25 Gen, 2019 | Comunicare il sociale
ROMA – Al 1° gennaio 2018 erano 183 mila le persone in accoglienza in Italia, un anno dopo sono 103 mila. Una tendenza in diminuzione anche per il calo delle domande di asilo presentate. I dati sono stati resi noti ieri dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha ribadito il suo impegno a chiudere tutti i grandi centri di accoglienza. “E’ necessario -chiuderli ed ospitare gli immigrati in centri più piccoli, più controllabili e la cui gestione risulta più efficace e trasparente” ha detto. L’esempio è quanto già avvenuto in Veneto, con i centri di Cona e Bagnoli, e a Castelnuovo di Porto, dove in questi giorni si sta portando avanti, tra le polemiche, il trasferimento delle persone presenti in altre regioni italiane. Lo sgombero deI centro di Castelnuovo di Porto, che dista circa 25 chilometri da Roma, rientra nelle misure annunciate dal ministro Salvini, che, tra le altre cose, prevede il progressivo svuotamento dei Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) in Italia. Come ha precisato lo stesso Salvini, il prossimo sarà quello di Mineo, in Sicilia, poi toccherà a quelli di Bologna, di Bari e di Crotone, che in totale ospitano circa 6.000 richiedenti asilo.
Il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) è una struttura in cui vengono accolti i migranti che intendono chiedere la protezione internazionale. I Cara sono stati istituiti a seguito della riforma del diritto di asilo, conseguente al recepimento di due direttive comunitarie (DPR 303/2004 e D.Lgs.28/1/2008 n.25). Sono gestiti dal ministero dell’Interno attraverso le prefetture, che appaltano i servizi dei centri a enti gestori privati attraverso bandi di gara. Le convenzioni variano e lo Stato versa all’ente gestore una quota al giorno a richiedente asilo. Con quella cifra devono essere garantiti l’alloggio, i pasti, l’assistenza legale e sanitaria, l’interprete e i servizi psico-sociali. Secondo il decreto legislativo n. 142 del 2015, i Cara dovevano essere convertiti in “centri governativi di prima accoglienza” e sostituiti dai centri governativi per richiedenti asilo a livello regionale o interregionale, i cosiddetti Hub previsti dalla Roadmap italiana. In realtà anche per la mancanza di posti nelle strutture ordinarie, sono diventati una modalità ordinaria di prima e seconda accoglienza.
Quello alle porte di Roma è il secondo Cara d’Italia, dopo Mineo, per numero di posti disponibili. Il centro è attivo dal 2008 in uno stabile di proprietà dell’Inail di 12 mila metri quadri. Nel 2016 era diventato anche il principale hub italiano per la relocation, il programma europeo di ricollocamento. Dal 2014 è gestito dalla cooperativa Auxilium e sorge vicino al fiume Tevere. “In realtà il Cara di Castelnuovo di Porto era da tempo nella modalità di essere sgomberato, perché si trova in una zona alluvionale. Al di là dei costi di affitto, non sarebbe stato possibile rinnovare il contratto, perché gli organi di controllo non lo avrebbero fatto passare come centro adatto all’accoglienza di persone, proprio per il rischio ambientale – sottolinea Mario Morcone, direttore del Cir (Centro italiano rifugiati) ed ex capo del Dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno -. Il problema sono le modalità: bisognava procedere sentendo le ragioni delle persone, sistemare diversamente chi aveva i bambini a scuola e chi aveva un lavoro in zona. Bisognava cioè trovare delle soluzioni consone per queste persone”. Il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini ha detto di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dal ministero dell’Interno in merito alla chiusura. “Questa non è la procedura normale – aggiunge Morcone -. Tutto questo andava fatto di concerto con il sindaco e la comunità locale, ragionando insieme per salvaguardare i diritti delle persone. Questa è la cosa brutta che si sta verificando. Si doveva gestire diversamente la situazione, questo è il problema. Questa ormai è una politica della sofferenza che tende a far capire che le persone non saranno aiutate. Non si stanno trattando oggetti o numeri ma persone. In questi casi si devono trovare mediazioni giuste senza distruggere le aspettative e le speranze di queste persone”.
I trasferimenti continueranno fino al 30 gennaio e le persone saranno spostate in strutture più piccole in diverse regioni: Abruzzo, Basilicata, Molise, Campania, Marche, Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna. “L’altro problema sono le persone che rischiano di restare per strada e che non troveranno accoglienza da nessuna altra parte” aggiunge Morcone. Secondo il decreto Salvini infatti i titolari di protezione umanitaria non hanno diritto a rimanere nelle strutture di accoglienza. E, nel centro di Castelnuovo di Porto ce n’erano circa un centinaio su 500 presenze totali. “Il problema è che queste persone rischiano di finire su una panchina della stazione”.
Infine, ci sono circa 120 persone che rischiano il posto di lavoro. “Sono monoreddito e ho un figlio all’università, se perdo il lavoro non so come mantenerlo né come pagare l’affitto di casa. Nessuno ci sta dando rassicurazioni sul nostro futuro, ma è quasi sicuro che diventeremo tutti disoccupati – spiega Dora Mangione, un’operatrice socioassistenziale che lavora nella struttura -. Nella mia stessa situazione ci sono altri colleghi che hanno bambino piccoli e un mutuo da pagare. Il decreto sicurezza sta creando un disagio sociale assoluto, sta creando disoccupati. Dov’è il prima gli italiani? Qui ci tolgono il pane di bocca. E’ una cosa vergognosa”. Oggi i lavoratori del Cara sono in presidio sotto il ministero dello Sviluppo Economico. (ec)
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25 Gen, 2019 | Comunicare il sociale
ROMA – Di Giulio Regeni, il giovane ricercatore di Cambridge al Cairo per svolgere una ricerca sui sindacati locali, le tracce si perdono il 25 gennaio del 2016. Quel giorno la famiglia perse i contatti col ragazzo, il cui corpo sarà ritrovato solo il 3 febbraio successivo sul ciglio dell’autostrada che collega il Cairo ad Alessandria, con evidenti segni di tortura. La vicenda, che ha finito per chiamare in causa direttamente i servizi di sicurezza e la polizia egiziana, in un delicato gioco delle parti tra i governi del Cairo e di Roma, è lungi dall’essere risolta.
A tre anni di distanza, l’ong Amnesty International ha lanciato un’iniziativa che porterà in oltre 100 piazze d’Italia delle fiaccole alle 19.41, orario della scomparsa di Giulio, per chiedere ciò che in questi tre anni è diventato il motto della battaglia dei Regeni: “Verità e giustizia”.
L’ong internazionale, così come molte altre anche in Egitto, denuncia la pratica delle autorità egiziane di rapire, torturare e poi uccidere chiunque esprima una posizione contraria a quella del governo, un ‘modus operandi’ che secondo alcuni osservatori sarebbe peggiorato con l’arrivo al governo di Abdel Fattah Al-Sisi.
L’obiettivo secondo gli esperti sarebbe scongiurare nuove ondate di dissenso popolare, come quelle che nel 2011 causarono la fine del regime trentennale di Hosni Mubarak. Gli osservatori denunciano anche un clima di omertà e connivenza che porta le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine a coprire i crimini commessi da polizia ed esercito.
“Solo nel dicembre 2017 – fa sapere Amnesty – l’avvocata della famiglia Regeni è riuscita a farsi dare dei documenti dalla procura locale recandosi direttamente al Cairo mentre non sono ancora disponibili le immagini riprese il 25 gennaio 2016 dalle telecamere a circuito chiuso installate nella zona in cui Giulio Regeni scomparve”.
A confermare che il problema è reale, c’è l’ultimo report del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate e involontarie (Wgeid), secondo cui i “casi urgenti” al momento sarebbero 173, mentre altri 285 non sarebbero ancora stati analizzati. Secondo il Committee for Justice – un osservatorio indipendente sui diritti umani che segue i Paesi di lingua araba – tra agosto 2017 e agosto 2018 le sparizioni di studenti, blogger, giornalisti e attivisti in Egitto avrebbero raggiunto le 1.989 unità.
E’ proprio di questi giorni la notizia della liberazione di Mona Mahmoud Mohamed, una donna arrestata dopo aver denunciato all’emittente britannica ‘Bbc’ che la figlia, Zubeida Ibrahim, è stata rapita e quindi violentata dalle forze di sicurezza egiziane. La giovane era già stata sequestrata l’anno precedente per 28 giorni: una volta tornata a casa, i familiari avevano constatato non solo i segni di una violenza sessuale ma anche dell’elettroshock.
La madre della ragazza – che con la figlia aveva già subito nel 2014 torture in carcere per aver preso parte a una manifestazione – è stata accusata di aver diffuso false notizie e di appartenere a un gruppo terrorista. Sebbene sia tornata in libertà, deve recarsi in commisariato due volte la settimana, e ancora rischia di subire un processo per terrorismo.
Un caso analogo riguarda quello di Amal Fathy, la moglie del consulente legale in Egitto della famiglia Regeni: Amal è stata condannata a due anni di carcere per aver denunciato in un video di aver subito molestie sessuali da parte delle forze di sicurezza, una piaga che viene confermata da molteplici associazioni per i diritti delle donne nel Paese. Ma per il marito, Mohamed Lofty, si tratterebbe anche di un modo per colpire lui e il suo lavoro per i Regeni.
«Agenzia DIRE» – www.dire.it
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25 Gen, 2019 | Comunicare il sociale
NAPOLI – L’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele, insieme con Guido D’Agostino, Presidente dell’Istituto Campano della storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea “V. Lombardi”; Nico Pirozzi, coordinatore del progetto Memoriae; Susanna Glavas, rappresentante della Comunità ebraica ed Antonio Amoretti, Presidente ANPI Napoli, ha presentato il calendario delle iniziative promosse dal Comune in occasione del 27 gennaio, Giornata della Memoria, nel ricordo dell’Olocausto, contro ogni persecuzione e discriminazione di razza, di religione, di credo politico, di orientamento culturale, filosofico, sessuale, realizzate con la collaborazione di numerosi soggetti associativi e culturali.
Il programma prevede sia iniziative culturali ed incontri pubblici che celebrazioni ufficiali cui parteciperanno le massime istituzioni della città.
“Napoli, la città delle Quattro Giornate, prima grande città Europea ad insorgere contro il fascismo rinnova ancora una volta, nell’occasione della Giornata della Memoria, il suo impegno contro il razzismo e le discriminazioni di ogni tipo tra gli esseri umani. Nel ricordo delle vittime della Shoà è cresciuta a Napoli, con l’impegno di tanti nostri concittadini, delle istituzioni pubbliche e di importanti soggetti associativi, una vera e propria tradizione della memoria e la partecipazione della nostra città alla ricorrenza del 27 gennaio ha progressivamente superato il livello della pura e semplice celebrazione istituzionale, per diventare occasione condivisa di impegno civile e culturale.
Come in tante altre occasioni possiamo essere fieri del fatto che la nostra città confermi e rinnovi in ogni campo ed in ogni occasione il suo impegno contro il razzismo. La memoria dell’Olocausto richiama il pensiero alle cronache spesso drammatiche dei nostri giorni, ai nuovi odi, alle nuove separazioni, spesso tenacemente e strumentalmente coltivati, alle incomprensioni nuove e vecchie tra culture, credi religiosi, ideologie; la nostra Città, tutta insieme, rinnovi la volontà di essere una comunità accogliente e solidale, nella quale persone di culture, origini, fedi diverse possano vivere insieme e costruire un futuro di comprensione, di libertà e di pace e tenga viva la sua capacità di indignarsi e di impegnarsi per i tanti popoli e le tante persone che subiscono ancora oggi violenze, ingiustizie e guerre”, ha dichiarato l’Assessore Daniele,.
Programma:
Fino all’8 febbraio
Istituto Campano per la Storia della Resistenza “Vera Lombardi” – via Costantino 25
Visita guidata alla mostra L’ebreo come diverso. La persecuzione antisemita in Italia, con dibattito e proiezioni di filmati sul tema per scuole di ogni ordine e grado (previa prenotazione al 081611225)
Fino al 3 febbraio
Chiesa di San Severo al Pendino – via Duomo, 286
BETADINE+BIC: social digital solidarity
Mostra personale di pittura di Giuseppe Fontanarosa.
La chiesa di San Severo al Pendino fu utilizzata come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale: la scelta di presentare Betadine+Bic in questo luogo e in corrispondenza del Giorno della Memoria nasce dal carattere di impegno e denuncia da cui le opere stesse nascono. La chiesa ospiterà così nuovi martiri.
Attraverso una indagine tra social network e solidarietà sociale di baumaniana memoria, Betadine+Bic vuole curare l’assuefazione dalle immagini di reportage che ci giungono ormai quasi solo dai social network. Si traccia così un percorso tra vecchie e nuove causes con l’intento di riportare quella percezione di solidarietà solida in un’era digitale che liquida le immagini prodotte alla velocità della luce. Il tempo umano della pittura avvicina foto di reportage istantaneamente rimosse per la loro crudezza
Ingresso libero
25 gennaio ore 9.45
Palazzo Serra di Cassano
In memoria dell’Olocausto
Incontro rivolto agli studenti napoletani con proiezione del documentario di Gabriella Gribaudi “Dal cancello secondario” con interviste agli ebrei napoletani.
A seguire dialogo alla presenza di Gabriella Gribaudi e il Presidente dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici Massimiliano Marotta
Info: info@iisf.it
MEMORIAE X EDIZIONE
Evento promosso dalla Fondazione Valenzi e dall’Associazione Libera Italiana (ALI) onlus con il patrocinio morale della Comunità Ebraica di Napoli e il Comune di Napoli
25 GENNAIO (Napoli, via Crispi, 33 – Hart Cinema Food Music, ore 9:30)
Proiezione del docufilm Terra Bruciata del regista Luca Gianfrancesco. Segue dibattito con il regista e i consulenti scientifici del lavoro. Evento gratuito, riservato agli studenti e ai docenti degli Istituti scolastici napoletani
28 GENNAIO (Napoli, Teatro del Popolo Trianon Viviani, ore 9)
X di Memoriæ con consegna dei Magen David in oro. Conduce: Serena Albano. I riconoscimenti dell’edizione
2019 sono stati attribuiti come segue:
-) per la sezione “Memoriæ della Shoah” al Comune di Tora e Piccilli, per l’aiuto fornito a un gruppo di ebrei napoletani sottratti alle prevedibili violenze degli occupanti nazisti nell’autunno 1943
-) per la sezione “Memoriæ di impegno civile” all’organizzazione internazionale non governativa Medici senza Frontiere, per l’impegno profuso a favore delle popolazioni vittime di calamità, conflitti, emergenze sanitarie e umanitarie
-) per la sezione “Memoriæ delle vittime della criminalità” alla memoria di Teresa Buonocore, la mamma coraggio barbaramente uccisa nel settembre 2010
Nel corso della manifestazione saranno consegnati i riconoscimenti agli istituti scolastici che hanno partecipato al concorso nazionale “Io non dimentico”
31 GENNAIO (Napoli, PAN-Palazzo delle Arti Napoli, ore 17)
Presentazione del volume scritto da Nico Pirozzi “Salonicco 1943. Agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani” edito dalle Edizioni dell’Ippogrifo. Moderati dal giornalista Giuseppe Crimaldi, presidente nazionale della Federazione Italia-Israele, con l’autore ne discutono Ottavio Di Grazia, dell’Università Suor Orsola Benincasa, e Sandro Temin, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
28 – 29 – 30 gennaio ore 10.00 matinée per le scuole (1° turno) e ore 11.30 (2° turno)
27 gennaio ore 18.00 spettacolo con buffet di saluto in cui sarà possibile dialogare con il regista dello spettacolo
Agorà Figli in famiglia di San Giovanni a Teduccio – via Ferrante Imparato, 111
La banalità del male
dai diari di Anne Franke ed Etty Hillesum
regia Luca Gatta; con Alessandra Martino e Germana Di Martino; musiche Sergio Naddei, Franco Perreca e Giulio Fazio
a cura di: coop En Kai Pan
Eventuale costo a carico dei partecipanti:
spettacolo per le scuole 5 euro a studente, gli accompagnatori hanno diritto all’accesso gratuito
spettacolo serale 12.00 euro comprensivo di buffet
Info: tel: 3396235295
mail: info@enkaipan.com
web: enkaipan.com
Lo spettacolo, onirico e documentario insieme, arricchito da proiezioni di filmati originali e dalle musiche del repertorio yiddish, mette in scena un dialogo impossibile tra due vittime eccellenti dell’Olocausto, la giovane Anne Frank e la filosofa Etty Hillesum, che da prospettive completamente diverse furono capaci entrambe di immaginare la futura pace nel momento peggiore della loro vita personale e dell’Europa tutta.
Il regista Luca Gatta, oltre alla selezione e al montaggio dei testi, ha costruito uno spazio scenico che fonde e incrocia la soffitta di Anne con la cameretta di Etty, in modo da rendere visibile e concreto, il dialogo tra le due autrici. I confini di questo spazio vengono, poi, continuamente sfondati dall’intervento delle proiezioni multimediali e dall’esecuzione dal vivo delle musiche, anche queste ispirate al mondo Yiddish e, in particolare, agli spartiti ritrovati nei campi di concentramento dopo la Liberazione.
Un evento nato in collaborazione tra coop. En Kai Pan e la Onlus Figli in Famiglia con l’obiettivo di coinvolgere la comunità, soprattutto le giovani generazioni, ai temi della trasmissione della memoria e dei valori e dei valori civili dell’Europa attraverso l’esperienza del teatro.
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26 gennaio ore 17.00 – 19.00
TAN – Teatro Area Nord
Raccontare la Shoah: Questa sera è già domani di Lia Levi
Lettura del libro Questa sera è già domani di Lia Levi, opera che ha partecipato al Premio Strega 2018, in cui l’autrice narra la vita di una famiglia ebraica negli anni delle leggi razziali.
A cura del Caffé Letterario di Scampia
Evento gratuito
Info: 3384694787 | caffeletterariodiscampia@gmail.com
26 gennaio
Shoah. La memoria non ammette repliche – La Giornata della Memoria a Pianura
Il giorno 26 gennaio il Corriere di Pianura presenterà, presso il centro A.N.E.I: Shoah. La memoria non ammette repliche per celebrare il giorno del ricordo dell’olocausto degli internati ebrei nei campi di concentramento nazisti. Un percorso teatrale-musicale che partirà dagli anni trenta ed arriverà a toccare le sponde del dramma attuale dell’immigrazione. “Per non dimenticare” ma soprattutto “Per non ripetere”, non perseverare nell’indifferenza, nella superficiale concezione che il passato appartenga ai libri, anziché accettare che spesso si ripropone in altre forme. L’idea nasce dalla presa di coscienza della redazione, di una deriva razzista e pericolosa in cui versa il Paese in questi anni. Memoria, riportare alla mente, reminiscenza ma anche, come nel caso del dio latino Monéta, ammonire, affinché gli errori non vengano ripetuti. La barbara follia del potere nazi-fascista, che per vent’anni ha massacrato vite umane lanciando il mondo in una surreale atmosfera di degenerazione umana portata in parallelo con le nuove vittime del potere attuale: gli immigrati, i rifugiati, lasciati dondolare in mezzo al mare come pezzi di plastica gettati di nascosto. Da Dachau a Malta, usando gli occhi di ieri per spiegare le facce di oggi. Il 26 gennaio Pianura proporrà alla città un momento intenso di partecipazione cittadina, proponendo attraverso un percorso multiculturale una lettura della Shoah in chiave moderna. Relatore sarà il presidente nazionale della A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati). Patrocinato dal Comune di Napoli e dalla IX Municipalità, l’evento vedrà la partecipazione di studenti di tanti istituti, non solo cittadini, che arriveranno da tutta la provincia, affinché sia anche un momento di formazione morale. Parteciperanno le istituzioni comunali e municipali, il presidente della comunità dei migranti dei Salesiani. Pianura, dopo anni, organizza un evento cittadino di spessore e di riflessione, provando a smuovere le coscienze attraverso il ricordo, la Memoria.
PROGRAMMA
– Proiezione video sulla Shoah
– Introduzione del moderatore
– saluti del referente A.N.E.I di Napoli, Nicola Baiano
– saluti del direttore de Il Corriere di Pianura, Antonio Di Maio
– Lettura di poesie e brani sulla Shoah
– Intervento musicale: Auschwitz di Guccini suonata live da Crescenzo Basso
– Intervento del presidente nazionale A.N.E.I, Raffaele Arcella
– Intervento del Presidente della IX Municipalità, Lorenzo Giannalavigna
– Intervento di don Giovanni Vanni responsabile Comunità Salesiana “Il Ponte”
– Proiezione video sulla tragedia dei migranti
– Lettura poesie e brani sulla tragedia dei migranti
– Conclusioni
– Intervento musicale: Bella Ciao suonata live dai ragazzi del laboratorio di chitarra dell’I.C. Giovanni Falcone di Pianura
27 gennaio ore 10.00 -12.00
Circolo Ufficiali della Marina Militare, Via Cesario Console 3 – I piano
Note e versi per la shoah al femminile
a cura di Suzana Glavaš
EVENTO PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE MOZART ITALIA-NAPOLI in occasione della Giornata della Memoria 2019.
Con la partecipazione di Angela Yael Amato (violino), Alessandro Parfitt (violoncello), Donata Greco (sassofono e flauto traverso), Giuseppe Mosca (storico) e Franco Barbato (pittore).
L’Evento illustrerà brevemente le giovani vite di tre eccellenti poetesse ebree dell’Europa Centro-Orientale spezzate dalle persecuzioni razziali in Ungheria, in Ucraina-Polonia e Romania. In aggiunta due poesie sulla Shoah di Suzana Glavaš, figlia di madre sopravvissuta in Croazia.
Nella prima parte tre musiche ebraiche al sassofono e flauto traverso eseguite dalla giovane musicista napoletana Donata Greco.
Nella seconda parte, a intervalli tra note e versi, recitazione di poesie di Hannah Szenes (Budapest 17 luglio 1921-Budapest 7 novembre 1944), Szuzanna Ginczanka (pseudonimo di Sara Polina Ginzburg, Kiev, Ucraina, 22 marzo 1917- Cracovia, Polonia, gennaio 1945), Selma Meerbaum-Eisinger (Czernowitz, Romania /oggi Ucraina/ 5 febbraio 1924 – Campo di Mihajlovka, dicembre 1942) e Suzana Glavaš (Zagabria, 22 marzo 1959).
In questa parte Duo Violino e Violoncello di Angela Yael Amato e Alessandro Parfitt eseguirà: J. S. Bach: Preludio e Sarabande; 3 Melodie Ebraiche; George Perlmann: Hebrew Chant and Dance; George Crumb: Cello Solo Sonata; J. Williams: Schindler’s List.
Voce recitante: Suzana Glavaš.
Presentazione dei contesti storici in cui nascono le vite e le opere delle tre poetesse vittime della Shoah: Giuseppe Mosca.
In esposizione durante l’Evento il dipinto del pittore napoletano Franco Barbato ‘Volti Sofferti’ dal suo ultimo ciclo di opere I mille volti dell’umanità.
27 gennaio ore 11.00
via Luciana Pacifici (zona Borgo Orefici)
Cerimonia in ricordo di Luciana Pacifici vittima delle leggi razziali nel corso della quale il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris deporrà una corona di alloro
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