1997, in parte modificato ed integrato dal Codice del Terzo Settore D.Lsg. 117/2017.

http://www.governo.it/sites/governo.it/files/8_D.LGS460_1997.pdf

https://www.cantiereterzosettore.it/riforma/donazioni/donazioni

Inoltre il Decreto “Cura Italia” D.L. 18/2020 ha espressamente previsto, all’art.66 degli incentivi fiscali per erogazioni liberali in denaro e in natura a sostegno delle misure di contrasto dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2020-03-17;18

RICORDIAMO CHE:

E’ possibile avviare una campagna di raccolta fondi anche utilizzando un proprio iban, ma è una modalità fortemente sconsigliata ai fini fiscali, in quanto potrebbe potare (in mancanza di fatturazione o altro) a problemi fiscali.

E’ necessario, prima di avviare una campagna di raccolta fondi per un ente (specialmente se pubblico, tipo un ospedale) prendere accordi con lo stesso ente, ed assicurarsi che sia disposto e predisposto ad accettare le donazioni.

E’ importante rendere chiaro e visibile l’obiettivo economico, ed è preferibile raccontare, nel corso della campagna di raccolta fondi, gli step che man mano vengono raggiunti. E’ preferibile aggiornare anche i donatori dei risultati finali raggiunti e dell’acquisto finale di quanto era stato preventivato di comprare.

Esistono svariate piattaforme di crowdfunding che permettono la creazione di campagne dedicate all’emergenza da COVID-19, ma in questa fase, anche a causa dell’eccessiva mole di lavoro cui è sottoposta ognuna di esse, preferiamo consigliarvi la raccolta fondi sul vostro sito e su vostre pagine social.

COME RIUNIRE L’ASSEMBLEA DEI SOCI IN EMERGENZA.

Le disposizioni generali dei DPCM 8 e 9 marzo 2020, che vietano di riunire l’assemblea e gli altri organi sociali “in presenza” ammettono per le associazioni e le fondazioni la possibilità di svolgere le riunioni degli organi sociali in videoconferenza (tramite strumenti quali ad esempio skype, hangout, zoom), e ciò anche qualora tale modalità non sia espressamente prevista negli statuti e nei regolamenti delle organizzazioni (art. 73 c. 4). Tale possibilità è ammessa fino al termine della durata dello stato di emergenza dichiarato dal Governo, cioè fino al 31 luglio 2020 (salvo ulteriori proroghe).

Se un’associazione o una fondazione vuole riunire i propri organi sociali lo potrà quindi fare, sempre però “nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati” (ad esempio mettendo a disposizione in anticipo i materiali oggetto di discussione), che consentano al presidente dell’organo di accertare la regolarità della costituzione della riunione, identificando quindi in modo certo i partecipanti, di regolare lo svolgimento dell’adunanza e di constatare i risultati delle votazioni. Fondamentale è il rispetto del principio di simultaneità per il quale, a pena di invalidità della riunione, ogni partecipante deve poter seguire in modo adeguato la discussione, oltre che poter intervenire in tempo reale alla trattazione degli argomenti e alla votazione.

 

Risorse: