Donazione organi: «Tre prelievi in pochi giorni. Atto di grande generosità»

Tre prelievi di organi in pochi giorni all’Azienda Ospedaliera dei Colli. Tre atti di straordinaria generosità che hanno ridato nuova vita a pazienti in attesa di trapianto e che dimostrano l’impegno profuso dalla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera nel diffondere la cultura della donazione.

Il primo caso ha riguardato un paziente che, in vita, aveva espresso il consenso alla donazione. Cornee, reni e fegato sono stati prelevati e hanno ridato nuove speranze a 5 pazienti. Per gli altri due donatori sono stati i familiari che hanno dato l’assenso al prelievo di organi e, anche in questi casi, è stato possibile dare una nuova opportunità di vita a pazienti che avevano necessità di trapianto di fegato e di reni e di cornee.

Da inizio anno sono stati 6 gli eventi donativi che hanno interessato l’Azienda Ospedaliera dei Colli, 2 al Cotugno e 1 al CTO giudicati non idonei alla donazione per pregresse patologie dei potenziali donatori e 2 al CTO e 1 al Cotugno che sono andati a buon fine. Un dato incoraggiante, se paragonato allo stesso periodo dello scorso anno durante il quale, all’Azienda Ospedaliera dei Colli, non era stato possibile registrare alcuna donazione a causa dell’opposizione dei familiari.

“L’Azienda Ospedaliera dei Colli, anche attraverso le attività di Sportello Amico Trapianti, promuove la cultura della donazione di organi e tessuti. Assicuriamo al personale delle terapie intensive e delle unità operative coinvolte tutto il supporto necessario perché venga portato avanti un lavoro di sensibilizzazione affinché la donazione di organi diventi una pratica sempre più diffusa e accettata dalla società. Il mio pensiero ai familiari dei pazienti, scegliere di donare gli organi è il più grande gesto di altruismo possibile. Ogni volta che diciamo sì alla donazione di organi offriamo la speranza di una nuova vita a pazienti in attesa di trapianto”. È il commento di Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

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Decarbonizzare il Paese, la riposta arriva dall’idrogeno verde

L’idrogeno verde potrebbe diventare un prezioso alleato nel processo di decarbonizzazione del Paese e per raggiungere il traguardo emissioni Zero nette al 2040. L’idrogeno verde va impiegato in settori strategici, altrimenti si rischia di compromettere la sostenibilità complessiva del suo ruolo nella transizione energetica. Un contributo sostanziale arriverà se verrà impiegato nella decarbonizzazione delle industrie pesanti (raffineria, industria chimica, siderurgia), nell’accumulo di energia, nel trasporto marittimo e quello aereo.
Governi e stakeholder devono implementare politiche e schemi finanziari per aumentare le infrastrutture per produrre idrogeno verde e diminuire il prezzo della produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Le infrastrutture devono svilupparsi di pari passo con i bisogni dell’industria.
Da qui la nascita delle Hydrogen Valley: il Governo italiano ha stanziato 500 milioni per la creazione di 52 Hydrogen Valley: 50 milioni sono riservati ai cosiddetti “progetti bandiera”, considerati di rilevanza strategica per le regioni, mentre i restanti 450 milioni sono ripartiti tra i progetti delle Regioni e delle Province Autonome e sono finalizzati alla produzione di idrogeno in aree industriali dismesse. Il Mezzogiorno è l’area maggiormente interessata, con 28 di 52 progetti, per un investimento totale di 225 milioni di euro.
Guardando alle singole regioni, gli investimenti più ingenti sono concentrati in tre regioni del Sud: Campania (6 progetti finanziati), Puglia (5 progetti) e Sicilia (4 progetti), che hanno ammesso a finanziamento 40 milioni di euro ciascuna. Legambiente ha promosso stamattina presso la sala consiliare del Comune di Pomigliano d’Arco il primo Forum Idrogeno, il ruolo emergente dell’idrogeno verde nella transizione energetica.

“L’idrogeno verde – ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -ha un ruolo sostanziale nella transizione energetica e, nonostante le attuali sfide, è una grande promessa per un futuro sostenibile. La diffusione dell’idrogeno da rinnovabili, come nuovo e versatile vettore energetico, appare quindi tecnicamente fattibile e avviata alla competitività economica, soprattutto come conseguenza della prevista, imponente transizione verso la generazione elettrica da fonti rinnovabili”.

“L’Italia – prosegue Imparato- non ha ancora finalizzato un sistema di norme e regole favorevoli allo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile. Il nostro Paese ha adottato una serie di misure, dalle linee guida preliminari della strategia per l’idrogeno emanate nel 2020 ai bandi PNRR, fino all’aggiornamento del target idrogeno nella bozza di PNIEC, ma manca ancora una vera e propria strategia nazionale, che sarebbe capace di dare un quadro organico delle linee di sviluppo del settore, dei modelli di produzione previsti e del ruolo dell’Italia nello scenario internazionale”.

Per promuovere l’utilizzo dell’idrogeno – commenta Legambiente – nell’ambito del PNRR il Governo ha stanziato 500 milioni per la creazione di 52 Hydrogen Valley finalizzati alla produzione di idrogeno in aree industriali dismesse. Si tratta quindi di siti che possiedono già un collegamento alla rete elettrica e che si trovano in una posizione chiave per essere connesse agli utilizzatori del vettore. L’obiettivo dell’operazione è attivare in Italia almeno 10-50 MW di valli dell’Idrogeno. In Campania sono 6 i progetti approvati per una produzione di 420 tonnellate di idrogeno all’anno che riguardano l’area di Acerra, Quarto, Pignataro Maggiore, Avellino, Battipaglia.

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Come contrastare le truffe agli anziani, i consigli dei Carabineri

Continua la campagna di sensibilizzazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli su come contrastare le truffe agli anziani Il programma è incentrato sulla divulgazione di indicazioni preziose e consigli per evitare di cadere nella rete di persone senza scrupoli. Dalla diffusione di brochure informative alla pubblicazione di poster con piccoli ma puntuali focus sul fenomeno, fino agli incontri con gli anziani e i loro familiari. Un modo diretto, quest’ultimo, per raccogliere quesiti e dubbi e chiarire quali siano i comportamenti da adottare in caso di “attacco”.
L’INCONTRO – Ieri pomeriggio un incontro si è tenuto a Portici, nei locali della Parrocchia della Chiesa della Salute. Organizzato con la preziosa collaborazione del parroco  Francesco Rinaldo e del decano Giorgio Pisano, ha visto la partecipazione di circa 30 persone tra i 65 e i 75 anni.
IL PUNTO DI VISTA- Il Maggiore Francesca Ruberto, comandante della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco e relatrice dell’occasione insieme al Luogotenente Francesco Russo (comandante della Stazione Carabinieri di Portici), ha sottolineato l’importanza della consapevolezza e della prontezza di reazione di fronte a situazioni sospette. “La prevenzione è fondamentale nella lotta contro le truffe – ha dichiarato l’ufficiale – e siamo qui per fornire alle persone anziane gli strumenti necessari per proteggersi. Abbiamo discusso dei trucchi più comuni utilizzati dai truffatori come quelli del finto carabiniere o del finto avvocato. Alcuni dei partecipanti, anche su impulso del vice parroco Ferdinando Silvestri presente in sala, hanno condiviso le proprie esperienze personali offrendo spunti di discussione. Le domande sono state tante: da come difendersi dalle persone estranee che non si conoscono, a come saper riconoscere un vero carabiniere da uno finto. Abbiamo invitato i presenti a verificare sempre l’identità delle persone , chiamando il 112, diffidando sempre da chi va da loro con l’obiettivo di ottenere la consegna di denaro e gioielli. Alcuni presenti hanno raccontato alcune esperienze personali o fatto accaduti a loro conoscenti. L’occasione è stata utile anche per dare informazioni preziose per prevenire i furti e difendersi dai malintenzionati quando ci si muove fuori casa o quando si va a prelevare denaro e pensione”.
I CONSIGLI DA SEGUIRE – Ecco i consigli fondamentali su come contrastare le truffe agli anziani:

Siate diffidenti: mantenete sempre un atteggiamento di sana diffidenza nei confronti di sconosciuti che cercano di coinvolgervi in offerte o richieste insolite.
Non fornite informazioni personali: non condividete mai informazioni personali, finanziarie o sensibili con estranei al telefono, via email o di persona, a meno che voi non abbiate la certezza della loro legittimità.
Verificate l’identità degli interlocutori: se ricevete una chiamata o una visita da qualcuno che si presenta come rappresentante di un’azienda o un ente, richiedete sempre una verifica dell’identità, come un distintivo o un numero di riferimento.
Non effettuate pagamenti anticipati: state attenti alle richieste di pagamenti anticipati per servizi o prodotti, specialmente se vi vengono offerti sconti o promozioni eccezionali.
Consultate persone fidate: prima di prendere decisioni importanti, come sottoscrivere contratti o effettuare pagamenti significativi, consultate familiari, amici di fiducia o professionisti che possono offrirvi un parere obiettivo.
Segnalate le truffe: se sospettate di essere vittime di una truffa o avete ricevuto una chiamata sospetta, rivolgetevi immediatamente alla stazione Carabinieri più vicina o al 112, per evitare che altri possano essere ingannati.
Mantenete il controllo delle vostre finanze: tenete sotto controllo i vostri conti bancari, le carte di credito e le transazioni finanziarie regolarmente. Segnalate immediatamente eventuali attività sospette alle banche o alle autorità competenti.
Mantenetevi informati: aggiornatevi sulle tipologie di truffe più comuni e sulle modalità con cui i truffatori cercano di ingannare le persone anziane. In questo modo sarete più preparati a riconoscere e a evitare potenziali truffe.

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Lavoro: FP CGIL presenta alla Federico II la piattaforma per prepararsi ai concorsi pubblici

«La Pubblica Amministrazione ha bisogno di nuove competenze per il futuro del Paese. Serve una nuova generazione di lavoratori che rafforzi e innovi i servizi ai cittadini al collasso a causa dei tanti pensionamenti e l’insufficienza di nuove assunzioni». Queste le ragioni che hanno portato la Funzione Pubblica CGIL, insieme all’Unione degli Universitari (UDU), a fare visita all’Università Federico II di Napoli per presentare agli studenti la piattaforma ConCorsi Con Te (concorsipubblici.fpcgil.it) per la preparazione ai concorsi pubblici.

«Vogliamo svolgere -spiega il sindacato- un ruolo in questa partita di rinnovamento della Pubblica Amministrazione del nostro Paese. Un’evoluzione necessaria per stare al passo con i tempi. Per questo abbiamo realizzato, in collaborazione con Forum Pa, una piattaforma che offre più di 700 video-lezioni, test preselettivi, quiz di inglese e di informatica, simulazioni delle prove di concorso oltre che corsi online specifici tenuti da docenti esperti e guide per orientarsi nel mondo dei concorsi pubblici. Il nostro obiettivo è fornire una formazione di qualità per permettere ai giovani di acquisire le competenze per entrare a far parte della Pubblica Amministrazione e contribuire al rinnovamento dei servizi pubblici del nostro Paese”, conclude la FP CGIL.

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Fine pena Ora, storia vera di un’amicizia fra un ergastolano e il suo giudice

Venerdì 19 aprile ore 21.00 arriva sul palcoscenico del Teatro Civico 14 di Caserta, Fine pena Ora, storia di un’amicizia impossibile, una corrispondenza durata 34 anni fra un ergastolano e il giudice che l’ha condannato.

In scena, Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola, Giuseppe Nitti. Tratto dalla storia vera e autobiografica, descritta dal testo omonimo di Elvio Fassone, magistrato ed ex componente del consiglio Superiore della magistratura, la drammaturgia dello spettacolo, adattato e diretto da Simone Schinocca, nasce da una serie di interviste fatte a Fassone in cui l’autore racconta l’evoluzione della sua amicizia con l’ergastolano Salvatore negli anni successivi alla pubblicazione del libro.

Lo spettacolo è coprodotto da Tedecà e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi.  Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it

Al centro dell’adattamento c’è l’incontro umano tra il Presidente e Salvatore. Due mondi apparentemente inconciliabili, opposti e contrapposti, anche se i due uomini, in 34 anni di corrispondenza, diventano punto di riferimento l’uno per l’altro.

Le parole del libro di Fassone sono sono state arricchite da un’intervista, in cui il magistrato racconta cosa è accaduto nei dieci anni successivi alla pubblicazione del testo, come il suo rapporto con salvatore si è trasformato e quanto ancora oggi, questa storia, faccia fatica a trovare una soluzione. Da questa lunga intervista, nasce l’incipit dello spettacolo: è la notte insonne prima dell’ennesima udienza per la libertà condizionale di Salvatore. 38 anni di attesa, che si condensano in un sogno, nel quale Salvatore ripercorre lettera dopo lettera il rapporto con il Presidente. Salvatore e il presidente si scrivono da 34 anni, ma non si sono mai più incontrati. Salvatore ha mandato qualche foto di sé al presidente, Fassone non lo ha fatto. In questo sogno, il Presidente appare giovane come 38 anni fa, al momento del processo. Salvatore non potrebbe immaginarselo diversamente, e lo spettatore, invece, vede un Salvatore sessantenne, tormentato dall’ennesima speranza che quel “fine pena mai” possa diventare un “fine pena ora”.

«Abbiamo scelto di far emergere nel nostro adattamento la figura di Rosi, la donna che per 20 anni accompagna Salvatore in un pellegrinaggio di carcere in carcere in tutta Italia – racconta Schinocca. Rosi diventa l’emblema dell’attesa, una Penelope contemporanea che con la sua presenza aiuta e assiste Salvatore nello sciogliere i nodi delle sue fatiche e del suo cambiamento. Proprio nell’immergersi nello studio di Rosi, un ‘immagine iconografica sacra è riaffiorata alla mente, un’immagine semplice e disarmante per la sua forza comunicativa. Una madonna che ha una corda piena di nodi, che nelle sue mani diventa una corda libera dagli intoppi e dalle costrizioni. Da questa immagine nasce lo spunto per l’allestimento scenografico: una cella colma di corde, lacci, stringhe e oggetti vietati e banditi nelle carceri, perché potrebbero diventare cappi con cui togliersi la vita. Nella dimensione onirica di Salvatore, l’oggetto bandito riempie lo spazio, affastellato di nodi da sciogliere. Il sogno accompagna lo spettatore nella cella di Salvatore, lungo i 38 anni di detenzione. Nella ricostruzione di una nuova vita possibile, Fine pena ora parla alle nostre vite e diventa messaggio universale, perché uno spazio di umanità e di speranza è sempre possibile, anche quando tutto sembra suggerire il contrario».

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